Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Dramma di incredibile intensità che narrà l'amore di Philip Carey, un giovane prima aspirante artista poi studente di medicina, per Mildred, una giovanissima cameriera. Questo amore diverrà ben presto malato, una sorta di catena che lo legherà indissolubilmente a lei, la quale lo sfrutterà a proprio piacimento, specie nei momenti in cui la sua vita starà andando alla deriva. E lui l'aiuterà ogni volta, anche a costo di rovinare ciò che fin lì ha costruito. La luce in fondo al tunnel Carey inizierà a vederla soltanto nell'ultima parte della pellicola e si materializzerà un pò più concretamente con un bel finale.
Un film che tratta un tema forte per l'epoca (probabilmente al giorno d'oggi non avrebbe destato alcunché) e che, pur risentendo dei quasi 80 anni, riesce a catturare l'attenzione dall'inizio alla fine. Un paio di punti forti sono sicuramente i numerosi primi piani che ci regala Cromwell (grandissimo quella prolungato della Davis intenta a bere una coppa di champagne) e le interpretazioni. La coppia protagonista è strepitosa: abbiamo un Leslie Howard perfetto in quei suoi continui sbalzi d'umore e nell'assoluta mancanza di fiducia in sé stesso; e poi beh, poi c'è lei, Bette Davis. Dopo svariati rifiuti di registi che non la consideravano abbastanza attraente (anzi, proprio brutta), gli si è presentata questa occasione e l'ha sfruttata mostrandosi all'intera Hollywood per la grandissima attrice che era. Superlativa lei, così come la cattiveria che trasuda dal suo personaggio: avida, approfittatrice, perfida e tutti gli aggettivi più disprezzanti che possono venire in mente. Memorabili i suoi continui "si può fare" agli inviti di Carey, quasi a dimostrazione dell'indifferenza che nutre nei suoi confronti. Insomma, direi un film imperdibile per gli amanti del cinema d'autore e della stessa Davis. Avranno modo di vedere il momento della sua consacrazione nel cinema che conta, quello a cui poi regalerà (oltre a Mildred) ancora molte tra le più perfide e crudeli figure femminili di sempre.
Il film che diede la svolta alla carriera della Davis, e che la accostò per la prima volta alla figura della femmina profittatrice e senza scrupoli. E' una storia di un amore malato che si manifesta sia veementemente che sottotraccia, in cui i personaggi sono in balia delle proprie pulsioni e dove spicca un messaggio di tolleranza verso il diverso che oggi verrebbe però considerato quantomeno ingenuo. Datato in generale, ma con una regia briosa e due attori protagonisti portentosi.
Grandioso melodramma psicologico sul rapporto morboso e masochista che lega un complessato studente di medicina ad una volgare cameriera usurpatrice e crudele. Il titolo originale (circa "del piacere umano di farsi legare") ben racchiude in se la stordente carica erotica della vicenda e gli attori riescono a rendere appassionante un film nella forma irrimediabilmente datato, nonostante il regista Cromwell indovini la scelta di inquadrare i personaggi spesso con grandi primi piani di notevole ambiguità (un particolare che mi ha ricordato non poco lo stile di Johnathan Demme). Straordinario l'elegante Howard ma davvero sensazionale la Davis che con questo ruolo diede il via ad un inesauribile galleria di donne approfittatrici e malefiche nel loro irresistibile fascino. Da non perdere.