the duke (2020) 

Una storia tanto strampalata da essere vera, raccontata però in maniera canonica, priva o quasi di grandi spunti interessanti, recitata bene ma ordinaria nel suo evolversi. Non ha dei momenti veramente indimenticabili ma si lascia seguire bene, non annoiando e coinvolgendo quanto basta per una visione tranquilla.

Una storia incredibilmente vera è lo spunto per mettere in scena un superbo Jim Broadbent, furfante elegante e di grande empatia.

I dialoghi sono la cosa migliore del film, in aula di tribunale si realizzano probabilmente i momenti migliori.

Commedia garbata e brillante.

L'aspettativa è d'assistere a un tema sociale come quelli di Loach trattato col brio del Michell di "Notting Hill", qui al suo ultimo film prima di morire a fin'estate dell'anno successivo. Ma il biopic è s'un protagonista bizzarro le cui vicende non giungono né al dramma né alla commedia. Il novello Robin Hood, un John Doe frankcapriano 60enne che combatte ingiustizia, potenti e sistema, è impertinent'e spiritoso più in teoria che in pratica, emotivamente sfocato e traballante quanto l'armadio in cui nasconde il quadro. Lo si osserva sperando ch'il brillante talento dei due attori principali sopperisca alle carenze della storia vera di Kempton Bunton e della sua famiglia, ma le perplessità prendono il sopravvento. "Il limite [...] del cinema inglese così [impeccabilmente delizioso, sofisticato], rassicurant'e prevedibile è [proprio il suo essere privo di] increspature, inerte, da pomeriggio domenicale" (Enrico Azzano).

The Duke è la classica commedia british estremamente piacevole, divertente ma con un sottofondo amaro. L'idealismo del suo protagonista, molto attivo a livello politico con svariate ed a volte stravaganti rivendicazioni sociali. Un individuo che per il bene comune rischia molto a scapito di una situazione familiare caotica e conflittuale. Con un cast del genere è difficile sbagliare film. Broadbent e la Mirren furoreggiano nei loro duetti, ma anche il cast di "supporto" è pianmente all'altezza.