source code regia di Duncan Jones USA 2011
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source code (2011)

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locandina del film SOURCE CODE

Titolo Originale: SOURCE CODE

RegiaDuncan Jones

InterpretiJake Gyllenhaal, Vera Farmiga, Michelle Monaghan, Jeffrey Wright, Russell Peters, James A. Woods, Michael Arden, Cas Anvar, Joe Cobden, Neil Napier, Gordon Masten, Craig Thomas, Susan Bain, Kyle Allatt

Durata: h 1.33
NazionalitàUSA 2011
Generefantascienza
Al cinema nell'Aprile 2011

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Trama del film Source code

Colter (Jake Gyllenhaal) è un soldato che fa parte di un programma governativo sperimentale per le investigazioni su un attacco terroristico. Si trova quindi costretto a vivere e rivivere, attraverso la tecnologia, la tragedia di un treno fatto esplodere da una bomba fino a che non riesce ad individuare gli attentatori. Ad aiutarlo nel suo viaggio attraverso il tempo e lo spazio ci sarà un ufficiale di collegamento (Vera Farmiga), mentre sul treno verrà supportato e s'innamorerà di una ragazza (Michelle Monaghan).

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Voto Visitatori:   7,22 / 10 (215 voti)7,22Grafico
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Voti e commenti su Source code, 215 opinioni inserite

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Matteoxr6  @  18/09/2014 22:59:35
   4 / 10
Estremamente lineare. Film di questo tipo devono necessariamente puntare su risvolti, intrecciati possibilmente, altrimenti risultano piatti e noiosi. Questa pellicola ne è un esempio. Banalissimo.

metal_psyche  @  13/10/2013 02:01:38
   3 / 10
boh, a me non ha detto niente...
ho perso 1h e 30 min della mia vita...e li rivoglio...
e non ho manco il source code per recuperarli...

sconsigliato e basta...

personaggi senza carattere, fanno pena
anche il protagonista è scandaloso

seymur  @  05/12/2011 16:57:31
   4 / 10
Duncan Jones ha tentato di cavalcare il successo di Inception a un anno di distanza dall'uscita del film di Nolan, elaborando un prodotto basato su un meccanismo fantascientifico (il "Source Code") inserito in un contesto attuale. Non ci è riuscito.

Inutile innanzitutto è l'escamotage della guerra in Afghanistan, assolutamente fuori contesto.
Il "codice sorgente" è un marchingegno troppo fantasioso per essere vero (o quanto meno per essere fantascientifico).
I personaggi, a cominciare dal protagonista, hanno lo spessore di foglio di giornale, non comunicano alcuna emozione. Grossa colpa della sceneggiatura infantile, è vero, ma anche gli attori fanno la loro parte: terribile la pur graziosa Michelle Monaghan, piatta Vera Farmiga, non adeguato Jake Gyllenhaal.
La sceneggiatura, appunto: non ci sono pathos e tensione laddove ci dovrebbero essere; non suscita alcun sentimento di compassione il protagonista; quasi, al contrario, grottesca e ridicola la sua missione di ricerca nel treno.
Sarebbe interessante il tema del loop temporale, il ripresentarsi delle stesse situazioni e prevederle, il conoscere passo passo la psicologia delle persone... Peccato che lo splendido "Ricomincio da capo" sia uscito nel 1993, e peccato che lo stesso film di Harold Ramis sviluppi questa peculiarità 100 volte meglio... E a ben vedere anche nel lieto fine vi sono somiglianze...

86marco86  @  30/10/2011 13:07:00
   5 / 10
Troppo poco verisimile. A me piacciono i film di fantascienza, però quando sono verosimili...

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castoro79  @  20/10/2011 15:03:03
   5½ / 10
Filmeto d'azione che nasce con uno spunto interessante ma che non viene sviluppato in alcun modo. Resta un'idea. Piacerà a chi ha intenzione di vedere un film con un po' di suspance, azione e una sceneggiatura mediocre. Peccato perché se ben sviluppata l'idea poteva fruttare qulcosa di più!

