the grandmaster regia di Wong Kar-Wai Cina, Hong Kong 2013
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the grandmaster (2013)

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locandina del film THE GRANDMASTER

Titolo Originale: YUT DOI JUNG SI

RegiaWong Kar-Wai

InterpretiTony Leung Chiu Wai, Ziyi Zhang, Chen Chang, Cung Le, Hye-kyo Song, Siu-Lung Leung, Julian Cheung, Benshan Zhao, Qingxiang Wang

Durata: h 2.13
NazionalitàCina, Hong Kong 2013
Genereazione
Al cinema nel Settembre 2013

•  Altri film di Wong Kar-Wai

Trama del film The grandmaster

Durante gli anni Trenta, lo studio e la pratica delle arti marziali sono prerogativa di una scuola di maestri nei pressi di Foshan, nel sud della Cina. I metodi rigidi e severi imposti agli allievi si scontreranno presto con la ribellione e l’abilità del giovane Ip Man, iniziato alle arti marziali dal maestro Chen Heshun. Quando Ip si confronta in un duello con Gong Baosen, un nobile signore e guerriero desideroso di un ultimo incontro, e ha la meglio, si vedrà sfidato da Gong Er, la figlia di Gong, che desidera ripristinare la reputazione del suo clan a dispetto della misoginia che la circonda e dell'amore che un tempo provava per Ip.

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Voto Visitatori:   6,32 / 10 (17 voti)6,32Grafico
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Voti e commenti su The grandmaster, 17 opinioni inserite

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Boromir  @  02/01/2023 21:23:10
   8 / 10
Un racconto oscuro ed ellittico, in cui le vicende personali del leggendario maestro di kung fu Yip Man si intrecciano a quelle più vaste della storia politica di Hong Kong. Wong Kar-wai offre un appassionato tribù alle arti marziali, e filtra il lato ludico dell'azione attraverso la sua peculiare estetica di step-framing e contrasti cromatici avvolgenti, trasformando la violenza in atto artistico e spirituale.
Non manca il romanticismo sommesso tipico del regista, collante emotivo di un montaggio frammentato e non lineare che esterna il rimpianto e il fatalismo che permea i personaggi. Le musiche di Stefano Lentini e l'accoppiata Zhang Ziyi-Tony Leung (quest'ultimo, con tutto l'amore per Donnie Yen, il miglior Yip Man mai visto) fanno il resto.

Thorondir  @  27/08/2020 14:08:00
   6½ / 10
Un racconto biografico sui generis dove il maestro Wong Kar Wai gira un film apparentemente fuori dalle sue corde. Un action di arti marziali che ha le caratteristiche tipiche del cinema orientale, a partire dalla grande cura delle coreografie, ma ha anche quel tocco poetico del cinema del cineasta sud-coreano. Il film è però eccessivamente pieno degli scontri e per una lunga parte della sua durata mette in secondo piano i personaggi e la loro caratterizzazione. Si risolleva negli ultimi 20 minuti, quando non a caso emerge di nuovo il tocco poetico di Kar Wai. Meno riuscito dei suoi film degli anni '90, per non citare "In the mood for love".

topsecret  @  21/02/2018 18:18:30
   6 / 10
Ennesimo film che ruota intorno alle vicissitudini di Yip Man, maestro di arti marziali vissuto tra il 1893 e il 1972.
Come nei precedenti film l'impianto marziale, fatto di combattimenti e coreografie di livello, è l'asse portante della storia e occupano gran parte della durata, regalando allo spettatore una visione attenta e divertita. Nell'ultima parte il rimo narrativo appare un po' lento e le notizie che si intervallano, nel racconto della voce fuori campo, sembrano compromettere l'interesse suscitato prima.
Tutto sommato, con il cast che se la cava bene, la regia attenta e quelle scene ben presentate, THE GRANDMASTER riesce a non scadere nella noia, meritandosi un voto positivo.

DarkRareMirko  @  26/12/2015 00:38:13
   7½ / 10
In modo molto diverso dai 4 precedenti film su Ip man, Kar Wai ci dice la sua sul personaggio anche se, paradossalmente, si narra poco di Ip man ma molto su cose attorno a lui (amori, personaggi esterni, ecc.).

Le scuole aperte e Bruce Lee sono a malapena citati; rimangono i combattimenti spettacolari, il buon mestiere di Leung (In the mood for love) ed un elevato aspetto tecnico.

La mia impressione è che certi rimaneggiamenti produttivi possano aver influito su ciò che il regista voleva in effetti dire, ma anche così il film è buono.

Non di facilissima fruizione (130 minuti comunque non noiosi, molti personaggi, più salti temporali, ecc.), meriterebbe più visioni.

