Frank Sheeran è un sicario della mafia e veterano della seconda guerra mondiale che sviluppa le sue abilità da esecutore criminale durante il suo servizio in Italia. Diventato vecchio, Sheeran riflette sugli eventi che hanno definito la sua carriera di sicario, in particolare il ruolo che ha avuto nella scomparsa del leader sindacale Jimmy Hoffa, suo amico di vecchia data, e del suo coinvolgimento con la famiglia criminale Bufalino.
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"The Irishman" ci dimostra che il gangster-movie è ormai morto non perchè lo sia il genere in sè (un po' come per il western) ma per la mancanza di direttori ed interpreti all'altezza; Scorsese riprende in mano uno dei generi che lo hanno reso grande e per un attimo lo riporta agli antichi fasti, dirigendo uno dei migliori film dell'anno appena passato. Ovviamente per farlo ha bisogno anche dei volti giusti e per l'occasione rispolvera tre mostri sacri del cinema (oltre che del gangster-movie) che prestano i loro volti invecchiati ma ancora carismatici e pieni di espressività (grande,seppur in una parte brevissima, anche Harvey Keitel). Un'opera crepuscolare, e a tratti malinconica, riuscita in tutto e per tutto; se vogliamo fare confronti non è sullo stesso livello di quei capolavori che rispondono al nome di "Quei Bravi ragazzi" o "Casinò", ma stiamo davvero poco sotto.