tess regia di Roman Polanski Francia, Gran Bretagna 1979
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tess (1979)

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locandina del film TESS

Titolo Originale: TESS

RegiaRoman Polanski

InterpretiJohn Bett, John Collin, Nastassja Kinski, Peter Firth, Leigh Lawson, Tom Chadbon

Durata: h 3.00
NazionalitàFrancia, Gran Bretagna 1979
Generestorico
Al cinema nel Settembre 1979

•  Altri film di Roman Polanski

Trama del film Tess

Inghilterra, alla fine dell'Ottocento. Appassionata storia d'amore in forma di ritratto in piedi di una ragazza di campagna che cerca di dimostrare le sue nobili origini, ma finisce per ritrovarsi con un figlio illegittimo. Si ribella, uccide, è punita.

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Voto Visitatori:   7,94 / 10 (26 voti)7,94Grafico
Migliore fotografiaMigliore scenografiaMigliori costumi
VINCITORE DI 3 PREMI OSCAR:
Migliore fotografia, Migliore scenografia, Migliori costumi
Miglior filmMiglior regiaMigliore fotografia
VINCITORE DI 3 PREMI CÉSAR:
Miglior film, Miglior regia, Migliore fotografia
Miglior film stranieroMiglior attrice debuttante (Nastassja Kinski)
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior film straniero, Miglior attrice debuttante (Nastassja Kinski)
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Voti e commenti su Tess, 26 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  22/04/2015 19:01:41
   8 / 10
Uno dei migliori drammoni sentimentali tratti dalla letteratura romantica, esteticamente corrisponde ad una delle più ampie e rigorose rappresentazioni dell'Ottocento vittoriano che il cinema abbia mai prodotto.
Alle spalle Polanski aveva già fornito prova di sapersi dilettare in rappresentazioni storiche, il medioevo shakespeariano di Macbeth diretto con una trance reazionaria sopra le righe ma che in futuro seppe tenere a freno, il lavoro comunque fu efficace anche per discostarsi dai 2 precedenti di Welles e Kurosawa, in seguito la trasposizione finì in mano a cani e porci e peraltro anche quella di quest'anno sembra già segnata.
In Tess da appunto molto spazio alla natura, non solo il fato di Hardy, le sue 'vittime predestinate', ma anche l'ambientazione trova spazio all'interno della tragedia, crea una profonda armonia tra la miseria in cui Tess è irrimediabilmente legata, il lavoro campestre, l'integralismo religioso e il peccato, regala un gran ritratto di donna che la Kinski si fa cucire addosso, materia volubile che il regista può modellare a suo piacimento e in effetti gli fa fare qualunque cosa, l'empatia che instaura è significativo di come la parabola disgraziata lo rimandi alla Tate, la dedica nei titoli e in questo caso un pessimismo hardyano che si trova a sposare.

2 risposte al commento
Ultima risposta 23/04/2015 00.08.44
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dobel  @  08/04/2010 10:56:40
   9½ / 10
La sorte di chi dovrà sempre perdere è tematica molto cara a parecchi registi. Fra questi dobbiamo tuttavia distinguere almeno due visioni: quella di chi vede nei vinti una certa gloria e una certa dignità e di chi vede nella sconfitta una giusta sorte. Fra i primi includerei sicuramente Peckinpah e Ford, fra i secondi quegli autori manicheisti che dividono il mondo in buoni e cattivi (così tanti che non mi va di citarne). Polanski in quali delle due categorie si inserisce? A dire la verità in nessuna: lui analizza e racconta una storia senza prenderne parte; non vi è pietà e non vi è condanna. La sua partecipazione è volutamente quella dell'assenza. Il campo è aperto ad ogni giudizio morale o storico, ma lo spettatore non viene guidato verso nessuna conclusione preconfezionata. Raramente si è di fronte ad un'opera nella quale l'autore riesce così bene a nascondersi; lo fa con un senso estetico impeccabile, ed un equilibro leggerissimo. Tutto in questo lungo e romantico film è perfetto: la fotografia, la musica, la recitazione, la sceneggiatura e le scenografie. I tempi di produzione della pellicola (nove mesi) hanno permesso al regista di girare in tutte le stagioni così da restituire intatta l'impressione dello scorrere del tempo. Il tempo è infatti un elemento fondamentale in un'opera di questo tipo: siamo di fronte alla trasposizione cinematografica di un grande romanzo dell'ottocento, uno di quei libroni che spesso venivano pubblicati a puntate proprio come le telenovelas. La lettura di questi poderosi tomi accompagnava un anno di vita del lettore che aspettava ansiosamente il nuovo capitolo. Il ritmo lento dell'esistenza lo percepiamo distintamente; lo scorrere di giornate sempre uguali e sempre diverse, nelle quali sono le minime variazioni a tenere desta l'attenzione. E' avvincente sbirciare nella vita delle persone, forse è lo spettacolo più interessante: osservare la quotidianità della gente in modo da poter interpretare la nostra e trovarne talvolta consolazione. Quando lo facciamo non ci annoiamo mai. L'uomo è un animale curioso, e in una certa misura sadico. Così non ci stanchiamo a sbirciare nei segreti di Tess: la vediamo vivere, la vediamo innamorarsi, la vediamo lavorare, la vediamo soffrire, la vediamo preoccupata, orgogliosa, sottomessa, arrabbiata, mortificata, lusingata... Come è interessante la vita nel suo divenire!... L'unica fonte d'ispirazione artistica che in qualche modo susciti la nostra curiosità è la natura; e se la misura dell'arte deve essere la natura, questo film è arte.

