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Script osceno. Il rimando a miriadi di film è ininfluente se s'inciampa, di nuovo e di nuovo, nell'errore della lampada d'Aladino o di "Sfera" (Levinson, 1998): avere dei poteri soprannaturali con cui realizzare ogni proprio desiderio e invece accontentarsi d'adoperare il pensiero magico per manipolare la realtà secondo le pulsioni più mostruose e orrorifiche. Uccidere il fratellino per gelosia? Trasformare in lesbica una ragazza già col fidanzato pur di non sentirsi sola? A quando una bella visita dal professor X?
Non è che se fai un film lungo e noioso per forza di cose è un'opera d'arte e a chi non piace è un asino che non ci arriva. Se il regista evitava di fare il figo magari era meglio per tutti.
Trier racconta la difficoltà di una ragazza nella crescita della sua indipendenza, nella consapevolezza di essere diversa dagli altri e nella presa di posizione nei riguardi della sua famiglia che la controlla in maniera quasi asfissiante. Il regista norvegese usa la metafora del paranormale per imbastire la storia di THELMA, purtroppo lo fa in maniera lenta e arzigogolata, specialmente nella seconda parte del film, e questo fa sì che il livello del mio personale coinvolgimento rimanga piuttosto statico, senza riuscire a raggiungere picchi di interesse tali da farmi apprezzare le intenzioni e la realizzazione. Non mi sono annoiato, ma decisamente non è un film che rivedrei ancora. Apprezzabile il cast.
film sulla genesi e la scoperta dei propri super poteri di una giovane ragazzina . Anche se non si capisce sino alla fine quali saranno questi poteri( controlla gli animali?,l'elettricità?,la telecinesi?) il film è una continua tensione perchè anche la bravissima protagonista non sa come reagire a queste nuove cose ed è anche osteggiata dal protezionismo bigotto della famiglia. Film interessante , non per tutti , lentissimo nella prima parte ,per me a tratti troppo teorico ed ermetico ,le emozioni sono sempre strozzate e represse dentro e anche la scena finale sembra più un gesto di cortesia che voluto veramente.
Thelma è un film inutile e algido, sessualmente desolante (al contrario di quanto vorrebbe), oltre il frigido. Condito con tòpoi che dall'archetipo sono già arrivati allo stracciamento di marroni, procede lentamente a un vano schieramento di forze (le gnagne protagoniste, la bella fotografia) per arrivare stancamente a un nugolo di già detto, visto, sentito, conclamato, sbandierato, simulato; con un'infantilismo di fondo per cui ci si chiede se il signor Trier si sia appena trasferito a Oslo anche lui-ma per frequentare le medie. A parte scherzi, l'impressione più fastidiosa è che sia un film per la mia generazione fatto da un quarantenne che sulla suddetta generazione presume di saperla lunga, non negli intenti o nel (bieco) nocciolo morale quanto nel calare il tutto in un contesto risibile , che non può reggere solo in relazione all'esotismo glaciale dei ""nordici"".