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VINCITORE DI 3 PREMI DAVID DI DONATELLO: Miglior attore non protagonista (Pierfrancesco Favino), Miglior attrice non protagonista (Michela Cescon), Migliori effetti speciali
"Romanzo di una strage" fa parte di quelle produzioni che ricadono totalmente nel genere storico; eventi storici che colpirono l'Italia sul finire degli anni sessanta, ovvero col film di Marco Tullio Giordana gli scenari sono chiari, siamo negli anni di piombo. L'evento principale del film converge con logica deduzione intorno al massacro di Piazza Fontana a Milano. Le dinamiche che portarono al disastro tutt'oggi non sono state chiarite, il caso del 1969 ha vittime ma non carnefici. I movimenti politici del tempo risultano ancora essere epidermici e confusionari; diventa impossibile trarre, in modo effettivo, la verità e la matrice omicida. Giordana, autore de "Romanzo di una strage" si prende, nel contesto, la briga di narrare, anche faziosamente, le vicende facendo ricadere la perpetrazione delle cose sulle spalle di alcuni movimenti di destra del tempo affiancati, nel frangente, dalle forze armate, dall'arma dei carabinieri. Secondo il vangelo del regista i comunisti e gli anarchici svolgono la funzione di megalomartiri ignari e specialmente non colpevoli di niente; ecco il potere del Cinema, chi è dietro ad una camera ha la possibilità di fare e di dire ciò che vuole… Lato concettuale a parte, "Romanzo di una strage" è fotografato bene e girato ancora meglio; buoni gli attori e tutte le cose inerenti al lato tecnico, costumi e scenografie.