rocco e i suoi fratelli regia di Luchino Visconti Italia, Francia 1960
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rocco e i suoi fratelli (1960)

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locandina del film ROCCO E I SUOI FRATELLI

Titolo Originale: ROCCO E I SUOI FRATELLI

RegiaLuchino Visconti

InterpretiAlain Delon, Renato Salvatori, Annie Girardot, Katina Paxinou, Alessandra Panaro, Spiros Focás, Max Cartier, Corrado Pani, Claudia Cardinale, Nino Castelnuovo, Claudia Mori, Suzy Delair, Paolo Stoppa

Durata: h 2.57
NazionalitàItalia, Francia 1960
Generedrammatico
Tratto dal libro "Il ponte della Ghisolfa" di Giovanni Testori
Al cinema nel Settembre 1960

•  Altri film di Luchino Visconti

Trama del film Rocco e i suoi fratelli

La vedova Rosaria si trasferisce a Milano dalla Lucania con i suoi quattro figli; il suo quinto figlio, Vincenzo giŕ vive a Milano. All'inizio la famiglia ha tanti problemi, ma ognuno si arrangia come puň: Simone č un boxeur, e Rocco lavora in una lavanderia. Simone incontra una prostituta, Nadia e con lei ha una relazione burrascosa; quando Rocco torna dal servizio militare inizia una storia con lei...

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Voto Visitatori:   9,01 / 10 (46 voti)9,01Grafico
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Voti e commenti su Rocco e i suoi fratelli, 46 opinioni inserite

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Italo Disco  @  23/03/2024 19:19:58
   10 / 10
Geniale. Epico.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  24/02/2024 23:24:44
   10 / 10
Devo vergognosamente ammettere che non avevo ancora visto Rocco e i suoi fratelli: per fortuna ho sanato questa mia assurda mancanza, perché questo film è un capolavoro.

Visconti (con un gruppo di sceneggiatori in stato di grazia tra cui Vasco Pratolini e Suso Cecchi D'Amico) riesce nel miracolo di girare un film denso di tematiche ma tutte gestite in modo misurato e armonioso: l'abbandono del sud per cercar fortuna al nord, il fascino perverso e corruttore esercitato dalla città, i rapporti di famiglia, la violenza (sessuale ma non solo), il riscatto sociale.

E lo fa con i 5 fratelli Parondi:

- Vincenzo (che all'inizio sembrerebbe il protagonista), il primogenito, su cui la madre fa affidamento per il mantenimento della famiglia ma che si rileva sostanzialmente un pusillanime: non prende mai una decisione forte, non ha particolari talenti né forza d'animo.
- Simone, il secondogenito, il personaggio più sfaccettato e complesso assieme a Rocco, di cui è la controparte ed il cui sviluppo genera quello, antitetico, di Rocco. Interpretato da uno strepitoso Renato Salvatori, Simone è quello tra i fratelli che subisce di più il trasferimento a Milano, da cui si fa presto corrompere. Se all'inizio era solo uno spaccone, peraltro molto dotato dal punto di vista pugilistico, con il tempo diventa un piccolo delinquentello, uno scansafatiche, un indolente che getta alle ortiche anche il proprio talento, fino a diventare

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- Rocco, il terzogenito, il medio, il cui sviluppo nel film procede per contrasto ed antitesi rispetto a quello di Simone: all'inizio del film non parla mai, resta in disparte, non cerca mai i riflettori; a mano a mano che il fratello si perde lui si carica il peso della famiglia sulel spalle, con una capacità di perdonare che ha del sovrannaturale (e che lo porterà anche a rinunciare a Nadia), Rocco sacrifica tutto e tutti sull'altare della famiglia, e nel farlo si ritrova a sviluppare anche il talento pugilistico che sarebbe dovuto appartenere a Simone. Il finale con

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- Ciro, il quartogenito, l'anima forse più concreta e distaccata della famiglia, che passa dall'adorare SImone al disprezzarne l'evoluzione.
- Luca, l'ultimo: è solo un bambino, e come tale subisce le decisioni dei fratelli grandi, che raramente si curano di cosa Luca possa pensare di tutto quello che succede attorno a lui.

