shorta (2020)

Peccato per alcuni passaggi nella storia che lo rendono ridicolo.
Buona realizzazione.

Film a tesi sull'onnipervasività dell'ambivalenza morale, che si vorrebbe dimostrare con una sceneggiatura più zeppa di combinazioni fortuite della sincronicità di Jung e Pauli (1952).

Mauro Lanari

film che soffre di una certa mancanza di originalità e ripetizione di diverse scene .
C'e' sì qualche buon momento di tensione ma in generale la sceneggiatura è povera e sa appunto di già visto.
Belle solo le atmosfere cupe e notturne e qualche momento con combattimenti crudi e ben congegnati .
Non è un horror come descritto dalla scheda .

Mi stupisco per i voti cosi' entusiastici per questo film che non mi ha mai coinvolto ne emozionato ma solo annoiato per tante banalita' e luoghi comuni.
I miserabili dello stesso genere e' indubbiamente di un altro spessore.

Ci sono delle fesserie evidenti che rendono gran parte della sceneggiatura poco credibile, ma il livello tensivo è discreto, il ritmo sostenuto e gli interpreti abbastanza calati nel ruolo, tanto che la visione fila via liscia fino alla fine.
Non si capisce che cacchio c'entri il genere horror che compare nella scheda.

Solido. Nella parte iniziale riesce ad introdurre lo spettatore in modo immediato. Nella seconda parte un po' ridondante anche se si percepisce che potrebbe accadere l'inatteso. Il ricordo va spesso al "L'odio" con un argomento che negli ultimi anni è molto discusso. Tra i film visti recentamente sicuramente tra i migliori. Protagonisti ben interpretati e con una buona fotografia.

Di primo impatto questo action poliziesco mi ha ricordato il recente film francese "I Miserabili" di Ladj Ly. I poliziotti dal carattere diverso, le periferie di una grande città (in questo caso Copenaghen), gli scontri nati dalla morte sospetta di un ragazzo del ghetto, sono temi che sono già stati affrontati. Però i due bravi registi danesi Frederik Louis Hviid e Anders Ølholm ti fanno entrare nella vicenda dopo la prima mezz'ora introduttiva, grazie alla narrazione in tempo reale ed a una direzione solida. Una discreta pellicola, abbastanza coinvolgente, ma a mio avviso niente di eclatante.

La cornice certamente riporta alla mente L'odio di Kassovitz, una banlieu nella capitale danese, popolata da molti musulmani. La vicenda è involontariamente profetica perchè non può non ricordare George Floyd e tutto il Black lives matter che ne è conseguito. Ci troviamo di fronte ad un action di grandissima qualità che oltretutto offre una narrazione che sembra figlia del Walter Hill de I Guerrieri della notte. Due poliziotti, uno più calmo e riflessivo e l'altro, una specie di Robocop in carne ed ossa, brutale e xenofobo. Imprigionati in questo quartiere proprio nel momento che il ragazzo ricoverato in ospedale dopo un interrogatorio duro alla centrale di polizia ed originario proprio di tale quartiere, tira le cuoia. Tagliati fuori, isolati del tutto ed in compagnia di un ragazzo, arrestato poco prima. Un film molto teso con personaggi che, dapprima molto stilizzati e schematici, acquistano sempre più profondità, fino a trasfromarsi dopo quasi due ore trascorse senza tregua. Esordio veramente con i fiocchi. Ben girato, ottima fotografia ed attori molto bravi. Peccato che alla Settimana della Critica lo abbiano considerato in pochi.