suburra regia di Stefano Sollima Italia 2015
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suburra (2015)

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locandina del film SUBURRA

Titolo Originale: SUBURRA

RegiaStefano Sollima

InterpretiPierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Alessandro Borghi, Greta Scarano, Giulia Elettra Gorietti, Antonello Fassari, Jean-Hugues Anglade, Adamo Dionisi

Durata: h 2.10
NazionalitàItalia 2015
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 2015

•  Altri film di Stefano Sollima

Trama del film Suburra

Nell'antica Roma, la Suburra era il quartiere dove il potere e la criminalità segretamente si incontravano. Dopo oltre duemila anni, quel luogo esiste ancora. Perché oggi, forse più di allora, Roma è la città del potere: quello dei grandi palazzi della politica, delle stanze affrescate e cariche di spiritualità del Vaticano e quello, infine, della strada, dove la criminalità continua da sempre a cercare la via più diretta per imporre a tutti la propria legge. Il film è la storia di una grande speculazione edilizia che trasformerà il litorale romano in una nuova Las Vegas. Per realizzarla servirà l'appoggio di Filippo Malgradi (Pierfrancesco Favino), politico corrotto e invischiato fino al collo con la malavita, di Numero 8 (Alessandro Borghi), capo di una potentissima famiglia che gestisce il territorio e, soprattutto, di Samurai (Claudio Amendola), il più temuto rappresentate della criminalità romana e ultimo componente della Banda della Magliana. Ma a generare un inarrestabile effetto domino capace di inceppare definitivamente questo meccanismo saranno in realtà dei personaggi che vivono ai margini dei giochi di potere come Sebastiano (Elio Germano), un PR viscido e senza scrupoli, Sabrina un'avvenente escort (Giulia Elettra Gorietti), Viola (Greta Scarano) la fidanzata tossicodipendente di Numero 8 e Manfredi (Adamo Dionisi) il capoclan di una pericolosa famiglia di zingari.

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Voto Visitatori:   7,57 / 10 (140 voti)7,57Grafico
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Voti e commenti su Suburra, 140 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

sagara89  @  24/06/2016 16:25:36
   8½ / 10
Uno dei migliori Noir Italiani degli ultimi anni. Bellissime le fotografie e la colonna sonora azzeccatissima degli M83. Ottimo film

2 risposte al commento
Ultima risposta 25/06/2016 00.06.56
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Niko.g  @  24/05/2016 14:21:53
   4½ / 10
"Cos'è la Polizia"?
Se lo chiedeva attonita la ricca e insoddisfatta Carla Bernaschi (Valeria Bruni Tedeschi).
C'è da credere che la stessa domanda idiota l'abbia posta Sollima a chi gli faceva notare la totale assenza, nel suo film, di rappresentanti della pubblica sicurezza, di quei "buoni" che nemmeno l'omonimo romanzo aveva avuto il coraggio di trascurare.
Regia e fotografia meritano attenzione, anche se di fronte alla spettacolarizzazione di un fenomeno di devianza sociale che tutti sappiamo essere reale e articolato, è lecito rimpiangere che una così ricca perizia tecnica sia stata messa al servizio di un cinema scandalistico e parodistico, che non va oltre lo scontro cruento tra malavitosi dediti alla misurazione reciproca del pene.
Ben lontano dall'essere un film di denuncia, Suburra riserva ampi spazi descrittivi alle orge (manca il visto censura VM18) e trascura lo sviluppo dei personaggi, pupazzetti totalmente privi di profondità.
Trova conferma il difetto di molti "attori" nostrani che recitano senza usare il diaframma e che parlano come se avessero una patata in bocca. Nel cast (una mescolanza poco convincente di attori professionisti e non), Claudio Amendola si impegna e si distingue, anche se non sembra avere il carisma giusto per quel ruolo.
Questo è quanto, signori. E ricordatevi sempre che quello che vedete qui rappresentato, quanto a raccapriccio può tranquillamente competere con le esternazioni di un presidente del Consiglio (Matteo Renzi) che dietro Mafia Capitale ipotizzava vi fossero le disavventure di quattro tangentisti all'amatriciana (facendo peraltro infuriare il Sindaco di Amatrice) e quelle di un sindaco (Gianni Alemanno) che affermò di aver chiesto al Prefetto: "Scusi, mi sa dire se a Roma c'è la criminalità organizzata"?
Altro che Carla Bernaschi.

