rosetta regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne Belgio 1999
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rosetta (1999)

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locandina del film ROSETTA

Titolo Originale: ROSETTA

RegiaJean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne

InterpretiÉmilie Dequenne, Olivier Gourmet, Fabrizio Rongione, Anne Yernaux, Bernard Marbaix, Frédéric Bodson, Florian Delain, Christiane Dorval, Mireille Bailly, Thomas Gollas, Leon Michaux, Victor Marit, Colette Regibeau, Claire Tefnin, Sophia Leboutte, Gaetano Ventura, Christian Neys, Valentin Traversi, Jean-Francois Noville

Durata: h 1.31
NazionalitàBelgio 1999
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 1999

•  Altri film di Jean-Pierre Dardenne
•  Altri film di Luc Dardenne

Trama del film Rosetta

La giovane Rosetta viene licenziata e a nulla serve la sua reazione a questa decisione. Alla ragazza non resta altro che tornare al campeggio della periferia dove abita con la mamma, donna debole e dedita all'alcol. Per mettere insieme qualche soldo Rosetta vende vestiti fino a quando non trova un altro lavoro. Quando la mamma fugge la figlia si rifugia da Rigaud che lavora con lei. Il giorno dopo al panificio Rosetta perde il posto.

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Voto Visitatori:   7,35 / 10 (30 voti)7,35Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
Palma d'oro
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Palma d'oro
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Voti e commenti su Rosetta, 30 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Thorondir  @  28/03/2019 10:59:37
   8 / 10
Rosetta è un esperimento di cinema reale sia nei temi che tratta che nel come li porta in scena, con utilizzo esclusivo della camera a mano puntata sul viso di Rosetta: e questo da forza alla storia raccontata che diventa documentario più che cinema e proprio per questo rende più dolorose le vicende che Rosetta affronta, da donna, con una straordinaria perseveranze e resilienza. Storia di una combattente.

DankoCardi  @  20/03/2019 10:51:22
   5 / 10
Sinceramente non capisco tutto il grande successo che questa pellicola ha avuto in patria ne i voti alti qui! Ok, tratta un tema sociale delicato e scottante come quello del lavoro che non si trova ed i conseguenti disagi ma un film va valutato anche (e principalmente) per come è. Una regia troppo soggettiva e stretta che spesso impedisce di capire cosa sta succedendo, dialoghi che non lasciano niente, finale...non pervenuto! La storia si basa sui tempi morti che, se si fossero eliminati, allora si avrebbe potuto avere un interessante cortometraggio ma in questo modo quasi tutto quello che si vede è sostanzialmente inutile. Se cercate un film che tratti di temi sociali ne troverete di molto meglio!

freddy71  @  26/08/2018 12:35:18
   7 / 10
buon film...sempre lo stile minimalista dei Dardenne....molto efficace

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  28/02/2016 16:12:42
   6½ / 10
Un vero drammatico, intenso. Per quanto abbia capito la morale di fondo, l'ho trovato poco coinvolgente e quasi incompiuto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  15/10/2015 18:08:19
   8 / 10
Ci hanno visto lungo i Dardenne ..anticipando la crisi..Ora sarebbe un film normale sul periodo che stiamo vivendo..allora il malessere era diverso..non così attuale..
Gran primi piani a intestardirsi su una condizione che non può cambiare..a un dolore che si può quasi sentire ,a una rabbia che sta per esplodere..
Ottima Duquenne ...
Finale aperto e speranzoso ??



Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Lucignolo90  @  14/07/2013 15:32:15
   8½ / 10
Secondo loro film che vedo dopo Il figlio (film incredibile) e secondo centro. Come vedere un film alle 2 di una notte in cerca di sonno e non farsi calare di mezzo centimetro una palpebra. Solito lavorone di mdp a mano e assenza di pezzi musicali che rendono inevitabilmente identificabile ogni loro lavoro.
Il film è davvero triste e offre uno spaccato della povera periferia belga; l'abbruttimento che ha colpito la madre, un relitto umano in balia dell'alcool, non abbatte la figlioletta, che di par suo cerca un modo onesto per guadagnarsi da vivere, rifiutando soldi di lavori in nero. L' incontro con un ragazzo che vende cialde e l ennesimo licenziamento lasciano la ragazza nello sconforto più totale.
Opera stavolta densa di determinismo economico da parte della ragazza, trovare un lavoro equivale alla sua felicità, fa leva sull'immedesimazione dello spettatore, rapito sin da subito, oltre che dai citati e sapienti movimenti di mdp, da uno stile quasi documentaristico, frammenti di una giornata e azioni che si ripetono giorno dopo giorno e non sembrano portare a punti di svolta particolari, bensi alla prosecuzione di una stanca e misera routine, sempre più lotta alla sopravvivenza giocata con il mondo intero.

