the departed - il bene e il male regia di Martin Scorsese USA 2006
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the departed - il bene e il male (2006)

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locandina del film THE DEPARTED - IL BENE E IL MALE

Titolo Originale: THE DEPARTED

RegiaMartin Scorsese

InterpretiLeonardo DiCaprio, Matt Damon, Jack Nicholson, Mark Wahlberg, Martin Sheen, Ray Winstone, Vera Farmiga, Alec Baldwin, Anthony Anderson, David O'Hara, Kevin Corrigan, James Badge Dale, Mark Rolston, Robert Wahlberg, Kristen Dalton

Durata: h 2.29
NazionalitàUSA 2006
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2006

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•  Link al sito di THE DEPARTED - IL BENE E IL MALE

Trama del film The departed - il bene e il male

Boston. Un gruppo della malavita organizzata, sceglie uno dei suoi membri per farlo infiltrare nella polizia locale. Allo stesso tempo, il dipartimento di polizia incarica uno dei suoi agenti di operare in incognito all'interno della stessa banda. Ovviamente il compito di entrambi é quello di fornire ai propri superiori informazioni importanti e segrete. Inevitabilmente i due vengono a conoscenza della reale identità l'uno dell'altro e cercheranno in tutti i modi di mantenere la propria copertura cercando però di smascherare l'altro...

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Voto Visitatori:   8,06 / 10 (596 voti)8,06Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior filmMiglior regia (Martin Scorsese)Miglior sceneggiatura non originale (William Monahan)Miglior montaggio (Thelma Schoonmaker)
VINCITORE DI 4 PREMI OSCAR:
Miglior film, Miglior regia (Martin Scorsese), Miglior sceneggiatura non originale (William Monahan), Miglior montaggio (Thelma Schoonmaker)
Miglior regista (Martin Scorsese)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior regista (Martin Scorsese)
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Voti e commenti su The departed - il bene e il male, 596 opinioni inserite

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siren  @  03/03/2007 23:30:14
   9 / 10
Martin f***ing brilliant! E’ il caso di dirlo, per essere in linea con lo script. Dopo “Gangs of New York” e “the Aviator” ricordo di essere uscita dalla sala con quell’espressione facciale a metà fra il deluso andante e il collaudatissimo sguardo alla “tu quoque Brute fili mi”… Sbaglio a essere troppo esigente, daltronde non si può pretendere il masterpiece ad ogni proiezione. Tendo a giustificare il tutto come momento di défaillance, pausa di riflessione o semplicemente training prima del botto. Con “the Departed” Scorsese si è riscattato: Martin reloaded!
Ho scoperto dell’oscar come miglior film solo al mio ritorno in Italia… Ero in vacanza a N.Y. e quel lunedì mattina ho lanciato un’occhiata distratta alla prima pagina del New York Times abbandonato sul tavolo di Starbucks… ho immaginato che Martin avesse vinto per la miglior regia…
Poi salgo sul Boeing 777 e me lo guardo sul televisorino tattico. Mi sono fatta la traversata atlantica incollata alla schermo, mi ha preso a tal punto che ho completamente ignorato le turbolence e ho cacciato lo stuart con la cena! Sono andata in fissa per questo film e credo che lo rivedrò.

Mi prende perché più ci penso più trovo nuovi spunti di riflessione e livelli interpretativi, non è la classica gangster story che mi scade nello stereotipo o nell’already seen, è una storia più complessa, ben articolata.
“When you decide to be something, you can be it. That's what they don't tell you in the church. When I was your age they would say we can become cops, or criminals. Today, what I'm saying to you is this: when you're facing a loaded gun, WHAT'S THE DIFFERENCE?”(Costello)