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Ultima risposta 20/04/2017 00.38.37
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billieray  @  16/03/2016 19:22:31
   6 / 10
troppi morti quando la raffinatezza e peculiarità dalla mafia romana era appunto che gli episodi di violenza erano abbastanza limitati.

1 risposta al commento
Ultima risposta 03/05/2016 20.49.21
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Spotify  @  08/12/2015 03:46:51
   8 / 10
Finalmente!!! Eccolo un prodotto di cui il nostro cinema aveva bisogno. Ma ci voleva tanto a capire che stava andando tutto a rotoli prima che lo deducesse Sollima, il quale, al meno per il momento, salva il c.ulo a tutta l'italia. Una pellicola coi controc***i, a me ha lasciato davvero a bocca aperta, mi son goduto ogni minuto di quest'opera, è stata davvero una cosa stupefacente. Il regista tratta un tema che purtroppo è molto attuale, di storie del genere se ne sentono a bizzeffe ai telegiornali, e la cosa impressionante è che è tutto mostrato in un modo incredibilmente reale. Quella di Sollima infatti è una dura condanna al nostro paese in generale, e vanno fatti i complimenti per il coraggio avuto perchè in questo modo lui ci mette la faccia e attraverso attori e storia in generale, dice chiaramente quello che pensa. E' tutto marcio, nulla è completamente esente da atti sospetti, nemmeno il vaticano dove anzi, succedono alcuni dei fatti più clamorosi. Io sinceramente sono uno che non si è mai interessato tanto di politica e roba simile, però assistendo a tale film, mi rendo conto in che schifo di posto viviamo, loro ce la fanno sempre sotto al naso e noi molte volte non ci accorgiamo di niente. Mi è venuta davvero la pelle d'oca per lo squallore. Il regista rende Roma, la "città eterna" una specie di giudice, infatti, alla fine, è proprio lei a decidere chi vive e chi muore. E' costantemente uggiosa, piovosa, cupa, tetra. Fa da perfetto sfondo alla storia, la quale si appropria degli stessi aggettivi. Una storia di politici e gangster che non risparmia nessuno, dove non ci sono ne vincitori, ne vinti. Tecnicamente girato benissimo: ha un impianto registico-narrativo straordinario, la vicenda è spiegata in maniera lucida e fluente alternando prima e intrecciando poi, perfettamente, le due storie. In conclusione ne esce fuori un ritmo invidiabile, 130 minuti che volano via in un attimo, nessun punto morto, più va avanti la storia e più lo spettatore capisce che le situazioni che riguardano i nostri protagonisti si fanno sempre più complicate per loro e di conseguenza sempre più appassionanti. La direzione degli attori è molto buona: Favino viene condotto perfettamente nel ruolo del politico corrotto e amante di droga e prostitute, uno di quei classici personaggi di Sollima, meschini, avidi e bastardi. Anche Elio Germano è ben diretto ed è rappresentata molto bene la sua parabola discendente. "Numero 8" è il classico gangster romano "Sollimiano": dialetto a tutto spiano, violento, crudele, giovane e ambizioso. Modellato con l'inconfondibile stile del regista. Su Amendola invece ho delle riserve che però spiegherò più avanti. Ancora una volta poi, il buon Stefano abusa di sesso e violenza, specialmente la seconda: ci vengono mostrate alcune scene davvero pesanti che quasi sfiorano il pulp, realizzate benissimo e di forte impatto. Il finale magari è un po' telefonato ma la location in cui si svolge e la fotografia usata in quel frangente lo rendono piacevole e alla fine non si rimane affatto insoddisfatti. Però è tuttavia un tantino sbrigativo. C'è comunque una cosa che mi ha colpito di più rispetto ad altre: l'atmosfera del film. Raramente ne ho respirato una concepita in modo così sublime. E' opprimente, lugubre, pesante. Sollima riesce a far respirare tutto il marcio che c'è all'interno della storia, a "intossicarti" l'intero organismo. Penso sia questo il punto di forza dell'intera pellicola. La fotografia è quella classica del cineasta romano, cioè molti toni verde-scuro e nero. Non tradisce mai, si amalgama bene con la vicenda e da un ulteriore tocco di squallore. Le musiche sono un altro dei pezzi da 90: drammatiche, suggestive e malinconiche. Mai scelta fu più azzeccata. E sono molto belle stilisticamente. Il cast è uno dei migliori che si potesse trovare sulla piazza: abbiamo un Favino ancora una volta in grande spolvero, caratterizzando superbamente "l'onorevole Malgradi". Elio Germano si conferma uno dei migliori attori italiani giovani in circolazione. Molto versatile la sua interpretazione, forse il migliore di tutti quanti. Molto bene l'emergente Alessandro Borghi che da vita ad un personaggio che mi ha intrigato molto, forse esagera con il dialetto, ma va bene così. La sceneggiatura è ben strutturata: lineare, solida e con un fluido impianto narrativo senza fasi di stallo e con delle trovate molto buone. Eccellente stesura di ciascun personaggio con tanto di analisi dettagliate. Dialoghi che sono ovviamente il perno, sempre azzeccati e riusciti bene. Poi in dialetto fanno sempre un altro effetto.
Tuttavia qualche cosa che non mi ha convinto c'è: innanzi tutto, riprendiamo il discorso di Claudio Amendola. Secondo me recita così e così ed è diretto altrettanto non bene. Sollima non è riuscito, per me, a dargli la sua impronta, il suo timbro, non riesce a caratterizzarlo come lui sa fare. Insomma, non ce l'ho visto nei panni del "Samurai". Poi è anche vero che lui ci mette del suo, non riesce a calarsi nel personaggio, non è per niente credibile, neanche una volta. E' l'unico del cast che non mi ha convinto. Un'altra pecca che si lascia notare è la scena del supermercato: troppo confezionata, uno dei pochi momenti di blackout registico. Eccessivamente "finta" ed inverosimile. Comunque, alla fine dopo tanti pregi, alcuni errori possono anche starci, anche se lasciano lo stesso un segno.

