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Ecco, qui Rezza non m'è piaciuto affatto. La deriva intellettuale di questo corto non lascia il segno (e se l'ha fatto non me ne sono accorto), e la satira graffiante cui Rezza ci ha ampiamente abituati sembra totalmente fuori fuoco. Vabbe', capita.
L'unico corto di Rezza a non essermi piaciuto un granchè. Così malsano da irritare (mi stava per scoppiare il cervello con quel "Suppiettj" continuamente ripetuto con voce delirante), non manca comunque di fascino.
I piedi son gli arti più usati e comuni per quanto riguarda i lavoratori, che quindi li han sempre usati; i borghesi invece, dice Rezza, dovrebbero cominciare a saper usare il cervello.
PIù chiaro di così.
Sempre la solita originale e dissacrante messa in scena bianco/nera di un grandissimo comico/regista/attore/mimo.