Il mosaico che ne risulta è così vivido da lasciare senza fiato. E mentre si osserva la discesa agli inferi di Simone e la contemporanea ascesa di Rocco, si trova anche il tempo di rimanere a bocca aperta per alcune scene da storia del cinema:

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Ma veramente non basterebbe un trattato per descrivere la grandezza e la modernità senza tempo di questo film. Vedetelo tutti, assolutamente: attualmente lo trovate su RaiPlay, ma non so ancora per quanto. Fatevi un regalo, non ve ne pentirete.

topsecret  @  09/04/2022 14:33:14
   8 / 10
"San" Rocco e i suoi fratelli.
Celebre film di Visconti che racconta vita, morte e rinascite di una famiglia meridionale emigrata al nord.
Cast intenso e credibile, nonostante qualche dialogo non sempre all'altezza, regia impeccabile e sceneggiatura forte e solida, che riesce a emozionare e coinvolgere lo spettatore in maniera sentita ed empatica, nonostante una durata che sfiora le 3 ore.
Film dalle grandi emozioni, da recuperare e assaporare con calma.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  29/12/2020 23:39:24
   8½ / 10
Film celeberrimo di Visconti giustamente tra i piu' acclamati del grande regista Italiano.
Una famiglia del Sud che cerca fortuna nel cosiddetto "Nord" dopo la morte del capo-famiglia. Adesso ad occuparsi di Madre e 4 fratelli è il figlio maggiore, questa la legge non scritta.
Di capitolo in capitolo tutti i fratelli avranno il loro spazio, dal piu' grande al piu' piccolo.
Un amore conteso è quello che rovinera' i rapporti, o meglio cerchera' di intaccarli, perche il valore della famiglia di origine prevarica su tutto, anche sul delitto passionale.
Ci sono momenti forse troppo urlati che teatralizzano la vicenda ma nello stesso tempo marchiano con forza il momento, che certo non sara' dimenticato facilmente.
Quasi 3 ore che passano senza patemi, un grande film.

Goldust  @  11/06/2020 12:30:43
   9 / 10
Magistrale affresco di una famiglia che progressivamente viene disgregata dal suo interno, fotografato in una Milano pre-boom economico che al cinema non è ( quasi ) mai stata così buia e tentacolare. I temi della colpa, del destino, del passato che ritorna e dell'influsso squarciante dell'industrializzazione si mescolano a echi Dostoevskijani e si rincorrono in questo poderoso dramma che non risparmia nulla ai suoi protagonisti ma neanche a noi spettatori. Indimenticabili le figure archetipe presenti come i loro rispettivi interpreti ( Delon, Girardot e, una sorpresa almeno per me nel drammatico, Renato Salvatori ), senza dimenticare una mezza dozzina di scene madri di impatto emotivo inarrivabile. Ne scelgo due, ovvero l'iniziale arrivo a Milano in treno della famiglia e

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Un'opera struggente ed a tratti anche poetica, per me la migliore di Visconti senza alcun dubbio.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  10/08/2018 10:14:55
   9 / 10
Film perfetto di Visconti e probabilmente il suo migliore che fotografa nel modo migliore l'Italia del dopoguerra in tutte le sue sfaccettature .
perfetto tutto dalla sceneggiatura alla regia ,dalla fotografia alla grande prova corale drammatica di tutto il cast

Matteoxr6  @  11/02/2018 22:31:59
   8 / 10
Una di quelle pellicole che rimarranno per natura imperiture per le tematiche.
Mi rammarica solo la messa in scena suddivisa in cinque blocchi, almeno formalmente, ma che non si rivela tale sugli altri componenti della famiglia, che non siano cioè Rocco e Simone. Voglio dire, le personalità allegoriche sono evidenti, ma filmicamente si sarebbe potuto fare di più in tre ore.

marimito  @  01/10/2016 09:19:13
   7½ / 10
Solo lo spaccato di Milano post guerra rende il film assolutamente da vedere, poi c'è lei, la famiglia matriarcale in cerca di riscatto sociale, emigrante da un paese lucano da cui si fugge, ma a cui sempre si tende e che per tutto il film è stato simbolo dei veri valori ormai perduti. Molto probabilmente troppo finto Rocco, che dinanzi alle angherie di suo fratello e del mondo si piega continuamente e senza mai replicare, sicuramente lui il più nostalgico del paese, ma anche il più determinato in ogni momento di difficoltà. Certe immagini mi hanno assolutamente emozionato.

DogDayAfternoon  @  18/04/2016 13:38:21
   6 / 10
Non riesco proprio ad accodarmi agli elogi che si porta dietro questo film, anche se da una parte lo vorrei. Sicuramente non posso dire che mi sia piaciuto, la sensazione preponderante (anzi direi quasi l'unica) nel guardarlo è stata una grandissima e interminabile noia.

Non ho mai provato interesse per alcuno dei personaggi, seppure il film sia fatto molto bene e anche ben interpretato ha cominciato a prendermi solamente nella parte finale, quella sicuramente più enfatica dal punto di vista emotivo, ma che arriva dopo oltre due ore di grande noia.

Avrei preferito meno fronzoli e più approfondimento nel rapporto di amore/odio tra Rocco e il fratello Simone, come avviene solamente nell'ultimissima parte di film.