Davvero ottima la Duquenne all' esordio. Finale come sempre lasciato in sospeso

Palma d'Oro a Cannes

StIwY  @  14/04/2013 16:10:36
   5 / 10
Troppo inverosimile, scarno e ripetitivo nelle scene. Presto dimenticato.

gianni1969  @  27/10/2012 01:55:09
   8½ / 10
classico film dei dardenne,che non sbagliano un cokpo. storia semplice,brusca e piena di significato,splendido poi il finale sospeso

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  13/12/2011 11:31:50
   8 / 10
Recita il noto adagio:chi trova un amico trova un tesoro.
Ed è in quel finale sospeso e straordinario,in cui il gesto vale più di mille parole, a riassumersi un concetto di solidarietà quasi misericordiosa intrisa di un affetto profondo che si cementa mediante una mano tesa.
Rosetta ha appena perduto il lavoro,abita in una misera roulotte situata in un camping gestito da un laido individuo e si prende cura di una madre alcolizzata pronta a vendersi per qualche bicchiere.
La ragazza è impetuosa,riluttante all' affetto anche quando questo gli viene donato in modo genuino,la sua condizione in cui ogni possibilità di vita normale le viene negata non le permette di rammollirsi nella crudele lotta tra poveracci.I fratelli Dardenne ne seguono i movimenti frenetici con attaccamento ossessivo,in questa che è una delle loro primissime opere inaspriscono ancor di più la loro sobrietà estetica accogliendo per certi versi uno stile "dogmatico" fatto di camera a spalla ,quasi totale assenza di musica e a un estenuante utilizzo di primi piani in cui spicca l'espressività di Emilie Duquenne,premiata come miglior attrice a Cannes nel 2001 e sparita dai circuiti che contano dopo l'avventura horror "Il patto dei lupi".
Il deprimente ed umido paesaggio restituisce l'indifferenza emotiva della protagonista tramutatasi in animale selvatico dalla condizione sociale in cui è precipitata ,la sua sopravvivenza passa per comportamenti insistiti nel tentativo di trovare lo spiraglio giusto per svoltare.I Dardenne non aspirano alla comprensione dello spettatore,anzi,alterano ai limiti della sopportazione il loro personaggio,ne descrivono e ne colgono i lati peggiori evitando di tutelarla in ogni modo,così facendo riescono ad afferrare e sviluppare in pieno il disperato bisogno di non soccombere in una società disagiata in cui è l'impossibilità di esserci ed affermarsi,più che la mancanza di denaro, a decretare la fine.
Il film è divenuto in patria un manifesto contro la disoccupazione,tanto che con "Rosetta" in Belgio si indica una legge emanata proprio per aiutare i giovani lavoratori.

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  05/10/2011 02:11:18
   4 / 10
No signori non ci siamo proprio.
Mi rendo conto che il voto puo' sembrare provocatorio quindi cerchero' di analizzare nel dettaglio i motivi di questa valutazione controcorrente.

- il film è noioso a livelli inverosimili : non venitemi a dire che non sono portato x un certo tipo di cinema minimale e non narrativo perche' ho adorato film come LA VIE NUOVELLE , hadeijwich e flandres

- è il classico tipo di film che apprezzi se entri in empatia con la protagonista : ora io leggo qua sotto di gente che è uscita distrutta dalla sala,che si è commossa,che ha provato pena per rosetta...