Manticora  @  17/10/2015 11:24:31
   8 / 10
Finalmente l'ho visto,e non mi ha deluso,Wong Kar-Wai non è un regista semplice,ha esordito con un certo cinema d'autore basti pensare ad Hong Kong Express per poi provare l'america con un film scialbo come un bacio appassionato,infine è tornato in madre patria.Grandmaster come ha detto qualcuno nei commenti precedenti non SOLO un film di arti marziali,è un film su due filosofie di vita,che passano per le arti marziali, il tutto per un obbiettivo,bisogna unire gli stili del nord con quelli del sud?Ma soprattutto bisogna unire la Cina?In poche parole CONVIVERE.
Tony Leung dà il volto(l'ennesimo dal punto di vista cinematografico)a maestro Ip,una vera e propia leggenda,e non a caso,la calma,l'onestà e la filosofia di mastro Ip è in contrasto con l'ambiguità,la gelosia e la voglia di rivalsa di altri esperti di arti marziali a Foshan.Dal nord invece il maestro Gong Baeson sembra tradizionalista,saggio e curioso,poichè vuole lasciare il suo lascito nelle arti marziali a qualcuno degno.
"Mai avrei immaginato i limiti della mia visione" con questa frase l'anziano maestro riconosce che l'arte marziale a volte e troppo rigide,altre volte troppo avventata,mentre mastro ip filosoficamente la pensa in maniera ancora più semplice.
"il kung fu è precisione, un solo errore e sei finito,bisogna stare attenti a non perdere di vista l'obbiettivo" che non è combattere e sconfiggere gli avversari,ma comprenderli,avvicinarsi ad essi e imparare.
Tra citazioni filosofiche e un combattimento,pochi in verità,il confronto tra i due uomini ha il sapore di un confronto tra due mentalità diverse,ma anche simili,la dualità umana.
La scena del biscotto è emblematica,tutta la loro abilità sta nel lottare tra di loro tenendo un biscotto ognuno da un estremità,i passi,l'equilibrio e le mosse volte a non rompere il biscotto porteranno l'anziano maestro a capire

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Ciò porta ad una situazione in cui la figlia, una perfetta e matura Zhang Jhin a voler vendicare il padre,e allo stesso tempo a scoprire

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Interessante in questo contesto il confronto con il mondo in cui vivono i protagonisti, che porterà all'invasione della Cina da parte dei giapponesi,e le arti marziali non possono nulla contro la guerra.Fino al dopoguerra,quando i due si reincontreranno,scena bellissima sulle note di Morricone di C'era una volta in America,e per mastro Ip inizierà un altra stagione della sua vita che lo porterà ad incontrare il suo allievo più famoso un certo Bruce Lee,ancora bambino.

Sbrillo  @  06/05/2015 12:40:17
   7 / 10
Questo Grandmaster è un film di altissimo livello tecnico che purtroppo si perde nella narrazione che risulta essere un pò confusionaria...
Di questo film esistono tre differenti versioni: quella cinese di 130 minuti, quella europea di 122 minuti e quella americana di 108 minuti... forse sarà colpa di questi tagli che la narrazione non risulta fluida??
i temi trattati sono i soliti, onore e vendetta, tipici di queste pellicole...quindi se è vero che il film risulterà lento e macchinoso in alcuni tratti...in altri risulterà riflessivo e ben girato...
in conclusione, un dipinto, un esercizio di stile difficile da seguire ma bello da vedere!
7+

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  07/10/2014 16:41:14
   6½ / 10
Il maestro Wong Kar-Wai ci porta nella Cina degli anni '30 tra guerra, onore e...arti marziali. Tutte le sfaccettature di questa disciplina mi erano sconosciute e la pellicola mi ha aiutato a conoscerne solo alcune.
Pur non essendo amante del Kung-Fu è innegabile il valore tecnico del film, sia per la fotografia che per le musiche. Con omaggio, sempre gradito, a Morricone.
Dal punto di vista della narrazione qualche lacuna... il montaggio alternato tra presente e futuro non è facile da seguire.

andreuzzo  @  01/04/2014 02:30:35
   6 / 10
Wong Kar-Wai torna al cinema di tradizione.
Tra il cinema delle arti marziali e il Wong Kar-wai dello struggente «In the Mood for Love» non sembrerebbe possibile alcun contatto espressivo o spettacolare. «The Grandmaster», al contrario, che segna il ritorno del regista alle mitografie che, proprio per questo, come tali dovrebbero essere giudicate dal pubblico.

E' un film che mischia elementi profondamente differenti con fotografia noir europea alle più tradizionale e BELLISSIMA fotografia orientale.
Sempre curatissima in ogni singolo aspetto ogni immagine da la sensazione di avere davanti un quadro, pulito, perfetto, che dimostra ancora la grandissima padronanza di Wong dell'elemento camera.

