room regia di Lenny Abrahamson USA 2015
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room (2015)

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locandina del film ROOM

Titolo Originale: ROOM

RegiaLenny Abrahamson

InterpretiBrie Larson, Megan Park, William H. Macy, Jacob Tremblay, Joan Allen

Durata: h 1.58
NazionalitàUSA 2015
Generedrammatico
Tratto dal libro "Room - Stanza, letto, armadio, specchio" di Emma Donoghue
Al cinema nel Marzo 2016

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Trama del film Room

Jack è un bambino di cinque anni cresciuto in una stanza in un capanno 3 metri per 3, che crede sia il mondo intero. Ma cosa succede quando la madre, rapita da adolescente dieci anni prima, gli comunica improvvisamente che esiste ben altro fuori dalle mura della stanza?

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Voto Visitatori:   7,44 / 10 (86 voti)7,44Grafico
Miglior attrice protagonista (Brie Larson)
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior attrice protagonista (Brie Larson)
Miglior attrice in un film drammatico (Brie Larson)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior attrice in un film drammatico (Brie Larson)
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Voti e commenti su Room, 86 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bellin1  @  03/07/2022 23:53:52
   6½ / 10
Si passa da thriller nella prima parte a drammatico nella seconda.....che forse poteva durare certamente di meno. Ho capito che era un bimbo e non una bimba dopo un ora😁. Cmq film curato, interpretazione della protagonista per me nella media, nulla di che.

Più che sufficiente. 6 1/2

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Ultima risposta 04/07/2022 00.14.09
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david briar  @  14/10/2017 11:21:25
   6 / 10
Girato bene, soprattutto nella prima parte che ha un ottimo uso della camera a mano, ed è sicuramente la parte migliore del film. Dal momento in cui si scappa, anche se è molto bello il modo in cui è girata la fuga, il film scende di livello, non riuscendo a gestire la questione delle reazioni al ritorno di madre e figlia a casa, e lasciando poco in termini di sviluppo. La parte "room" è buona, la parte "world" delude, lasciando che il film deluda anche nel complesso, vista l'importanza del finale in un caso del genere. Sopravvalutata l'interpretazione della Larson, mentre Jacob Tremblay, suo figlio, dà un'interpretazione molto più pregnante, come spesso capita con attori così giovani.

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Ultima risposta 31/01/2018 15.52.19
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ferzbox  @  17/04/2017 14:41:49
   6½ / 10
Mi aspettavo molto di più se devo essere sincero; sopratutto tenendo conto di tutto quello che avevo letto, sentito o mi era arrivato da quando uscì...
La prima parte è intrigante davvero; capire cosa aveva portato quella madre con il bambino di 5 anni a vivere quella situazione creava un clima di curiosità non indifferente, e sopratutto colpiva molto il lato interpretativo(sopratutto del bambino che è stato bravissimo e che si meritava l'Oscar molto di più rispetto a Brie Larson....che comunque è stata brava e mi ricordava vagamente la Foster).
Quindi c'era questa prima parte che aveva il suo perchè....fino ad arrivare alla metà dove....
...e qui SPOILER......SPOILER....SPOILER.....


.....il bambino riesce a fuggire tramite un piano che definire azzardato sarebbe stato poco(ma quale madre avrebbe messo a repentaglio la vita del proprio bambino con un simile rischio? Sopratutto considerando quanto il bimbo fosse completamente estraneo al mondo esterno, e considerando la follia del rapitore....bhò, va bhè tralasciamo)....
Dopodichè si pensa che la pellicola potrebbe proseguire con la disperata ricerca della madre; il bambino non era in grado di dire dove si trovava la mamma, quindi le autorità avrebbero dovuto trovare un modo per ritrovarla(magari il dente malato che teneva il bimbo come ricordo della madre poteva essere un modo per risalire al DNA....o insomma qualcosa del genere, di coinvolgente, di ancora accattivante; magari unendolo sempre al discorso di riabilitazione come è stato fatto)....
....invece no, dopodichè la pellicola cambia totalmente tono diventatando semplicemente una storia sentimentale...
Nulla di male in questo, ma perlomeno non fatemela come se fosse la fiera delle cose scontate; che il bimbo avrebbe piano piano trovato una sua dimensione era palese; che la madre avrebbe sofferto di qualche malessere per la terribile esperienza affrontata era ovvio; che i nonni o tutti i cari legati a loro avrebbero inizialmente faticato per adattarsi alla situazione era normale.....quindi, al di là di tutto questo(che era scontatissimo)cosa dava di altro il film? Cosa c'era di così particolare da dover giustificare 57 minuti di pellicola prima del termine?
Così facendo il film non sa ne di carne ne di pesce; non è un thriller e non è un film d'autore....non è nulla, si rimane solo fissi davanti allo schermo nell'aspettare qualcosa che rimescoli gli ingredienti o che, se non altro, doni qualche momento artistico e autoriale....invece no; il film allunga la clessidra del minutaggio per finire esattamente come finiva la prima parte; i due si sono salvati e tornano al mondo normale.....
Ok, non dico che sia una brutta opera, ma se non fosse stato per l'interpretazione degli attori, l'idea iniziale e alcuni momenti registici parecchio validi(come la parte del bambino nel furgone)non sarei mai riuscito ad arrivare a 7......
...la mia donna l'ha ritenuto un film parecchio sopravvalutato e pretenzioso; io non arrivo a dire questo, ma in fondo non posso biasimarla...