Oskarsson88  @  07/03/2015 01:13:43
   8 / 10
Classicissimo del cinema italiano, personaggi super caratterizzati, in particolare Rocco e Simone per certi versi antagonisti e incarnanti il bene ed il male. 3 ore che scivolano via..

gianni1969  @  16/02/2015 15:16:25
   10 / 10
Il capolavoro di Visconti, 3 ore di puro cinema, ogni personaggio è caratterizzato al suo massimo, uno spaccato senza eta', con alcune scene crude e memorabili (mi raccomando però, evitate l'edizione tagliata ignobilmente, sono solo pochi minuti, ma tolgono gran senso alla storia.

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uito  @  31/08/2014 16:02:49
   9½ / 10
possente affresco sulle sfumature dell'animo umano, doloroso e pungente come la nebbia dei primi frammenti della pellicola, immagini quanto mai eloquenti che ci regalano l'illusione del domani intrise tuttavia di un sottile senso di inquietudine ed angoscia....Speranza, fatica e sudore....ma anche rassegnazione, sconfitta e tragedia giocano sul filo di un equilibro quanto mai effimero fatto di luci e di ombre nella solenne parabola della vità....

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  12/04/2013 18:17:04
   9½ / 10
L'indagine sul decadentismo nobile in questa 2° fase del cinema viscontiano prosegue con 'Rocco e i suoi Fratelli', a mio dire il suo apogeo su celluloide, innanzitutto è frazionato in fasi (4 capitoli) nella quale ogni componente della famiglia si eleva a centralizzare la scena su di sè, partendo da Vincenzo, Simone, Rocco, Ciro e Luca, appunto gli ultimi 2 i più giovani, i più lucidi e distaccati dai sensi di colpa di Rocco (ispirato all' "L'idiota" dostoevskijano) sono la voce della ragione sulla quale reintegrare la famiglia ormai smembrata.
Affresco ove emigrazione, sradicamento meridionale e sforzo d'integrazione (temi sulla quale ruoterà il cinema di un futuro cineasta italiano, Crialese, che già col suo Nuovomondo citerà 'La Terra trema').Delon nel ruolo che lo legherà inscindibilmente nella sua carriera, faccia d'angelo, nonostante abbia sprecato troppo talento con i polizieschi monocordi, la Girandot magistrale in uno dei rari ruoli nella quale è stata utilizzata al meglio.



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vieste84  @  15/09/2012 09:40:34
   10 / 10
Secondo film di Visconti che vedo dopo Senso e per me si rivela una delle esperienze cinematografiche più profonde che ho vissuto dopo Ran di Kurosawa col quale ha qualche punto in comune. Un ottima fotografia unita alla solita ottima regia di Visconti regalano uno dei film più sottovalutati e sconosciuti della storia.Storia profonda,tragica con ottimissime interpretazioni dei personaggi, su tutti Delon, salvatori e la Girandot che non credo abbiano più fatto meglio nelle loro carriere rispetto a questo capolavoro. Sicuramente negli anni 60 le vicissitudini della famiglia Parondi erano abbastanza comuni nella realtà, io sono ragazzo ma sento dire spesso che molti a quei emigravano a Milano e accadeva spesso che finivano per drogarsi o facevano brutta fine proprio come il nostro povero Simone. Il film parte leggero, ci fa conoscere i personaggi come erano e piano piano ci mostra come la nuova realtà sconvolgerà la vita di tutti i protagonisti, veramente ammirabile come Visconti ci mostri tutto ciò e come riesca a non cadere in facili retoriche o rimpianti esagerati sul loro paese. Personalmente lo preferisco al Gattopardo dello stesso regista e lo metto nel mio podio dei miei preferiti di tutti i tempi, Supercapolavoro