MA ABBIAMO VISTO LO STESSO FILM ?? come si fa a patteggiare x una pazza ( scusate ma è l'unico termine che mi viene in mente! ) che nonostante viva nel disagio piu' misero non faccia nulla di realmente concreto x cercare di venirne fuori,e anzi quando qualcuno le offre una mano non solo dal punto di vista economico ma soprattutto affettivo,lei rifiuta ostinatamente e si permette pure di comportarsi da infame !!
Quindi,premesso che l'empatia con la protagonista è zero assoluto, il film x quanto mi riguarda è nullo sul piano dei contenuti in quanto non si capisce dove voglia andare a parare :

-se è un film che vorrebbe denunciare le condizioni disagiate di persone che vivono ai margini della societa' ha toppato perchè è lei stessa che si è messa in quella situazione e fa di tutto x peggiorare le cose

-se vuole criticare la gente che si piange addosso quando invece è solo colpa loro hanno toppato comunque xke rosetta non si piange addosso

-se volevano rendere snervante e fastidiosa quel porcello di rosetta ( ciaby, come ca''zzo fai a dire ''affascinante???'' è un cesso senza tavoletta,scheggiato per giunta!) ci sono riusciti in pieno ma era abbastanza facile riuscire nell intento!

Non mi è piaciuta manco la regia , troppo autocompiaciuta e nell ultima sequenza è davvero da mal di testa. Poi non capisco la tanto osannata recitazione della protagonista : se volevo vedere una demente monoespressiva e irritante avrei guardato twilight


Se dovete insultarmi,almeno fatelo in modo costruttivo :)

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  30/06/2011 23:26:01
   8 / 10
L'emancipazione della coscienza si plasma nell'adolescenza, quando è più forte il desiderio di svincolarsi dall'indottrinamento fisiologico della famiglia. Ottenere l'indipendenza, prima di tutto del pensiero, è una tappa dolorosa, turbante ma necessaria e benefica. I famosi "paletti" dell'educazione, le regole, i tanto inflazionati principi, sono barriere propedeutiche non tanto alla civilizzazione dell'individuo, ma proprio a quella sana ribellione a cui accennavo poco fa. Questo "piano formativo" crolla in due casi. E quando la famiglia è asfissiante, e quando la famiglia è assente. Quest'ultimo è il caso della protagonista del film. Ha a fianco una figura genitoriale, ma lo è solo in termini di sangue, perché manca tutto il resto, dall'affetto all' indirizzamento. Non ha quindi una linea da seguire, figuriamoci una linea da trasgredire. Non ha, e qui è imperniato tutto il nichilismo della storia, la facoltà di scegliere. L'unico modello comportamentale da assurgere a metro di valutazione è quello deviato e deviante della madre. La scelta presuppone invece una contrapposizione, fra bene e male, fra onestà e disonestà, fra fiducia e tradimento, tutti concetti astratti e privi di concretezza per Rosetta. Così, pur non essendo cattiva, si comporta come tale. Allo stesso modo di una bambina, non di un'adolescente. Esprime caparbietà negli ostacoli pratici della vita (il lavoro, badare alla casa e alla madre) ma altrettanta inadeguatezza nei rapporti umani. Un'analisi psicologica sottilissima a cui si affianca una forte denuncia sociale di stampo naturalista, molto alla Emile Zola. Mi ha ricordato in questo senso anche il nostro neorealismo, soprattutto in quel privare la miseria di ogni componente positiva, inclusa la rettitudine morale (il nome Rosetta potrebbe esserne una conferma).

Invia una mail all'autore del commento Totius  @  17/11/2010 01:04:47
   6½ / 10
Si bello. Un film realista. Molto crudo. Essenziale.... forse anche troppo. Niente musica...e quei primissimi piani perenni mi provocano un gran malditesta...e poi piani sequenza lunghiiiissimiiiiiiiii !!! Il finale catartico non ne fa certo un capolavoro! Ben recitato dalla protagonista che è stata premiata come migliore attrice. Ci può stare ma nulla di più.

