Frank Serpico é un giovane poliziotto di New York entusiasta del suo lavoro, ma quando scopre che tra i suoi colleghi regna la corruzione fa il grave errore di denunciare il fatto ai suoi superiori. Da quel momento la sua vita diventa insopportabile, dovrà sempre guardarsi le spalle..
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1974, Lumet presenta al pubblico la storia Frank Serpico poliziotto di New York che, ostacolato da un sistema corrotto, si batterà fino alla fine per poter lavorare in modo pulito lontano da "mazzette" e da loschi affari… Il tutto è tratto da fatti realmente accaduti… (Serpico poliziotto paradigmatico di una New York allo sbando abbandonò la "grande mela" per trasferirsi in Europa, precisamente in Svizzera, per allontanarsi dal pericolo rappresentato, in quel frangente, da losche vendette…)
"Serpico" è un film pesante (per le tematiche), la storia infatti è incentrata su un giovane e onesto poliziotto che non accetterà mai i "contributi" economici, all'epoca tale clamoroso quadro di corruzione esposto da Lumet nel suo film riecheggiava pesantemente nella società del tempo "marcia" non nei rioni di una malandata New York ma nel ventre, nell'organizzazione dello stato, ovvero nel corpo della Polizia!
Il film, ponendo in modo imperioso le proprie basi sull' eccentrico Serpico, diventa (quasi) un documentario screditando, esponendo a 360 gradi il "giro" poliziesco legato all' illegalità del tempo (e forse anche di oggi…).
Lumet propone dunque una sceneggiatura compatta, magari poco brillante ed intrecciata ma di grande impatto mediatico, inoltre la fotografia, le musiche, le atmosfere e il cast costellano in modo definitivo il quadro delle positività di tale prodotto cinematografico degli anni settanta. Elogiando il cast comunque è logicamente un dovere lodare (su tutti) Al Pacino in una prova praticamente impeccabile, inoltre è curatissima la sua immagine, insomma Lumet regala alla cinematografia l'ennesima icona, ovvero la figura immacolata di uno sbirro corretto e al momento giusto spregiudicato e violento.
"Serpico" resterà un film indimenticabile, nella pellicola Noto una grande serie di pregi ma (purtroppo) una serie di "difettucci". Insomma la pellicola è sotto alcuni aspetti fin troppo prolissa, inoltre la quasi assenza di azione e l'interminabile introduzione di dialoghi spinge il film sui binari della monotonia costernata da una cospicua dose di noia e (a tratti) di prevedibilità; ovviamente queste "carenze" vengono nascoste dall'importanza, dal messaggio del film che sfida, sotto l'icona dell'intramontabile Al Pacino, stato e polizia trascinando lo spettatore spesse volte in un viaggio tormentoso nel nome della Giustizia e della Onestà, concetti troppe volte violentati dalle classi alti e (pseudo) esemplari della società…