Agnese, sedici anni, viene sedotta dal fidanzato della sorella Matilde. Il babbo pretende le nozze riparatrici, ma il seduttore nicchia. Costretto con le maniere forti, quando l'uomo accetta è Agnese a rifiutare. Il gentore non demorde e la giovane minaccia di rinchiudersi in convento.
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Un Germi particolarmente ispirato dirige subito dopo il suo sublime capolavoro "Divorzio all'italiana" (1961) una esplosiva commedia, ricca di gusto e di ironia, interpretata da Saro Urzì, Stefania Sandrelli e Aldo Puglisi: "Sedotta e abbandonata". Scritta con la collaborazione di Luciano Vincenzoni e del celebre duo Age & Scarpelli, la pellicola prende ancora una volta luogo in Sicilia, in un villaggio particolarmente pittoresco e macchiettistico, dove il senso dell'onore figura in ogni individuo, in modo quasi grottesco, e dove non c'è spazio per la razionalità. La trama si apre su scenari sempre molti ampi, dando comunque anche l'idea forte del tragico e del triste, come possiamo vedere nella figura dell'Agnese, una ragazza appena quindicenne che viene messa in cinta dall'ipotetico cognato Peppino. Gli attori danno interpretazione a dir poco strepitose, su tutti Urzì che domina davvero la scena, ma c'è spazio sempre maggiore per una grandissimo Lando Buzzanca, che riesce ad infondere al suo personaggio un senso di indecisione e di spensieratezza unico. La colonna sonora sublime di Rustichelli fa il suo mestiere e Germi realizza il tutto con accuratezza, lucidità ed ironia.