salo' o le 120 giornate di sodoma regia di Pier Paolo Pasolini Italia, Francia 1975
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salo' o le 120 giornate di sodoma (1975)

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locandina del film SALO' O LE 120 GIORNATE DI SODOMA

Titolo Originale: SALO' O LE 120 GIORNATE DI SODOMA

RegiaPier Paolo Pasolini

InterpretiPaolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Umberto Paolo Quintavalle, Aldo Valletti, Caterina Boratto, Hélène Surgère, Sonia Saviange

Durata: h 1.57
NazionalitàItalia, Francia 1975
Generedrammatico
Tratto dal libro "Le centoventi giornate di Sodoma" di Marchese Donatien Alphonse François De Sade
Al cinema nel Settembre 1975

•  Altri film di Pier Paolo Pasolini

Trama del film Salo' o le 120 giornate di sodoma

Ambientato nel 1944 nello stato fascista di Salò, il film narra le vicende di quattro Signori che si chiudono in una villa decadente con quattro Megere e una schiera di giovani ragazzi e ragazze, figli di partigiani. Le loro giornate, divise in una struttura da inferno dantesco si dividono in un Antinferno e tre gironi: Girone delle Manie, Girone della Merda e Girone del Sangue e sono una discesa senza ritorno nella perversione e nella crudeltà umana.

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Voto Visitatori:   7,84 / 10 (190 voti)7,84Grafico
Voto Recensore:   9,50 / 10  9,50
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Voti e commenti su Salo' o le 120 giornate di sodoma, 190 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  25/10/2009 12:00:12
   9½ / 10
Difficile contestualizzare l’estrema opera di Pasolini in questo o quell’altro argomento. Ma assilla. Assilla proprio perché estrema. Ed è estrema in primo luogo poiché profondamente colta. Cinema, poesia, politica, sesso, umanità - quale è il termine primo di questa atroce allegoria?
L’iperrealismo - non più neorealismo - simbolico è ciò che di più perturbante sia stato messo su schermo. La villa è l’inferno, i diavoli sono i fascisti, e i dannati giovani figli di partigiani.
Conosciamo bene la posizione politica di Pasolini, ma invero la simbologia dell’opera assurge ad un mero valore artistico: De Sade, Dante sono i vati che accompagnano il viaggio abissale di Pasolini. Il contesto storico è preso a modello d’una condizione universale, nata prima di Cristo (ho in mente “Il vangelo secondo Matteo”), ancora attuale e irredimibile. Non esiste il paradiso, esiste solo l’inferno. Che è la disparità sociale. Ove i potenti sodomizzano i deboli, impongono loro i propri ordinamenti perversi, godono delle stesse aberrazioni atte a punire gli indifesi.
Ed è il sesso, vissuto in maniera problematica dallo stesso autore, l’aspetto che maggiormente viene alterato. L’eros perde il suo valore positivo e acquista una profondissima negatività.

Accompagnato dai racconti di quattro vecchie meretrice, e commentato dalla fallace erudizione delle note del piano - ma la musica si darà al silenzio, tragicamente - in un crescendo di follia, disgusto, orrori e supplizi, il cammino attraverso il cerchio Dantesco trova il suo apice sadico nelle atrocità del finale; che scrutate attraverso un binocolo (un grande espediente che evoca una sfocata visione infernale), non trovano termine - se non nel ballo tra due ragazzi, che riaccendono la musica - e si protraggono in eterno.

Triglia  @  28/09/2009 23:03:12
   3 / 10
Film pessimo!!! Veramente orribile!! con tutto il rispetto per Pasolini, ma questo film mi ha fatto ribrezzo!!

9 risposte al commento
Ultima risposta 11/12/2011 23.17.43
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Dr.Orgasmatron  @  26/09/2009 12:57:35
   10 / 10
Un numero (4) che ricorrerà per tutto il film (4 borghesi riuniti con 4 meretrici, film diviso in 4 gironi danteschi) e dei giorni (120) nei quali i "Signori" potranno disporre a loro piacimento delle prestazioni di una schiera di poartigiani o figli di partigiani all'interno di una mega villa protetta dalle forze fasciste. Il film italiano più discusso è un capolavoro immenso adatto a stomaci forti. All'uscita fu immediatamente sequestrato e, dopo infinite peripezie legali, amputato di circa 20 minuti. Estremo e sadico, ma anche tanto intellettuale.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  07/09/2009 01:57:01
   8½ / 10
Da quel poco che so di questo autore plurimo, l'apoteosi di Pasolini, l'esasperazione di tutte le sue tematiche, il ribaltamento del sesso proposto nella trilogia della vita.
Il film, in un modo o nell'altro, dovrebbe colpire tutti. Voglio dire che, anche non essendo informato sul pensiero di Pasolini, sulle sue opere, sulle particolari condizioni che lo portarono a girare Salò e sulle vicende che seguirono, chiunque può apprezzarlo, magari nel modo sbagliato, trovandolo cioè semplicemente buffo o bizzarro o estremo. Non ho studiato Pasolini, non lo conosco neanche cinematograficamente, però il film mi è piaciuto, pur riconoscendo di non aver compreso ogni aspetto metaforico che lui voleva evidenziare e di non aver affrontato prima, sebbene mi fosse stato caldamente consigliato, la visione della trilogia della vita.
Almeno però posso dire di non essere tra quelli che lo hanno visto e gradito solo per i suoi nudi, le sue perversioni mascherate da intellettualismi e la sua dimensione inamovibile di film maledetto.
Detto questo, la narrazione oggettiva è terrificante; ne deduco che ciò a cui sottende (la dittatura, il capitalismo e chissà quant'altro) lo debba essere ancora di più.
Le facce appartengono ad attori sconosciuti o quasi (Paolo Bonacelli) e bastano da sole ad esprimere la sozzeria di quel mondo infimo, una succursale dell'inferno sulla Terra (si pensi ad esempio alla faccia di Quintavalle... terribile).
Altro elemento volutamente rimarcato è l'ossimoro che denota ciascuno dei quattro signori e delle quattro donne: sadici, sodomiti, sanguinari, coprofagi, masochisti ma colti e raffinati. Basti pensare ai racconti delle esperienze passate dalle donne, narrati con un linguaggio forbito e una voce morbida.
Le perversioni, ovattate in questo modo dal parlato, appaiono ancora più potenti.
In conclusione Salò mostra abbastanza scene scandalo da far parlare di sè per altri vent'anni, ma non bisogna prenderlo come l'unico elemento d'interesse, come spesso si fa.
Da visionare.

Invia una mail all'autore del commento Il Cartaio  @  09/08/2009 23:33:52
   9 / 10
Duro, crudo, perverso e angosciante come solo P.P.P. poteva fare. Film capolavoro che mostra gli orrori psicologici e fisici che l'uomo (se di essere umano si può parlare) è in grado di incutere ai suoi simili! Inperdibile ma non adatto a tutti! IL CARTAIO

marfsime  @  09/08/2009 18:32:49
   9 / 10
Opera straordinaria di Pasolini..un film malato e altamente disturbante che mostra il lato peggiore dell'animo umano tra perversioni di ogni tipo sessuali e non..non per tutti.

calso  @  06/08/2009 17:03:03
   7½ / 10
Film fatto veramente bene...molto impegnativo e con molta crudezza...angosciante

Invia una mail all'autore del commento marcocorsi  @  23/07/2009 17:16:13
   9 / 10
Sadico, disturbante e maniaco. Gli ingredienti del miglior film di Pasolini sono questi, dove il regista mette a nudo (forse anche con esasperato eccesso portato volutamente fino alla follia) un intero regime. Censurato (si capisce bene il motivo) e mai proiettato sulle tv in chiaro. Peccato non aver potuto vedere l'opera seguente causa la prematura scomparsa di uno dei più grandi intellettuali nel Novecento.

carriebess  @  20/07/2009 15:56:43
   10 / 10
non ci sono parole. CAPOLAVORO.

bulldog  @  16/07/2009 11:18:58
   10 / 10
Il capolavoro di Pasolini,il rammarico per non aver potuto vedere i due sequel della trilogia sulla morte.

RedPill  @  09/06/2009 21:16:12
   8 / 10
Film tributo all'umiliazione, fisica e psicologica.Assolutamente sconsigliata una visione superficiale della pellicola, il tema trattato è molto delicato e necessita attenzione prima di tutto.Le immagini proposte, vanno ben oltre a quello che può essere semplice cattivo gusto o oscenità;questa vuole essere una chiara e lucida denuncia alla perversione umana alimentata dal potere e da ogni suo abuso.Per far questo, Pasolini prende due gruppi di persone diverse per età e classe sociale, li inserisce in un contesto storico già di per sè "spigoloso" e dà il via ad un vortice di violenze e sadismo veramente morboso.Il film si divide in quattro parti, la prima delle quali ha funzione introduttiva, mentre le altre tre sono la rappresentazione esplicita del fatto che non vi sono limiti alle perversioni dell'uomo.Da notare tra l'altro come le inquadrature si soffermino spesso sui volti, mettendo ben in risalto ciò che comunicano; se da una parte vi è gioia, soddisfazione e piacere, dall'altra vi è tristezza, disgusto e dolore.Oltretutto è sconcertante vedere come questi stati d'animo si alimentino a vicenda, vivendo in simbiosi l'uno con l'altro.
Film in grado di disturbare con sapiente intelligenza, come pochi sanno fare.

Enry!!!!  @  06/06/2009 15:35:32
   7 / 10
Esagerato senza dubbio.
Film duro...da vedere solo se per non deboli di stomaco...
Fa riflettere sul fascismo, sulla violenza...

