rosemary's baby - nastro rosso a new york regia di Roman Polanski USA 1968
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rosemary's baby - nastro rosso a new york (1968)

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locandina del film ROSEMARY'S BABY - NASTRO ROSSO A NEW YORK

Titolo Originale: ROSEMARY'S BABY

RegiaRoman Polanski

InterpretiMia Farrow, John Cassavetes, Ruth Gordon, Sidney Blackmer, Maurice Evans, Ralph Bellamy, Victoria Vetri, Patsy Kelly, Elisha Cook Jr., Emmaline Henry, Charles Grodin, Hanna Landy, Phil Leeds, D'Urville Martin, Hope Summers, Marianne Gordon, Wende Wagner, William Castle, Tony Curtis, Clay Tanner

Durata: h 2.09
NazionalitàUSA 1968
Generehorror
Tratto dal libro "Rosemary's baby" di Ira Levin
Al cinema nel Settembre 1968

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Trama del film Rosemary's baby - nastro rosso a new york

Guy Wodehouse, giovane attore teatrale, e sua moglie Rosemary, allacciano amichevoli rapporti con i loro nuovi vicini di casa, gli anziani coniugi Castevet. Mentre Guy comincia a frequentare assiduamente i Castevet, Rosemary dimostra ben presto di non gradire l'invadenza dei nuovi vicini. Allorchè Guy si afferma clamorosamente come attore, di comune accordo i due giovani coniugi decidono di avere un bambino. La gravidanza di Rosemary si rivela particolarmente difficile...

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Voto Visitatori:   8,16 / 10 (258 voti)8,16Grafico
Migliore attrice non protagonista (Ruth Gordon)
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Migliore attrice non protagonista (Ruth Gordon)
Migliore regista straniero (Roman Polanski)Migliore attrice straniera (Mia Farrow)
VINCITORE DI 2 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Migliore regista straniero (Roman Polanski), Migliore attrice straniera (Mia Farrow)
Miglior attrice non protagonista (Ruth Gordon)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior attrice non protagonista (Ruth Gordon)
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Voti e commenti su Rosemary's baby - nastro rosso a new york, 258 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  14/01/2011 22:30:28
   8 / 10
Devo ammettere che questo film mi ha colpito molto. Ci ho pensato a lungo dopo la visione (non riuscendo a prendere sonno) e anche oggi mi è tornato spesso in mente. Non è un fatto di paura o di timore, è che mi ha lasciato un po' sconcertato. Tutt'ora non so ancora come interpretarlo. Va preso sul serio o è solo una metafora di qualcosa?
Il film è praticamente perfetto fino alla scena finale. Si mantiene con grande arte in bilico sul sottile confine che separa la percezione del reale dalla sua interpretazione immaginaria. Nel finale invece la storia sembra prendere una svolta in una certa precisa direzione, il che mi ha lasciato francamente scettico e anche un po' deluso. Avrei preferito che anche il finale avesse lasciato più margine al dubbio e all'incertezza.
Il grande pregio del film è il fatto di non appartenere ad un genere preciso. E' un misto fra thriller e horror, ma non viene impiegata nessuna convenzione stilistica che appartiene strettamente a questi generi. Si usa invece uno stile realistico di stampo quotidiano (come in "Repulsion") , con situazioni, personaggi e vicende di assoluta normalità. I dialoghi, le scene si svolgono con grande scioltezza e verosimiglianza. Anche le situazioni sono assolutamente comuni e plausibili. Eppure fin dall'inizio si fa strada l'incertezza e il dubbio con strani fatti e strane coincidenze. Niente comunque che non sia esplicabile come "normale".
L'espediente che fa lievitare l'incertezza e il dubbio su ciò che viene mostrato è il fatto che ogni cosa viene raccontata da un unico punto di vista, cioè quello della protagonista Rosemary. Molti fatti, molti eventi (tutte le uscite di suo marito, ad esempio) avvengono in ellissi. Come Rosemary, noi non sappiamo e possiamo solo congetturare e decisamente la voglia di pensare allo speciale c'è davvero. Tanto più che molta parte viene percepita tramite lo stato di dormiveglia e lì veramente l'arte raggiunge il suo picco. Quanta parte appartiene al sogno (le immagine della barca, del bikini) e quanta alla realtà (le mani mostruose, gli occhi rossi)? Il dubbio permane, persiste e avvelena Rosemary, avvelena noi.
Si arriva quasi al punto di essere convinti dell'esistenza del complotto, del sovrannaturale, almeno fino alla scena presso lo studio del Dott. Hill, quando con un voltafaccia stilistico si fa percepire allo spettatore la possibilità che Rosemary sia in preda ad un esaurimento nervoso. Il ricordo di "Repulsion" affiora nella mente dello spettatore. Rosemary come Carol?
Del resto anche "Rosemary's Baby" ha lo stesso impianto di tutti i film precedenti di Polanski. Pure in piena New York viene creato un ambiente ristrettissimo, claustrofobico e opprimente intorno a Rosemary. I pochi contatti sono con gente borghese snob, superficiale e convenzionale. Manca a Carol una vera amicizia e una vera valvola di sfogo (il marito è troppo preso dal lavoro). Come Carol di "Repulsion", Rosemary ha un carattere debole, remissivo che si porta dietro sensi di colpa. Tutto deporrebbe per una patologia di carattere persecutorio da parte di Rosemary. Il dubbio avvincente permane fino al finale, che si rivela forse fin troppo esplicito.

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Ultima risposta 14/05/2011 10.34.48
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