Conclusione: grandissimo film ITALIANO, un gioiello da gustarsi per bene e che, dal mio punto di vista consacra definitivamente Stefano Sollima. Non perdetevelo per nessuna ragione!

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Ultima risposta 27/03/2016 06.15.55
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76mm  @  17/11/2015 16:16:16
   6½ / 10
PRESENTI (TANTI) SPOILER

All'uscita dalla sala ero gasatissimo, pieno d'adrenalina...convinto di aver visto un gran film...
A mente fredda i miei entusiasmi si sono un pochino affievoliti...resta un film discreto, girato bene e interpretato (quasi) sempre adeguatamente, ma sono davvero troppe le forzature e le svolte implausibili che richiedono una notevole capacità di sospensione dell'incredulità e rendono improponibile il paragone, che ho sentito fare, con Gomorra (il film), quello sì (per me) davvero credibile e realistico in ogni sua svolta narrativa.
Innanzitutto la necessità di voler punire a tutti i costi i cattivi (ma perchè poi, dato che nella realtà ben raramente questo accade?) porta a dei redde rationem sbrigativi e per nulla credibili...ma quando mai uno sfigato come Germano potrebbe avvicinarsi ad un boss di quel calibro e fare quello che ha fatto senza che nessuno (in quella villa ci vivevano in DUECENTO!!) si accorga di nulla? Stessa cosa per la fine del Samurai...è vero che era andato a trovare la vecchia amorevole madre (io fra l'altro non avrei sentito il bisogno di voler dare a tutti costi un tocco di umanità al personaggio ma va beh...) ma può essere credibile che un boss di tale livello (chiamato a più riprese re di Roma) che ha appena fatto fuori con le sue mani una pericolosa gang rivale (e che quindi un minimo di rappresaglia dovrebbe pure aspettarsela) giri tranquillamente per Roma senza uno straccio di guardaspalle fuori dalla porta facendosi sorprendere come un pirla da una ragazzetta tossica?
E la "terribile" gang di Ostia? (due coatti e una tossica che abitano in una baracca in riva al mare...e anche qui sorvoliamo...) hanno appena mandato praticamente affanc... uno dei boss più potenti e temuti di Roma e se ne stanno lì belli tranquilli senza prepararsi a una possibile rappresaglia e facendosi sorprendere da samurai & co. come dei fessi...mah..
E poi il rapimento del bambino...ma dai...al limite quella potrebbe essere un'azione da banda di tossici disperati...ma un'organizzazione criminale seria che punta ad espandersi sul territorio senza dare troppo nell'occhio quando mai potrebbe rischiare a rapire il figlio di un parlamentare della Repubblica italiana? A volto scoperto poi!! roba che se per disgrazia il bambino si sbuccia un ginocchio nel giro di mezz'ora gli arriva a casa l'esercito che li rimanda tutti nelle fogne da cui sono venuti a calci nel sedere.
E potrei continuare...
Come film d'intrattenimento comunque funziona alla grande, due ore e passa che volano via.
A caldo gli avrei dato un voto in più.