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Ultima risposta 17/04/2017 14.45.30
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-Uskebasi-  @  01/04/2016 02:53:55
   9 / 10
COMMENTO SPOILEROSO

"Buongiorno lampada. Buongiorno pianta. Buongiorno serpente di uova. Buongiorno tappeto. Buongiorno armadio. Buongiorno tv. Buongiorno lavandino. Buongiorno gabinetto. Buongiorno a tutti."

Cosa vogliamo capire della vita di Jack? Cosa possiamo capire?
Niente. Siamo cresciuti tra parenti, amici, prati, giochi, in case più grandi del suo mondo intero. Avevamo l'illusione che esistesse tutto, lui la convinzione che non esista nulla. Per noi erano reali persino mostri, draghi, Babbo Natale. Per lui non sono reali alberi, mari, persone.
Quindi cosa càzzo possiamo capire...
Tutto. Solo grazie al suo volto, l'espressione di Jack dopo essersi srotolato dal tappeto, incredulo nel vedere il cielo che si estende oltre le misure del lucernario è indescrivibile. Poi abbassa lo sguardo, paralizzato come un uomo uscito dal coma. Per ogni secondo aumentano i dettagli, per ogni secondo aumenta lo shock.
Furgone - Sguscia via - Salta - Scappa - Qualcuno.
Corre Jack e va a sbattere contro qualcosa che doveva vivere solo dentro la scatola magica. Ora è il momento di parlare, ma come diavolo fa? Ha già fatto troppo. Noi vorremmo urlare per lui, non può finire così, non può tornare indietro, sarebbe inaccettabile.
"Aiutooo!"
Jack è salvo rannicchiato sull'erba con in mano una foglia marrone.
Ora, Lenny Abrahamson, hai già creato quella che è una delle sequenze più emozionanti di sempre, se poi me la vai ad incorniciare con la musica dei "This Will Destroy You", allora significa che vuoi proprio togliermi ogni briciola di obiettività. E' la scena più bella dell'anno.

"C'è così tanto posto nel mondo. Il tempo è di meno perché lui deve essere spalmato sottile sottile da tutte le parti, come il burro."

Fuori dalla stanza sarà difficile scoprire la vita, e sembra esserlo ancor di più tornarci.
In questi casi mi rimbomba sempre in testa un pensiero che è la cosa più vicina sia alla bestemmia che alla verità assoluta. Joy deve essere grata alla terribile avventura vissuta. E' assurdo, fa scoppiare il cervello, ma senza l'incubo della reclusione non sarebbe esistito Jack. Riusciremmo a rinunciarci?
'Se' e 'ma' servono a poco. C'è un'infinito da esplorare insieme adesso.


"L'abitudine ti porta a rifiutare la misura di una libertà che così immensa fa paura
Ma ora io ti chiedo di fuggire e cambiare
Vedrai che scopriremo l'avventura di una vita insieme, nuova anche per me, solo se con te
Fino a quando questi muri bianchi spariranno"

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Ultima risposta 01/04/2016 14.49.08
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micky74  @  15/03/2016 12:40:16
   9½ / 10
Che bel film!! Quest'anno che Di Caprio, ha vinto (meritatissimente) l'Oscar, è quello dove ha, in realtà, rischiato di più...l'interpretazione del bambino meritava...sicuramente lo meritava il film l'Oscar, molto di più di tutti gli altri candidati (li ho visti ovviamente), una spanna sopra. Anche la seconda parte, che in qualche commento ho letto una certa critica perchè non succede nulla, in realtà ha una sua funzione...è raccontato il ritorno alla "normalità" attraverso i due diversi punti di vista, dell'adulto e del bambino (con relativa maggiore capità di adattamento....). Per non parlare poi del percorso che ha dovuto fare la mamma, anche a causa di quel dubbio enorme che le insinua la giornalista con quelal domanda...tosto rispondere...se ne potrebbe discutere per giorni...
Andate a vederlo. Un Inno alla Vita meravioglioso.