#Lou  @  05/06/2009 16:05:05
   7½ / 10
Io ho guardato il film perplessa.
Quand'è finito ho guardato lo schermo nero perplessa.
Poi ho spento perplessa, ma pensavo "non ho mai visto tante schifezze e devianze tutte insieme".
Ho pensato anche che se questo film non fosse stato firmato Pasolini, sarebbe stato bocciato subito. Lo penso tutt'ora.
Però, oltre che a pensare questo, ho notato come la forma fosse priva di contenuto. Un elemento che salta subito all'occhio e si può vedere per esempio attraverso l'ambientazione (una villa elegante che fa da sfondo alle più grandi bassezze umane), attraverso il linguaggio (i seviziatori usano un vocabolario forbito e un modo loquace per esprimere e raccontarsi schifezze d'ogni tipo) oppure attraverso la cultura stessa (i carnefici son ben istruiti, s'intendono di musica, parlano di Kant, Nietzsche e conoscono persino la Bibbia, ma sono come parole prive di significato per persone che non conoscono morale. Una cultura che non nobilita l'uomo).
Partendo da questo presupposto sono arrivata a fare una serie di congetture: di come la malvagità sia insita delle bestie anche se d'aspetto umano, una malvagità grezza, ignorante che deve dimostrare, più che agli altri, a se stessa la propria forza. Da qui, sodomizzare, annichilire e umiliare la vittima sono le uniche azioni tangibili che la malvagità ha di sapersi superiore. Essa sa solo sottomettere fisicamente il corpo altrui che, come una merce, viene comprato, usato e poi gettato.
Un pò mi fa venire in mente la concezione arendtiana della banalità del male, dove gli aguzzini non sono che semplici squallidi e mediocri animali, vittime della loro stessa violenza.
Purtroppo non ne sono rimasta eccessivamente coinvolta, pur essendo talvolta rimasta schifata.

Ciaby  @  10/05/2009 19:16:56
   10 / 10
Una grottesca parata delle perversioni umane sotto il segno di un'eleganza stilistica e formale di grande bellezza.
Così come i discorsi della narratrice sono sì volgari, ma densi di vocaboli raffinati e altezzosi, il film è tutto un gioco di proporre l'unione tra sacro e profano, eleganza e volgarità, bellezza e pornografia.
Gli uomini (sia le vittime che i carnefici) non sono altro che bestie. Mangiatori di escrementi. Chi sopravvive lo fa sorridendo degli altri che soffrono, a cui viene strappata la carne, le membra, gli occhi...
Siamo tutti animali in fondo.

Un'estrema e succube rappresentazione di un potere fin troppo estremo e crudele.

Chi è fragile soffre. Si uccide. Persino chi sembrava forte.
Mentre gli altri si masturbano osservandolo.

In conclusione: un film estremo. Sconsigliato a chi non trova un senso nelle perversioni più disgustose.
Un film che lascia spiazzati tutti. CHiunque.
Anche a chi, come me, è parecchio avvezzo a molto cinema estremo.

3 risposte al commento
Ultima risposta 11/11/2009 18.09.47
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Invia una mail all'autore del commento ciaco63  @  13/04/2009 08:55:52
   9 / 10
Voglio iniziare il mio commento partendo dall'aspetto della violenza (violenza del messaggio e violenza delle immagini) vista nel film: violenza gratuita o violenza necessaria? In questo film la violenza rappresenta gioco forza, ncessariamente, l'essenza martellante sia in termini di immagini che di messaggi insiti in esse. Il film andava fatto cosi' e non in altro modo se vuoi mostrare la crudeltà estrema dell'uomo atteggiato a mo' di Potere assoluto sul destino e le vite degli altri. Credo che in questa sua opera, discutibilissima e scioccante per certi versi, Pasolini abbia voluto dare il segno di cio' che puo' essere considerato come antitesi del bene e che potenzialmente l'Uomo è capace di mostrare nelle sue estreme esternazioni. Aggiungo infine che la nostra cultura letteraria, inebriata molto delle opere di Dante e in particolare del suo 'Inferno' aveva bisogno del messaggio di Pasolini il quale, io penso, abbia voluto scardinare le dinamiche dell'Inferno dantesco con la forza delle immagini e del messaggio che afferma con amara determinazione, laddove sia presente ogni forma di Potere, una forma di ineluttibilità della violenza (di tutti i tipi) drammaticamente senza speranze ..senza un Paradiso di salvezza! E' la storia del mondo che ce lo insegna!

Neu!  @  15/03/2009 15:45:42
   9 / 10
Pasolini. non avevo ancora commentato nessun suo film. "Salò o Le 120 Giornate di Sodoma" è uno dei suoi film migliori, ma anche uno dei più sottovalutati e incompresi. apparte qualche piccola imperfezione tecnica, è un capolavoro assoluto. Pasolini rappresenta la sua visione dell'inferno con una serie di perversioni e violenze al limite della follia umana. è il suo film più pessimistico e claustrofobico, specialmente nel finale (dove le torture superano il limite del concepibile).

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  15/03/2009 15:21:04
   10 / 10
Agghiacciante. Pasolini dipinge un inferno crudele e succubo del potere. Strarodinario in tutto, ma soprattutto nel finale in cui la violenza viene osserva a turno da ognuno dei tiranni.
Un esempio di cinema crudo e cupo come davvero pochi hanno avuto il coraggio e l'opportunità di fare.

Jh0n_Fr0m_Br0nx  @  27/01/2009 19:54:10
   4 / 10
Perverso....Fin troppo perverso per i miei gusti.
Mi dispiace abassare la media ma veramente ho trovato questo film inutile,irreale e ben oltre i limiti della decenza.Pasolini avrà pur voluto rappresentare l'inferno come da sua visione....ma se il risultato è questo poteva risparmiarci quasi 2 ore di Troi@te......

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2 risposte al commento
Ultima risposta 26/11/2009 01.56.52
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Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  07/01/2009 15:59:07
   8½ / 10
Come disse De Sade autore dell'opera da cui è tratta questa pellicola: "Per l'uomo non c'è altro inferno che la stupidità o la malvagità dei suoi simili."
I ragazzi e ragazze protagonisti di questo film sono appunto rinchiusi in una villa che è in definitiva una sorta di inferno (con relativi gironi) proprio dai loro simili, quattro signori rappresentanti i poteri forti.
Film duro, crudo, perverso, allucinatorio. Davvero difficile da giudicare, non si può giudicare un genio come Pasolini.
Sconsigliata la visione ai bigotti, a chi è molto sensibile e a chi è molto stupido.
Un film che colpisce nel profondo, meritevole davvero.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  23/11/2008 14:01:47
   9 / 10
Forse uno dei film più estremi e controversi della storia del cinema, Salò riesce a sconvolgere lo spettatore mostrandogli tutto quello che è considerato tabù (oggi, figuriamo più di trent'anni fa) basando la sua struttura su una moltitudine di temi e simbolismi non facili da cogliere senza un'accurata analisi. Da non conoscitore del cinema di Pasolini appare comunque chiara la sua critica verso la borghesia e il totalitarismo -che ha avuto la sua massima espressione nel nazi/fascismo-.

Più interessante trovo il suo pensiero sulla condizione umana.
Nella discesa infernale sembra che Pasolini voglia riportare l'uomo ad una condizione primitiva, dove le regole sociali e il rispetto sono completamente cancellati e vige unicamente la legge di coloro di comandano, i quali possono dar sfogo a tutti i loro pensieri e perversioni.
Ma la malvagità e la perversione estrema è inisita nell'uomo o appartiene solo ai potenti?Il dolore inflitto dai signori è una manifestazione massima di potere, ma non potrebbe essere che gli stessi ragazzi si sarebbero comportati nello stesso modo se si fossero trovato in una condizione di comando?

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  24/10/2008 16:12:03
   8½ / 10
Ferocissimo atto di accusa contro il Potere, che si enuclea in una sorta di “viaggio” dantesco articolato in quattro (numero ricorrente nell’opera) momenti, nei quali si mettono in scena perversioni estreme quali metafora della degenerazione di chi governa la società. Tutto è concepito in un perturbante crescendo che, partendo dalle torture fisiche per poi proseguire con la violenza sessuale e la scatofagia, culmina in uno sfogo necrofilo seguito dalla agghiacciante immagine dei due ragazzi che ballano: segno di una indifferenza dovuta alla assuefazione alle nefandezze e alle crudeltà perpetrate dai Potenti di turno.
Il sadismo di cui è permeata questa scioccante (e imprescindibile) opera si pone come il paradigma della prevaricazione dei più forti sui più deboli, il cui perpetuarsi, dalla notte dei tempi, è destinato a non avere fine, ma soprattutto ad essere accettato passivamente quale inoppugnabile ed inevitabile stato delle cose, così come manifesta l’ultima raggelante sequenza.

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Ultima risposta 09/07/2009 18.38.51
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paride_86  @  13/10/2008 18:11:04
   9 / 10
L'ultimo film di Pasolini è un racconto perverso, disturbante, simbolico e volutamente disgustoso. Il regista si serve della violenza per farne metafora di potere (e del totalitarismo) che chiama altro potere, continuando un cerchio concentrico che sfocia necessariamente nel sangue, nel dolore e nella sessualità estrema, concepita come umiliazione e sopraffazione. Il film ha un impatto visivo formidabile e al tempo stesso violentissimo.

pinhead88  @  09/09/2008 17:47:50
   9 / 10
Senz'altro una curiosa pellicola del'75 di Pasolini..questo film è stato proibito per 21 anni in Italia perchè troppo "estremo",poi ultimamente è stato recuperato tra gli introvabili..Pasolini in questo film si ispira ad alcuni racconti orgiastici del marchese De Sade o anche all'inferno dantesco,per poi ricatapultarlo nella repubblica di Salò..
è un film perverso e crudo,sicuramente non è un film per tutti...o piace o non piace.

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Ultima risposta 09/03/2009 14.30.59
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JOKER1926  @  27/08/2008 15:54:47
   7 / 10
In una anomala classifica delle pellicole più orride, efferate, inumane, bestiali di tutti i tempi troviamo al vertice senza alcun dubbio "Salò o le 120 giornate di sodoma"...
Pier Paolo Pasolini si supera confezionando un Opera che ha fatto e farà per sempre scalpore…

Prima di penetrare nei remoti meandri del film è doveroso trattare (anche in modo superficiale) le "caratteristiche mentali" del regista…
Pasolini era sicuramente di sinistra, ma non doveva diffamare la destra, (il fascismo nel film non centra niente!) ma comunque viene clamorosamente infangato questo movimento…
Il "processo di diffamazione" continua… verso il finale perde la vita un ragazzo che era con la ragazza di colore (il pugno chiuso era davvero indispensabile!?!)…
Il regista introduce (per pure necessità si spera ) il fascismo come metafora del potere e poi la tralascia per riprenderla in modo fine e provocatorio verso il finale con la scena citata…
Su il tutto non sono assolutamente d' accordo, leggendo la trama (senza aver visto il film) si può attaccare gratuitamente il fascismo… Clamoroso Pasolini!

