rocco e i suoi fratelli regia di Luchino Visconti Italia, Francia 1960
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rocco e i suoi fratelli (1960)

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locandina del film ROCCO E I SUOI FRATELLI

Titolo Originale: ROCCO E I SUOI FRATELLI

RegiaLuchino Visconti

InterpretiAlain Delon, Renato Salvatori, Annie Girardot, Katina Paxinou, Alessandra Panaro, Spiros Focás, Max Cartier, Corrado Pani, Claudia Cardinale, Nino Castelnuovo, Claudia Mori, Suzy Delair, Paolo Stoppa

Durata: h 2.57
NazionalitàItalia, Francia 1960
Generedrammatico
Tratto dal libro "Il ponte della Ghisolfa" di Giovanni Testori
Al cinema nel Settembre 1960

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Trama del film Rocco e i suoi fratelli

La vedova Rosaria si trasferisce a Milano dalla Lucania con i suoi quattro figli; il suo quinto figlio, Vincenzo già vive a Milano. All'inizio la famiglia ha tanti problemi, ma ognuno si arrangia come può: Simone è un boxeur, e Rocco lavora in una lavanderia. Simone incontra una prostituta, Nadia e con lei ha una relazione burrascosa; quando Rocco torna dal servizio militare inizia una storia con lei...

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Voto Visitatori:   9,01 / 10 (46 voti)9,01Grafico
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Voti e commenti su Rocco e i suoi fratelli, 46 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  14/07/2011 18:57:37
   10 / 10
E' con un po' di timore che mi appresto a commentare (a proposito, credo che spoilererò). Amo così tanto quest'opera che mi permetto di definirla, banalmente, meravigliosa. Mai visti sul grande schermo personaggi così carnali, corporali, così veri che in più di due ore di visione ci si dimentica che sono parte della finzione cinematografica. Forse Kazan era riuscito in un'introspezione altrettanto vivida, e infatti v'è tanto di lui in questo film. Anche Visconti, per quanto non accantoni l'indagine sociale, è un grande appassionato della natura umana. Quel che spicca nel suo cinema è l'approfondimento delle individualità. Nella pellicola in questione sono immortalate nell'ambito della famiglia, apparentemente specchio dell'uniformità, in realtà dimensione spiccatamente disomogenea. Il titolo da' risalto ad una figura specifica, quella di Rocco. Perché? Perché è il più timido, il più riservato, il più silenzioso. Dunque ascolta e vede meglio di tutti. E' anche il più altruista, ma d'un altruismo malato ed autopunitivo, assolvibile solo perché assolutamente onesto, autentico, agli antipodi del vittimismo caritatevole. Il perdono che concede al fratello è non di meno tragicamente dannoso. Rinunciando alla donna che ama (una straordinaria Annie Girandot), Rocco intrappola il fratello in un amore a senso unico che lo intossica e lo sopprime. Simone, a dispetto della dirompenza fisica, è la vera incarnazione della fragilità. Quel suo rigetto sdegnoso della normalità, quella sua ribellione cieca, unita all'irrimediabile incapacità di concretizzare le proprie ambizioni, lo rendono simile ad un antieroe romantico. Personalità speculari ma affini, almeno nell'avere un'identità forte e trascinante, Simone e Rocco soffrono del sentimento della vita stessa. Nulla a che vedere con la felicità frolla di Vincenzo, anodino della peggior specie. Ciro dal canto suo si pone nel mezzo. Ragazzo a posto, fin troppo obbediente, è la figura più "sana", equilibrata e lucida della famiglia. La scelta di denunciare il fratello è molto più benefica e generosa di quanto gli altri riescano a capire. "Nessuno ha voluto bene a Simone come gliene ho voluto io" afferma nel finale. Luca, il più piccolo, è il depositario di speranze e aspettative. Attraverso di lui lo sguardo di Visconti si raddolcisce, riacquista quasi un candore infantile, giusto in tempo per il finale.

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Ultima risposta 14/07/2011 20.44.37
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  17/06/2011 14:31:43
   6 / 10
Non che mi abbia colpito più di tanto “Rocco e i suoi fratelli”. Per i miei gusti è troppo melodrammatico e poi è veramente troppo lungo. Poi mettiamoci anche il fatto che la narrazione è tipicamente verghiana e io non ho mai avuto molta simpatia di Verga.
In ogni caso il 6 lo merita, insomma non dobbiamo dimenticare alcune scene riuscite e la bravura degli attori.