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Ultima risposta 29/03/2016 08.10.58
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Jolly Roger  @  08/03/2016 22:42:16
   8 / 10

-----------------SPOILEROSO e AMMAZZAFILM--------------

ROOM mi ha emozionato.
E i film che ti emozionano così, sono rarissimi.
Esso ricalca vicende di cronaca nera, di quelle della specie più infima, che scoperchiano la peggior sozzeria dell'essere umano: donne rapite e tenute prigioniere a scopi sessuali dai loro aguzzini.
La mente va subito al caso Fritzl, a cui il film dichiara espressamente di essersi ispirato. Joseph Fritzl, quel pazzoide che tenne sua figlia segregata in cantina per 24 anni, dalla quale ebbe anche dei figli nati da rapporti incestuosi.
Forse uno dei casi più raccapriccianti della cronaca di tutti i tempi.
A onor del vero, però, non sembra questo il caso più simile a quello portato sullo schermo da ROOM. La caratterizzazione fisica e comportamentale del killer è infatti più probabilmente ispirata a Marc Dutroux, il mostro belga (mostro dI Marcinelle) che tenne segregate 6 ragazze per molti anni, uccidendone quattro. Quella stessa barbetta incolta, quello sguardo perverso, ma insieme così vile, pusillanime e schifosamente piccolo.
Tuttavia, né il caso Fritzl, che riguardava una sordida vicenda di perversione all'interno di un nucleo famigliare, né il caso Dutroux, che era un serial killer probabilmente collegato ad una più vasta rete di pedofili, rispecchiano quel che c'è nel film ROOM.
Il caso di ROOM ricalca invece quanto avvenuto a Natascha Kampusch, in Austria. Ella venne rapita dal suo aguzzino quando era ancora minorenne e rimase in prigionia per otto anni. ROOM ha introdotto l'aspetto – per niente marginale, comunque – di un figlio, nato come frutto delle violenze sessuali, che nella vicenda reale di Natascha non si verificò – tuttavia gli elementi ambientali e le caratterizzazioni umane e psicologiche sono le medesime del caso Kampusch…come ad esempio il fatto, per niente secondario, che il rapitore della protagonista di ROOM, una volta verificatasi la fuga della vittima, si uccide, come avvenne effettivamente nella realtà.
Il grosso pregio di questo film è che riesce ad essere davvero realistico nel raccontare le emozioni umane e le reazioni psicologiche di chi si trova dentro situazioni costi estreme. Il film mantiene questo realismo sia nella prima parte, in cui racconta la prigionia, sia nella seconda parte, quando affronta il delicato recupero della madre e del bambino.
A tal proposito, è tremendamente vigliacca la domanda della giornalista, quando chiede alla madre se ella non avesse pensato, una volta nato il bimbo, che sarebbe stato meglio chiedere all'aguzzino di abbandonarlo davanti a qualche istituto, così da donare al bambino una vita normale. Effettivamente è verosimile che il rapitore lo avrebbe fatto, ma sicuramente una madre non può far altro che pensare che il miglior destino di un bambino piccolo sia proprio ed unicamente quello di stare vicino a lei, sua madre. L'opposto sarebbe contro natura. Se ne faccia una ragione la giornalista (anche lei, peraltro, donna).
E poi, in effetti, il finale dà ragione alla mamma.
I due, madre e figlio, hanno un intero mondo davanti da esplorare - e qualsiasi problema si può affrontare, si possono fare i conti con qualsiasi passato, anche il più tremendo, perché sono vivi e liberi e hanno affrontato e sconfitto il peggio, insieme.
Vivi e liberi nel mondo.
Quanto è spettacolare la scena in cui il bambino si srotola dal tappeto nel retro del furgone e vede per la prima volta il cielo, la strada, le cose…egli rimane attonito, quasi pietrificato da tanta grandezza e bellezza. Fino a quel momento, il mondo di quel bambino è stato una stanza…egli non aveva alcuna idea dell'esistenza di tanta immensa bellezza. Eppure, c'è qualcosa, dentro di lui, che è più grande di quanto lo stupore possa essere pietrificante: la voglia di vivere questa bellezza. Proprio per questo il piccolo, malgrado la sua…piccolezza, appunto, riesce a buttarsi già dal furgone, a chiedere aiuto.
E in quella scena il cuore ti batte a mille all'ora. Tifi per lui, vorresti abbracciarlo, l'unica cosa che vuoi è che egli sia libero e alla fine ti scopri ad esultare quando ce la fa!
Ma c'è un altro momento in cui ancor di più si capisce quanto grande sia la voglia di vivere, che nessuna prigione può bloccare: quando il bambino, ormai libero da molto tempo, chiede di rivedere la Stanza.
Ed essa sembra così diversa da come l'aveva lasciata.
Sembra così piccola rispetto al mondo che sta fuori.
Non sembra nemmeno più lei.
"Non è la stessa, senza la porta chiusa" dice il bimbo alla mamma.
"se vuoi chiudo la porta…"
Il bambino ci pensa su, si gira e dice un monosillabo che vale miliardi di parole:
"NO."