guidox  @  22/07/2011 00:09:43
   8½ / 10
impressionante la cura nella descrizione dei personaggi, ognuno dei quali è calato nella storia in modo pressochè ideale.
interessante anche la storia, che ci dona uno spaccato della storia dell'Italia in periodo di ripresa dopo la seconda guerra mondiale, con questa famiglia matriarcale lucana che si trasferisce a Milano e si arrangia come può, con la boxe che comunque è l'elemento comun denominatore per tre dei cinque fratelli.
di non proprio convincente per gusto mio personale, l'eccessiva remissività di Rocco.
comunque gran film e media stratosferica meritata.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  14/07/2011 18:57:37
   10 / 10
E' con un po' di timore che mi appresto a commentare (a proposito, credo che spoilererň). Amo cosě tanto quest'opera che mi permetto di definirla, banalmente, meravigliosa. Mai visti sul grande schermo personaggi cosě carnali, corporali, cosě veri che in piů di due ore di visione ci si dimentica che sono parte della finzione cinematografica. Forse Kazan era riuscito in un'introspezione altrettanto vivida, e infatti v'č tanto di lui in questo film. Anche Visconti, per quanto non accantoni l'indagine sociale, č un grande appassionato della natura umana. Quel che spicca nel suo cinema č l'approfondimento delle individualitŕ. Nella pellicola in questione sono immortalate nell'ambito della famiglia, apparentemente specchio dell'uniformitŕ, in realtŕ dimensione spiccatamente disomogenea. Il titolo da' risalto ad una figura specifica, quella di Rocco. Perché? Perché č il piů timido, il piů riservato, il piů silenzioso. Dunque ascolta e vede meglio di tutti. E' anche il piů altruista, ma d'un altruismo malato ed autopunitivo, assolvibile solo perché assolutamente onesto, autentico, agli antipodi del vittimismo caritatevole. Il perdono che concede al fratello č non di meno tragicamente dannoso. Rinunciando alla donna che ama (una straordinaria Annie Girandot), Rocco intrappola il fratello in un amore a senso unico che lo intossica e lo sopprime. Simone, a dispetto della dirompenza fisica, č la vera incarnazione della fragilitŕ. Quel suo rigetto sdegnoso della normalitŕ, quella sua ribellione cieca, unita all'irrimediabile incapacitŕ di concretizzare le proprie ambizioni, lo rendono simile ad un antieroe romantico. Personalitŕ speculari ma affini, almeno nell'avere un'identitŕ forte e trascinante, Simone e Rocco soffrono del sentimento della vita stessa. Nulla a che vedere con la felicitŕ frolla di Vincenzo, anodino della peggior specie. Ciro dal canto suo si pone nel mezzo. Ragazzo a posto, fin troppo obbediente, č la figura piů "sana", equilibrata e lucida della famiglia. La scelta di denunciare il fratello č molto piů benefica e generosa di quanto gli altri riescano a capire. "Nessuno ha voluto bene a Simone come gliene ho voluto io" afferma nel finale. Luca, il piů piccolo, č il depositario di speranze e aspettative. Attraverso di lui lo sguardo di Visconti si raddolcisce, riacquista quasi un candore infantile, giusto in tempo per il finale.

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Ultima risposta 14/07/2011 20.44.37
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Invia una mail all'autore del commento marco986  @  29/06/2011 20:33:28
   9 / 10
Uno dei più bei film italiani.Drammaticissimo descrive bene l'emigrazione nel periodo del boom a Milano dei meridionali.Bravissimi Salvatori e Delon,bellissima e bravissima la Girardot.Il migliore di Visconti

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  17/06/2011 14:31:43
   6 / 10
Non che mi abbia colpito più di tanto “Rocco e i suoi fratelli”. Per i miei gusti è troppo melodrammatico e poi è veramente troppo lungo. Poi mettiamoci anche il fatto che la narrazione è tipicamente verghiana e io non ho mai avuto molta simpatia di Verga.
In ogni caso il 6 lo merita, insomma non dobbiamo dimenticare alcune scene riuscite e la bravura degli attori.

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Ultima risposta 16/08/2013 20.55.09
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ValeGo  @  21/11/2010 23:12:49
   9 / 10
Un film intramontabile

edmond90  @  07/05/2010 08:28:46
   9½ / 10
Probabilmente Sofocle ne sarebbe entusiasta.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  29/04/2010 08:47:26
   10 / 10
In un calibrato mix di atmosfere dostoevskijane ed echi verghiani un film solidamente inserito nel solco neoralista e, grazie al tocco geniale del Maestro, assurge a Capolavoro Senza Tempo.
Epico.

pinhead88  @  29/04/2010 04:04:41
   7 / 10
Fondamentalmente un ottimo film,prova attoriale perfetta,tutto perfetto,a parte quello che dovrebbe essere l'accento lucano ma è solo un miscuglio di dialetti tra cui troviamo il siciliano,il napoletano,il pugliese e anche un po' di romano,mah.comunque rivenendo al film in questione,il caro Visconti riesce sempre a scegliere delle sceneggiature con dei soggetti che non mi hanno mai preso emotivamente e non mi hanno mai interessato in vita mia,a parte forse in "La caduta degli dei" qualcosina,per il resto nada.quindi guardando Visconti mantengo sempre un certo distacco emotivo per quanto riguarda le tematiche,pur apprezzando tutto il resto.in questo caso ho trovato un'ottima storia di fondo ben realizzata,dai radicali cambiamenti delle famiglie nel dopoguerra,il problema dell'emigrazone,ecc.,ma che ahimè non è riuscita a prendermi fino in fondo.diciamo che non è il Visconti che ho apprezzato di più,anche se i canoni ormai li conosco,ma rimane comunque sia un prodotto italiano di cui andare fieri.