Ciaby  @  07/06/2010 22:00:51
   9½ / 10
Sebbene anche "L'Enfant" sia splendido, "Rosetta" lo supera, perchè evita di raccontare una "storia" per raccontarci, invece, uno stralcio di vita. Pochissimi i dialoghi, essenziali e completamente assenti nella parte finale, nessuna colonna sonora, nessun colpo di scena...
E' un film che evita persino la tragedia per amore di una protagonista dolente e triste, interpretata da un'attrice stupenda e ricca di fascino.
Il risultato è sconvolgente e devastante. Uno splendido spaccato di disperazione che riesce con destrezza a toccare il cuore e a farlo a pezzi. Il finale, magnifico e crudele, sembra richiamare quello di "Vive L'Amour", capolavoro di Tsai Ming Liang.
Da non perdere!

Clint Eastwood  @  24/05/2010 11:58:54
   6½ / 10
Tranquillamente evitabile se non per conoscere/studiare/analizzare meglio la visione/il cinema dei fratelli Dardenne. Troppo compiaciuto e parecchio statico, però è un altro buon esempio di come si può fare film di un certo spessore con budget limitatissimi. Miglioreranno in Enfant.

AMERICANFREE  @  18/01/2010 13:17:52
   7 / 10
telecamera a spalla per rappresentare il dramma di rosetta! bel film che fa riflettere molto peccato per il finale poteva essere sviluppato in maniera diversa! storia comune di tante persone che vivono nella disperazione! bravissima la protagonista molto credibile nel ruolo!

TheLegend  @  15/05/2009 18:56:55
   7 / 10
Film carino e toccante girato molto bene con riprese stile amatoriale che lo rendono ancora più reale.
Un estratto di vita che mette in risalto disagio e pensieri della protagonista.
Forse nella seconda parte perde un pò.

paride_86  @  27/04/2009 01:57:14
   7½ / 10
Insieme a "Dancer in the Dark", "La Classe", "Elephant", "Fahrenheit 9/11" e "4 mesi, 3 settimane e 2 giorni", "Rosetta" fa parte di quei film di spiccato taglio verista per cui stravedono le giurie del festival di Cannes.
La storia è quella drammatica di una ragazza appartenente al sottoproletariato che cerca disperatamente di approdare ad una vita normale.
Si tratta di un film che turba e amareggia, è un ritratto amaro ma dovuto.
Palma d'Oro rubata a "Una Storia Vera" di D. Lynch.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  07/04/2009 00:18:37
   8 / 10
Rosetta è un film ancora più essenziale rispetto a La promesse. Non c'è un intreccio particolare di personaggi o storie e la macchina da presa è incollata al personaggio di Rosetta, ne segue passo passo la sua vita quotidiana o meglio la sua lotta per sopravvivere ed emergere verso "una vita normale". Un personaggio a tutto tondo, con pregi e difetti di una vita incattivita, senza peraltro giudicare. Uno spaccato impietoso di una marginalità che non vuole essere a tutti i costi condannata ad essere tale.

minoidepsp  @  21/09/2008 09:35:36
   8 / 10
La telecamera incollata alla protagonista ci racconta gli sforzi di Rosetta per migliorare la propria vita trovando un lavoro decente.
Film non per tutti ma colpisce.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  12/06/2008 00:19:03
   7 / 10
Film a mio avviso sopravvalutato, la palma d'oro è un'esagerazione anche se registicamente è impeccabile, macchina a mano incollata a tutti i movimenti della addolorata protagonista, script semplice ma ruvido e potente. Comunque tra le migliori produzioni europee degli ultimi anni.

antonioba  @  11/05/2008 07:13:35
   6 / 10
Film che si lascia guardare che però non mi ha regalato grandi emozioni tranne l'interpretazione dell'attrice. Sufficienza piena