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Ultima risposta 16/08/2013 20.55.09
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  11/08/2009 23:37:25
   7 / 10
Il primo film di Visconti che vedo e l'impressione e stata molto positiva, adesso non ammazzatevi perchè dò 7 eh :-)
Insomma che dire, un film che coinvolge molto, anche se dura quasi 3 ore si può dire che non annoia mai, poi il finale mi ha colpito molto, la drammaticità esplode al massimo e lascia un pò spaventati e coinvolti, per il resto sicuramente tutto positivo. Come primo film di Visconti devo dire che ne sono rimasto molto soddisfatto, adesso piano piano cercherò di guardarmeli tutti :-)

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Ultima risposta 17/06/2011 14.26.52
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1emozionedapoco  @  27/02/2008 12:35:17
   10 / 10
E' forse il film di Visconti che amo di piû! E' stupendo dalla musica del Sud alla stazione centrale, alle inquadrature di Lambrate e dell'idroscalo avvolte nella nebbia, dalla recitazione perfetta degli attori ( grandissimi Delon , Girardot e Salvatori) alle battute sui personaggi, alla ferocia che segue l'ossessione ( la scena all'idroscalo è da pelle d'oca) alla critica alla famiglia che stritola e nasconde.
Nel film Visconti attinge a Verga, a Testori, a Mann e Dostoevskji ( il personaggio di Rocco) e ci da un capolavoro senza uguali!

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Ultima risposta 11/03/2008 13.59.38
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Crimson  @  24/01/2008 15:35:36
   9½ / 10
Un capolavoro che rimane immutato perchè è un film di significati non soltanto legati al periodo storico difficile e delicato in cui è ambientato.
Per me stenta un pò a decollare nei primi tre quarti d'ora; successivamente la crescita dei personaggi e le loro differenze marcate disegnano scenari di grandissimo impatto emozionale. Un film intenso, rabbioso e angosciante, in cui l'uomo si misura con sè stesso e con il contesto che lo accompagna.
Vincenzo, menefreghista e trasparente, un personaggio che colgo in una natura pesantemente negativa e egoista. Potrebbe accadere di tutto attorno a lui, ma rimane sempre nella sua posizione di chi 'ha una famiglia' e deve sacrificare tutto per essa.
Ciro, il più equilibrato, forse spesso esprime poca personalità ma è quantomeno coerente nella sua moralità.
Simone (un grandissimo Renato Salvatori), perduto nella propria natura ribelle in un contesto che lo frena e lo isola, non ha le chiavi per ricongiungersi col nucleo che lo potrebbe risanare. I suoi due atti criminali (tra le scene più ricche di pathos del film) ci appaiono come tentativo di riaffermare il proprio onore perduto e al tempo stesso esercizio di una moralità definitivamente perduta, persino aberrante, alla quale tuttavia la famiglia tramite Rocco mostra ancora uno scudo protettivo di perdono e comprensione che si rifanno a codici insiti nella natura del rapporto di consanguineità, che trascende dall'atto stesso, che non segue le leggi ordinarie della società.
Rocco è colui che perdona tutto in nome di questo codice, amatelo o detestatelo per questa sua bontà estrema e persino ingenua, ma almeno considerate l'umanità che è in grado di esprimere.
Il lavoro come fonte di generazione di sè stessi e dei propri piccoli obiettivi, di affermazione della propria personalità nella difficoltà di un contesto avverso e spesso incomprensibile.
Luca, il predestinato, colui che tornerà a O Paese per dar frutto della propria esperienza, l'incarnazione del sogno che tutto anche giù possa un giorno cambiare, il ricongiungimento con un'identità che non deve rimanere integra anche se esercitata in un luogo lontano nel quale è difficile riconoscersi.
Luchino Visconti e Suso Cecchi D'amico, milanese e romana, non sò come siano riusciti a scrivere questo capolavoro che probabilmente ancora al giorno d'oggi solo i meridionali possono capire appieno, e perdonate questa piccola presunzione.