Gabo Viola  @  10/03/2010 19:49:21
   10 / 10
Torbido come pochi. La famiglia, il nucleo agreste, in contrapposizione alla metropoli che non conosce padri. Visconti immenso, Delon...se avesse 20anni adesso diventerei donna

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  11/01/2010 19:50:52
   9 / 10
C'č in "Rocco e i suoi fratelli" tutta la passione di Visconti per il grande romanzo di Verga, di Mann, quell'attenzione nella descrizione dei personaggi sicuramente appresa dall'opera di Dostoevskij.
Perché, ove non cede alla tentazione del regista "arredatore" (secondo una definizione che gli affibbiň Orson Welles), bisogna dire che Visconti sa indubbiamente come raccontare bene una storia.
E c'č tanto da raccontare in "Rocco e i suoi fratelli"; dall'aspetto sociale - l'Italia del boom economico, le prime grandi emigrazione dei meridionali verso il nord - a quello individuale, non meno centrale, che trova nelle aspettative della madre i suoi cardini intorno ai quali ruotano le varie esperienze dei figli.
Visconti č davvero molto bravo a non trasformare, in meno di tre ore (in questo caso ampiamente giustificate), il "tanto" in "troppo".

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  11/08/2009 23:37:25
   7 / 10
Il primo film di Visconti che vedo e l'impressione e stata molto positiva, adesso non ammazzatevi perchè dò 7 eh :-)
Insomma che dire, un film che coinvolge molto, anche se dura quasi 3 ore si può dire che non annoia mai, poi il finale mi ha colpito molto, la drammaticità esplode al massimo e lascia un pò spaventati e coinvolti, per il resto sicuramente tutto positivo. Come primo film di Visconti devo dire che ne sono rimasto molto soddisfatto, adesso piano piano cercherò di guardarmeli tutti :-)

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Ultima risposta 17/06/2011 14.26.52
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  15/04/2009 21:48:02
   10 / 10
La fotografia dei cambiamenti profondi di un paese, il fenomeno dell'emigrazione verso le regioni più ricche e le difficoltà di ambientamento, la lenta e inesorabile disgregazione dell'istituzione familiare. Visconti ci offre un film che mostra un paese, che superato il dopoguerra, mostra nei suoi profondi cambiamenti in atto nuovi scenari e nuove problematiche. Per me è il capolavoro assoluto di Visconti e uno dei migliori film del cinema italiano.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  27/03/2009 21:45:39
   9 / 10
Uno di quei film di cui andare fieri.
Visconti pare essere Verga incarnatosi regista: a parte il progetto mai portato a termine del trittico della miseria di cui l'unico film realizzato, La terra trema, è una libera rilettura del romanzo I Malavoglia, egli porta sullo schermo gli stessi temi che, quasi un secolo prima, furono cari allo scrittore siciliano.
E Rocco e i suoi fratelli potrebbe essere il manifesto programmatico del regista che li raccoglie tutti: sperequazione Nord-Sud, amori difficili, rottura del nucleo familiare, il duro lavoro che solo può ricomporlo, tutto con un cupo pessimismo di fondo che si affievolisce alla fine.
Attraverso gli occhi dei 5 fratelli, straordinariamente caratterizzati e interpretati, si contempla la storia, progressivamente dal più grande al più piccolo: Vincenzo è forse il più esterno alle vicende perchè riesce a sistemarsi per conto proprio; Simone è lo scapestrato, l'irresponsabile che, alla fine di una terribile parabola, distrugge la famiglia (N'Toni); Rocco, vero protagonista, è il personaggio positivo, buono, sempre disposto a perdonare e ad aiutare Simone e che alla fine ricostruisce la famiglia (Alessi); Ciro è l'onesto lavoratore; infine Luca è la speranza per un futuro più roseo, è il suo l'ultimo, breve episodio, ma è un episodio che è più lasciato all'immaginazione dello spettatore che raccontato.
3 ore di tutto: un manuale del neorealismo appena passato e uno sguardo fiducioso (o speranzoso) al domani.
Grande bianconero e la scena dello stupro è semplicemente storia.

Invia una mail all'autore del commento domeXna79  @  14/02/2009 23:57:40
   8½ / 10
Bella pellicola diretta da Visconti.
Intenso melodramma che affonda le sue radici nel fenomeno dell’emigrazione, in un concetto tradizionale di famiglia, nella rivoluzione che, persone semplici, saranno costrette a subire una volta immersi nella grande metropoli ..l’affresco di vite legate da un vincolo perenne nel quale si odono gli strali di un luogo lontano, portatore di sentimenti forti, ed allo stesso tempo una lotta per esistere (il pugilato è l’emblema di questo approccio alla vita), per sperare in un futuro migliore ..una suddivisione in capitoli (con i singoli nomi dei cinque fratelli) che non rompe l’evoluzione temporale del racconto, conservando una compattezza ed organicità che ne favorisce la visione.. ..un capolavoro la scena madre ambientata all’idroscalo, il vero punto di rottura della narrazione, da quel momento nulla sarà più come prima ..peccato solo per qualche accento di troppo in alcuni passaggi e per qualche piccola semplificazione (avrei gradito un approfondimento del contesto politico-sociale di quegli anni) ..il finale infonde quel senso di ineluttabilità per un destino ormai scritto ma anche di speranza per le giovani generazioni.
Buona sceneggiatura, così come la colonna sonora firmata da Nino Rota e la fotografia di Rotunno ..un cast di primo livello regala soprattutto l’ottima prova della coppia Delon-Savatori, ma senza dimenticare tutte le ottime figure di secondo piano che ruotano attorno alla famiglia Parodi (basti pensare ai nomi di Stoppa, Cardinale) ..regia impeccabile per il mastro Luchino Visconti.
Certamente una delle opere cinematografiche più importanti del cinema italiano..