Quattro potenti fascisti (ripeto fascismo è solo metafora di potere, di supremazia…) imprigionano in una grandissima abitazione una serie di persone: vecchie putt.ane, giovani e giovane…
Lo scopo dei potenti è quello di "saziare" le proprie "voglie"…
In linea di massima lo spettatore potrebbe pensare ad un' orgia sensuale che inizia e si arresta al piacere di scopare…
Ma questa "ingenua " concezione è stroncata all'istante…
Dietro le mura della grande casa si genera l'impensabile…
I quattro "signori" circondati da giovani e giovane (alcune di esse molto piccole, quasi bambine), godranno in modo assai perverso…
Il sesso metaforicamente è il "punto di coesione" fra i potenti e i deboli…
Solo che i primi lo fanno con immenso piacere, la seconda classe è puramente costretta nell'agire in questo ambito (ovvero quello sessuale)…
Ma come detto il sesso è solo un "ritaglio" dell'intero catastrofico "mosaico" perverso…
I giovani devono mangiare addirittura i loro stessi escrementi, legati al guinzaglio leccano e mangiano cibo…
Questa pellicola è composta da scene al limite dell' immaginabile, la scena del chiodo "impastato" nella torta e poi dato alla ragazza è l' apice della violenza…(ma forse apice è esagerato! siamo solo all'inizio…)

Pasolini crea un film "Dantesco", in esso ci sono diversi richiami numerici (il numero 4), infatti su questo semplice numero si generano tutti i "tasselli" che compongono il Maestoso Ribrezzo…
Infatti sono quattro i "volti" della pellicola: il Potenti, I soldati, I servi e le vecchie "dame"…
Inoltre il regista "scompone" il film in quattro "porzioni": "Antinferno", "Prologo" , "Girone della mer.da", "Girone del sangue"…
Il film si "nutre" di violenza, mortificazioni e di meschinità allo stato Solenne…

Le vittime impotenti sono costrette a concedersi in ogni senso ai "Padroni"; la parte iniziale è molto interessante, c'è la "selezione" delle future vittime, dopo tutti sono trasferiti nel grandissimo luogo…
Ogni vittima è spaventata, incosciente di ciò che a breve si genererà dai corpi e dalle menti dei Padroni…

Pasolini esagera, i quattro potenti inglobano praticamente tutte le possibili ed immaginabili perversioni umane, sono pedofili, si eccitano nel vedere persone morire, sono omosessuali, e assurdamente malati…
Essi sono esseri ripugnanti, mangiano le feci delle loro vittime, si fanno scopare da giovani di 14/15 anni, ingeriscono urina di altri…
La cattiveria umana è illimitata, ma il regista supera questo "immaginario" limite e penetra incredibilmente nell'abisso dell'impossibile e della crudeltà assurda, impensabile , scioccante,traumatizzante …
Dopo la prima parte il film si "rassoda" e prosegue nella sua lunga "marcia" di disgusto…
"Il girone della me.rda" è una parte maledettamente crudele, le vittime ingeriscono (addirittura con cucchiai) le feci…
La tavolata "imbandita" dagli escrementi dei componenti della casa è disgustosa, a mangiare queste "delizie" sono in primis i quattro "signorotti"…
I giovani impotenti si lasciano andare fisicamente e psicologicamente, ormai sono costretti a morire (soprattutto sul piano mentale) e sottomessi non hanno assolutamente via di salvezza…
L'ultima parte della pellicola ("Il Girone del Sangue!) è la somma celebrazione della violenza allo stato Interstellare, i potenti si eccitano nel vedere ragazzi torturati; il fuoco sotto il pene, "cavate" di occhi , tagli da mattatori alle serve e torture inumane compongono l' enfasi di questa convulsa pellicola…
Le idee di Pasolini diventano pura e crudele realtà grazie agli egregi effetti speciali, fotografia buona e applausi al "maledetto" cast, gli attori praticamente inglobano l'essenza del male, della perversione…
Una mostruosa scena (durante il primo racconto della vecchia "dama") vede protagonista un Potente osannare allo spasimo la donna, l'uomo vuole tutti i dettagli sulla sua "avventura" sessuale…
"Salò" è un mosaico di scene crude e fuori da ogni logica, film destinato a poche persone (come Me), la pellicola è brutale è suggestiona a morte il pubblico…

All'epoca questa pellicola fu censurata e maledetta pressoché da tutti, numerosissimi tagli e varie animatissime discussioni…
I quattro maniaci nel film sono anche pedofili e diventano icone "mortali", estremamente pericolose per la massa (soprattutto quella giovanile)…

Pasolini dunque denuncia palesemente l'abuso di potere da parte dei potenti, il regista evidenzia in modo netto, limpido l'abisso sociale (fra ricchi e poveri)…
Come Lado anche Pasolini è spudoratamente contro la borghesia, molte le scene che lo fanno intendere…
I potenti sono persone apparentemente fini e istruite, abiti di classe nascondono i corpi malati di essi…
Ma ripeto il regista eccede generando un film mostruoso fuori da ogni canone di logica , lo spettatore sarà disgustato…

La scena finale è eloquente, Pasolini attacca nuovamente la borghesia, le giovani guardie ballano e pensano ad un roseo futuro con le rispettive ragazze…

"Salò o le 120 vittime di Sodoma" è un film che denuncia il potere (il regista comunque aveva delle idee estremiste di sinistra a Mio Avviso) dei potenti che si nascondono e si esaltano in un caldo ed elegante vestito nascondendo la loro insana voglia di perversioni e di uccisioni…
Oltre a questioni socio-politiche, Pasolini retrocede alle origini affermando con metafore e varie simbologie il male incurabile del mondo: La violenza…
Ma dietro questo grande e remoto problema ne nascono altri: la perversione, il senso di superiorità, la meschinità …
Viaggio nella massima esposizione della perversione che fa rima con Morte…
Il film quindi non si ferma all'effetto visivo (già sconvolgente) ma milita nel profondo e tratta argomenti pesanti e noti, anche se il tutto da Pasolini è amplificato in modo pazzesco, infatti il regista ha come obbiettivo soprattutto quello di denunciare le alti classi della società, potenti della politica rei di sfruttare i deboli,ma sbaglia celebrando la (presunta)c attiveria dell'alta classe in modo catastrofico, spropositato e illogico…

Comunque la pellicola bene o male impressiona lo spettatore e rimane impressa nelle menti della massa, il sangue, le violenze psico-fisiche, e le più indicibili perversioni si aggregano in questa bestiale pellicola degna di una totale e irrevocabile censura…

17 risposte al commento
Ultima risposta 09/09/2008 21.33.16
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  12/08/2008 14:15:28
   10 / 10
"Noi fascisti siamo gli unici veri anarchici"
Questa assimilazione antitetica di due concetti politici contrari fra loro è la grande trovata di Pasolini in questo suo ultimo capolavoro;
"Salò" non è solamente un film, è uno specchio, è un testamento, è un quadro maledetto, è un addio, è una fine. Consacra Pasolini uno dei cardini fondamentali del cinema italiano e della stessa storia italiana.
Salò è la morte di un'ideologia, morte già profetizzata in "Uccellacci e Uccellini", la morte di una reale analisi intellettuale sulla condizione socio-politica italiana, un tramonto predetto genialmente guardando all'Italia ora; un'Italia dove il berlusconismo e il leghismo sono al potere in mezzo alle più grandi contraddizioni (e mi rifaccio all'inizio). Pasolini lancia il suo ultimo grido in appello ai giovani seviziati dai quattro demoni, simboli delle generazioni future. Se nella Trilogia della Vita aveva guardato al passato e al presente, in questa (incompiuta) guarda al futuro..specialmente con l'ultima, geniale scena.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  05/08/2008 22:54:36
   10 / 10
un film indigesto

se avessi votato appena visti i titoli di coda non avrei esitato a propinare un 3, ma solo a distanza di tempo ho potuto capire (forse solo in parte) lo scopo delle atrocità e i simbolismi racchiusi in questa pellicola

T.r.Tancredi  @  10/07/2008 17:35:28
   8½ / 10
Premettendo, che un film del genere, non e'per gente particolarmente sensibile, o moralista, diciamo subito, che lacapicita' di Pasolini di far sprofondare i suoi personaggi nella piu' profonda depravazione umana, nella lascivita' piu' feticista, e' riuscita in pieno. Straordinaria la crudezza e il colore dato alle immagini , in cui le riprese sono accuratamente montate per dare unsenso di profonda veriticita' al contesto. Se il messaggio e' quello di legare il potere direttamente proporzionale alla perdita dell' etica e della compassione umana, beh...il regista ci e' riuscito in pieno. Percio' il voto per lamiaopinione, resta alto.

sweetyy  @  04/07/2008 16:47:40
   8½ / 10
Uno dei film più disturbanti e malati che io abbia mai visto.

lupin 3  @  25/06/2008 16:06:13
   7 / 10
Film nudo e crudo che almeno una volta nella vita va visto.
Rappresentazione libertina dove l'abuso di potere, l'umiliazione e la malvagità umana va oltre ogni immaginazione.

zoscolo  @  16/06/2008 12:51:33
   7½ / 10
premetto che è il primo film di Pasolini che vedo..avendo letto i commenti ho capito che non potevo vederlo prima di essermi un minimo documentato su Pasolini....tuttavia non riesco a dare un significato piu profondo alla pellicola non piu di quanto abbiate gia fatto voi, la violenza , la depravazione,l'indifferenza al dolore....ci sono tutte ma al di là di questo non cè piu nulla a parere mio.
Sarà che sono difficilmente impressionabile o forse perchè ho preteso troppo di capire un film del cui regista ignoro le caratteristiche...... comunque prometto che mi documenterò e guarderò altri suoi film per poter meglio capire questo....
cmq il voto non è assolutamente negativo perchè l'intento del regista l'ho colto pienamente..