Invia una mail all'autore del commento piernelweb  @  12/03/2008 14:49:58
   7½ / 10
I fratelli Dardenne sono al momento, probabilmente, gli autori più interessanti del panorama cinematografico europeo. "Rosetta" premiato con la Palma d'oro a Cannes nel 1999 ne ha sancito il definitivo ingresso nell'olimpo dei registi più acclamati dalla critica pur restando per ora piuttosto sconosciuti al grande pubblico. Il film intenso, asciutto e aspramente drammatico, girato per lunghi tratti con camera a mano e obiettivo incollato sul volto sofferente della protagonista, conduce nei meandri della desolante disperazione di una ragazza sola, che travolta dalla tragedia famigliare e dall'impossibilità di riscatto la condurrà, per istinto di sopravvivenza, a compiere un gesto miserabile ed estraneo alla sua più intima coscienza. Sobrio e doloroso "Rosetta" è nel suo universo cinematografico un piccolo gioiello. L'obiezione che si può avanzare, in un'ottica più ampia che tenga in considerazione l'intera filmografia dei registi, è la constatazione di un certa tendenza a crogiolarsi in un cinema d'autore elitario, che si autocompiace nel fare di necessità virtù e che rifiutando le possibilità tecniche a più largo respiro del mezzo escluda a priori di poter piacere ad una fetta più ampia di pubblico. Voremmo vedere il talento dei Dardenne alle prese con una produzione meno artigianale e a più alto budget. Sarebbe senz'altro un piacere per tutti; cinefili e non.

Peppo81  @  03/03/2008 13:41:06
   7½ / 10
25simo film preferito

classifica moooolto personale

riconosco i VERI CAPOLAVORI................ma l'ordine segue...........
le sensazioni

p.s. cinefilo alle "seconde" armi

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  26/12/2007 20:37:01
   7 / 10
Film bello, innegabilmente, ma a costo di sembrare incontentabile dirò che lo trovo lievemente sopravvalutato. Che i Dardenne siano tra i migliori cineasti del mondo, l'avevo capìto con il successivo "Le fils", un'opera che mi ha letteralmente distrutto, in senso positivo, annientato e sconvolto.
"Rosetta" è un film rischioso poichè a una tematica sociale Loachiana si oppone un cinema da una parte rigoroso dall'altra piuttosto autocompiaciuto.
Non si tratta di critica, ma è davvero così irripetibile il film, quando la protagonista "parla" agli spettatori, affrontando il suo disagio con la stizza di qualcuno che chiede comprensione per la sua sorte? In effetti (brava l'interprete) molti suoi gesti - che vorrebbero mostrare il cinismo che si nasconde nei parametri della miseria - non fanno parteggiare per lei, anzi... confesso di aver odiato il personaggio, ma al tempo stesso c'è di nuovo in questo realismo sociale che tutto sommato la realtà è nuda e cruda e non mostra alcun segno di compassata (e diciamolo piuttosto diffusa) poesia sul tema dei disadattati/emarginati. Un segno che potrebbe cogliere un 9 in pagella, come del resto ampiamente sottolineato dalla critica mondiale, ma quel rivolgersi allo spettatore, quel bisogno di chiedere empatia o comprensione o almeno attenzione, non mi ha mai convinto

Invia una mail all'autore del commento Rusty il Selvag  @  17/11/2007 01:29:16
   8 / 10
Ho appena finito di vedere questo film, credo che non dormirò per un'altra ora

rabbia ed indigniazione incendiano i miei occhi, vado a leggere "I demoni "