paride_86  @  27/10/2008 00:41:46
   10 / 10
Storia di Rocco e della sua famiglia emigrante al nord Italia. Pur toccando parecchi temi sociali il film non li affronta direttamente perché il vero scopo del regista è parlare di loro, i fratelli. Sono tutti molto diversi, e i loro caratteri non sono sempre realistici - Rocco su tutti. Eppure le loro storie sono di una bellezza assoluta, coinvolgente e straordinariamente toccante. La scena centrale del film è una delle più drammatiche della storia del cinema. Secondo me, almeno fino al 1960, è il film più bello di Visconti.

SOFI  @  10/07/2008 16:53:45
   10 / 10
Realistico e intensissimo ventaglio delle nostre "Italie", interne ed esterne, davvero difficili da digerire tutte insieme. Magistralmente interpretato. Un pugno nello stomaco, una crocifissione di speranze e d'avvenire, e non solo in senso figurato. Una corsa a rallentatore verso l'ultima scia di polvere, una luce in volo dietro al domani.

vitocortesi  @  14/05/2008 13:48:53
   10 / 10
Capolavoro di Visconti un film intensissimo con dialoghi stupendi.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  24/03/2008 13:26:36
   9 / 10
Monumentale film di Visconti. Imperdibile per qualsiasi appassionato di cinema.
La coinvolgente storia di una famiglia che dalla Lucania si trasferisce nella grande città di Milano. Una storia di uomini che cercano di capire se stessi, di costruirsi un futuro, di tutelare valori e tradizioni e di trovare un collocamento in una nuova tipologia di società.
Vincenzo è il primo a trasferirsi nel capoluogo lombardo e da subito appare come il più superficiale ed il più egoista di tutti.
Il resto della famiglia che arriva compatto dopo un travagliato viaggio in treno è sicuramente descritto da Visconti in maniera più approfondita, e saranno proprio questi personaggi che rapiranno lo spettatore.
Ciro per la sua onestà, per la sua semplicità e per il suo impegno nei confronti della famiglia. Simone (uno straordinario Salvatori) per il suo fascino da ribelle che lo porterà a toccare realmente il fondo. Rocco per il suo sguardo nostalgico, per i suoi sacrifici e per la sua totale bontà e Luca per una speranza e uno sguardo innocente verso il futuro.

1emozionedapoco  @  27/02/2008 12:35:17
   10 / 10
E' forse il film di Visconti che amo di piû! E' stupendo dalla musica del Sud alla stazione centrale, alle inquadrature di Lambrate e dell'idroscalo avvolte nella nebbia, dalla recitazione perfetta degli attori ( grandissimi Delon , Girardot e Salvatori) alle battute sui personaggi, alla ferocia che segue l'ossessione ( la scena all'idroscalo è da pelle d'oca) alla critica alla famiglia che stritola e nasconde.
Nel film Visconti attinge a Verga, a Testori, a Mann e Dostoevskji ( il personaggio di Rocco) e ci da un capolavoro senza uguali!

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Ultima risposta 11/03/2008 13.59.38
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NandoMericoni  @  16/02/2008 17:26:53
   9 / 10
Crimson  @  24/01/2008 15:35:36
   9½ / 10
Un capolavoro che rimane immutato perchè è un film di significati non soltanto legati al periodo storico difficile e delicato in cui è ambientato.
Per me stenta un pò a decollare nei primi tre quarti d'ora; successivamente la crescita dei personaggi e le loro differenze marcate disegnano scenari di grandissimo impatto emozionale. Un film intenso, rabbioso e angosciante, in cui l'uomo si misura con sè stesso e con il contesto che lo accompagna.
Vincenzo, menefreghista e trasparente, un personaggio che colgo in una natura pesantemente negativa e egoista. Potrebbe accadere di tutto attorno a lui, ma rimane sempre nella sua posizione di chi 'ha una famiglia' e deve sacrificare tutto per essa.
Ciro, il più equilibrato, forse spesso esprime poca personalità ma è quantomeno coerente nella sua moralità.
Simone (un grandissimo Renato Salvatori), perduto nella propria natura ribelle in un contesto che lo frena e lo isola, non ha le chiavi per ricongiungersi col nucleo che lo potrebbe risanare. I suoi due atti criminali (tra le scene più ricche di pathos del film) ci appaiono come tentativo di riaffermare il proprio onore perduto e al tempo stesso esercizio di una moralità definitivamente perduta, persino aberrante, alla quale tuttavia la famiglia tramite Rocco mostra ancora uno scudo protettivo di perdono e comprensione che si rifanno a codici insiti nella natura del rapporto di consanguineità, che trascende dall'atto stesso, che non segue le leggi ordinarie della società.
Rocco è colui che perdona tutto in nome di questo codice, amatelo o detestatelo per questa sua bontà estrema e persino ingenua, ma almeno considerate l'umanità che è in grado di esprimere.
Il lavoro come fonte di generazione di sè stessi e dei propri piccoli obiettivi, di affermazione della propria personalità nella difficoltà di un contesto avverso e spesso incomprensibile.
Luca, il predestinato, colui che tornerà a O Paese per dar frutto della propria esperienza, l'incarnazione del sogno che tutto anche giù possa un giorno cambiare, il ricongiungimento con un'identità che non deve rimanere integra anche se esercitata in un luogo lontano nel quale è difficile riconoscersi.
Luchino Visconti e Suso Cecchi D'amico, milanese e romana, non sò come siano riusciti a scrivere questo capolavoro che probabilmente ancora al giorno d'oggi solo i meridionali possono capire appieno, e perdonate questa piccola presunzione.