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Ultima risposta 04/12/2015 00.26.43
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andreapau  @  07/11/2015 16:08:35
   4½ / 10
Dopo Suburra?
Suburra "la serie", ovvero la giusta collocazione per questo film mediocre ritenuto di interesse culturale, dal Ministero preposto.
Questa è la vera fotografia dell'Italia, il sovvenzionamento pubblico delle porcate.
Abbondantemente superato dalla realtà, didascalico, pretenzioso, banale, caricaturale, vecchio, triste e scontato.
L'eterno "vorrei ma non posso" del cinema italiano, lontano parente illegittimo del cinema di denuncia, copia sbiadita di vecchie americanate.
Involontario ritratto di un Paese allo sbando, testimoniato dalla pochezza di questo film

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Ultima risposta 04/01/2016 03.34.19
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Cataclysm84  @  07/11/2015 12:45:06
   9½ / 10
Film spettacolare, dalla fotografia alla regia sino alle musiche.

Una Roma-Gotham perennemente piovosa dove, dopo 2 ore di intensa visione, la pioggia lava via i mali del mondo, punendo i peccatori grazie a degli improvvisati (nonché non proprio perfetti) angeli di purificazione.

Devo dire che la narrazione romanzata è stata piacevole, abituato ormai al classico crudo realismo che mette in scena situazioni fin troppo reali dell'Italia di oggi.

Qui si parte da basi reali per creare un'immensa opera di fantasia che punta al "lieto fine" seppur con qualche magheggio di troppo nella sceneggiatura.

E qui il motivo del mezzo punto in meno. Pur di perseguire la punizione divina dei malvagi si cercano escamotage narrativi piuttosto banali e troppo surreali, una nota davvero stonata nel piovoso affresco del regista.

In ultimo un quarto d'ora in meno, tagliando un po qui e un po li, avrebbe sicuramente giovato.

Al di lá di tutto questo sicuramente un capolavoro che merita la visione.

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Ultima risposta 08/11/2015 13.52.21
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Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  04/11/2015 15:17:13
   6½ / 10
Per me una delusione cogente. Adoro i film di genere e questo genere di film e vorrei premiare con un plauso questo film, ma non posso.
Prima di tutto c'è un'impostazione sostanziale di fondo che mi disturba:
Suburra si presenta come un film amorale, dove non ci sono buoni, ma solo differenti gradi di cattivi. Un film amorale che però invece fa la morale, dando "a ciascuno il suo" come insegna Sciascia.


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Un film amorale, per intenderci, è un film come "Gli Spietati" dove l'occhio del regista racconta i fatti e descrive i personaggi senza esprimere giudizi assiologici. In Suburra invece, c'è un compiacimento morale e moralista di fondo che mal si concilia col registro narrativo adottato. Anzi, è in perfetta opposizione con esso. E questo a me non piace.


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I somma l'occhio del regista è tutt'altro che amorale e questo per me è un peccato.
Poco mi sono piaciute anche le scene esplicite di sesso che in nome di un presunto iperrealismo alla fine restano pretestuose e piuttosto fini a loro stesse.
pessima poi la scena:

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Fatte queste precisazioni però Suburra resta un film di tutto rispetto. A parte la scena sopraccitata la regia di Sollima è molto buona. La fotografia è ottima e ottime sono le scenografie anche nei casi più stucchevoli come quella della camera d'albergo. Le scelte narrative, non sempre coerenti e spesso assai ruffiane complessivamente funzionano. La messa inscena della violenza, invece, è piuttosto sempliciotta. Non capisco come parte della critica abbia potuto definire Suburra un film iperviolento, ma forse è meglio non porsi certe domande... o forse sì: ma quali altri film di genere hanno visto per definire questo iperviolento?
Il cast è assolutamente credibile e in parte ed efficaci anche le musiche.
Il film complessivamente intrattiene e funziona, ricordandoci che paese di ***** sia la repubblica Italiana.