E' tempo di lasciare la porta aperta. Di vedere tutto quello che il mondo ha da offrirci.

Un film da vedere, che parla della voglia di andare avanti e di superare i traumi, della grandezza di questo piccolo pianeta e della grandezza di questa breve vita.

Mezzo cinema aveva le lacrime agli occhi quando si sono accese le luci in sala.

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Ultima risposta 10/03/2016 11.40.25
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  28/02/2016 13:59:04
   7½ / 10
Storia agghiacciante, ispirata al noto caso del padre incestuoso Josef Fritzl (quello austriaco), ha già vinto dei premi e non ha di certo bisogno di un Oscar per avere l'attenzione che merita. Il film, pur essendo angosciante e devastante, è bellissimo: i due protagonisti, madre (Joy) e figlio (Jack), sono eccezionali e il film non stanca mai, perché dosa passo per passo ogni ingrediente di una storia maledetta. Prima la rappresentazione della Stanza degli orrori, poi la lenta, ma terribile consapevolezza del figlio, il piano disperato di fuga e poi, e qui sta il punto di forza del film, la descrizione della ripresa, dell'acquisizione, binaria e parallela per entrambi i personaggi, della normalità. Il film disturba grazie alla fotografia, ma intrattiene a dovere grazie a una sceneggiatura implacabile, che non disdegna la critica (persino alla madre), ma ripudia in toto la violenza. I dialoghi sono fulminei, originali e latori di un contenuto di speranza (intriso di una tristissima dosa di patologia) che a tratti commuove. Tra i candidati di quest'anno uno dei più meritevoli.

1 risposta al commento
Ultima risposta 29/02/2016 18.50.28
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matt_995  @  24/02/2016 11:50:44
   8½ / 10
Vedere Room è come rivedere per la prima volta il mondo. Stupore, curiosità, emozione ma anche paura ed insicurezza. Tutto ciò che prova il piccolo Jack lo prova anche lo spettatore.
Gli attori sono prodigiosi: Brie Larson, la indie girl del cinema indipendente americano, a giorni sarà vincitrice certa di un oscar che non sarà il più meritato della storia (Kathy Bates Katharine Hepburn e Luise Flatcher restano trionfanti sul podio delle più grandi leading ladies della storia) ma che verrà conferito per la straordinaria umanità e maturità con cui l'attrice gestisce un personaggio assai complesso. I suoi battibbecchi col figlioletto, le storie che gli racconta, i modi con cui gli fornisce lezioni di vita rimangono nel cuore di tutti. La vera star è però il piccolo e prodigioso Tremblay, per me meritevole anche dell'Oscar a discapito di Di Caprio! Jacob ride, strilla, gioca con la spontaneità e la sicurezza di un attore adulto! Mi auguro un futuro brillante per lui... sperando che non diventi un nuovo Culkin!
Come già detto, impeccabile ed emozionante la scena della fuga (terminata con uno straziante abbraccio tra madre e figlio) ma soprattutto ho trovato interessantissima la particolare struttura del film che si potrebbe riassumere con il motto "mors tua, vita mea". L'iniziale diffidenza di Jack per il "nuovo mondo" e la felicità di Joy per la sua liberazione, si traduce nella parte finale con un capovolgimento della situazione e Jack, ormai ambientatosi, si trova a consolare teneramente la madre che non riesce a lasciarsi il drammatico passato alle spalle. A tal proposito avrei preferito un maggior approfondimento della condizione di Joy in questo momento, ma dopotutto il film è visto dagli occhi curiosi del piccolo.
Il finale è una delle scene più forti che abbia visto al cinema negli ultimi anni.


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Ultima risposta 25/02/2016 10.11.55
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