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wega  @  03/10/2007 10:25:29
   8½ / 10
ma siamo sicuri questo sia un film neorealista...?se in ladri di biciclette la precarietà economica viene sottolineata dall'odissea dei protagonisti per poche migliaia di lire di valore della bicicletta..in questo film dopo la prima ora credo si possa notare un cambiamento di questa situazione economica non più così al limite.Detto questo visconti decide di suddividere il film in capitoli,tanti quanto il numero dei fratelli,scelta narrativa da me non particolarmente amata,ma che dà la possibilità di delinearne efficaciemente tutti gli aspetti psicologici e caratteriali di ogni singolo.Si riesce a capire perfettamente il tipo di carattere di ognuno con un'analisi dell'anima che solo Bergman e pochi altri sono riusciti a fare.Un film drammatico,estremamente drammatico,reso ancora più drammatico dalla colonna sonora di Nino Rota.Sequenze e momenti indimenticabili,dallo stupro che non ha niente da invidiare alle messe in scena degli stupri negli unltimi anni(a confronto quello in Marnie mostratoci addirittura 4 anni dopo è ridicolo,probabilmente anche solo per un diverso target della censura americana degli anni '60),le splendide immagini e suggestive carrellate e riprese a campo lungo sul duomo di milano,e ovviamente la scena che farà storia:l'omicidio,reso incredibilmente efficace dal modo con cui la protagonista si lasciò andare,e si fece uccidere,allargando le braccia,accogliendo Simone in un'arresa che sul piano emotivo rende questo film indimenticabile.

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Ultima risposta 17/11/2013 19.22.41
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  23/09/2007 14:06:16
   9½ / 10
Capolavorone di Visconti. Un pezzo fondamentale di storia del cinema italiano e internazionale. Come rendere poeticamente epica la storia di poveri immigrati. Ha tutte le carte in regola per essere un film neorealista, ma è allo stesso tempo una tragedia greca con personaggi che nella loro umiltà hanno una dimensione psicologica accurata. E' proprio questo il merito principale del film: caratterizzare personaggi visti nella realtà come semplici macchiette fastidiose (succede ancora oggi con gli extracomunitari).
Così, in questa visione estremamente moderna anche l'ultima delle ******* può essere un esempio, un ideale e una metafora, opposta, ma vicina alla figura di Cristo e una crocifissione diventa uno stupro...

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Ultima risposta 25/09/2007 14.19.19
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  28/07/2007 11:39:28
   9½ / 10
Dramma legato ai forti cambiamenti sociali avvenuti in Italia negli anni '50.

Nord e Sud, città e campagna, si rimescolano in un vortice di differenze di costumi, idee, interessi, da cui scaturiscono nuove relazioni spesso passionali e autodistruttive a causa dell'alienazione di fondo che le caratterizza.

Crisi di identità portano sovente al dramma o alla rassegnazione perdente.
Gli amori sono spesso segnati da profonde dissociazioni e inquietudini oscure.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  09/06/2007 13:50:06
   9½ / 10
che film...
Rocco e i suoi fratelli, un'esperienza italiana storica, sociale, psicologica, artistica, sessuale, ma soprattutto CINEMATOGRAFICA.
Luchino Visconti è il Cinema, il Cinema è Luchino Visconti.
un film che grazie alla maestosità e alla grandezza del pensiero cinematografico del regista, grazie alla teatralità delle interpretazioni, grazie a tutto l'ottimo lavoro della troupe rivela un'attualità sconcertante, una drammaticità alla greca ormai andata persa, rivela una potenza espressiva da far impallidire Saffo, rivela un'Italia che pochi conoscono e che ormai si sta dimenticando.
Rocco e i suoi fratelli è uno dei migliori film della storia del cinema.