Lapucciosauro  @  11/10/2011 02:29:27
   4 / 10
sono letteralmente BASITO nel vedere tutti questi voti così alti! non sa di niente ed è cortissimo!

Invia una mail all'autore del commento franx  @  20/05/2011 21:02:50
   5½ / 10
A tratti ricorda l'ESERCITO DELLE 12 SCIMMIE, qui l'unica scimmia è il regista, cioè se proprio vuoi fare un film simile cerca almeno di renderlo un briciolo credibile dal punto di vista scientifico, inventati qualcosa su....

E' tutto sconclusionato, le spiegazioni date a proposito del "codice sorgente" fanno semplicemente ridere i polli...


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forzalube  @  05/05/2011 23:46:31
   5½ / 10
Dopo l'ottimo "Moon" posso anche perdonare il regista perché si tratta di un lavoro su commissione, ma questo film è decisamente deludente.

Vabbeh che la basi "scientifiche" del tutto sono molto labili, ma anche volendo ammettere di tutto il final non sta minimamente in piedi.

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Anche lo svolgimento, diciamocela tutta, non è che sia un granché visto che alla fine la sceneggiatura paga inevitabilmente

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Aggiungiamo anche i difetti già segnalati da Kowalsky nel suo commento e nonostante la buona fattura non si arriva alla sufficienza.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  05/05/2011 00:12:14
   4½ / 10
Un film spiazzante, nel senso che non si capisce la brusca virata di rotta di un regista dal quale mi sarei aspettato, perlomeno dopo "Moon", tutt'altro genere di film.
Diciamo subito che, se tecnicamente Jones riconferma le sue doti, la storia è assolutamente trita e ritrita, e dopo i primi 8 minuti (non scherzo) si può benissimo indovinarne il finale. I personaggi mancano completamente di spessore psicologico, e le dinamiche emotive che intercorrono fra di essi sono così prevedibili e banali da rasentare l'ilarità. Spiazzante anche la frettolosa risoluzione dell'enigma, ammesso che di enigma si possa parlare; tant'è che la storia in sé appare come una scusa, poco credibile, per attribuire un senso ai vari guazzabugli spazio-temporali che si iterano ad intervalli regolari.
Più che un voto al film, che in effetti potrebbe anche meritarsi la sufficienza, è un voto alle aspettative tutt'altro che ripagate. Gradevole sì, ma troppo frettoloso per coinvolgere davvero; troppo privo di quell'impronta emotiva personalissima che ha reso Moon un piccolo gioiello della fantascienza.

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/05/2011 00.13.51
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TheGame  @  04/05/2011 10:22:10
   5½ / 10
Ritorno su commissione hollywoodiana per Bowie jr dopo lo splendido "Moon". Continui e intriganti "loopback narrativi" a tener banco, senza il rischio di perdersi in spiegoni alla Nolan, snocciolano telefonati colpi di scena, frasette dalla lacrima facile, retorica spicciola e la gloria della bandiera a stelle e strisce sventolante... Ma per fortuna il finale salva il mondo, il protagonista e l'intera baracca dal fiasco...

Invia una mail all'autore del commento ziotony  @  02/05/2011 22:30:14
   5 / 10
Non capisco proprio questi gran voti, l'idea agenerale del film è anche decente , ma nulla di più , il film risulta lento fino a metà ,ripetitivo, ripetitivo, ho detto ripetitivo? Nulla è sviluppato in maniera sufficiente , alla fine ci si arrende a ciò che accade , senza farsi troppe domande , il lieto fine (lieto fine ?!?!) arriva , ma alla fine ciò che dà soddisfazione è più che altro la FINE !!!

