sorry we missed you regia di Ken Loach Gran Bretagna, Francia, Belgio 2019
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sorry we missed you (2019)

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locandina del film SORRY WE MISSED YOU

Titolo Originale: SORRY WE MISSED YOU

RegiaKen Loach

InterpretiKris Hitchen, Debbie Honeywood, Rhys Stone, Katie Proctor, Ross Brewster, Charlie Richmond, Julian Ions, Sheila Dunkerley, Maxie Peters, Christopher-John Slater, Heather Wood, Alberto Dumba, Natalia Stonebanks, Jordan Collard, Dave Turner, Stephen Clegg, Nikki Marshall, Darren Jones, Linda E. Greenwood, Mark Birch, Mark Burns, Vicky Hall, Harriet Ghost

Durata: h 1.41
NazionalitàGran Bretagna, Francia, Belgio 2019
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2020

•  Altri film di Ken Loach

Trama del film Sorry we missed you

Ricky e la sua famiglia combattono contro i debiti dopo il tracollo finanziario del 2008. Una nuova opportunità appare all'orizzonte grazie a un furgone nuovo che offre a Ricky la possibilità di lavorare come corriere per una ditta in franchise. Si tratta di un lavoro duro ma quello della moglie come badante non è da meno. L'unità familiare è forte ma quando entrambi prendono strade diverse tutto sembra andare verso un inevitabile punto di rottura.

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Voti e commenti su Sorry we missed you, 23 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  24/12/2023 11:43:35
   8 / 10
Tanti registi dovrebbero studiare da Loach sul come raccontare i drammi sociali riuscendo a creare profonda empatia con i protagonisti senza mai cadere nel retorico, nel patetico e senza l'utilizzo di "scene strappalacrime". Qui il tema portante è quello dello sfruttamento sul lavoro, uno sfruttamento presentato e indorato come un'opportunità di realizzazione lavorativa che però si rivela a doppio taglio e in cui l'unico a guadagnarci è il boss non leader. E la denuncia verso certi colossi dell'e-commerce sembra palese.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  25/11/2023 22:31:41
   8 / 10
Ennesimo bellissimo film di Loach, che invecchia ma non perde un grammo del suo rigore e del suo talento: veramente un caso unico nel panorama internazionale. Il suo sguardo delicato, empatico e privo di retorica è quello di cui avremmo tutti bisogno, se solo gli prestassimo più attenzione.

Thorondir  @  11/04/2022 12:39:00
   7 / 10
Ecco, questo è uno di quei film che andrebbero fatti vedere ai nostri politici: come la precarietà lavorativa si trasforma in esistenziale e come questo distrugge certezze e vite e di conseguenza famiglie ed esseri umani. Un film vero, che ci racconta la contemporaneità inglese, comune però a molti altri paesi. Allo stesso tempo va detto che le sceneggiature di Laverty iniziano ad essere troppo fisse sugli stessi temi e questo, unito al realismo documentaristico della messa in scena di Loach, finisce per rendere i suoi ultimi film veri e profondamente sentiti, ma anche già visti.

John Carpenter  @  20/04/2021 12:16:13
   8 / 10
Capolavoro, non in senso cinematografico, ma simbolico, è lo specchio della condizione di tantissimi lavoratori in giro per il mondo, completamente in balia di queste super multinazionali globali che non guardano in faccia a nessuno pur di fare profitto, e i governi non fanno nulla per metterli in riga. Non ho visto moltissimi film di Ken Loach, però questo e I Daniel Blake sono stra consigliati, ovviamente non a chi vuole guardarsi dei film per rilassarsi...

Oskarsson88  @  28/12/2020 16:00:45
   7 / 10
Ottime recitazioni, minimal, realistiche, veritiere. Tutti bravi, tranne che Ken Loach esagera un po' sulle sfortune del protagonista per calcare la mano sul dramma ed evidenziare ancor maggiormente i problemi della precarietà e del nuovo mondo del lavoro dato dal capitalismo digitale e la gig economy che da gig (lavoretto) diventa vero lavoro senza però tutele e diritti. Apprezabilissimo per la denuncia e per la trasposizione, anche se viene mostrato un caso limite, difficilmente si può avere così tanta iella...