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Ultima risposta 11/06/2007 00.35.49
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Invia una mail all'autore del commento Gualty  @  07/03/2007 02:20:37
   10 / 10
C'è tutto. Una odissea vera e propria, un calvario doloroso, speranza e vendetta, emarginazione... andrei avanti ore e ore fate prima a vedervi il film. Molte e varie le occasioni per passare intere settimane a discuterne, con sè stessi o gli amici.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  01/10/2006 21:25:02
   10 / 10
Non trovo le parole giuste per commentare il ricordo devastante che mi diede la prima volta che vidi il capolavoro di Visconti (personalmente, lo ritengo il SUO CAPOLAVORO), che, partendo dal testo di un'autore discusso come Testori, inserisce elementi da tragedia greca degni di un dramma di Euripide.
Per inciso, fotografia, ambientazione, denuncia sociale, interpreti tutto è assolutamente perfetto, abbiamo davanti uno dei piu' grandi film italiani mai realizzati.
Liberatosi dei piacevoli personaggi di bulletto romano, Salvatori dà al suo personaggio uno straordinario turbamento interiore (come è esplosiva la sequenza dell'assassinio di Nadia alias Annie Girardot futura moglie di Salvatori nella vita).
Da segnalare le presenze dei giovanissimi Castelnuovo e Claudia Mori.
Ovviamente magnetica la prova di Delon, cfr. i gossip piu' intransigenti hanno risvolti insoiliti riguardo all'incontro con Visconti (ma si puo' infangare in questo modo un sex-symbol? purtroppo no)

quaker  @  21/06/2006 23:01:49
   10 / 10
Visconti era un milanese aristocratico fino alle midolla, ma, omosessuale e comunista, è "costretto" a fare film neorealisti, che non sono nele sue corde. Tuttavia Rocco è un capolavoro assoluto e decisamente da consigliare ... capisco però che sia, oggi, praticamente dimenticato.
Certamente non si troveranno qui sotto i commenti osannanti che, pochi minuti fa, mi è capitato di leggere per La Grande Guerra di Monicelli, che ha solo un anno di più (e che, intendiamoci, è un film più che eccellente).
Il cinema è arte popolare. Le opere comunque sospette di essere aristocratiche, come quelle di Visconti, nella maggior parte dei casi vengono, con il passare del tempo, accantonate, anche se, come questa, siano state accolte, all'uscita in sala, da un clamore eccezionale: del film si parlò per mesi su tutta la stampa, nei bar e fra la gente (non ovviamente in TV perchè allora c'era solo un canale RAI in mano a sagrestani bigotti); Visconti venne attaccato quasi e più di Fellini per la Dolce Vita, e credo che il film abbia avuto noie con la censura e perfino tagli.
E' un peccato che sia visto, oggi, da così pochi (lo testimoniano i soli quattro commenti che mi precedono) perchè, come ed anzi più di Bellissima, merita un suo posto nella storia del cinema italiano.

giax-tommy  @  17/05/2006 17:16:26
   10 / 10
un bellissimo film,uno dei pochi film realmente emozionanti.la drammaticità delle scene rende realmente bene l'idea del disadattamento e dell'immigrazione,e si sente fin sulla pelle questo sentimento di frustrazione.è il primo che vedo di visconti e devo vederne molti altri nella speranza che siano come questo

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Ultima risposta 30/08/2006 15.08.23
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ds1hm  @  15/03/2006 18:03:27
   9½ / 10
Rocco e i suoi fratelli è uno dei migliori lavori realizzati da Visconti. Il ritmo è leggermente più lieve di altri suoi film; la sceneggiatura più semplice rispetto ad esempio alla Caduta degli dei rende la visione ancor più gradevole, in altre parole è il film di Visconti che maggiormente si presta ad una ipotetica commerciabilità ma nonostante questo resta un film ignorato da molti. Tra gli attori c'è la coppia Delon-Salvatori, coppia che ritornerà anni più tardi, entrambi invecchiati e induriti, in un film stupendo che credo manchi su questo sito: La prima notte di quiete: film dimenticato del malinconico Zurlini.

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Ultima risposta 26/04/2006 15.36.17
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bodego  @  11/03/2006 23:41:42
   8 / 10
Rocco e i suoi fratelli è sicuramente un gran film firmato Luchino Visconti.
La povertà e il dramma familiare fanno da padroni in un film che mostra l' emigrazione dal mezzogiorno al settentrione e che parla dell' adattamento poi malriuscito che questa famiglia dovrà subire.
Ripeto, è sicuramente un gran film però in alcuni tratti ha un leggero potere soporifero comunque è una pietra miliare nella storia del ciema italiano.

volubilis  @  05/10/2005 14:14:51
   7 / 10
Bel film, ma la bellezza fisica di Delon ha annientato ogni altra impressione!

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