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Ultima risposta 06/09/2009 09.03.17
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  26/03/2008 11:49:37
   9 / 10
Prendete quattro potenti, che nascondono la loro malvagità, pederasta, pedofili, senza valori; prendete tre borghesotte, nichiliste, maniache del sesso; prendete una decina di "soldati" complici delle nefandezze dei loro mentori, fate mangiare loro 10 pasticche di viagra ogni mattina appena svegli così da non frenare il loro istinto sessuale più perverso! Poi prendete una ventina di ragazzini e ragazzine, anche loro bestie ma non per loro volontà, e chiudete il tutto in una villa dall'aspetto ricco e raffinato ma che non fà altro che da maschera dell'inferno in cui queste persone sono catapultate! Ora fate fare a carnefici e vittime tutto ciò che non si può far vedere nel cinema ed ecco che avrete uno dei film più disturbanti della storia del cinema, seppur in confronto ai prodotti orientali sia soltanto una caramella al miele! Al giorno d'oggi infatti le scene che si vedono in questo capolavoro non sono così crude come si potrebbe pensare, ma fuse insieme riescono ad infondere la paura nello spettatore di ciò che avverrà dopo! Lo sfondo del film non è altro che una cornice intercambiabile, ben poco centrano fascisti e partigiani, qui si tratta di un viaggio all'interno della cattiveria che può raggiungere l'animo umano, cattiveria così esplicità e senza barlume di luce che resterà negli occhi dello spettatore per molti giorni come pochissimi altri film saprebbero fare! Difficile vederlo una seconda volta, perderebbe gran parte del suo fascino!

Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  14/03/2008 18:03:18
   9½ / 10
Che questo film sia un grande film è indubbio. Che sia necessario avere una conoscenza di base di PAsolini artista, anche.

La pellicola è esagerata, grottesca, dura, difficilmente digeribile, perversa e malata (come malata è la società borghese, per Pasolini, in maniera irrimediabile). Questo film è però anche una parabola sul potere (il fascismo è solo una metafora, Pasolini non era così limitato), sul sesso come mezzo del potere e sugli effetti del potere stesso sui potenti. Ma ci sarebbe tanto da approfondire. Di certo non c'è banalità, ne compiacimento.

Si parla di capolavoro. Probabilmente lo è. Io l'ho digerito male, vederlo per me è stata una sofferenza, sicuramente non lo rivedrei una seconda volta (anche se gli effetti ne verrebbero stemperati, in questo caso). Ne sono rimasto estremamente colpito, anche in negativo. Pasolini è al di là delle tecniche cinematografiche.

Scenografia e Musica sono elementi importantissimi, la seconda soprattutto. Perfetta e innovativa la fotografia.

Non mi sento di consigliare questo film, non è per tutti. Limitandosi a vederlo senza rendersi conto di quello che c'è dietro e, soprattutto, prima, rischia di renderlo indigesto. Credo si debba avere una grande consapevolezza di quello che è il pensiero del regista, nonchè l'opera di De Sade, da cui è tratto.

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Ultima risposta 30/06/2009 09.08.55
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  06/03/2008 12:52:31
   10 / 10
Sono sconcertato più che dal film stesso, dalla superficialità con cui è stato interpretato da diversi utenti.
Il film "pecca" di estremismo, di perversione sessuale, ma il sesso di Pasolini è la sua estetica narrante a cui più è affino, ed in particolar modo in questa pellicola non è altro che la metafora della vita, e della sua dignità soffocata di conseguenza.
Questa grandiosa allegoria di caratteri storici è il testamento intelligente di una rappresentazione altrettanto intelligente dell'umano e il disumano, del naturale e l'innaturale, come l'uomo la donna, le feci ed il sesso, tutti elementi ambivalentemente interpretabili nell' uso e nel consumo.
Un viaggio allegorico nell' inferno, nell'abuso di quel potere che può condurre la brama ed una specifica ideologia, anche politica.
Se da comunista Pasolini fece riferimento in particolare al fascismo, o al regime Hitleriano, dove tutto può essere collegato metaforicamente ai lager nazisti e a quello che succedeva all'interno di essi, condanna in ogni modo qualsiasi forma di potere capitalista, il film quindi può essere contestualizzato in qualsiasi epoca e frangente politico/sociale.
Fotograficamente splendido, è un vero capolavoro da vedere e rivedere, altrochè solo per stomaci robusti.

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gei§t  @  25/02/2008 16:12:48
   6 / 10
Nauseante. I carnefici usano il loro potere per compiere qualunque bestialità sulle vittime e tali abusi sembrano tanto più inumani per il fatto che lo spettatore non riesce a coglierne alcun lato "attraente"... solo si percepisce la nausea.

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Ultima risposta 22/03/2008 15.48.34
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NandoMericoni  @  16/02/2008 16:41:17
   3 / 10
film penoso e malato, il peggiore di pasolini senza dubbio...

La ricotta  @  25/01/2008 12:30:53
   9½ / 10
il conato insanguinato di un Pasolini arrendevole dinanzi a questa società.

sonhador  @  19/01/2008 01:10:49
   4 / 10
un film orrendo e inutile.. Non c'era bisogno di riprodurre un tale orrore per mostrare fino a dove può arrivare la crudeltà di molti uomini. Da parte di Pasolini mi è sembrato un ignobile tentativo di infondere nello spettatore lo stesso odio che lui nutriva per l'umanità intera. E' la mia opinione, vi prego di rispettarla.

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Ultima risposta 06/03/2008 14.13.41
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Invia una mail all'autore del commento Rusty il Selvag  @  13/12/2007 23:47:54
   10 / 10
Pasolini , pensiero pulsante in cerca di “contatto”

Ascoltare la voce di Pasolini per sentire un pensiero pulsante pieno di vita,
spesso pieno di tristezza, ma mai di rassegnazione, il sognatore non può rinunciare al sogno,
alla possibilità di trasfigurarsi verso nuovi orizzonti, dove i pensieri prendono forma utopica,
nutrendosi di speranza, una speranza “cristiana”, un cristianesimo passionale, sensibile, corporeo, come il Gesù del “Vangelo secondo Matteo”, dove domina la “VITA”, il cuore, la passione,
la rabbia verso l’ingiustizia “terrena”.
Non basta essere grandi eruditi per essere poeti, il poeta vive il proprio tempo con profonda umanità, cammina tra la gente nutrendosi di vita. Il filosofo erudito spesso è un poeta fallito, esprime la propria frustrazione rifugiandosi in una “masturbazione” del pensiero, perdendo contatto con il corporeo “contatto vitale”, senza il sentire l’altro, il pensatore rischia di ingabbiarsi in una serie di cerchi concentrici, gironi infernali, dove ciò che domina è la “MORTE”, il pensiero diventa “fredda arroganza”,istituzione, potere, repressione, tortura,uccisione del giovane pulsante di vita e di eros, nel film Salò o le 120 giornate di Sodoma domina la MORTE, figlia mostruosa del delirio d’onnipotenza fisica ed intellettuale, dove “DEMONI” nutriti dal seno del nichilismo etico, torturano le giovani prede, nulla ha più valore, la vita può essere calpestata gratuitamente da demoni con volti deformati in espressioni mostruose ed in sorrisi malefici.
Pasolini mostra un “incubo reale” fatto di crudeltà e violenza, perversioni mostruose che forano la determinazione
storico-ideologica del fascismo, scorrendo come sangue sporco nella nostra società “Libera e Democratica” e nelle istituzioni , dove di libero e democratico resta ben poco.
Si! Il sistema è ancora crudele e violento, repressivo, nazifascista!
Il mascheramento della crudeltà, una maschera rossa che danza, mietitrice di sogni e signora della peste dell’omologazione che rende schiavi della “Metropolis”,esseri non umani, alienati e trasformati in robot, programmati alla ripetizione quotidiana della “giornata di produzione” e ridotti ad oggetti non pensanti in quanto ripetitori di “chiacchiere”.
Un bel film, sicuramente non un capolavoro assoluto, è
“Crash - contatto fisico” di Paul Haggis,
dove l’assenza di contatto viene ripetutamente sottolineata, siamo distanti, rinchiusi in scatolette di metallo ed in squallide stanze, per avere il contatto dobbiamo scontrarci,
distruggere le barriere della quotidianità opprimente, che ingabbiano la nostra esistenza,
superare la cultura del “sospetto totale” che porta solo odio, disprezzo e folle solitudine.



Mika

Invia una mail all'autore del commento piernelweb  @  29/11/2007 21:47:30
   3 / 10
Visto ad oltre 30 anni dalla sua uscita nelle sale, l'ultimo film del Pasolini regista è faticosamente distinguibile da una qualunque moderna pellicola porno feticista di amatoriale livello. Le metaforiche allusioni ad una società contemporanea dedita alla completamenta mercificazione dell'individuo divengono facili pretesti per mostrare con occhio compiaciuto ogni sorta di perversione e violenza gratuita. Lo scontato pessimismo dell'autore, enfatizzato dai toni grotteschi della narrazione, da un deviante perseguimento del libero arbitrio e ad una deumanizzazione esasperata, non riesce a rapportare l'opera ad un contesto compiuto nè a ad affondare veri colpi bassi in maniera credibile ad una qualsivoglia entità sociale. L'attacco al potere e ad ogni forma di sopraffazione, debole e generalista, finisce con il somigliare molto più una ribellione maldestra alle regole dell'etica e alle convenzioni morali. Il film che ha una nutrita schiera di sostenitori, anche tra i critici, è divenuto un (s)cult soprattutto per via della sua ostentata volgarità e truculenza.

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Ultima risposta 02/11/2015 13.38.06
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benzo24  @  28/10/2007 19:45:23
   7 / 10
indubbiamente un film ripugnante, ma allo stesso tempo anche molto affascinante. è anche vero che è un film di un pervertito, ed è anche abbastanza cruento e schifoso ed esagerato, lontano dalla realtà, molto vicino invece alla perversione omosessuale. un film da vedere certo ma non è certo un capolavoro, anche perchè pasolini come regista non è certo il massimo.

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Ultima risposta 25/01/2011 15.58.33
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Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  18/10/2007 23:47:21
   9 / 10
Più che un film, "Salò o le 120 giornata di Sodoma" è un'opera d'arte o, ancora meglio, una poesia tradotta su pellicola. Una poesia dai connotati drammatici (v. Antiferno), perversi (il Girone delle Manie), grotteschi (il Girone della Merd.a) o di violenza pura (il Girone del Sangue).