2 risposte al commento
Ultima risposta 08/04/2010 14.41.08
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goodwolf  @  06/02/2010 09:47:35
   4½ / 10
L'ho visto sulla scia dell'entusiasmo registico di rosemary's baby, ma più che un film d'autore, sembra una telenovela argentina anni 80.
Trovo estremamente eccessiva la sua durata. L'ho seguito per 2 ore, poi ho cominciato a fare altro. La trama è ripetitiva (e discutibile, secondo me),e il film poteva benissimo durare la metà, e per il mio gusto non c'è niente di peggio.

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Ultima risposta 07/02/2010 17.42.58
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  13/01/2010 20:07:10
   8 / 10
"Una volta vittima, sempre vittima. Questa è la regola."

Sotto la patina di racconto tipicamente melodrammatico, dove la ragazza è vittima del classico destino crudele, si può scorgere qualcosa d'altro. Il destino forse non è così inevitabile ma può essere un problema di scelta individuale oppure credere che il destino sia una cosa ineluttabile ed è inutile combatterlo. Nel segno di Tess si intravede la Natura con i suoi riti pagani: Il film si apre con la celebrazione di un rito di fertilità pagano e si chiude tra le rovine funeree di Stonehenge.
Tess si mostra sempre con naturalezza e questo suo modo di essere è inconciliabile con ciò che la circonda. Le possibilità di compromessi che offrono vie d'uscita non mancano, ma lei rifiuta con ostinazione quasi autodistruttiva.
Polanski si mantiene molto oggettivo, non formula giudizi e lascia che il film sia illuminato dalla presenza di Nastassia Kinski al suo meglio e dalla bellezza sconvolgente. Ottima tutta la messa in scena che offre una fotografia e una scenografia straordinaria.

1 risposta al commento
Ultima risposta 14/01/2010 13.17.45
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Beefheart  @  11/05/2007 15:52:03
   5 / 10
Drammone sentimentale, lento, lungo e melenso. La storia racconta la travagliata esistenza di Tess, bellissima ragazza (è Nastassja Kinski!), nell'Inghilterra di fine 800, di famiglia umile e rurale ma dal presunto passato nobile. Ella trascorrerà i suoi giorni alla vana ricerca di un ruolo, un'identità ed un luogo in cui stare e proliferare. Quasi tre ore di film che, alla lunga, trascorrono con la narrazione delle sfortunate disavventure di questa ragazza, seria, devota ed incorruttibile sino alla noia, e dei suoi contradditori e logoranti amori. In pratica colui che la vuole è respinto e colui che la respinge è voluto. Niente di meno nuovo e più banale. Indiscutibilmente Polanski sa il fatto suo ma questo film, più classico e lineare e meno maligno ed angosciante del solito, lamenta, oltre ad un ritmo eccessivamente lento e soporifero, la quasi totale mancanza di spessore narrativo e taglio stilistico; per il resto nulla da dire in materia di costumi, location, scenografie e fotografia: tutto indubbiamente valido ed apprezzabile. Soggetto e sceneggiatura a parte ho trovato debole e stucchevole anche la recitazione troppo monocorde della protagonista, mono-espressiva, probabilmente condizionata dalla caraterizzazione, impostale, del personaggio interpretato. In definitiva direi un film abbastanza arido e stancante per classicismi e formalismi, ma visivamente meritevole.

4 risposte al commento
Ultima risposta 21/05/2007 10.52.47
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