di Dostoevskij, buonanotte.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  30/10/2007 23:22:32
   9 / 10
Ho trovato questo film molto bello. Mi ha colpito soprattutto il realismo e la verità della protagonista. Rosetta è un personaggio che sembra uscito da un film neorealista. E’ una povera ragazza che appartiene ai bassi strati sociali e che non ha quindi attrattive intellettive o fisiche. La sua vita è segnata da un ambiente ostile, la madre sbandata, circondata dal degrado. Possiede però una grande forza interiore che le permettere di combattere disperatamente con tenacia e caparbietà e che la fa quasi apparire “eroica” nella sua lotta.
Quello che la rende più umana è il fatto che ha anche lei i suoi difetti. A causa dell’ambiente ostile in cui ha vissuto si è creata una specie di scorza, una corazza che le impedisce di essere “debole”, di mostrare atteggiamenti sentimentali. La sua espressione è perennemente dura, i movimenti decisi, frenetici, parla con poche parole brusche e dirette, è molto scontrosa, quasi una gatta selvatica, reagisce con violenza ad ogni avversità. Eppure si vede che è tutta una costruzione, un qualcosa che si è creato come autodifesa. Non può permettersi di essere buona e sentimentale.
Va a finire che l’esigenza impellente di stabilità materiale entra in conflitto proprio con la voglia di compagnia e affetto. C’è un ragazzo gentile che l’aiuta e che si sente attratto da lei. Rosetta fa di tutto però per tenerlo a distanza (non lo guarda mai in faccia, non gli sorride mai) anche se da alcuni segnali lascia trasparire l’interesse. Si sente combattuta e proprio per non cedere ai sentimenti “deboli” che sente crescere dentro di sé, reagisce in maniera opposta, desiderando la distruzione e la rovina della persona che la aiuta. Diventa cattiva per non cedere all’amore.
Questa continua tensione, questa lotta spasmodica finisce per sfibrare Rosetta (soffre di dolori lancinanti forse psicosomatici). La parte che precede il finale, quando Rosetta cede alla disperazione, è forse quella meno chiara e riuscita. Fatto sta che alla fine in Rosetta riesce a venire a galla la sua parte più tenera e finalmente accetta di farsi vedere così com’è, dolorante, disperata. Riesce a guardare in faccia il mondo mostrando la sua “debolezza”, ma anche ciò che di buono possiede dentro. Come in tanti finali di film neorealistici o di Chaplin, la speranza è rappresentata dall’appoggio di una persona cara. L’emergenza materiale rimase comunque sempre lì, irrisolta e incombente.
Lo stile riflette questa vita frenetica e agitata di Rosetta. La telecamera tenta di inseguirla e fa sì che lo spettatore si affanni insieme a lei. La presa è perciò la più diretta possibile, fin nei particolari banali e quotidiani, quelli che meglio rivelano il suo carattere. La mancanza di colonna sonora, l’assenza di attrattive sceniche, l’abilità nel non cadere nel retorico, nel sentimentale o nell’autocompiacimento, sono altre qualità che fanno di questo film uno dei più intensi e realistici che abbia mai visto.

Guy Picciotto  @  27/03/2007 21:40:22
   8 / 10
Quando il sociale prende troppo piede nel messaggio di un film allora nel parere del sottoscritto perde pure la funzione fondamentale dell’arte per l’arte, dell’arte che per wilde è totalmente inutile, ecco , il parlare magari dei problemi dei lavoratori, ma dipende dal modo di parlarne che ha un regista, mi riferisco a certa tracotanza di certi ambienti di sinistra, con una marea di film retorici che danno la nausea d aquanto è esibito il messaggio sociale e politico, come se già non bastasse tutto il mondano che ci frana adosso quotidianamente uno entra in un cinema e cosa succede? gli buttano addosso ancora *****ccia sociale, e i ******** a me allora iniziano a girare, ma quando esce un film come questo allora bisogna deporre le armi e riconoscere che quando si parla del sociale in questa maniera si deve riconoscere il capolavoro, avulso da ogni problematica quotidiana, diventa problematica universale , decontestualizzata anche dall’ambiente, l’ambiente dove si muove la sfortunata protagonista del film è qualsiasi ambiente della terra, in qualsiasi epoca, solo così il sociale e i problemi materiali degli uomini (così squallidi per un artista che immagina e vive di empireo) acquistano un valore più consistente, è una storia di reale e ordinaria povertà: Rosetta è una ragazzina che vive in una
roulotte con una madre alcolizzata e inutile; lei non si arrende a
questa terribile situazione e cerca con invadenza e disperazione una
vita normale, un lavoro normale. Ma il contesto della sua esistenza
lascia un segno indelebile nei suoi comportamenti. Dicevamo, questa è
la storia. Il film è tutto girato con una camera a mano che segue,
pedina la protagonista, che va sempre di corsa, che non si ferma mai
per non pensare, per non essere risucchiata dal lago della
disperazione. Il ritmo frenetico della regia si contrappone alla
storia che fondamentalmente non c'è. Il film risulta alla fine un
susseguirsi di eventi, inframezzate da splendidi primi piani, nel
quale lo spettatore, grazie anche a una straordinaria protagonista,
viene coinvolto e rapito; viene sedotto e improvvisamente abbandonato.
La pellicola giustamente ha vinto la Palma d'Oro al Festival di Cannes nel 1999 battendo grandi titoli usciti lo stesso anno, Rosetta e' solo l'ultimo esempio in ordine di tempo di una cinematografia europea che sembra aver ormai
trovato nella camera a mano, nella fotografia sgranata e nel
documentarismo quella coesione e quella forza d'impatto che non aveva più avuto dai tempi di Bresson.