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Ultima risposta 17/11/2013 20.08.59
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wega  @  03/10/2007 10:25:29
   8½ / 10
ma siamo sicuri questo sia un film neorealista...?se in ladri di biciclette la precarietà economica viene sottolineata dall'odissea dei protagonisti per poche migliaia di lire di valore della bicicletta..in questo film dopo la prima ora credo si possa notare un cambiamento di questa situazione economica non più così al limite.Detto questo visconti decide di suddividere il film in capitoli,tanti quanto il numero dei fratelli,scelta narrativa da me non particolarmente amata,ma che dà la possibilità di delinearne efficaciemente tutti gli aspetti psicologici e caratteriali di ogni singolo.Si riesce a capire perfettamente il tipo di carattere di ognuno con un'analisi dell'anima che solo Bergman e pochi altri sono riusciti a fare.Un film drammatico,estremamente drammatico,reso ancora più drammatico dalla colonna sonora di Nino Rota.Sequenze e momenti indimenticabili,dallo stupro che non ha niente da invidiare alle messe in scena degli stupri negli unltimi anni(a confronto quello in Marnie mostratoci addirittura 4 anni dopo è ridicolo,probabilmente anche solo per un diverso target della censura americana degli anni '60),le splendide immagini e suggestive carrellate e riprese a campo lungo sul duomo di milano,e ovviamente la scena che farà storia:l'omicidio,reso incredibilmente efficace dal modo con cui la protagonista si lasciò andare,e si fece uccidere,allargando le braccia,accogliendo Simone in un'arresa che sul piano emotivo rende questo film indimenticabile.

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Ultima risposta 17/11/2013 19.22.41
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  23/09/2007 14:06:16
   9½ / 10
Capolavorone di Visconti. Un pezzo fondamentale di storia del cinema italiano e internazionale. Come rendere poeticamente epica la storia di poveri immigrati. Ha tutte le carte in regola per essere un film neorealista, ma è allo stesso tempo una tragedia greca con personaggi che nella loro umiltà hanno una dimensione psicologica accurata. E' proprio questo il merito principale del film: caratterizzare personaggi visti nella realtà come semplici macchiette fastidiose (succede ancora oggi con gli extracomunitari).
Così, in questa visione estremamente moderna anche l'ultima delle ******* può essere un esempio, un ideale e una metafora, opposta, ma vicina alla figura di Cristo e una crocifissione diventa uno stupro...

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Ultima risposta 25/09/2007 14.19.19
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Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  09/06/2007 13:50:06
   9½ / 10
che film...
Rocco e i suoi fratelli, un'esperienza italiana storica, sociale, psicologica, artistica, sessuale, ma soprattutto CINEMATOGRAFICA.
Luchino Visconti è il Cinema, il Cinema è Luchino Visconti.
un film che grazie alla maestosità e alla grandezza del pensiero cinematografico del regista, grazie alla teatralità delle interpretazioni, grazie a tutto l'ottimo lavoro della troupe rivela un'attualità sconcertante, una drammaticità alla greca ormai andata persa, rivela una potenza espressiva da far impallidire Saffo, rivela un'Italia che pochi conoscono e che ormai si sta dimenticando.
Rocco e i suoi fratelli è uno dei migliori film della storia del cinema.

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Ultima risposta 11/06/2007 00.35.49
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giax-tommy  @  17/05/2006 17:16:26
   10 / 10
un bellissimo film,uno dei pochi film realmente emozionanti.la drammaticità delle scene rende realmente bene l'idea del disadattamento e dell'immigrazione,e si sente fin sulla pelle questo sentimento di frustrazione.è il primo che vedo di visconti e devo vederne molti altri nella speranza che siano come questo

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Ultima risposta 30/08/2006 15.08.23
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ds1hm  @  15/03/2006 18:03:27
   9½ / 10
Rocco e i suoi fratelli è uno dei migliori lavori realizzati da Visconti. Il ritmo è leggermente più lieve di altri suoi film; la sceneggiatura più semplice rispetto ad esempio alla Caduta degli dei rende la visione ancor più gradevole, in altre parole è il film di Visconti che maggiormente si presta ad una ipotetica commerciabilità ma nonostante questo resta un film ignorato da molti. Tra gli attori c'è la coppia Delon-Salvatori, coppia che ritornerà anni più tardi, entrambi invecchiati e induriti, in un film stupendo che credo manchi su questo sito: La prima notte di quiete: film dimenticato del malinconico Zurlini.

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Ultima risposta 26/04/2006 15.36.17
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