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  22/09/2007 11:16:52
   7 / 10
Per quanto lo spessore e la profondità di questa opera siano notevoli, non si può negare che Salò è davvero un film difficile.
L'analisi sociologica, politica e religiosa è intesa in modo esemplare, preciso, un film profondo, ricco di riflessioni, cruento e disturbante.
Per il tempo è stato un capolavoro, contestualizzato al periodo storico si comprendono anche certe scelte stilistiche a dir poco discutibili, vederlo oggi, senza un'adeguata preparazione culturale cinematografica, lo si può vedere eccessivo e a tratti di cattivo gusto.
Insomma un film che richiede una certa conoscenza per apprezzarlo......

Personalmente, nonostante su questo film e su Pasolini ne conosca abbastanza non riesco ad andare oltre un 7 per una serie di tematiche nella cinematografia pasoliniana che proprio non mi vanno giù.

Se Pasolini ci parla di LIBERTA' SESSUALE PERCHE' VIVE IL SESSO CON TANTO SENSO DI COLPA e ancora di più quello omosessuale?
Il suo sentirsi peccatore e nello stesso tempo la sua sessualità discutibile (Pasolini andava con gli adolescenti) sono presenti in tutti i suoi film, cossichè alla fine non riesci a capire quale sia il messaggio dei suoi film, sempre ambigui e a volte sopra le righe.
Un tormento interiore che è reso benissimo nei lavori ma che alla fine non trova mai soluzione, sebbene la società del tempo una soluzione l'aveva trovata si chiamava LAICITA'!
Qui siamo in piena apoteosi, forse il suo capolavoro, sicuramente il suo capolavoro dove emergono tutte le caratteristiche positive e NEGATIVE del suo cinema

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Ultima risposta 10/11/2010 17.13.21
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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  11/09/2007 22:44:54
   10 / 10
Il testamento involontario del più grande intellettuale del XX secolo.
Una discesa agli inferi cruda, violenta, sadica ed umiliante ma al contempo grottesca e surreale.
Una lama affilata che lentamente fende la carne.

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Ultima risposta 18/10/2011 15.13.42
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InSaNITy  @  05/09/2007 20:04:28
   9 / 10
E' un fim violento, crudissimo, perverso, che a chi non ama o soprattutto non conosce Pasolini (come intellettuale in toto e non solo come regista) dubito che potrebbe piacere.
E' una pellicola semplicemente spiazzante, che solo lui poteva avere il coraggio di fare, e soprattutto, esserne in grado.
Sinceramente le scene che mi hanno più..destabilizzato, diciamo, non sono state tanto le efferate torture e le sevizie, bensì il finale, ossia: l'assuefazione alla violenza.

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Ultima risposta 14/04/2008 17.36.04
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Invia una mail all'autore del commento Andrix84  @  05/09/2007 18:54:02
   6 / 10
Esageratamente pesante.La sufficienza la meritano la prova degli attori.

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Ultima risposta 25/02/2008 23.19.50
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Hilarion89  @  27/06/2007 13:25:35
   5 / 10
Questa ultima opera di Pasolini è quella che divide la fetta di pubblico perfettamente in due parti.Da un lato c'è chi parla di moralismi e bigottismi,dando per scontato il fatto che Pasolini abbia fatto questo film solo per descrivere il suo animo e il suo pensiero nei confronti di vittime e carnefici della guerra e"non",mentre l'altra fetta di pubblico è quella che urla al capolavoro,quella che ritiene che il nudismo sia arte durante il soggiorno nella villona padana e che gli escrementi non suscitano nient'altro che interesse o messaggio politico.
Io personalmente non faccio nè moralismi e nè mi schiero contro nessuna opposizione critica.D'altronde si parla di un film che all'epoca,ma ancora oggi,fa scalpore in tutte le sue fasce.
E' il film più crudo di Pasolini ma anche fra i più maledetti del cinema italiano.
La storia narra dell'epoca nazi-fascista dove quattro donne e quattro uomini vengono portati in questa enorme villa nell'italia Settentrionale,rinchiusi e ammaestrati da quattro signorotti della borghesia e quattro megere di alto borgo.
Le vicende si dividono in quattro parti:
L'antiferno che rappresenta le virtù e le capacità di ogni giovincello/a rinchiuso nel casale e ogni perversione nichilista dei signori fascisti e dei loro militari.
Poi successivamente c'è l'era dei gironi.Il primo è quello delle manie.Ogni signora pian piano racconta le sue esperienze sessuali più perverse e sporche che ci siano all'intero pubblico nel casale,tutto ambientato in una sala chiamata"di orgie"e dove i ragazzi e le ragazze sono tenute nude e buttate sul pavimento,pronte per essere sfruttate come meglio si crede.
Il girone della ***** è invece rappresenta il rifiuto del genere umano,lo sporco che c'è in ognuno di noi e l'ipocrisia che uccide.Infatti non si fa altro che mangiare i propri escrementi o di quelli altrui.
Mentre l'ultimo girone,quello del sangue,rappresenta la mort,la sofferenza,la perdizione eterna di ogni essere vivente ormai condannato a soffrire per sempre,senza contare i loro peccati o le loro innocenze,facendo regnare solo l'indifferenza(così come si vede nell'ultima scena del ballo fra i due uomini).
Insomma un film sicuramente interessante su tutti i punti di vista,sia sul lato umano che sul lato filosofico e letterario,si parla di De Sade(autore sove si è ispirati a fare il film),si fa riferimento a Baudelaire,alle politiche chiavi di Voltaire,Artaud,Nieschte e l'ambientazione boccacesca che richiama maggiormente la cultura illuminista,dove regnava chi era padrone e chi invece doveva sottomettersi alle regole.
Regole che valgono anche in questo casale lontano dal mondo esterno,dalle macerie e dalle vicende che porta la guerra.Un regolamento che se si infrange puù causare spudoratamente la morte o chissà quale desiderio perverso dei signorotti.
Un film sfrontato che parla liberamente di omosessualità,e quì bisogna dirlo che Pasolini ha trovato pane per i suoi denti,forse non c'era bisogno di mostrarsi così tanto attraverso un semplice film politico(ricordiamo che Pasolini nella sua vita è stato accusato di pedofilia e prostituzione),due argomenti ricorrenti del film,forse fin troppo ricorrenti che possono dare facilmente fastidio,chissà forse si tratta di un castigo a sè stesso o di pura casualità?
Inoltre il film all'epoca fu enormemente accusato dalla Chiesa e denunciato sempre da essa,furono cancellate le versioni integrali perchè accusate anche di facile"pornografia"(che del tutto è anche vero),addirittura ci si mette in discussione anche l'entrata in scena di minorenni che urta non poco l'animo dello spettatore.
L'odio,la cattiveria,la sopraffazione di ogni singolo intervento,questa eccessiva voglia di far notare il lato così meschino dell'uomo,forse arrabbiato per quello che succede nel mondo e quindi colto dalle sue perversioni più sadiche e maledette.
E'recitato molto bene,i dialoghi sono di una complicità che va dalla classe al"kitch",dal gusto della borghesia fino al disgusto delle scene.
Insomma un film da 1 o da 10,lo si ama o lo si odia.Io personalmente l'ho odiato per la sua cattiveria ma apprezzato per la sua compostezza e raffinatezza al tempo stesso.E'cinema d'epoca ed è difficile che ce ne siano di così ancora oggi,ma spero che questa grossa"cattiveria"interna del regista non sia contagiosa anche ad altri...

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Ultima risposta 15/03/2008 11.55.15
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PetaloScarlatto  @  15/06/2007 02:20:13
   10 / 10
IMMENSO....

nient'altro da dire per uno dei film più crudeli, estremi e violenti della storia del cinema occidentale...

Pasolini realizza la prima parte di un'ipotetica trilogia sulla morte ( mai realizzata per la sua prematura scomaprsa ) che doveva succedere alla trilogia della vita...

Film censuratissimo, odiatissimo dai bigotti del caxxo....

La chiesa cercò di bruciarne tutte le copie, senza riuscirci ( per fortuna; ma che bruci le ****** che produce lei!!!!!!! )...

Attori talmente in parte da far paura..

Un grande Bonacelli...


Desidero, da anni, vedere il film INTEGRALE, anche se so che non esistono pù copie d'esso...


Peccato...

Dies Irae  @  30/05/2007 15:27:33
   9 / 10
il film più sofferto della storia del cinema, il più maledetto.
portare il disgusto negli occhi delle persone e da quel disgusto rendere vive le loro ipocrisie.
chiaro come una lama di un coltello, sporco come la lama di un coltello inferto nel cuore e nel cervello di un uomo.
film capace di cambiare la vita intellettiva e morale di una persona, di pulsare a lungo nelle memorie spente di oggi.
come quei pochi film che lasciano un senso di vuoto, un senso di impotenza intellettuale laddove si incontrano ira e sapienza, speranze e delusioni si confondono in rabbiose rassegnazioni.
parlare e dire ciò che si sfiora in certe visioni non è concesso credo a nessuno perchè nessuno resta lucido, in certe visioni devi solo lasciarti andare, senza logica, senza speranze.