Ivs82  @  22/08/2006 03:29:13
   8½ / 10
Quando con questo film vinsero la Palma d'oro a Cannes '99 i Dardenne avevano realizzato una sola pellicola, il folgorante "La Promesse". Ma nonostante la brevità della loro filmografia non erano degli inesperti, anzi. La loro attività documentaristica si era infatti protratta per i vent'anni antecedenti nel nato Belgio, fornedogli gli strumenti per trattare temi cosi' delicati, e istillandogli una naturale inclinazione verso il cinema sociale. Quello stesso cinema "di denuncia" che oggi vede accrescere di giorno in giorno il numero di adepti, ma che sino a poco tempo fa era "di nicchia", confinato negli spazi angusti dei cineclub o peggio ancora catapultato nel marasma confusionario dei palinsesti televisivi. E proprio questo lungo rodaggio ha permesso ai due registi belgi di affrontare con cosi' tanta lucidità il presente. Rosetta è infatti un film fortemente sbalzato nella modernità: un'immagine del mondo attuale che spiazza, sbigottisce, lacera i tessuti organici. Quella di Rosetta è la storia di una ragazza in lotta con la società e con se stessa: vive su una roulotte, ha una madre alcolizzata, nessun vero amico, viene licenziata continuamente senza valide motivazioni. La sua è una guerra con un nemico che ha diverse facce (il guardiano, il datore di lavoro) ma un comune denominatore: l'egoismo, l'asservimento quasi totalizzante al dio denaro, la mancanza di compassione. Uno scontro impari, probabilmente perso in partenza, che la porta a crearsi uno scudo per isolarsi dalla realtà e guardare, seppur con infinito tormento e pessimismo, al futuro. Nonostante la giovane età ella ha assorbito il cinismo, la rabbia, la frustrazione che il mondo gli ha vomitato addosso. L'amicizia, la comprensione, l'amore li lascia agli altri. Non c'è tempo per queste cose; è più importante sopravvivere, badare ai pochi oggetti materiali che si posseggono (la roulotte ad esempio), trovare un lavoro che le permetta di condurre una "vita normale". Quella stessa vita che gli è stata strappata di dosso e si ripresenta brutale, vigliacca, desolante in tutti i momenti della giornata: fino a che il suicidio appare come l'unica via d'uscita, possibilità estrema ma necessaria per sfuggire a tanta mostruosità. E quando tutto sembra ormai perduto ecco aprirsi uno spiraglio, rappresentato dall'amicizia. Un messaggio di speranza che permette alla protagonista di alzare per la prima volta la faccia e incrociare lo sguardo dell'amico. Sta qui il segreto dei Dardenne: servirsi di piccoli uomini e piccole esperienze per affrontare grandi temi (la povertà , l'amicizia, il tradimento, la morte, la speranza), utilizzando uno stile sobrio ed asciutto che rimanda al rigore bressoniano contaminandolo con una compassione di stampo pasoliniano. Il risultato è un capolavoro che ci apre gli occhi verso una realtà che spesso ignoriamo o vogliamo ignorare. Per ricordarci che l'amore e la solidarietà umana sono le due grandi forze che governano il mondo. E in tempi di miseria (reale e morale) come questi è una lezione non da poco.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  16/07/2006 11:22:57
   8 / 10
Rosetta è uno di quei film che mi ha fatto uscire a pezzi dalla sala. Mi ha coinvolta totalmente dall'inizio. Il personaggio Rosetta è una tragedia sociale che non risulta mai patetica. Per tutto il film la telecamera si ritrova fisicamente addoso a Rosetta, si va ben oltre l'effetto realistico!
Questi sono film che non si meritano la permanenza in sala solo per tre giorni (quando escono), come accade in molte città.

ds1hm  @  01/06/2006 14:01:29
   7½ / 10
si tratta di un buon film, sopratutto di un buon cinema di analisi sociale del nostro caro e sconosciuto nord europa di periferia.
ottima l'interpretazione femminile, molto bravi i Dardenne nel mantenere per tutto il film uno stile freddo e asciutto.

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