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Ultima risposta 16/11/2015 09.28.09
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Dompi  @  31/10/2015 21:32:18
   6½ / 10
Pe' fa sta recensione me tocca scrive romano pecché altrimenti nun me se crede. Il film è "Blade Runner coi mafiosi".

Allora, stavamo a dì, sì sì bono Sollima(m'è piaciuto 'n sacco Romanzo Criminale, Gomorra l'ho lasciato lì appena me parte l'ignoranza me o guardo), semo poi arrivati al 2015 e tutti a parlà bene der nuovo film, Suburra, a me m'è parso la prima puntata di una nuova serie mafiosa italiana, appena ho visto me sò detto:"Ma che è già uscita la seconda stagione de Gomorra?", invece no è 'n film de du ore su dei coatti che se sparano de traverso e se guardano in cagnesco pe 10 minuti pe fà vedè chi è sgamato de li altri.

Praticamente a trama è a seguente: Ce stanno de li omini che spacciano a droga, uno fa il politico e va in giro pe la notte, un altro che se chiama "Er Samurai" e dovrebbe esse un cinese ma se scopre che è solo uno de Cesaroni, poi ce sta 'na tipa che sta co un pelato che vo trasformare Ostia in Las Vegas, poi uno che ha dà pagà i debiti del padre e non c'ha l'ombrello, poi inizia a piovè e qualcuno more pe strada.

Mo uno ad uno vado ad analizzà bene chi sono li protagonisti der film:

Pierfrancesco Favino:fa il politico ma va de notte a cercà riposo in alberghi der centro, je va male 'na sera pecché durante 'na festa co delle amiche una se azzoppa e casca male a terra. Un omo vede tutto e lo ricatta de brutto, Favino allora chiama er "Numero 8" e Favino non viene più ricattato. In 'sto film Favino c'ha na faccia che pare un suino umano. PIERFRANCESCO SUINO.

Claudio Amendola. CLAUDIO AMENDOLA: Allò mo non voglio premè troppo su sto pulsante, ma pecché me devo vedè uno che 1)NON SA RECITA' 2)E'
NEGATO CON LA RECITAZIONE 3)NON SA RECITA' 4)NON E' CREDIBILE 5)HA
FATTO I CESARONI 6)HA FATTO I CESARONI FINO ALLA SESTA STAGIONE 6)NON SA RECITA' 7)FACEVA I CESARONI E SE DIVERTIVA 8)NON SA' RECITA'? Quanno appare ner primo dialogo der film pare 'n morto che sta seduto a bere da a' cannuccia, ner film se chiama "Er Samurai", forse ER sta a dì che fra poco o ricoverano d'urgenza pecché c'ha 40 anni a gamba porello e troppo non je si può chiedè de fà. Devo dì che in due o tre scene pare credibile e nel personaggio ma la sera ho gli incubi a pensà che er cattivo mafioso der film lo fa lui. "ER" CLAUDIO AMENDOLA.

Antonello Fassari. ANTONELLO FASSARI:meno male che lo hanno fatto recità in due minuti der film, dopo sti du minuti fà una brutta fine che non gli invidio 'pe nulla. ANTONELLO MI BUTTO GIU' DAR PONTICELLO.

Elio Germano: me spiace lo adoro non je posso sfottè, è il migliore der film. C'è da dì però che deve pagà i debiti e anche lui poi accoppa qualcuno sotto a pioggia de notte. MAMMA GUARDA COME PAGO LI DEBITI.

Alessandro Borghi: un omo pelato che però 'n certe scene fa paura a recità, molto calato ma se sgretola alla fine e cala de intensità, nun me va di punirlo troppo. Ner film se chiama Er Numero 8, otto forse sono i minuti che impiega a pulì il lavandino co il detersivo. MASTROLINDO NUMERO 8.

Greta Scarano: dì che è 'na fia è dì poco, me limito a dì che ad ogni scena stavo ad applaudì Sollima pe avella fatta recità. Forse se spreca 'n po' ma il film se poteva chiamà benissimo "Greta Scarano" che lo andavo a vedè subito al cinema. GRETA SCARANO TE VOJO BENE.

