snowpiercer (2013)

Deludente la parte finale.
Il regista sembra voler concludere la storia mostrando la speranza che i due soggetti rimasti in vita sopravvivessero.
La realtà è che la teoria del cinese è semplicemente assurda, tutta quella neve e ghiaccio hanno bisogno di centinaia di anni, se non di più, prima di sciogliersi. In più il treno è stato completamente distrutto negando i viveri per la ragazza e il bambino.
Morale della storia reale: muoiono tutti. L' umanità si estingue. Ma il messaggio voleva essere un altro ma è stato realizzato malissimo.
Avrebbero potuto far semplicemente fermare il treno, oppure avrebbero potuto far vedere che, lungo il percorso del treno, c'erano punti di terra nuda, senza neve.
Invece compare un solo orso polare (che se ha fame si mangia anche i sopravvissuti) e tutto il resto solo neve e ghiaccio.

avanzava lungo i vagoni per raggiungere la locomotiva

Il finale si vede ragazza e bimbo che escono dal treno, salvi dopo una catastrofe... qualcuno si salva sempre per dare un senso al finale... anche se impossibile.

Bene si vede apparire un orso polare, forse allora la vita sta tornando e le temperature non sono poi cosi da ERA GLACIALE. E allora? Tutta la questione del TRENO? Non potevano scendere e creare una città?

Si potrebbe andare avanti per ore nel citare questa immane marea di idiozie, ma è opportuno anche citare la sensatissima e coerente trama, dove rivoltosi cannibali che mangiano insetti (presi da dove a tonnellate, non si sa), partono alla conquista del treno dove ogni vagone è largo almeno 5 volte un vagone normale (in uno c'è addirittura l'acquario) per arrivare dal macchinista e fargli un mazzo tanto. Il sogno di ogni pendolare delle ferrovie, partire dalla seconda classe e andare a uccidere quelli di prima classe, nonchè controllori e macchinisti.

Ma veniamo al finale: questo treno che contiene cio' che è rimasto del genere umano, ma il protagonista riesce brillantemente a far morire quasi tutti, si salvano solo una cinese e un bambino africano, che sono l'unica speranza di non far estinguere il genere umano.... Ma non sembrano particolarmente preoccupati dal problema, visto che si divertono a guardare gli orsi polari. Probabilmente una sottile metafora per dire che l'uomo del futuro, figlio di entrambe le razze, non avrà piu' la ben nota "differenza" fra africani e orientali :)

Il personaggio della Swilton non dovrebbe neppure sapere quel che avviene dentro la locomotiva. e già che ci siamo diciamo pure che è senza senso, in quanto mal spiegato, l'uso dei bambini nella locomotiva.