topsecret  @  17/08/2020 22:24:28
   7 / 10
Ennesimo film di Loach sulla mid class inglese.
Anche questa volta il regista ci racconta uno spaccato di vita vissuta, tra precariato, soprusi lavorativi e problemi famigliari, messi in evidenza con una certa forza emozionale che di certo suscita riflessioni e critiche. E poco importa se diventa difficile entrare in sintonia con tutti i personaggi, dato che riesce comunque a suscitare una reazione da parte dello spettatore.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  27/07/2020 21:03:07
   7½ / 10
Come nel recente "Io, Daniel Blake" il problema del lavoro è all'apice della storia di Loach che racconta ancora una volta la vita semplice, fatta di piccole cose, della povera gente.
Un film di incredibile umanita' e davvero coinvolgente. Ci si appassione anche se i protagonisti sono tutt'altro che eroi anche se forse i sto sbagliando. Non è forse un "eroe" chi cerca di sbarcare il lunario per sfamare i propri figli, anche se questi sono ingrati? Niente di piu' vero.
La realta' delle cose è sempre la piu' bella e dolorosa da mostrare...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  24/06/2020 23:22:16
   8 / 10
Senti nella pelle la precarietà del lavoro nei film di Loach. La potenza del suo sguardo ti rimangono impressi e la sua capacità di adeguarsi e leggere con attenzione l'evoluzione di queste dolorose realtà è rimasta sempre brillante e priva di banalità. Il lavoro è diventato una nuova forma di schiavitù senza la minima tutela. Lavori non per vivere, ma per sopravvivere costantemente in apnea, contro il tempo che scandisce spietato i tempi delle consegne, impedendo ai due coniugi di avere una vita lontana dalla normalità. Più lavorano, più sono sommersi dai debiti, perchè ogni imprevisto ricade sulla tua pelle e paghi le conseguenze dell'imprevisto. Un loop da cui non si può uscire. Prima c'era la disoccupazione, adesso nuove forme di schiavitù. Chiedere il sussidio per il protagonista è una cosa poco dignitosa, ma di dignità in certi campi lavorativi sei comunque destinato a perderla.

Budojo Jocan  @  07/06/2020 15:07:51
   8 / 10
Loach precorre sempre i tempi, già nel 2019 immaginava che sarebbero arrivati gli striscioni con scritto andrà tutto bene, ma purtroppo con questo film non è riuscito a dissuadere le masse dal rendersi ridicole e stupide. Una visione faticosa ma che andava fatta.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  29/05/2020 18:18:12
   8 / 10
Un altro potentissimo lavoro di Ken Loach, che appare in perfetta continuità col precedente (e bellissimo) "I, Daniel Blake".
Il cinema impegnato di Loach questa volta ci mostra da vicino la vita dei nuovi schiavi della dittatura liberista, i dipendenti "autonomi"; l'esistenza dei lavoratori con contratti a "zero ore", dove ad essere azzerate sono le tutele.
Cinema vero e dolorosamente necessario.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  11/05/2020 19:49:09
   7½ / 10
Ennesimo ottimo Loach ,ennesima variante sul tema precariato e conseguenti riflessi familiari come ad esempio nel precedente Io Daniel Blake.
sempre molto attuale,angoscioso ,pessimista e cupo il regiista ci offre una scenggiatura completa di s***** che possono succedere ad un uomo medio nella vita di tutti i giorni .. Forse Loach esagerara un filo , non può andargli tutto così male e nemmeno mezza gioia ..
Comunque resta un gran film drammatico e alla fine quasi disturbante

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER.
Buona prova degli attori non professionisti ..

TheLegend  @  23/04/2020 19:55:34
   7 / 10
Film vero,attuale.

AMERICANFREE  @  06/04/2020 19:39:27
   7½ / 10
Mi ha molto emozionato questo film, la storia e' quella di tante persone che hanno problemi famigliari e lavorativi. La recitazione mi e' sembrata di alto livello, soprattutto il protagonista. Consigliato

7219415  @  07/03/2020 23:20:13
   6 / 10
Sinceramente mi ha deluso

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  03/02/2020 17:21:02
   7½ / 10
Loach è una garanzia per i film impegnati socialmente.
Questo è molto attuale, ben recitato e con una sceneggiatura d'acciaio.
Duro, pieno di verità e di rabbia.
Un grigio perenne.

130300  @  25/01/2020 20:24:30
   8½ / 10
un pugno nello stomaco! da vedere assolutamente

marimito  @  25/01/2020 08:47:17
   7½ / 10
Film angosciante, ripropone il tema delle nuove schiavitù, quelle del lavoro senza diritti, quelle del lavoro precario che precarizza anche l'esistenza. Come Ken Loach riesca magnificamente a rendere asfittico il clima all'interno del cinema sin dalle prime battute e fino alle ultime è qualcosa difficile da comprendere. Ci sono registi che sono scrittori di immagini.