Poi ce sta 'n romano che non so come se chiama de nome pure lui bravo a recità, in pratica dà fastidio a Elio Germano e je intima spesso de pagarje le tasse dovute. Ammirevole.

'Mo a parte li scherzi mia, volevo dì che il film è impostato come a dire:"Mo je faccio a critica sociale, te faccio vedè come gira il mondo, questa è la realtà, ti tiro fuori delle tematiche che faranno tremà i polsi, mo arriva l'Apocalisse". Poi vedi il film e la storia e di sti quattro ebeti che se sparano a vicenda e se incontrano pe strada de notte. De critica sociale non c'è nulla, è solo un pretesto pè mostrà violenza/mafia/corruzione, er Papa lì non se può vedè, relegato a du scene solo pe mostrà come la Chiesa è corrotta. 'Sti luoghi comuni se sprecano e me danno fastidio, sono parole al vento se poi fai vedè pe l'ennesima volta sti mafiosi coatti che non c'hanno spessore psicologico e accoppano qualcuno perché gliel'ha detto 'n altro. Le musiche der film che so state elogiate da tutti sìsì son belle canzoni ma volemo parlà de come so state utilizzate? Prima 20 minuti di silenzio poi appena c'è 'na scena forte e di impatto partivano gli M83 o musica stile House Of Cards pe fà atmosfera. La metafora de la pioggia è bella e riuscita, Claudio Amendola non se può vedè.

'Pe riassume il tutto, andatelo a vedè pecché tecnicamente è fatto bene ma nun me se venga a dì che merita un nove o è un capolavoro.
Bona, alla prossima ce se vede.

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Ultima risposta 05/11/2015 18.41.08
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ValeGo  @  30/10/2015 11:56:49
   8½ / 10
Un pugno nello stomaco, violento, crudo, cosi' forte da farti stare male. Perfetto Favino nell'interpretare il politico qualunquista che pensa solo agli affaracci suoi, bravo anche un inedito Borghi nella parte del numero 8, di tutti i delinquenti, quello più sempliciotto. Un ritratto spietato di una realtà, aihme' sempre peggiore; avrei gradito che fosse possibile riconoscere in maniera inequivocabile i personaggi coinvolti, così da sp******arli per bene. Fanno schifo! Basta!

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Ultima risposta 17/09/2016 19.35.48
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GianniArshavin  @  28/10/2015 20:42:38
   8 / 10
Finalmente sembra che il cinema italiano stia abbandonando la crisi nera nel quale da anni è immerso,almeno in piccola parte, ed è una grande gioia vedere che questa tendenza positiva coinvolga anche il defunto cinema di genere.

Infatti dopo Tales of tales ,una sorpresa squisita, arriva Suburra di Sollima,la conferma netta e potente della parziale rinascita del nostro cinema.
Suburra richiama alla mente film che in Italia non si fanno più, come i drammi politici alla Petri o i crime movie tanto in voga in passato. La pellicola di Sollima mescola generi e lo fa bene,parla del disfacimento societario italiano e degli italiani senza banalizzazioni e retorica.

Ambientato in una Roma sporca, corrotta e perennemente sotto la pioggia battente (sotto questo aspetto ricorda Seven) Suburra intreccia le storie di molti personaggi marci dentro,in una struttura corale solidissima a prova di sbavature e buchi.
Tutti i protagonisti sono lo specchio di un'Italia corrotta e senza più valori,viscidi e senza scrupoli come se ne vedono tanti nella realtà. La pellicola è brutale,cruda e sincera nel tratteggiare queste figure una più negativa dell'altra, senza paura di colpire e graffiare come da tempo i nostri cineasti non facevano.

Tecnicamente l'opera è curatissima, dalla regia alla bellissima fotografia. Anche la colonna sonora è pertinente. Per quanto riguarda gli attori,tutti sono sopra la media soprattutto un Favino perfetto nel ruolo del politico venduto e senza scrupoli.

Dunque un film da vedere a tutti i costi , una luce che brilla in un panorama italiano asfittico e fino a poco tempo fa in pieno oblio. Spero vivamente che Suburra non resti un caso isolato.

