shame regia di Steve McQueen Gran Bretagna 2011
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shame (2011)

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locandina del film SHAME

Titolo Originale: SHAME

RegiaSteve McQueen

InterpretiMichael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware, Elizabeth Masucci, Jake Richard Siciliano, Robert Montano, Anna Rose Hopkins, Alexandra Vino

Durata: h 1.39
NazionalitàGran Bretagna 2011
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2012

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Trama del film Shame

Brandon, un trentenne che vive a New York, non riesce a gestire la sua vita sessuale. Sarà l’arrivo inaspettato della sorella più giovane e irrequieta metterà in crisi il suo stile di vita rigidamente regolato...

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Voto Visitatori:   7,11 / 10 (119 voti)7,11Grafico
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Voti e commenti su Shame, 119 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

vittorioM90  @  31/07/2013 14:21:11
   8½ / 10
"Badlands you gotta live it every day
Let the broken hearts stand
As the price youve gotta pay"
– Bruce Springsteen, Badlands

A me sinceramente, nei film, piace buttarmici. Si, liberarmi dai pregiudizi, dalle inibizioni, da qualsiasi tipo di freno, dalla paura di affogare. Chiudere gli occhi e tuffarmici, curioso di vedere ciò che accadrà. Molte volte, però, purtroppo, ti tuffi e ti schianti contro un mare finto, fatto di plastica (un po' come Jim Carrey in The Truman Show che sbatte contro il cielo di carta). Questo può accadere o perché il regista non è bravo a creare situazioni credibili, a descrivere i sentimenti, oppure perché le interpretazioni degli attori sono scarse e non c'è proprio verso di entrare in empatia con i personaggi. Ma non è questo il caso. In "Shame" di Steve McQueen, infatti, si riesce veramente ad immergercisi, fino in profondità, rischiando quasi di affogare. Ed io adoro quella situazione.
Quando accade questo, per quanto mi riguarda, si può dire che il regista ha fatto centro.
Tanto di cappello quindi a Steve McQueen che al suo secondo lungometraggio dopo Hunger, è riuscito a dare un'anima a questo film, pur trattando una tematica scomoda e raffigurando un personaggio "insolito" reso però estremamente credibile da un'interpretazione magistrale di Fassbender (provate a vedere i suoi primi piani, per esempio, mentre la sorella canta o durante l'ultimo rapporto sessuale). Un Fassbender che con questa prova si è conquistato un posto nell'olimpo dei migliori attori attualmente in circolazione, capace di reggere un intero film sulle proprie spalle apparendo sicuro e sincero in situazioni per niente semplici.
A discapito quindi di una fotografia gelida, (bellissima tra l'altro) tuta incentrata su toni di blu, grigio e celeste, il film appare vivo e profondo.

Di cosa parla? E' di sicuro un film su una perversione, ma prima di tutto è una splendida raffigurazione di un sentimento forte come la solitudine, quella più straziante, immobilizzante. Fassbender è un erotomane, un uomo ossessionato dal sesso , che per lui rappresenta la sola ed unica via per scappare dai propri fantasmi, da un passato incerto di cui sappiamo pochissimo, ma che comprendiamo essere stato estremamente traumatico ("Non siamo cattive persone. E' solo che veniamo da un brutto posto"). Fassbender corre e scappa da un disagio esistenziale avvolgente. Come in Hunger, anche qui si si trova imprigionato, ma queste sbarre forse sono ancora più resistenti, queste catene fanno ancora più male.
Lo vediamo masturbarsi, scopare in continuazione, raggiungere orgasmi con il volto sofferto e dilaniato dal senso di colpa e dal disprezzo per se stesso. Ma lo vediamo anche non riuscire a fare sesso proprio l'unica volta in cui oltre al desiderio carnale c'era anche del coinvolgimento emotivo (una delle sequenze più angoscianti dell'intera pellicola). Ha un ottimo lavoro e vive in un bellissimo appartamento con una splendida vista sulla metropoli, ma asfissiato dal suo malessere, schiavo del proprio corpo e delle proprie pulsioni, lo vediamo muoversi a stento nel mondo.

Questo inferno, fatto di solitudine non riguarda solamente Brandon, ma anche la sorella Sissy, interpretata da una altrettanto brava Carey Mulligan, anch'essa profondamente triste, incapace di trovare la propria posizione nel mondo, bisognosa di attenzioni. Una ragazza estremamente fragile, con un tentativo di suicidio nel passato, forse più di uno...Tra i due, malgrado le tenere e struggenti suppliche di lei, non c'è mai una vera comunicazione. La dolcezza di Sissy, infatti, si schianta sempre contro quel muro che Brandon si è costruito attorno. E ci si potrebbe davvero scrivere un trattato di psicologia, sul personaggio interpretato da Fassbender, che in alcuni momenti sembra volersi arrendere, crogiolarsi nello schifo, quasi a voler dimostrare a se stesso di essere una *****, mentre in altri frangenti sembra reagire, tentare di dar finalmente una svolta positiva alla propria vita.

In un certo modo, mi ha ricordato il Mickey Rourke di The Wrestler, o i tanti protagonisti della canzoni di Bruce Springsteen, immersi nelle "Badlands" , in bilico tra l'essere sul punto di arrendersi, reagire, sollevarsi e poi fallire ed arrendersi di nuovo.

Per tutta la durata del film, domina un senso di desolazione, mentre sprofondiamo insieme a Brandon in questa claustrofobica discesa negli inferi. La telecamera di McQueen lo accompagna con il fiato sul collo, non gli concede un momento di privacy, ma niente sembra mai eccessivo. Non sembra esserci un gusto per lo scandalizzare fine a se stesso come si trova, purtroppo, in molte altre pellicole. La regia è a tratti virtuosa, ma mai fastidiosa o disturbante. Di sicuro non siamo di fronte a un capolavoro della settima arte, visti i diversi difetti che possiamo trovare (se proprio vogliamo), ma si tratta in ogni caso di un grandissimo film, uno dei migliori degli ultimi anni.
Un film monumentale, potente e sincero, a tratti straziante, ma che con sicurezza e facilità riesce a penetrare il cuore.

Girato in appena 25 giorni, tra l'altro.

"Everybody's got a secret Sonny
Something that they just can't face
Some folks spend their whole lives trying to keep it
They carry it with them every step that they take
Till some day they just cut it loose
Cut it loose or let it drag `em down
Where no one asks any questions
Or looks too long in your face
In the darkness on the edge of town "
-- Bruce Springsteen, Darkness on the edge of town

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