Denzel Washington interpreta un detective privato, ex agente segreto che, dopo aver finto la sua morte, trascorre una vita tranquilla e monastica in campagna. Ma la calma è destinata a finire quando una giovane prostituta è minacciata dai suoi sfruttatori. L'agente torna in azione provocando le ire della feroce mafia russa che tenta di eliminarlo attraverso disonesti agenti della CIA.
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Action/Revenge-movie molto canonico, buono per una visione a cervello spento ma non certo indimenticabile. È la solita roba trita e ritrita, interpretata da un grande attore che è però ormai molto lontano dai suoi apici. La coppia Denzel-Fuqua questa volta non ci regala un filmone alla "Training Day", solo ordinaria amministrazione buona giusto per raccogliere un po' di soldi al botteghino a stelle e strisce.
Solita banalità, merita un paio di voti in più per le fantasiose trovate gadgettiane con le quali infinocchia tutti i cattivi dal primo all'ultimo. Scena nel magazzino lui contro tutti simpatica, inverosimile all'ennesima potenza ma simpatica nelle trovate. Scena a Mosca trascende ogni iper-realtà, terrificante boiata. Ma siamo tra il 6- ed il 6.
"Salve, sono il sig. Wolf, risolvo problemi"...ah no quello è un altro film... peccato.. certo, per intrattenere intrattiene,ma in tutta onestà se non ci fosse stato il grande Denzel Washington probabilmente staremmo parlando di tutt'altro film; in pratica c'è solo lui, regge in piedi tutto...anche la presenza di Chloë Grace Moretz è praticamente inutile; bravo anche il regista a gestire una sceneggiatura piena di voragini e per nulla originale scopiazzato da altri action movie del genere...anche il cattivo preso pari pari da Dexter, il villain russo Isaak Sirko della 7a stagione...Niente,consigliato solo ai fan di D. Washington, tranquillamente evitabile
Se fosse stato di 10 anni fa, magari avrebbe spuntato un settemmezzo. Ora come ora non è nulla di che, l'ennesima replica del giustiziere della notte ma meno divertente e avvincente di altre. Tutto ironman e poco stile, bella regia ma la sceneggiatura Fuqua-si da dimenticare.
Action movie sulla vendetta, ma già dalla prima mezz'ora viene da chiedersi il perchè un killer in pensione debba tornare al lavoro solo per una prostituta,chissà quanto di peggio avrà visto nella sua precente carriera. Questo già secondo me è un buco della sceneggiatura notevole. Poi la trama è facilmente intuibile,con i soliti russi cattivoni. L'interpretazione di un fisicamente inadeguato Washington è buona anche se certi combattimenti sono davvero al limite della finzione. Male invece per me la Moretz che oltre a essere bruttina non entra nello spirito di un personaggio già di per sè vuoto e alla deriva.. Se proprio non si ha altro da vedere ci può stare,ma l'aspettativa mi ha deluso!
Un investigatore privato, ex agente segreto, decide di rispolverare il suo addestramento nella CIA quando una giovane prostituta viene pestata dai suoi sfruttatori e la sua battaglia personale si trasforma in una vera e propria crociata contro i mali del mondo.
E quanto registrerebbe il nostro encefalogramma al termine di The Equalizer, un film che confidando nel premio Oscar Denzel Washington, ripropone in sala un mix di generi e personaggi-tipo frullati a velocità turbo, ma con la densità di uno yogurt. La fotografia gioca su tonalità tra il grigio ed il nero per l'intera visione costringendo in piu occasioni ad aguzzare la vista mentre si cerca di capire perché il nostro, tutto d'un tratto, si erige a Giustiziere della notte, a risolutore implacabile e infallibile, a paladino del gentil sesso, come se la guerra di un singolo possa essere di riscatto per l'intero genere umano. Paradossalmente opere dal budget e con aspirazioni più modeste, la serie TV di Chuck Norris, offrono quella visione che qui manca, il fulcro del suo essere ed agire: la sofferenza altrui. Il walker texano e l'ex agente Robert McCall viaggiano solo stesso treno, poiché le stazioni toccate, quadretto iniziale, dramma, fase "commando" (quando le danno), fase "rambo" (quando le incassano a morte...) e resurrezione con happy ending sono identiche ma almeno Walker mostra uno spaccato di vita, cerca di giustificare il esserci e riesce a farlo nella straordinaria limitazione di una puntata. Antoine Fuqua invece, focalizza l'attenzione unicamente su Danzel, lasciando nel dimenticatoio tutto il resto e difatti a fine proiezione è impresa ardua ricordarsi più del suo nome. Stupisce, quindi, come dopo Training Day, regista e attore non siano riusciti a ricreare quell'alchimia che li ha resi celebri in tutto il mondo, partorendo un'opera dura da digerire e di certo non da annoverare tra la filmografia dei due. I dialoghi sono inesistenti, le scene di azione numerose ma Hollywood ci ha mostrato ben altro, la recitazione dei personaggi a contorno monotona, inespressiva e per una quadratura ottimale, il doppiaggio che, probabilmente per la penuria di periodi sensati, assume le forme di una telecronaca sportiva. Probabilmente tra i peggiori film dell'attore nonché tra quelli sconsigliati da vedere anche con il cervello in stand-by.
Partenza con il botto e Denzel Washington a mille nelle vesti di un personaggio intrigante e carismatico. Viene buttata nella mischia anche un graziosa e convincente Moretz nei panni di una arrendevole e bistrattata prostituta sottomessa in un subdolo giro di mafia russa. Abbiamo la prevedibile aggressione alla ragazza con conseguente moto di vendetta del protagonista che farà da traino di tutto il film. Ecco, la storia in sintesi è questa. Nulla da eccepire sulla bravura dei due attori citati ( un pò sprecata la Moretz), il problema grosso emerge nella sceneggiatura. SUperata l'ora il film diventa parecchio ripetitivo e schematico nelle sue dinamiche, addirittura ci sono scene vengono previste con largo anticipo. Alcune parti vengono totalmente trascurate (vedi l'amicizia con il ragazzo obeso della security), mentre altre sono poco chiare ( il suo rapporto con la Cia), e nel complesso questo fa perdere un pò di punti al film. Anche la figura iniziale che Denzel riesce a costruire nelle prime sequenze piano piano lascia spazio al Rambo di turno che fracassa di botte qualunque nemico gli si pari davanti, appiattendone la caratterizzazione e riducendo il tutto al banale dualismo americano\buono\eroe\fortissimo versus russo\malvagio\nemicodasconfiggere. Ottima la fotografia ed interessante la regia, che regala almeno 2-3 virtuosismi interessanti ( il tipo tatuato a testa in giù che richiama il crocifisso capovolto come messaggio subliminale) e nel complesso le scene d'azione non perdono mai mordente nell'arco di tutto il film. Ovviamente il realismo cala con il progredire della pellicola, fino a sfociare nell'inverosimile e in un finale letteralmente appiccicato e che stona con tutto il resto.