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Ultima risposta 09/02/2016 20.42.03
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barone_rosso  @  27/10/2015 22:39:46
   5 / 10
Quando ho letto che questo sarebbe un "film di denuncia" mi è venuto da ridere. Se fosse veramente un film di denuncia ci sarebbero nomi veri e fatti veri, altrimenti risulta l'ennesimo tentativo di prendere la caricatura di vicende piu' o meno note e mescolarle a caso senza di fatto dire nulla (incredibile come in due ore e passa non venga detto sostanzialmente NULLA di significativo: i politici vanno a ******** e sono manipolati dalla mafia, ma va????). Si salverebbe QUALCHE interpretazione (sicuramente non quella di Favino) e la colonna sonora, se andando avanti il film non scadesse in una serie di insulsi omicidi stile Rambo-movie, che nulla hanno a che vedere con le reali lotte fra bande criminali.

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Ultima risposta 28/10/2015 15.06.43
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macom  @  27/10/2015 15:55:24
   5 / 10
Film senza capo ne coda, banale mette dentro tutto politica, criminalita e zingari condito da una buona dose di violenza senza mai andare in profondita, una delusione visto che sollima ci aveva abituato a ben altro, due ore di film senza la minima aspettativa, scontato e pieno di luoghi comuni, nn lo definirei neanche un film di azione ma solo un intruglio di buone intenzioni con l'occhio strizzato al botteghino.
Una delusione totale.

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Ultima risposta 27/10/2015 23.19.07
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  26/10/2015 08:45:44
   8½ / 10
Suburra parte con luci intermittenti che si schiantano sulle ville romane tirate a festa mentre gli M83 sbeffeggiano corpi che si atteggiano e si dimenano come nei migliori Sorrentino, la Roma di Suburra è una Grande Bellezza in cancrena.

In Suburra la politica piscia sulle strade dai balconi dorati, dopo una festa che finisce in lenzuola bianche che coprono corpi andati in disuso, pronti da smaltire a rifiuto, incatenati nell'oblio di una notte finita male e picchiata dall'acqua.

Sollima filma una strategia di corpi e contusioni, di voragini nelle braccia, di promesse di pallottole, di agguati pronti ad essere intrapresi anche soltanto per sbaglio o per orgoglio. Sotto la luce tossica di Ostia si preparano crani lucidi pronti a raccogliere milioni in leggi a misura e minacce.

Suburra è anche un film di super-eroi, di risvolti da occhi di gatto sotto eroina, di corpi forati sui selciati e cani rabbiosi ingabbiati nei loro precisi ruoli, di cattopolicisti impossibili da asportare chirurgicamente, in un'epidermide urbanistica rifatta da un lifting cittadino che si atteggia come una bellissima ******* sfigurata, che aspetta le altrui esecuzioni, di corpi uccisi dietro le vetrine come manichini, di assalti al supermercato fra fiotti di sangue pioggia e surgelati.

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E in tutto questo la regia sferoidale di Sollima realizza mondi nelle pause, crea immagini come epitaffi, storie fra i neon a guastarsi in silenzio, prima dell'ultima resa dei conti.

È un giro ai ferri corti, prima del prossimo vicolo a sinistra da santificare, antropologia di un territorio che secolarizzato sta a guardare, una città che resta comunque sola e marmorea, per i secoli dei secoli, mentre le marionette s'agitano e s'ammazzano in un susseguirsi di faide da sfarzo e nuovi samurai in leggings.

E tuttavia, restiamo a guardare con Lei, con gli occhi in gola di una notte che aspetta lo sfacelo dell'impero, nell'età della decadenza.

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Ultima risposta 14/11/2015 15.27.56
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alfrar  @  24/10/2015 12:39:03
   4 / 10
Clamoroso flop. Sulla falsariga dei films Romanzo Criminale e Gomorra, Suburra si pone l'obiettivo di voler raccontare i giochi di potere nella città eterna tra Politica, Vaticano, Mafia e Zingari, tutto a ridosso delle dimissioni di Berlusconi. Ne esce fuori un gran pastrocchio. Lo spettatore rimane continuamente spiazzato dalla sceneggiatura, che mescola in maniera superficiale, la storia del film con fatti realmente accaduti. Il risultato è disastroso sotto ogni punto di vista. La recitazione e la regia risultano approssimative. Lasciate perdere.

