the good nurse (2022)

Una storia vera (mezzo punto in più di bonus!!), ma la trama si limita a raccontarla semplicemente, senza colpi di scena, senza l'alta tensione come il tutto sembrava promettere, morbida e lineare come un racconto della nonna vicino al camino. Per fortuna due interpreti meravigliosi sostengono il tutto bucando lo schermo (Redmayne cresce pian piano sino ad esplodere in una delizia di interpretazione e gestualità). Sorge quasi il dubbio che sia voluta questa cosa... ossia la sceneggiatura che si fa piccola per lasciare spazio ai cinque Oscar in campo.

Bel film, tratto da una storia vera. Bene il cast e buona regia. Il ritmo un pò lento, ma l'ho seguito con interesse senza annoiarmi.

Film tratti da storie vere, hanno sempre una marcia in piu per me. Purtroppo non è il solo caso in America...

Un po' piatto

E' un buon film con una sceneggiatura un pò forzata sia nella storia in sè e per sè sia nel comportamento della protagonista, che affetta da problema di salute molto sensibile allo stress, si mette a fare da esca al collega psicopatico per incastrarlo.
Questo problema e i relativi attacchi di panico della protagonista sono al centro del preambolo del film, il regista ha calcato un pò troppo la mano.
L'attore, bravo, che interpreta l'assassino, mi ha ricordato Norman Bates di Perkins.

C'è una storia interessante e ci sono due attori di livello superiore. Con Ramayne e la Chastain insieme sbagliare un film ti ci devi mettere d'impegno. Tuttavia chi si aspetta il classico film true crime forse potrebbe rimanere deluso. Non ci sono picchi di tensione particolare, perchè il film agisce molto in sottrazione, preferendo far scorgere piuttosto che mostrare. Una scelta on qualche modo anche abbastanza coraggiosa. Vero anche se i due personaggi sono ottimamente tratteggiati ed anche il ruolo dei due poliziotti, è lo sfondo che rimane nascosto da una coltre di fumo. Se i livelli bassi, gerarchicamente parlando, sono definiti, più si sale più la definizione manca. Le motivazioni dell'insabbiamento dei vertici dell'ospedale rimangono più oscure delle motivazioni del perchè Cullen uccidesse.

Una storia vera che meritava d'essere conosciuta e raccontata ma che, prodotta d'Aronofsky, corre il rischio di dover essere letta com'il sequel di "mother!" (2017) col suo esorbitante carico allegorico riconducibile alla facilistica dicotomia serial killer=maschio=Thanatos vs. salvezza=femmina=Eros.