splendori e miserie di madame royale (1970)

Il dramma di un personaggio borderline che viene gradualmente isolato a causa del troppo amore e dalla paura di rimanere solo. Secondo me Caprioli calca troppo la mano sui clichè del mondo omosesessuale, ma descrive la parabola discendente di quest'uomo con sincera partecipazione, grazie anche ad un Ugo Tognazzi piuttosto ispirato. Non facile e comunque coraggioso girare un film del genere a quei tempi, almeno in Italia.

Non male ma dal grande Ugo mi aspettavo di più.
In questo film insolitamente diretto da Vittorio Caprioli interpreta un gay che per evitare che la figlia di un suo amico deceduto abortisca andando incontro a danni decide di aiutare la polizia arrivando a denunciare anche gli amici.
Finale amaro.
Come detto il film non è male ma da un attore del suo livello qualche cosina in più me la sarei aspettata, non nego che in alcuni momenti sia subentrata la noia.

solo il grande Ugo poteva interpretare questo personaggio, e lo fa in modo divino ( e siamo quasi 10 anni prima del Vizietto). Il film passa dal grottesco a potarci a un finale triste e molto amaro ma in questo percorso l'ho trovato troppo lento, troppo tirato alla lunga.

C'è parecchio dello spirito (da acuto osservatore e moralista) di Giorgio Scerbanenco in quest'insolito esordio di Caprioli, un Camp irriverente e travolgente venato pero' da un pessimismo noir, da una vena malinconica e decadente (come del resto suggerisce il titolo) degna di un giallo sociologico.
Travolgente la performance di Tognazzi-Alessio, e molto bravo anche lo stesso Caprioli.
L'esibizione spesso fastidiosa di tutti i clichè omosex (mosse, mossettine, travestitismo, voci stridule e altro ancora) prevarica in un film irritante, a tratti davvero insopportabile, ma antitetico proprio nella sua beffarda crudeltà.
Un film odioso, forse repellente, e proprio per questo interessante