Invia una mail all'autore del commento angel__  @  22/05/2007 17:26:53
   9 / 10
perverso,a tratti pornografico.volutamente disgustoso anche. grande film di un pasolini in stato di grazia. la malvagità e amoralità del dittatore fascista, la sottomissione delle individualità,che non esistono più,ma sono solo corpi finalizzati ai piaceri dello schiavista. crudele quasi come la realtà

AKIRA KUROSAWA  @  20/05/2007 20:34:19
   10 / 10
forse il capolavoro di pasolini. cattivo e molto crudo , ma è la vera crudelta umana che a volte purtroppo si manifesta cosi spiegata.
il film è diviso in modo analogo alla struttura infernale dantesca ovvero in tre gironi: delle manie, della ***** e del sangue e delle donne narrano dei racconti che servono ad ispirare i 4 fascisti proprio come nel decameron( storie raccontate).
perfetta la musica di morricone che trasmette al tutto un aria davvero infernale, perfetti gli attori che interpretano i ruoli dei cattivi alla perfezione.
un film per stomaci robusti perche le scene sono davvero crude, al limite della sopportazione , e proprio per questo all inizio questo film non mi era piaciuto , solo dopo averlo visto 4 volte sono riuscito a comprendere la genialita. capolavoro

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Ultima risposta 05/09/2007 20.06.58
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phemt  @  20/05/2007 16:38:42
   9 / 10
IL Capolavoro assoluto di Pasolini è un film lucido, sconcertante, agghiacciante, assurdo, esagerato, unico, irripetibile (per fortuna!) opprimente e metaforico… Il regista compie un duro attacco contro il potere e contro le bestialità umane… Quattro gironi, quattro ********, i quattro poteri istituzionali (lo stato, la chiesa, la nobiltà e la legge) che rappresentano il vuoto la bestialità umana tra stupri, torture, perversioni, manie e barzellette idiote loro sono letteralmente già fuori dal mondo, non battono ciglio davanti alle loro tremende efferatezze ma quando il soldato disertore prima di essere giustiziato alza il pugno chiuso si sorprendono, inorridiscono e non riescono a capire come sia possibile un gesto del genere…
La coprofagia, la sodomia e le violenze in genere (anche e soprattutto psicologiche) vengono effettuate su corpi che non sono più corpi, ma solo oggetti di piacere perverso, di sadismo portato all’eccesso…
Impressionante il finale, con quel grido di aiuto verso Dio che rimane praticamente nell’aria e le ultime violenze alternate alla musica di Orff che Pasolini mostra mediante una ripresa in soggettiva… Infatti a questo punto siamo noi a guardare quello che succede nel cortile (non sentiremo grida o lamenti perché in casi come questo sono le immagini a parlare), non più i signori (che infatti si alternano), ormai siamo compromessi anche noi come quei ragazzi che si vendono, che fanno la spia verso chi come loro è in uno stato di assurda sofferenza, la bestialità ha vinto, non c’è salvezza per nessuno… Se non per chi si rende conto prima quello a cui sta andando in contro e tenta la fuga, non si salverà fisicamente ma si salverà mentalmente; e se non per chi ha il talento di suonare il piano divinamente ma non riesce a sopportare quello che vede… La salvezza ci sarà solo per chi si ribella!
Perfetta la regia di Pasolini (superba la capacità di disposizione degli attori), perfetti i diaologhi, notevole la fotografia di Tonino Delli Colli… Peccato per qualche “signore” poco convincente (soprattutto per quanto riguarda la scelta delle voci) e per qualche situazione un pelo ripetitiva di troppo (soprattutto per quanto riguarda i racconti durante il Girone della *****)…
Un calcio nelle palle dello spettatore che mantiene intatta tutta la sua terribile potenza anche ad una seconda, terza od ennesima visione… Normalmente per film del genere aggiungo la dicitura per pochi ma imperdibili per quei pochi; questo invece è un film imperdibile per tutti…

Samara18  @  01/05/2007 00:20:11
   8½ / 10
Molti dicono che il messaggio che il regista voleva dare a questo film si sarebbe potuto esprimere anche con diverse immagini,magari meno forti.
A mio parere questo film non è particolarmente crudo,e non ho avuto assolutamente problemi a riguardarlo una seconda volta per capirne meglio il significato. per quanto mi riguarda,se le scene non fossero quelle che sono non si potrebbe minimamente parlare di un adattamente cinematografico al romanzo di DeSade,ovvero uno degli uomini + perversi della storia,mica uno qualsiasi.
Il tipo di violenza presente nel film,violenza fisica e psicologica,è esattamente l'intento di pasolini,ovvero il precipitare dello spettatore in un incubo dove la morte potrebbe anche essere vista come una liberazione. Un inferno dove i diavoli sono gli esseri umani,che possedendo il potere,non fanno altro che lasciarsi andare in ingnobili e sadiche perversioni su altri esseri umani. Non avrebbe fatto questo effetto se non fosse cosi com'è,e forse molti,al giorno d'oggi non starebbero ancora qui a parlarne.
L'unica nota negativa per me,sono alcune voci,soprattutto dei signori,che possono apparire ridicole,e che stonano nel concetto di questo film,disturbante e tragico. Ma soprattutto l'uso di certi termini al posto di altri più dignitosi,chi ha visto il film probabilmente capirà.
Sarebbe bello se il cinema italiano fosse rimasto cosi.
Nonostante questo film non mi abbia lasciato particolarmente scossa,consiglio di non guardarlo alle persone sensibili.

Invia una mail all'autore del commento finazio  @  01/02/2007 11:57:46
   9 / 10
Salò è un film che non tollera che ci si fermi alle apparenze. Fermarsi alle apparenze è tipico degli spiriti semplici. Salò è un film devastante, ma credere che Pasolini l'abbia realizzato compiacendosi è a dir poco superficiale. Il tormento e la sofferenza sono evidenti e palpabili, come pure è palpabile la denuncia di un modo di agire e di pensare. Le persone che abusavano dei ragazzi di Salò sono le stesse che mandavano gli ebrei e gli omosessuali nei campi di sterminio, sono i semi di una politica intollerante che sopravvive ancora oggi, che pretende che ogni legge di questo Stato sia approvata dal Vaticano, che vuole porre su piani diversi i bianchi e i neri (e per estensione tutte le persone "diverse" tra loro), che non ritiene che il figlio dell'operaio debba avere gli stessi diritti del figlio del professionista, che omosessuali che si amano da anni non debbano avere diritto ad essere riconosciuti come coppia. Qui tutto è metafora. Salò è un atto di accusa non solo verso il fascismo (e degli escrementi che lo hanno alimentato) ma contro una borghesia che si è ripiegata in se stessa ed ha permesso che crescesse e distruggesse il Paese, diventando essa stessa carnefice delle generazioni che per certe scelte sono state devastate.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR agentediviaggi  @  22/01/2007 14:15:37
   8 / 10
E' un film terrificante, profondamente nihilista e disperato.
Fa vedere tutta la ***** (anche in senso letterale) che si nasconde dietro la facciata del perbenismo borghese. E' l'opera più violenta e perversa della storia del cinema, sconvolgente soprattutto nella censuratissima parte finale, naturale conclusione di un mondo che muore in modo infame e senza dignità alcuna.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  29/11/2006 10:22:15
   9½ / 10
Geniale come al solito Pasolini. Si cala nella banalità del male umano chiamando per immagini tutto ciò che da sempre si cerca di nascondere per falso pudore. La malvagità umana è un fatto certo e il bene spesso è solo un percorso di bontà legata al senso di colpa: quindi assolutamente inautentico.
Grande film ,per tutti colori che continuano a pensare anche quando stanno bene e sono soddisfaftti della vita.
Il fascismo è stata una vergogna italiana infinita che ha mandato inutilmente al macello con menzogne di ogni genere milioni di soldati gettando nella disperazione più nera milioni di famiglie. Per non dimenticare...e per non ripetere...

doppiak  @  18/10/2006 10:14:13
   9 / 10
crudele,crudo... chi riesce ormai a fare dei film così che scandalizzano... e poi non sono cavolate,gli abusi sessuali e tutte le perversioni sono esisiste ed esistono ancora... riflette l'animo crudele della figura umana....

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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  04/10/2006 22:01:41
   9½ / 10
E’ molto difficile dimenticare questo film dopo averlo visto. L’impressione di realismo e di possibilità che avvenga è troppo forte per essere preso per un semplice film fantastico come tanti classici dell’horror. Qui Pasolini supera se stesso nel raccontare lo spirito di un racconto che usa il sesso come metafora. Con Boccaccio, Chaucer e Le Mille e una notte ha tradotto con cura lo spirito ludico, di celebrazione dell’intelligenza e della bellezza fisica. Qui traduce lo spirito di Sade di supremo piacere nel dominio assoluto con l’intuizione geniale di collocare la vicenda in un periodo storico ben preciso, tra i più bui della storia mondiale. Ne viene fuori una violentissima critica del fascismo, rappresentato privo di tutti i suoi orpelli retorici, nella sua essenza di dominio e potere violento di una “elite” sulla massa vile. Riesce ad andare anche al di là del pur spietato film di Bunuel (Il Fascino disceto della borghesia) nello svelare tutto il torbido che si nasconde dietro la maschera di perbenismo e bellezza esteriore dei vari Eccellenza, Presidente e Signora.
Pasolini descrive minuziosamente le psicologie e i comportamenti quasi schizofrenici dei 4 libertini (un misto di sottomissione omosessuale e violenza prevaricatrice) senza nascondere niente, rimanendo fedele a Sade, ma lo fa in una maniera che ce li rivela quasi ridicoli e meschini (ma purtroppo molto pericolosi). Anche i poveri ragazzi sono trattati come negli scritti di Sade: meri oggetti di piacere e sottomissione; disegnati come remissivi, incapaci di ribellarsi, che reagiscono con lamenti e suppliche inutili. Appelli a pietà o a enti esterni non fanno che ribadire e aumentare il potere e il piacere di chi non conosce sensibilità. Tanto più che le “leggi” dei dominatori vengono quasi accettate da chi le subisce e li portano addirittura alla delazione. E’ tale il potere dei dominatori da annullare qualsiasi indipendenza in chi subisce. Il coraggio di ribellarsi, di non accettare, ce l’ha solo la pianista. Evidentemente solo l’arte e la sua conoscenza salvano dall’abbrutimento. Inquietante il siparietto finale: si può fare l’abitudine anche a questo stato di cose.
Questo film ha un preciso valore storico. In un periodo di grande liberazione, di fiducia nel libero esprimersi degli istinti individuali contro le costrizioni sociali (erano gli anni ’70, con i figli dei fiori, l’anarchia), Pasolini avverte che gli istinti umani non sono tutti positivi, che non ci può liberare da tutto quello che è coercizione sociale. Ed è un impegno di sorveglianza che dovremmo avere tutti, perchè una situazione come quella della Bosnia negli anni ’90 ci avverte che la “bestia” è sempre lì pronta a sfruttare ogni occasione propizia (anarchie, guerre) anche nella “civilizzata” Europa.

Invia una mail all'autore del commento pennabilli  @  12/09/2006 11:13:33
   10 / 10
il più bel film della mia vita.
mi sconvolge la sua durezza e la sua intelligenza.
sono affascinata da Pasolini, dalla sua sensibilità.

