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Sulla falsariga de "L'attimo fuggente" questo film propone le vicende di una classe di secchioni poco dprima degli esami di ammissioni e all'università. Pellicola teatrale,lo si intuisce dallo script perfetto e senza punti deboli, ha la forza nell'interpretazione della glioardica compagine,così eterogenea da sembrare costruita a tavolino. Stesso discorso per i professori che annoverano tra le loro fila diversi caratteri emotivamente,a parer loro instabili. è questa stucchevolezza nell'insieme del film a farlo sembrare un prodotto troppo perfetto e confezionato,anzi,impacchettato per un finale scontato.. Alla fine resta poco..
Tutti gli insegnati, in quanto tali, anche i più degni, conquistano la mia antipatia, di rado la mia comprensione. Sono esseri umani, presupposto scontato ma trascurato, impegnati (dati in pegno?) in una professione dai risultati dubbi e inqualificabili, mossi da intenti necessariamente arroganti e pericolosi, subordinati ai sensi ipersensibili degli allievi. Creature erose da amori intermittenti, piccole, frangibili. Quali i migliori? Chi vince tra Hector- triste milite ignoto, la signora Lintott- historyteller, e il professor Irwin- storyteller? Nessuno. Ho fatto il tifo per qualcuno, ma senza speranza. Vince, semmai, e fuori concorso, chi (chi?) tra i ragazzi ha conservato gli antidoti: poesia e altre "sciocchezze". Doni destinati ad accoglienze tiepide, false, tardive. Gran parte di ciò che ho letto visto e ascoltato, nel momento in cui l' ho letto visto e ascoltato, non mi ha toccato. Perché non mi era ancora capitato (qui ha ragione il paffuto Timms), o non ne ero stata una conscia testimone. "Breve incontro" di Lean, per esempio, non lo capii. Meglio: non lo concepii. Eppure, con mia stessa sorpresa, ho riconosciuto immediatamente il monologo di Laura, riproposto nel racconto di Hytner/ Bennett da due studenti. Solo oggi posso stringere la mano che Laura mi aveva teso; non per chissà quale corrispondenza esistenziale, bensì per una scintilla, una fitta, una specie di puntura d' insetto. Hector esprime il concetto alla perfezione durante lo splendido dialogo con Posner, anche lui omosessuale, l' unico che il professore non abbia palpeggiato a 70 km/h (un dato estremamente significativo). Commentando i versi di T. Hardy sul tamburino Hodge, indugiando sugli amati termini derivati e composti, Hector tratteggia un autoritratto: "infelice, inaccessibile, inconfessato, incompreso." Allo sfumare della scena ero un sottoscala buio, una stanza sottosopra, una foto sottoesposta, una spettatrice sottochoc. Per dirla alla Irwin: "commotionné".
Un film semplice ma a me è piaciuto. E' un piccolo viaggio tra la cultura come divertimento. Una tappa della vita che tutti noi prima o poi affronteremo con delle scelte con relative conseguenze immediate o future.
Tratto da un premiato testo teatrale inglese, un film con personaggi interessanti (come il simpatico prof Hector e l'originale prof Irwin), una commedia malinconica e intelligente ...
A me piacciono moltissimo queste ambientazioni molto british, ho visto il film in lingua originale ed è recitato molto bene però la storia risulta effettivamente un po' "pesante" e "ambigua" in certi risvolti, con temi affrontati forse con troppa leggerezza, mi aspettavo un film un po' più frizzante, comunque dopo averlo visto mi ha lasciato qualcosa soprattutto per le bellissime citazioni storico-letterarie.
Del film ho apprezzato la bravura degli attori,davvero tutti bravi.Meno un po' la storia,certo si parla spesso di riferimenti storici,sempre attuali,che possono portare a riflettere e prendere spunto per dibatterne,ma nel film risultano avvolte un po' pesanti nel linguaggio e nei riferimenti. Poi i singoli caratteri dei ragazzi non escon ben fuori,ogni ragazzo ben interpretato e comunque approssimato nella storia..
il film si sposta più sul professor Hector che altro non è che un depravato che alla fine del film viene anche difeso e assolto.Vengono solo accenati in modo superficiale l'amore di Posner per il compagno Dakin,e in modo scadente l'interesse di Dakin per il professore Irwin.
Cari utenti che mi avete preceduto, perché non vi ho letti prima? Questo è uno dei film più brutti che abbia mai visto: noioso fino all'inverosimile, secchie antipatiche, e discorsi impegnati. Insomma, guardare questo film è stato come andare a lezione all'università, forse anche peggio! Mi aspettavo un qualcosa di più frizzante in stile "American Pie", e invece ho noleggiato un pacco assurdo. Capita.
Film sulla falsa riga de "L'attimo fuggente",risulta piacevole da vedere soprattutto per i dialoghi davvero squisiti e per tutti gli attori che si dimostrano davvero bravi. La poesia, la letteratura e la visione della storia sono gli argomenti di discussione principali, e non mancano gli spunti di riflessione e di d'interesse. Inoltre si affronta anche il tema della omosessualità in modo così innocente e leggero come solo gli inglesi (dotati di cultura "sociale" molto più evoluta rispetto al nostro sterile bigottismo) sanno fare.