Crabbe  @  19/01/2020 01:27:46
   7½ / 10
Un pugno nello stomaco di Loach ai tempi di Amazon.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  13/01/2020 01:14:23
   8 / 10
Dagli anni 50" l'Inghilterra affronta nel cinema il conflitto sociale, e lo ha fatto con Reisz Anderson Schlesinger (nel suo periodo inglese), e via via fino a Ken Loach e Mike Leigh. La storia degli inglesi è molto diversa dalla nostra, ma è come attraversare un unico porto con le navi alla deriva (vedi Sindacati assenti) dove si sta peggio di quando si stava peggio. Il riferimento al Red Wedge e alle battaglie (spesso vinte) dai minatori negli anni 80" in pieno Thatcherismo è emblematico. È sicuramente un regista che, pur se tra alti e bassi, ha ancora moltissimo da dire, il film è splendido e stavolta non c'è alcuna enfasi demagogica, ma si racconta, descrive, la Realtà nuda e cruda. L'odissea di una Vita spesa per dare un futuro ai figli (e magari sì questo è un poco forzato). Si entra dentro il film con una Rabbia che ormai è impotenza, come nel discusso epilogo. Finisci per assolvere quel mondo Bastardo che guarda solo al profitto, na capisci che chi sta dall'altra parte non può agire diversamente. È una sceneggiatura coi fiocchi, amarissima, e pensare che tanti anni fa questi problemi li sentivamo sollevare nelle comunità Afroamericane nei ghetti di New York e Los Angeles, oltreoceano, nel segno di una discriminazione di quartiere, di razza

adrmb  @  06/01/2020 22:17:07
   7 / 10
Ken Loach lo conosco ancora poco (ahia, mannaggia a me, presto mi recuperò anche i suoi film più vecchi) ma da quanto ho capito è sempre stato coerente e integro nel raccontare i disagi e le problematiche delle classi sociali meno abbienti.

Questo non fa eccezione, mi piace come continui il discorso - per me - iniziato con 'I, Daniel Blake': un ritratto in medias res di questa famiglia che si sobbarga ogni giorno tra sacrifici, debiti e impegni lavorativi facendo forza sulla propria unione, e improvvisamente si trova scaraventata in una spirale di avvenimenti imprevisti e distruttivi. Molto bello il modo in cui questo clkimax viene rappresentato, ponendo di fronte i cedimenti e le richieste più disperate delle singole persone di fronte al burocratico, freddo e meccanizzato mondo dei corrieri e consegne. Poco importa che a volte secondo me Loach calchi un po' troppo la mano con le s***** di questa famiglia (pure menato, eddai!), il film nel complesso ne esce fuori in maniera dignitosissima proprio in virtù di quella "integrità" di cui parlavo prima. Ah, neanche il finale sospeso m'ha fatto troppo impazzire, sicuramente lascia lo spettatore nel medesimo stato di incertezza dei protagonisti, però allo stesso tempo la mancanza di un finale netto (riusciranno a venire a capo di tutte le spese e i debiti accumulati?) rischia di infastidire.

(A un certo punto, una vecchia paziente della moglie canta quella che ha tutta l'aria di essere una ninna nanna traditional britannica; scopo del 2020: ritrovarlaaaaa)

2 risposte al commento
Ultima risposta 13/01/2020 23.42.34
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Manticora  @  03/01/2020 16:13:38
   8 / 10
Ancora una volta Ken Loach narra una storia "normale" di una famiglia alle prese con il lavoro, e le sue conseguenze. In questo caso il padre di famiglia che decide di mettersi in proprio e lavorare per un compagnia di consegne pacchi(amazon o giù di lì). Il tutto ovviamente mostra la follia del sistema legato al mondo delle consegne, dei rider, degli autisti, in cui bisogna correre freneticamente per arrivare in tempo, non sfasare le statistiche e soprattutto far guadagnare le compagnie di commercio on-line. I personaggi sono come sempre tratteggiati benissimo, Loach non cede questa volta al voler virare la storia in tragedia e lascia un finale duro, forse ineluttabile ma aperto. E come primo film del 2020 fà veramente riflettere.

Sestri Potente  @  02/01/2020 07:17:47
   7½ / 10
Un film di denuncia sociale, in cui una famiglia si trova alle prese con le difficoltà quotidiane legate al mondo lavorativo ed al rapporto con i figli.
Nel mirino di Ken Loach una società in franchising che non offre la minima tutela al lavoratore... Un film triste ma che fa riflettere

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