HATEBREEDER  @  02/09/2006 19:57:11
   9½ / 10
Solo per pervertiti o malati mentali.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  01/09/2006 17:01:39
   10 / 10
Salò è una metafora sul Potere e sulla violenza. E' un film talmente chiaro che diventa simbolico. E' a tratti più che sgradevole, ma non è sadico. Sciascia riguardo al film scrisse:"i più non ne avranno che nausea e orrore: e o sentiranno l'impulso di ripagare tanta violenza con violenza o sentiranno tanta disperazione e dannazzione da trovarsi a invocare Dio come nel film la vittima".
De sade è solo un pretesto per esternare la sofferenza di Pasolini per una società votata al consumismo più sfrenato.
Quest'opera immensa mi ha sconcertata inverosimilmente e se mi capita di sentire quel motivo conduttore del film, la canzonetta anni '40 "Son tanto triste" che è esplicitata nell'epilogo tramite il maldestro balletto dei 2 collaborazionisti, incosciamente rabbrividisco.

Vegetable man  @  06/08/2006 19:51:05
   10 / 10
Salò o le 120 giornate di Sodoma è un'opera che va a lambire i confini estremi della perversione umana, prendendo il largo per non fare più ritorno ai lidi della nostra comprensione. Difatti non c'è nulla da comprendere, la storia fluisce senza un inizio ed una fine, senza cause, ideologie e schemi a cui possiamo ricondurre tutto il tragico orrore che ci scorre davanti agli occhi: solo una desolante e struggente catarsi di sadomasochismo. I figli dei partigiani vengono radunati in una villa a Salò dove signorotti fascisti ne assumono la proprietà e ne dispongono a proprio piacimento. Spesso ignudi, i ragazzi vengono di continuo umiliati, sodomizzati, costretti a mangiare ***** e pisciare in bocca ai loro perversi padroni. Gli ultimi venti minuti sono il culmine del loro tragico soggiorno; nell'ultimo girone, quello del sangue (prima ci sono stati quello delle manie e quello della *****), i giovani subiscono torture medievali. Così finisce il film, senza spiragli di salvezza o rendenzione. Solo un'assordante indifferenza e sufficienza da parte dei loro carnefici, esseri neanche più umani che hanno lo smisurato potere di fare ciò che vogliono senza nessuna legge al di sopra di loro e nessuna etica. In questo senso è illuminante il discorso di uno di loro: deteniamo un potere assoluto, la felicità, che ci deriva unicamente dal fatto di goderne delle sofferenze altrui rapportate al nostro godimento. In queste poche parole sta tutta l'agghiacciante morale del film e la parabola dell'umana sofferenza, che ci infliggiamo quotidianamente gli uni agli altri.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  31/07/2006 10:52:45
   8 / 10
Mai mi sono trovato cosi’ tanto in difficolta’ nel dover commentare un film…Salo’ è indiscutibilmente un’opera d’arte ,un ‘opera che pero’ di primo acchito puo’ disturbare in maniera profonda,ed è quello che è successo al sottoscritto che dopo la visione della pellicola è rimasto sconcertato e disgustato da un film che avevo etichettato come una mera provocazione.
Col passare dei giorni mi sono pero’ reso conto di aver assistito ad un'opera di grande valore,Pasolini infatti arriva all’anima dello spettatore sprofondadolo in un incubo nel quale il lato peggiore dell’uomo viene mostrato senza moralismi o giustificazioni,il regista romano è efficace e spietato nella rappresentazione del potere assoluto,privato di qualsiasi freno morale,che dispone del popolo nella maniera piu’ aberrante ed estrema.
Il film infastidisce ,non tanto per le crude scene che ci propone,ma proprio perchè riesce a rappresentare cio' che insito nelle caratteristiche dell'uomo,che privato di qualsiasi freno si traforma in un essere moralmente disgustoso,violento e dominatore,incapace anche del piu' semplice gesto di pieta'.
Anche la rappresentazione del popolo è impietosa...esseri umani incapaci di ribellarsi,rassegnati ad essere utilizzati come oggetti atti a soddisfare il voleer,le voglie e le perversioni dei propri “padroni” ,un popolo capace solamente di aspettare (ed invocare)un intercezione divina ma incapace di ottenerla,come a voler sottolineare il libero arbitrio a cui è sottoposto l’uomo costretto a passare dalla volonta’ ai fatti se vuole ottenere qualcosa.
Pasolini fu coraggioso affrontando e soprattutto mostrando temi scabrosi come sesso omosessuale,di gruppo,voyeurismo,pissing,coprofagia,torture,omicidi…temi che farebbero tutt’oggi rabbrividire la censura e che scandalizzarono non poco l’opinione pubblica dell’epoca, tant’è che a distanza di tanti anni il film in tv è passato veramente pochissime volte.
Salo’ è il tipico esempio di cinema che si ama o si odia,l’importante pero’ è non fermarsi all’apparenza di cio’ che i nostri occhi vedono ma cercare di approfondire il messaggio di fondo,che si rivela null’altro che una tremenda rappresentazione della societa’ e dell’animo umano,sia che questo sia ebbro e ricco di potere sia che questo sia costretto alla sottomissione alla prevaricazione…purtroppo il ritratto che ne esce è tutt’altro che confortante.

Gruppo COLLABORATORI paul  @  13/06/2006 12:40:54
   10 / 10
Uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi. E, nonostante la violenza, uno dei film più morali della storia del cinema. Una denuncia del potere e dell'anarchia, una visione nichilista dell'uomo senza possibilità di riscatto se non, forse, attraverso le muse: siano musica, arte, cinema, poesia, teatro. Il pensiero di PPP avrebbe dovuto essere amplificato con una personale trilogia della morte, ma la tutt'oggi misteriosa morte del poeta-regista ne impedì la realizzazione.

mago di segrate  @  12/06/2006 20:31:57
   7½ / 10
Obiettivamente un film troppo malato nauseabondo e disturbante per i miei gusti. Però devo ammettere che è girato alla perfezione e gli attori sono tutti molto bravi. Il film italiano forse più sconvolgente della storia(almeno di quelli che ho visto io). All'epoca creò non pochi problemi e traviò non poche persone

caligola  @  28/05/2006 01:45:43
   10 / 10
Particolari quei film a cui si puà dare o 10 o 1. Non ci sono vie di mezzo o lo si capisce e lo si ama oppure non si capisce un ***** e lo si odia. Ho letto commenti imbecilli di gente che critica la forma, l'esasperazione della violena; signori ricordate che cià che Pasolini ha riprodotto non è altro che un catalogo delle perversioni insite nell'uomo, non si è inventato nulla...e nascondere la testa sotto la sabbia non cambia le cose. Volete sapere cosa è l'inferno? Non andate in chiesa a farvelo spiegare dagli uomini in gonnella, l'inferno non è altrove, è vostro vicino di casa. E Pasolini ce lo ha mostrato.

karaberto  @  05/05/2006 14:11:45
   10 / 10
La grande regia è anche prendere un testo (Le 120 giornate di Sodoma, appunto) e senza cambiarne una virgola realizzare un film completamente diverso.
Sempre attuale, di una modernità inossidabile, è un film che non lascia indifferenti. L'apparente rigida freddezza dei personaggi rende spontaneo allo spettatore il metterci i sentimenti; personaggi forti, sentimenti forti, qualunque sentimento sia.
Ma già tanto s'è scritto su questo film, non resta che vederlo, almeno una volta.

pabren  @  03/05/2006 23:52:46
   10 / 10
per me è insieme a teorema il film piu geniale di pasolini,il film meglio riuscito girato con una raffinatezza difficilmente toccata anche da altri registi,le ambientazioni sono stupende le narratrici spettacolari geniali con quella perfida amorale bellezza,a volte ingenua frigida violenta diabolica....
piano piano scendiamo nell orrore
nella violenza
nella sopraffazione
nella verità umana
grazie pier paolo di questo splendido algido capolavoro

Duca di Blangis  @  28/03/2006 21:44:43
   10 / 10
Sconsiglio questo film a chi non può sopportare: la crudeltà, il sangue, gli escrementi, coprofagia....IL SADISMO
Si parla spesso a vanvera di sadismo; il bambino che tortura la lucertola è sadico!!! Ma per favore !! Il sadismo è ridurre le persone a OGGETTI e di questi farne ciò che si vuole.
Il film è un climax di violenza psicologica e fisica che arriva a livelli non immaginabili ma purtroppo a livelli UMANI.
La tecnica del film la definierei normale, senza particolari pregi, ma artisticamente è a livello di un "Ivan il terribile" e il messaggio del film è il piû sottile, complicato, filosofico al fine di portare ad un obbiettivo: IL POTERE
"l'unica vera anarchia è quella del potere": Frase memorabile del film che spiega un pò tutto: se si possiedono potere e denaro e influenza si è a posto, si può fare qualunque cosa, le conseguenze esistono come per qualsiasi altra persona ma il potere le elimina o le attenua di molto.
Ovviamente i 4 sadici oltre che a questa concezione filosofica profonda sono dei degenerati....sono sadici
Etimologicamente sadico deriva dal Marchese de Sade che ha scritto nel '700 "le 120 giornate di sodoma"; il film è abbastanza fedele al libro(un cambiamento è per esempio il fatto che nel film i sadici sono fasciti) ma se devo essere sincero il libro mi ha impressionato di più.
Molti ignoranti alla fine di quesot film dicono: P.P.P era un pervertito omosessuale. Essi non hanno capito che il sesso è SOLO un mezzo per portare ad un FINE: disponibilità di potere illimitato su altre persone, o meglio oggetti.
Questo capolavoro, dove ogni frase detta nel film è studiata da uno dei più grandi intellettuali del '900, è una critica al capitalismo e al consumismo...ma a mio avviso NON è solo una critica: mostra come la REALTÀ è crudele, come anche se uno tortura a morte un altra persona la fa franca e può ricominciare......mostra come la natura ,che è immorale, sia lontana da noi, ma sia molto più vicina ai sadici: nel libro i 4 pensano di aiutare la natura opprimendo di più i poveri e rafforzando di più i "forti"(è soggettivo)...così dicendo non sto dicendo che chi RINUNCIA alla morale sia un sadico, esso lo può diventare visto che ora è libero dalla morale, ma può anche diventare un essere che accresce la propria potenza e potere su se stesso(vedi NIETZSCHE) al fine di non aver bisogno di altri per rafforzarsi, ma solo di se stesso e di nessun altro...specialmente di un dio!