Se c'è un punto debole è proprio la narrazione, a volte poco lineare proprio per seguire le peripezie tecniche di Wong.
Non riesce a focalizzarsi su un elemento primario narrativo mettendo al fuoco troppe cose, retaggio, vendetta, tradizione contro innovazione, guerra e secessionismo orientale.

Se da una parte The GRadmaster quindi è un tutorial sulla tecnica cinematografica di altissimo livello dall'altro la narrazione non riesce a star dietro a questo splendido dipinto a tinte forti.

Proprio per questo non è bello da seguire ma molto più bello da vedere.
SI è visto di meglio, ma il retaggio tecnico che questo regista lascerà ai posteri sarà sempre un regalo al cinema mondiale.

PS: da vedere sicuramente ma solo per chi ha la conoscenza o la curiosità su uqeste culture.
Chi volesse vedere ER FILM DE KUNG FU, forse tratrrebbe maggiore beneficio nel comprare bevanda per ruttare e patatine unte, per poi recarsi in un'altra sala a vedere qualsiasi cosa che contenga solo 3D.

Febrisio  @  02/11/2013 00:09:08
   7 / 10
L'essenza è troppo diluita, risultando ben pompato nelle scene di combattimento, ma, anche se enfatizzato, scarso nella profondità che desidera comunicare. Peccato. Personaggio non protagonista interpretato da Ziyi Zahng, che a mio modo di vedere è quello che più riesce a comunicare con lo spettatore, forse anche perchê tramite quest'ultimo se ne riflettono le conseguenze delle tradizioni cinesi. Ed è un personaggio cinefilo che ricorderò assaivolentieri, in quanto molto simbolico.

horror83  @  05/10/2013 14:10:34
   7 / 10
incomincio dai pregi: a me piacciono molto i film sulle arti marziali, ambientati in Cina o Giappone, con produzione, regista e attori orientali (quindi questo è già un punto a favore per questo tipo di film). i combattimenti sono molto belli e il rallenty ci sta a meraviglia, anche il riprendere dei particolari al rallentatore (come le goccie di sangue che cadono per terra, ecc.), i due attori protagonisti mi piacciono molto e li ho già visti in altri film, costumi e ambientazioni superbi. La trama non è male anche se ho fatto fatica a capirla! e mi sono piaciute molto le "morali" tipiche dell'estremo oriente, che insegnano sempre qualcosa di buono! Alla fine non è solo un film sulle arti marziali ma anche di insegnamenti di vita

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i difetti: molte scene troppo lente, e il regista ha abusato del rallenty! allora il rallenty va bene se usato poco, se lo usi per quasi tutta la pellicola il film diventa pesante (e automaticamente lento).
per questo difetto non riesco a dargli più di sette!

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Invia una mail all'autore del commento nocturnokarma  @  30/09/2013 22:32:06
   7 / 10
Il ritorno di Wong Kar Wai delude se si guarda ai film capolavoro del passato (Hong Kong Express su tutti) ma lascia negli occhi uno stile intatto nell'inventiva che si fa perdonare qualche eccesso ridondante. La lotta dei sessi, il senso dell'onore e i limiti della vendetta, temi cari al cinema orientali rielaborati in una storia che è anche, e soprattutto, un omaggio alla filosofia del genere arti marziali.

Protagonisti perfetti, peccato per il finale didascalico.

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/10/2013 13.54.12
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gianni1969  @  28/09/2013 18:48:46
   6½ / 10
Non male, ma ho preferito di gran lunga ip man, ,dato il budget a disposizione si poteva fare di più

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  26/09/2013 20:38:13
   7 / 10
Non mi sento di definire THe Grandmaster un film di arti marziali, perlomeno non nel senso letterale del termine. Wong Kar-Way opera una fusione del wuxia movie con il melodramma in un contesto storico pieno di trasformazioni che influenza lo scorrere delle vite di questi maestri dell'arte del Kung-fu. Una Storia che segna un destino di dolore, che inaridisce e corrompe l'animo di questi personaggi, ponendo fine a quella ricerca di armonia che è alla base dell'insegnamento di quest'arte. Rimane il rimpianto di una storia d'amore incompiuta, di una memoria dolorosa che lo struggente finale accompagna sulle note di C'era una volta in America di Leone, qualcosa che va oltre il semplice omaggio di una pellcola dalle forti assonanze cdon l'ultima pellicola del regista italiano.
Un film dal fascino visivo straordinario, curatissimo nei dettagli ed esteticamente ineccepibile. Ricco anche di ellissi che forse appensatiscono la fruibilità di questa pellicola e con il vago sospetto di aver visionato una versione più ridotta rispetto alle intenzioni del regista.

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