Da un lato si vuole affermare che le classi sociali più alte nella scala gerarchica, e quindi nei vagoni del treno, possono garantire il proprio benessere solo a discapito del malessere delle classi sociali inferiori. Ma questo nel film si dimostra essere falso. Le classi superiori non vivono del lavoro né dello sfruttamento delle classi inferiori, né la classe inferiore serve a mettere a repentaglio il benessere delle classi superiori, che servirebbe a chi gestisce il potere a controllare le classi appunto benestanti col pretesto di difenderle da quelle inferiori. Gli esseri umani sono "prigionieri del treno", perché se il treno fuori dal treno c'è la morte. Nulla impedirebbe nel contesto così ridisegnato dalla sceneggiatura di Joon-ho Bong e di Kelly Masterson di creare un microcosmo felice con nascite controllate e benessere per tutti nei limiti delle risorse disponibili. E andiamo ancora oltre. Dopo aver abbracciato senza capirle e tradendole completamente le istanze sociali e socialiste proprie del fumetto da cui Snowpiercer è tratto, la sceneggiatura sembra voler abbracciare le istanze anarchiche in base alle quali qualsiasi potere è sbagliato e deviato e si legittima attraverso la sottomissione del popolo. Anche questa è una falsa traccia, poiché l'umanità descritta nel film è un'umanità gregaria, cannibale e succube di se stessa. Una massa, sia quella della classe di coda sia quella della classe benestante, incapace di provvedere a se stessa e avente bisogno di un leader per impedirle di autodistruggersi. Questa non è anarchia se non intesa nel suo primitivo senso di caos ed è invece legittimazione di qualsiasi tipo di dittatura. E qui un altro autogol degli sceneggiatori: si sono tanto persi nel raccontare l'assurda posizione degli abitanti della coda del treno da dimenticarsi di spiegare per quale ragione questi avrebbero dovuto vivere come scarafaggi e quale vantaggio questo avrebbe portato agli altri passeggeri. E non solo: gli autori si sono dimenticati di dividere il treno in varie classe sociali, mostrando al pubblico solo l'estrema povertà della riduzione in schiavitù e un mucchio di debosciati, diciamo pure benestanti, capaci solo di drogarsi e ubriacarsi. Da notare quindi la totale assenza di classi intermedie. In altre parole gli autori sembrano non aver capito una cippa non solo delle istanze sociali e socialiste, ma neppure di quelle anarchiche così come sviluppate prima nel pensiero di William Godwin e di Pierre-Joseph Proudhon, passando per Bakunin e arrivando a Tolstoj, che partono sempre da un'alta considerazione dell'essere umano, della sua ragione, del suo desiderio di libertà e di rispetto della libertà altrui e della sua capacità di trovare accordi sociali costruttivi finalizzati al benessere comune. Insomma i due sceneggiatori si sono barcamenati in crociate metaforiche senza capo né coda, malgrado il simbolismo del treno che indicherebbe il contrario.
Come corollario di quanto esposto è assurdo il bisogno della Testa di provocare un'insurrezione in Coda, fomentandola con i messaggi nei proiettili che scimmiottano la ben altra metafora del potere espressa in 1984 di Orwell attraverso il Goldstein's Book, al fine di ridurre la popolazione. In altre parole se si togliesse, come sarebbe giusto perché fondato su elementi narrativi errati, questo elemento, il film resterebbe senza trama. Ma c'è ancora di peggio. Per basilare regola di grammatica cinematografica, la storia di un film è il percorso emotivo del personaggio. Il personaggio di Curtis ricerca qualche cosa ossia di raggiungere la Testa del treno, quindi è un personaggio in ricerca e questo va bene. Quel che va male è che alla sua ricerca non corrisponde nessun percorso emotivo. Non c'è nessuna evoluzione nel suo personaggio. Questo è un altro gravissimo errore narrativo

Non si capisce come funziona il treno, non si capisce la necessità di fomentare ribellioni (per tenere sotto controllo la popolazione? Ma non sarebbe bastato regolare le nascite o lasciar morire di fame la coda?).
Non si capisce il ruolo della coda nell'economia del treno, che fanno? In che modo vengono sfruttati?.
Non si capisce come mai i due coreani con l'espolosivo non lo usino prima
Non si capisce come faccia il cattivo a ritornare in vita
Non si capisce come mai la testa del treno li lasci passare all'inizio per poi aggredirli alla fine.
Non si capisce come mai un treno tanto sofisticato abbia bisogno di bambini.
Non si capisce come mai per salvare il bambino il protagonista perda un braccio (ci sarà entrato in qualche modo no?)
Non si capisce come mai l'eletto debba essere un rivoltoso, non proprio una scelta geniale.
Infine la coincidenza bomba valanga è troppo forzata.

E questo senza andare ad analizzare i dettagli su come faccia un treno a camminare in eterno, su dove trovino tanti scarafaggi per sfamare migliaia di persone, sul perchè il personaggio della Swinton si levi la dentiera ecc.

Non si tratta di stare con la penna rossa è che ci sono proprio errori macroscopici a cui a confronto Prometeus è un film pieno di coerenza.

Un film che avrebbe potuto avere tanti finali interessanti, magari facendo vincere i rivoltosi mandando gli eletti in coda in una sorta di eterno ritorno, che sarebbe stato molto più incisivo.
Oppure staccare il treno dalla locomotiva lasciandola a vagare in solitudine.
Oppure organizzando una semplice fuga.

C'erano diverse alternative valide per riuscire a tenere in piedi una storia che così raccontata non ha un minimo di coerenza narrativa.
Peccato perchè una gestione di versa del racconto con una sceneggiatura più attenta sarebbe riuscito a rendere questo film interessante.

Alla fine due sopravvissuti escono all'aria aperta e la temperatura appare accettabile, tanto che gli stessi non muoiono all'istante e avvistano addirittura un orso polare.Ma possibile che su un treno ipertecnologico non ci sia un termometro esterno che mi dica "ehi guarda che puoi uscire, non c'è pericolo non fa poi così freddo". Forse la mia razionalità mi ha impedito di cogliere la poesia del finale, significante forse la speranza di sopravvivenza del genere umano o la certezza della sua fine, ma onestamente potevano chiuderlo meglio.