1 risposta al commento
Ultima risposta 13/06/2006 00.12.45
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Mosè  @  16/03/2006 17:37:24
   10 / 10
mitico. ave a Pasolini

renee  @  16/03/2006 17:01:14
   3 / 10
nauseante..

2 risposte al commento
Ultima risposta 13/08/2007 10.21.11
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento goat  @  14/03/2006 11:34:00
   10 / 10
questo è il cinema che il mondo invidia all'italia,quello che non si nasconde dietro i falsi moralismi ma affronta gli argomenti più scabrosi,per quanto tabù possano essere.la perversa violenza del film è davvero esasperante da vedere,ma fermarsi a questo,quasi si parlasse di film trash,vorrebbe dire perdersi tutto quello che pasolini vuole mostrare,la corruzione del potere,il nichilismo della borghesia,l'intima natura dell'uomo,che libera da freni e regole che la inibiscono raggiunge livelli di cui solo la metaforica discesa nell'inferno può dare un'idea

chiara_80  @  01/03/2006 14:42:02
   9 / 10
Uno dei pochissimi film che mi ha fatto disperare. mi sono ritrovata in lacrime e manco me ne accorgevo. Pasolini è violenza e tenerezza, è audacia e ritrosia.

regista  @  27/02/2006 18:47:33
   10 / 10
non sò cosa dire stupendo violento erotico rivoltante w pasolini

1 risposta al commento
Ultima risposta 14/11/2009 21.19.28
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marv  @  20/02/2006 17:19:41
   8½ / 10
COIVOLGENTE
DRAMMATICO
RIVOLTANTE
NAUSEANTE
SADICO

I LIKE IT ! ;-)

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/07/2007 22.15.47
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Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  04/02/2006 02:09:08
   10 / 10
Capolavoro del cinema. in assoluto uno dei film più belli degli anni 70. in questa film è racchiuso tutto il pensiero di pasolini, la sua personale e condivisibile visione del mondo è qui. il coraggio di portare le proprie idee in alto e di sbatterle in faccia ai detrattori era proprio di quest'autore, che dopo questo film lasciò nel nostro cinema (e non solo) un vuoto incolmabile.
non rivedremo più tanta voglia di osare e di mostrare nel più grande spettacolo voyeur di sempre, e cioè il cinema.

pastapasta2  @  17/01/2006 16:29:36
   7 / 10
odio pasolini, tuttavia questo mi è piaciuto perche qui paolo riesce a fare un film stra-malato e perverso come nn se ne sono mai visti. consigliato a stomaci robusti sopratutto la seconda parte( il girone della *****)

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/09/2007 20.09.02
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cinefilomalato2  @  26/12/2005 23:35:33
   10 / 10
A mio avviso (modesto, s'intende), "Salò" rimane uno dei più bei film di tutto il cinema italiano (e anche l'unico grande film di P. P. Pasolini). Se dal punto di vista puramente tecnico il film non denota un uso particolarmente "buono" delle tecniche cinematografiche, altettanto NON si può dire per quanto riguarda la sceneggiatura e per ciò che si è soliti chiamare come "significato, messaggio del film". Il film, tratto da "Le 120 giornate di Sodoma" del marchese de Sade, spiega molto bene che cosa sia realmente il potere (potere politico s'intende, con tutte le sue diramazioni quali chiesa, esercito,ecc....), e ancora di più che cosa sia l'anarchia del potere (il potere, lo stato, nelle sue varie forme dittatoriali, detiene realmente un potere molto confondibile con l'anarchia, in cui è destinato a sfociare), concetto cardine dell'opera sadiana. Il film infine è una denuncia all'intero sistema capitalistico e alla società del consumismo, una denuncia dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo (sfruttamento praticato in tutte le epoche, così come pure al giorno d'oggi, anche se forse in una maniera meno drammatica di quella dipinta da Pasolini, ardente marxista). "Salò" è un corollario di violenze inaudite, al limite della sopportazione (il vero sadismo), la cui visione molte persone non riescono a sostenere (anche giustamente!). Tuttavia è un film che consiglio a tutti coloro che si professano, come me, "Cinefili Malati"!

ds1hm  @  13/12/2005 15:08:22
   9 / 10
lessi che una delle idee di base del film era quella di rendere indigeribile ciò che lo spettatore guardava e al contempo rendere tangibile attraverso il disgusto visivo ciò che ancora non risultava socialmente e culturalmente assimilato andando così letteralmente a distruggere quelle idee di emancipazione ipocrita e falsa che si volevano far credere diffuse nel nostro ipocrita paese. Idee uniche e rimaste ahimè desolatamente sole e mai più riprese. Attualmente ci dicono che non ci sono più tabù e che l'emancipazione è pressochè completa. Che bello sarebbe vedere di questi tempi un film del genere sui temi che non si vogliono affrontare appieno (omosessualità-pedofilia-tossicodipendenza).
Stile cinematografico che non ho sempre apprezzato ma poesia, profondità, intelligenza.

Invia una mail all'autore del commento cinefilo malato  @  08/12/2005 20:23:44
   9 / 10
Pasolini vive per sempre, in questo favoloso dramma dai risvolti angoscianti!
Il mio voto si ferma al 9, per la regia, ma per la sceneggiatura il 10 lo merita eccome!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  24/11/2005 00:32:40
   9 / 10
Lascio malvolentieri il compìto arduo della recensione al mio rivale (ehm) e comunque ho davvero tanto da dire. Questo film mi perseguita da anni, cerco sempre di cercare una verità e trovo sempre risposte diverse. Consumando una lettura "degenerata" (per lui) come l'ineffabile testo Sadiano un amico piuttosto bigotto mi confessa di averne avuto paura perchè "per quanto schifato ha voluto leggere tutto fino alla fine". Il principio su cui si basa l'addattamento di Pasolini non è certo la sua sregolatezza morale (semmai il suo nichilismo a/politico) ma il disprezzo sociale dei quattro aguzzini, che contestano l'ordine e la dimensione del piacere puro a favore della totale anarchia del corpo come oggetto e abuso. L'Ordine viene messo in discussione secondo i criteri che adottava un Ferreri, mentre in Sade troviamo la complicità di un rito che prevarica ogni forma di potere per emanciparla per sè. La Creazione (del testo Biblico) viene sottoposta a una vituperante maledizione cfr. il duca e infatti l'episodio forse più agghiacciante del testo di Sade è l'omicidio di una madre e del suo feto. Salò vive di una certa ambiguità: al rigore scenografico e alla struggente litania del tema musicale si oppone una brutalità raffinata, che cita la comedie francaise e i canti fascisti ("sul ponte di Purati"9 mentre le meretrici (tra cui si nota un'affascinante Elsa De Giorgi) e i quattro aguzzini vivono vaghi momenti di inedita tenerezza e passione, che esprime comunque una sopraffazione che non è mai del tutto coerente, una sorta di redenzione inconscia. La mercificazione del corpo ridotto a carne di deflorazione e amplesso di scatologia e rito bondage diventa la primaria ragione morale. In fondo essa stessa è l'appartenenza a un rito fatalista, dove le vittime tentano solo vaghi esperimenti di fuga, e imparano persino a ridere della loro miserabile condizione. Per gli uomini di potere, gli "scellerati" come direbbe Sade, questo rito non produce che la loro cecità immorale, non vedendo che pur plagiata da paraventi sociali e simbolismi rassicuranti, la dimensione della realtà non è affatto così diversa. Ma al di là della sua apparente vitalità (la vitalità della morte, forse) il film ha qualche crepa che il tempo ha forse incentivato. Ma resta un'opera terribile e affascinante sul nonsense delle motivazioni: che la corsa ai gironi del sadismo passi attraverso giovani soldati, che i ragazzi stessi le vittime, trovino solo la forza di desistere a reazioni scomposte altrettanto tragiche, che esprimano, incarnino, l'emblema del sacrificio anche Divino ("padre perchè ci hai abbandonato?") Il rito stesso del matrimonio celebrato come livellamento tra sacro e profano, perchè secondo il potere "Dio non puo' esistere come peso sociale". L'apolide contraddizione di fondo rivela dunque una società che assume il ruolo di vittima senza curarsi eccessivamente del suo destino. Che accetta l'imposizione della Democrazia falsa e della dittatura piu' bieca ("dopo la guerra tutto finito, si è spento il clamore sugli errori delle scelte", cfr, Pasolini) E i passi di danza dell'epilogo non sono un atto di speranza, ma di indifferenza. L'unico atto di speranza è la sorte della pianista, mentre i due ragazzi restano figure amorfe, future generazioni in balìa forse di altre coercitive complicità. Emblematico è per esempio il giovane trovato a letto con la serva di colore, Ines pellegrini, che muore non prima di agitare il pugno chiuso: un segno inatteso e candido di resistenza, che dimostra che alla forza e sopraffazione altrui ci si puo' ribellare, e che suscita stupore anche negli occhi dei suoi imminenti assassini. Semmai trovo superati certi schemi "en travesti" piuttosto pretenziosi e kitsch, sorretti comunque da musiche religiose che sembrano rievocare (già il b/n) il cinema nordico di Dreyer e il medioevo piu' efferato. Cio' che ancora stupisce del Salò è la riprovazione morale verso un'opera che estremizza e identifica tutte le nostre barriere sociali piu' diffuse. Non è certo decontestualizzante, alla maniera di Bunuel: è solo la bruciante, diabolica metafora NUDA di un mondo che lusinga i suoi ricatti, e che cerca di espellere con la perversione e l'aberrazione dell'individuo ("come puoi credere che ti avremmo ucciso? Lo sai che ti uccideremo mille e mille volte per l'eternità, se l'eternità potesse essere eterna") la condizione Umana dell'esistenza stessa. Nella stessa fossa finiscono innocenti e rei, praticamente

2 risposte al commento
Ultima risposta 28/11/2005 19.04.39
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