BV (Ryan Gosling) è un musicista che cerca il successo con l'aiuto della compagna (Rooney Mara) e del suo produttore Cook (Michael Fassbender). Tra i tre si stabilisce un legame che va oltre il semplice rapporto professionale e che coinvolge presto anche la giovane cameriera Rhonda (Natalie Portman). Nasce così una relazione intima e passionale in continuo bilico tra amore e tradimento.
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Un esperienza terribile...ovviamente conosco bene il cinema di Terrence Malick e quindi non e' che sia sorpreso, ma qui si e' superato trasformando un film in un qualcosa di indefinibile e sinceramente di inguardabile. Sono arrivato alla fine con un senso di disgusto per tutta l'inutilita' che ho visto in quasi 125 minuti di cose nonsense. Lo sconsiglio a tutti pure agli amanti dei primi film di Konchalovsky.
Song to Song, una delle opere più belle degli ultimi anni al cinema, elogio del vivere, del voler vivere, qualunque esperienza meglio di nessuna esperienza. È un circo inferno di dubbi e auto-manipolazioni della mente segregata fuor dall'anima, del come voler vivere liberi un'idea di libertà, del sesso, mezzo di degrado lirico per s\familiarizzarsi dalla prigione natale, e sesso, dicevo, poetrificato da Malick a forza di rintocchi di mani dietro le vetrate e pance accarezzate e schiene e colli svelati dietro capelli multicolori e lenzuola e capezzoli accennati e questo capolavoro è tutto un vivere di ammucchiata poetica, di canzone in canzone, di treccia in intreccio e tacchi e di neon umidi e pantaloni slacciati, e poi c'è la piscina, a pelo d'erba, e loro due, la scimmia malvagia posseduta da un dolore sordo e irragionevole di dollari e lacrime, e l'altro, e davanti un palcoscenico acqueo, quello del tutto in vendita, del tutto in caduta libera, del tutto, del dammi e avrai, dell'orgiastico capitalismo genitale dello spettacolo. E invece ami il dolore, tu, meraviglia errante senza pace, perché ti fa sentire viva, e allora sì, è strano sapere fino a cosa riesci ad abituarti, velocemente, che è la chiave dei passaggi di coppia, velocemente chiavi e velocemente mostri case chiavi in mano, scomparsa e comparsa e passeggera veloce, sintassi di funerali, le urla contorte dai parcheggi, la sintesi di pogarsi l'anima addosso in ogni rappresaglia del corpo (la scena iniziale, una magia polverosa di polpacci), e una meravigliosa Patti, santa guerrigliera dal cuore sdentato, e Iggy, capolavoro umano di nervi rock, e poi divani e letti sfatti e cuscinate e sorrisi e fiori strappati e Chiese e Texas, e la morte, quella dell'approssimarsi, la più venduta, la più temuta, quella di un genitore, il lungo perdono in prova che ha il suono muto dell'addio e del - ehi, è tutto diverso da come ce lo aspettavamo - e poi miracoli sull'intonaco e nell'erba, solletico, nocche che accarezzano porte, lacrime scendere sulle finestre, e redenzione, e qui Malick rallenta, sommo, l'ho capito meglio alla seconda missione cinematografica, giunto ad Ovest capovolge il nastro, ci ricorda che la fine è scritta nel principio, ci rammenta la violenza della poesia quando ti apre gli occhi, la necessità del tornare indietro (il Kaspar Hauser e tutto il resto di Herzog, Synecdoche NY di Kaufman e ancora Ratatouille della Pixar), e quindi rallenta Terry, nelle mani che si sporcano primordiali e sui pozzi e nel fango e accanto a torri che si stagliano nel cielo accecandoci di bellezza come bagliori metallurgici e poi, travalicando ogni oltre d'immagine - l'erba (autocitandosi), un inizio, un nuovo inizio sul finire del giorno al tramonto, sul finire dell'impero del male ecco il nuovo mondo: tornano le cose semplici e il film rallenta ancora, perché lei dice, finalmente - "più lenta - è una storia d'amore". E allora lo abbiamo capito lì Terrence, quel punto fermo, quel tornare a piedi, o a remi, sul fiume, senza più cadaveri al neon di nemici che abbiamo semplicemente dimenticato, quel calmarsi del realizzare e della misericordia e del suo averne bisogno, quel tornare al ritornare e al ricominciare daccapo, come un bambino, e del perdono di se stessi quando non fa più paura perdonarsi, con la lentezza dell'amore, perché se gli innamoramenti riempiono i posacenere del mondo, l'amore conosce il perdono, il nonostante tutto, il nonostante te, il nonostante me.