Appunto, “What’s the difference?”. La domanda mi vale già come risposta, è emblematica e si presta a svariate interpretazioni.
Per quanto possiamo programmarci la vita, decidere di vivere rettamente o ai margini della legalità, dobbiamo sempre fare i conti con il terzo elemento: l'imprevisto, l'altrui punto di vista, fato, fortuna, chiamatelo come vi pare. Soprattutto, tra le molteplici strade che si possono imboccare, “la retta via” non è mai una garanzia.
Scelgo di stare dalla parte dei “buoni”, questo non mi risparmia situazioni spiacevoli.
Scelgo di stare dalla parte dei “cattivi”, non è detto che debba finire male, potrei anche farla franca.
A casa nostra: il criminale finisce in carcere, l’indulto gli spalanca le sbarre . Il criminale tornato in libertà uccide la commessa, che stava lì tranquilla a fare il suo lavoro.
L’immobiliarista Coppola edifica indisturbato un impero sull’illecito e sul riciclaggio …finisce in manette, ma ciò non toglie che un buon avvocato possa fargli ottenere gli arresti domiciliari, o, why not?, qualche annetto di carcere prima di uscire per buona condotta.
Le ultime sul genocidio di Srebrenica: la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja, nel caso Bosnia Erzegovina vs Serbia e Montenegro, ha assolto la Serbia per insufficienza di prove. Questa sentenza non avrebbe comunque potuto restituire ai parenti delle vittime i loro cari, né cancellare l’orrore. Rimane il monito: i colpevoli sono prosciolti, non pagano pegno ed esultano.
Viviamo in un’epoca in cui il confine tra bene e male è labile. Ciò pone un altro problema, quello della giustizia; se si perde il senso comune della differenza tra bene e male, non può esistere giustizia. La giustizia intesa come valore, oggi, faccio fatica a percepirla e soprattutto a comprenderla. Chiusa digressione.

Ho trovato equilibrio tra forma e sostanza. C’è esercizio di stile, ma con moderazione, non offusca e non intralcia lo svolgersi degli eventi ; i personaggi sono imprevedibili, da scoprire. Il registra offre un’analisi lucida sull’individualismo, il perseguimento del fine personale e lo spirito di sopravvivenza, una panoramica sui contrasti interiori che lacerano la coscienza e tormentano.
Lo spettatore non è relegato in una posizione di passività, c’è interazione tra lui ed i protagonisti… è un continuo mettere in discussione ruoli e presunte certezze, inevitabilmente siamo portati a porci delle domande a cui rispondiamo formulando ipotesi, il desiderio di trovare un qualsiasi riscontro ci immobilizza davanti allo schermo e quando crediamo di aver intuito lo scioglimento, in agguato c’è un crescendo di colpi di scena pronto a smentirci. La tensione cresce lenta, costruita magistralmente mattone dopo mattone ,fino al crollo finale, che diventa liberatorio.

Recitazione e cast stellare! Qualsiasi recensione a Nicholson è un insulto…reminescenze del Joker, mefistofelico e depravato con nonchalance, Scorsese gli ha concesso ampia libertà di manovra, permettendogli di improvvisare durante alcune riprese, credo per necessità di rendere +credibile e realistico quel senso di paura&smarrimento del comune mortale davanti a “Mister Evil”; Damon non mi entusiasma come attore, ma nel ruolo del fantoccio doppiogiochista è very suitable; Ok Di Caprio, Sheene e Baldwin (anche se ho saputo che quest'ultima parte doveva essere di Gibson, che ha declinato per ultimare le riprese di “Apocalypto”, chissà se Mel avrebbe potuto dare quel quid che fa la differenza..) ma su Mark Wahlberg c’è da aprire un capitolo, fantastico. Le massime pregnanti e al vetriolo di Dignam sono da appuntare: “Maybe, Maybe not. Maybe f**k yourself.” – “ I’m the guy who does his job. You must be the other guy” – “ Let's say you have no idea, zero, none. If you had an idea about we do we wouldn't be good at what we do now would we? We would be cunts, you callin' us cunts?”. Si può campare di rendita su queste battute. Che dico? Tutta la sceneggiatura di Monahan merita, sin dall’esordio: “I don't want to be a product of my environment. I want my environment to be a product of me..”
Finale troppo sbrigativo? Forse sì, forse no, forse…
L’importante è che tutto torni. Ammetto che mi sarebbe piaciuto sapere che fine facevano Madolyn&son…Tuttavia non riesco ad immaginarne uno diverso. Morte, spietata, laconica, silenzio, departed, fine, ok? Diciamo che Martin l’ha saputo rendere indolore senza perdersi in inutili lungaggini. Lavoro pulito.
Oh, Shame on me! Che ve lo dico a fare?Non sto rendendo giustizia al film!

Question: qualcuno sa dirmi cosa regala Costello a Sullivan il giorno del suo ingresso nella polizia di Boston??



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Ultima risposta 31/03/2007 11.54.59
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