1 risposta al commento
Ultima risposta 02/05/2011 22.46.25
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  02/05/2011 17:54:43
   5½ / 10
Sean Fentress (Jake Gyllenhaal) era un'insegnante di storia, il Capitano Colter Stevens (Jake Gyllenhaal) un elicotterista dell'esercito, ovviamente americano, in missione per conto di Zio (Sam). Donnie Darko (Jake Gyllenhaal) era una specie di eroe depresso e romantico. Adesso, in "Source Code", Jake Gyllenhaal è un insieme di tutti questi personaggi. Anche lo specchio pare indeciso, riflettendo un'immagine che non è la sua.
Prendendo in prestito la primitiva imbranataggine tipica di certi docenti (soprattutto quando sono gettati in pasto a congegni fantascientifici poco avvezzi alla loro indole), la risolutezza di certi soldati, e un viaggio nel tempo (il quale in verità assomiglia in questo caso più a un loop che a un wormhole), l'eroe della storia (presentato attraverso l'uso di tanti nomi per confondervi un po') è convinto di partecipare a una simulazione, probabilmente ideata da quel manipolo di burloni dei suoi amici (?) militar-governativi. E così se ne sta bel bello sul treno delle 7.40, nell'ora di punta, e gli basterebbero ancora 8 minuti per giungere verso Chicago. Solo che quel treno esploderà, e lui dovrà scoprire, uscendo e rientrando continuamente da quei brevi giri d'orologio, chi è l'attentatore e come ha fatto a far saltare in aria quel maledetto convoglio blindato (sul quale non funzionano i freni di emergenza, deprecabili tecnici USA!).

Partendo da presupposti che tirano in ballo la fisica quantistica, il calcolo parabolico, le mappe sinaptiche e altre ******* del genere, lo spaesamento del povero Gyllenhaal si manifesta attraverso aggressioni gratuite ai passeggeri tanto che, prendendo a cazzotti un po' tutti (neri, bianchi, gialli), prova alla cieca a evitare l'attentato. Inizialmente un po' duro di comprendonio, non è un bel vedere mentre recita roteando gli occhi e la testa nel tentativo di risultare apprensivo. Il bello è che deve fare tutto da solo, senza l'inquinamento di tanti effetti speciali che di solito riempiono le scene di film come questo.

Tuttavia l'artificiosa "riassegnazione del tempo sta alla rassegnazione dello spettatore" come il "continuum temporale sta al cortocircuito emozionale", in un'equazione matematica inventata qui per qui giusto per prendere in giro la protervia dello scritto. E' troppo facile insinuarsi nell'ostinazione scientifica di questa sceneggiatura. Il film predica il valore della vita, quando non è in grado di discernere tra il suo rispetto e lo sfruttamento; oltretutto non tenendo conto dell'importanza della salute cinematografica, sempre più irrimediabilmente compromessa nelle mani di certi trascurabili figuranti.

Come in "Moon", il sopravvalutato esordio sempre diretto da Duncan Jones, il protagonista parla con il mondo esterno attraverso un monitor, ha desideri semplici e molto umani (il tentativo di parlare col padre), e si trova chiuso in una specie di sarcofago transitorio nel quale "opera" in semisolitudine; dalla base lunare siamo passati a una capsula-tomba. Jones, figlio di David Bowie, ha il pregio di mantenere una limpidezza registica che a tratti intriga e ci avvicina a una sgradevole sensazione claustrofobica. Prima di parlare della nascita di un Autore, a mio avviso bisognerà attendere ancora: troppi riferimenti in carta carbone, deboli e un po' inconsistenti sono stati esibiti fin qui perché si possa individuare un'impronta originale e significativa.

Ma ritorniamo all'eroe tanto citato all'inizio, che altrimenti scadono gli 8 minuti. Jake, io ti voglio bene. Sono convinto che tu sia uno dei più bravi attori in circolazione. Non farti azzerare la memoria da queste sciocchezze, non cedere alle facili lusinghe di un finale dalla lacrima artificiale: l'esplorazione spirituale e l'approfondimento morale arrivano troppo tardi per emozionare davvero. La prossima volta scegliteli meglio i film, Donnie mio caro.

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Ultima risposta 03/05/2011 10.15.08
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