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Non tra i migliori corti diretti ed interpretati da Keaton.durante tutta la sua durata ci sono veramente poche gag,soprattutto perchè si tratta di uno dei primi lavori del grande comico americano.alcune sequenze abbastanza ingegnose,ma le gag memorabili sono al massimo due,tre.
Bel corto da una ventina di minuti realizzato dal grande Keaton. Gag divertenti come quando rompe la stecca da biliardo e allora sale sul tavolo e la usa a mo di mazza da golf. Davvero bello, da vedere.
Il corto si divide in due parti nettamente distinte da creare una certa simmetria: nella prima si assiste alla genialità del protagonista nella costruzione di una casa semi-automatizzata, adattandosi alle circostanze e una certa relatività dei cosidetti "pezzi di carta", che lo trasformano da vero diplomato botanico a ad equivocato ingeniere eletricista. Nella seconda si assiste alla progressiva distruzione della propria creatura frutto anche dell'invidia del vero elettricista. Il mondo di Keaton è spietato: ti mette sugli allori in un primo tempo quanto rapidamente gettarti nelle fogne (letteralmente, in questo caso) al minimo segno di cedimento, lasciando il protagonista nella più completa impotenza.
Sulla scia di "The Haunted House", ma a mio avviso ancora più divertente di quest'ultimo. In "The Electric House" si assiste ad un profluvio di spassosissime "gag", nelle quali si concreta, in maniera mirabile, un ribaltamento della realtà diretto a far luce sulla stupida seriosità di una società calcolatrice, incapace di ridere degli imprevisti e di tutti quegli accadimenti che esulano dai propri programmi. Ovviamente il contraltare a questo atteggiamento è il piglio di Buster Keaton, per il quale, invece, ogni equivoco e ogni evento non voluto sono accettati senza fare drammi e con una naturalezza disarmante (come palesano le inimitabili espressioni del suo volto). Ma il suo modo di agire, che si pone al di sopra di tutto, non illumina chi gli sta attorno, che anzi si scaglierà collericamente e spietatamente contro di lui, boicottandolo, umiliandolo e addirittura favorendone la morte. Ma fortunatamente, le disavventure di questo indimenticabile "idiota" del cinema muto si concludono lietamente, nonostante in esse si oggettivi la cesura tra il modo giocoso di vedere di cose di Keaton e quello gretto del resto dell'umanità, mossa invece da sentimenti prevalentemente negativi quali l'invidia, l'odio e l'insensibilità. Le scene comiche sono numerosissime: tra esse spicca quella della scala mobile (elemento che ricorrerà anche in "The Haunted House") che non fa altro che scaraventare le persone dalla finestra.