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Ultima risposta 05/12/2015 01.56.50
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albert74  @  21/10/2015 12:48:39
   7½ / 10
Il film non mi è dispiaciuto complessivamente.
Certo ci sono dei lati negativi: la recitazione di Amendola è sotto tono, la recitazione complessivamente è accettabile ma gli attori andavano doppiati tutti quanti perché parlano "come magnano", come se un bimbo delle elementari leggesse un testo sul sussidiario. Stessa cantilena, stessa intonazione.
A perte questo le musiche sono eccellenti. Ci sono diversi colpi di scena e la trama è avvincente. NOn è un capolavoro - come da molti definito - ma è un buon film piacevole da vedere e con un suo perché. Riflette in pieno lo stato di degrado della capitale.

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Ultima risposta 21/10/2015 13.01.52
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venetoplus  @  20/10/2015 15:00:43
   9½ / 10
Il punto e'... perché non 10?
Non do dieci solo per la figura di nr.8 troppo "sopra le righe" (in tt i sensi..)
Non do dieci per gli ultimi 5' troppo telefonati.. (che poi ci son telefonate e telefonate sia ben chiaro..)
Non do dieci perché... beh.. perché.. boh... non lo so.. perché forse spero che Sollima non si senta arrivato ma continui a regalarci opere d'arte come questa (SI, ho detto "opera d'arte".. e lo ribadisco pure!!!!)
S E M P L I C E M E N T E S T U P E N D O

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Ultima risposta 28/10/2015 16.04.51
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  19/10/2015 01:59:47
   8 / 10
Chapeau, nulla da dire. Un affresco potente, diretto in modo splendido (v. L'agguato al Centro Commerciale) che rispolvera in gran stile il cinema di genere e il film di denuncia sociale, senza peraltro sottrarsi al piu' Classico e controverso dei dilemmi, che spero non sia solo IL MIO... Cinema autoriale o cinema di genere? Se l'eccellente Sollima avesse evitato certe forzature (i personaggi femminili, troppo...glamour, troppo overflow) e avesse concesso meno spazio al suo Referente letterario, avremmo avuto il film piu' scomodo, coraggioso e temuto (dai Poteri forti) dai tempi di "Cadaveri eccellenti" di Rosi. Non e' cosi perche' come dice Bertarelli "la realta' supera la fantasia" e personalmente trovo il testo di Di Cataldo troppo qualunquista per poter infastidire i Rei Confessi di una Certa Dinastia politica e sociale. Troppe riserve?! Davvero no, il film ti assorbe completamente mettendo sulla stessa falsariga un politico laido, un criminale, un capoclan zingaro, un tossicodipendente, un ingenuo delinquente Ostiense, un ambiguo affiliato tra politica e malavita, personaggi maschili ognuno a modo loro indimenticabili nella loro imperturbabile mediocrita' - strepitoso il Numero 8 di Adamo Dionisi (cfr. Non essere cattivo). Pierfrancesco Favino tratteggia con una bravura indiscussa il personaggio di Filippo Malgradi, la sua ambiguita' il suo doppiogiochismo il disprezzo per le regole della vita sociale. Quello che manca, appunto, al film di Sollima e' una DIRETTA ADERENZA ALLA REALTA', che non sia soltanto la spirale delle somiglianze inevitabile con Mafia Capitale e tutto quello che puo' essere connesso ai personaggi della storia. Ma e' come Un cerchio che si chiude, e in questo mix tra Gomorra e Il Divo di Sorrentino c'e' comunque la duplice affiliazione di uno Sguardo che, fuor di metafora, invade e pervade Il Parlamento, il Vaticano, la Criminalita' Romana e la disonesta' recidiva di una classe dirigente "dipinta" com'e', in una commistione di Visibilita' che ricordano, rievocandole, il Marcio che vediamo manifestarsi ogni giorno

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Ultima risposta 19/10/2015 02.01.31
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Tautotes  @  17/10/2015 19:09:01
   8½ / 10
Sicuramente un film importante, ben orchestrato e recitato. Si può definire un ulteriore capitolo sulla decadenza romana che segue La Grande Bellezza. Nel film di Sorrentino assistiamo ad una decadenza poetica, soft, quasi radical chic, e fa centro, qui invece entra prepotentemente in scena lo strato basso che incrocia l'alto, il mondo di mezzo di cui abbiamo sentito parlare per le note vicende romane. Sollima si conferma un regista di spessore. Un piccolo appunto sul finale, che avrei reso se possibile più amaro.

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Ultima risposta 18/10/2015 13.18.08
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