La storia vede un Christopher Robin ormai cresciuto, con lavoro stressante e sottopagato, sposato con figlia a carico. Quando si ricongiunge a Winnie ricorda immediatamente i vecchi tempi della fantasia e del dolce far nulla, e un contrattempo legato a una valigetta gli ricorderà anche l'importanza di una pluridecennale amicizia...
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Pensavo che questo film fosse il seguito di "Vi presento Christopher Robin" uscito l'anno prima e invece è un prodotto molto piu' infantile, in puro stile Disney, dove i personaggi creati da Milne sono vivi grazie alla Computer Graphic. Pilota automatico e orsetto reso insopportabile...
Piacevole favola molto in stile Disney per famiglie come le giravano anni fa . Meno politicizzato e drammatico del primo ,cioè "vi presento Christofer Robin", propone comunque una denuncia verso l'innovazione , la perdita dei valori e l'arrivismo sociale . Bene McGregor e la Atwell , deliziose le animazioni dei pupazzi
(Presenti spoiler) Sapevo già in partenza che non era il mio genere di film, non essendo mai stato nemmeno da bambino un grande fan del filone Winnie... Ho provato a dargli una chance in quanto dal trailer mi sembrava un film sul tema della crescita e del dare voce al bambino che è sempre dentro di noi. In parte avevo buone speranze avendo visto in McGregor l'attore protagonista.
Purtroppo sono rimasto molto deluso, avendo sfiorato a più tratti il sonno in sala. In effetti il tema è quello, ovvero la crescita, l'assunzione di responsabilità fino a dimenticare la nostra voce più infantile, quella che ci ricorda di dare spazio agli affetti, al gioco, ai passatempi, anche a quelle cose per così dire futili, che non portano a nulla di produttivo... e da qui il tentativo di riappropiarsi di quella parte di sè stessi. Purtroppo tutto è sviluppato malissimo, tanto è che se volete la morale di questo film leggetevi le due righe che ho scritto in precedenza e fate prima.
L'inizio forse è la parte più carina e fatta bene, con l'addio di Cristopher al mondo dei giochi e dell'infanzia. Il mondo adulto invece è caratterizzato da personaggi piatti e super stereotipati (il capo cattivo che schiavizza i dipendenti, la moglie dolce ma impalpabile, Cristopher stesso l'impiegatuccio anonimo). L'inserimento dei pupazzi nel mondo reale è gestito malissimo (sarebbe stato meglio a mio parere che i pupazzi facessero parte di un mondo o immaginario oppure di un mondo parallelo accessibile solo da Cristopher e dalla figlia). Invece così ci ritroviamo con questi pupazzi che girano per Londra in una situazione completamente irreale.
La dinamica del film si basa su un elemento assolutamente piatto (dover riportare dei documenti di lavoro a Cristopher), che fa diventare il film per la gran parte del tempo un film di azione per bambini (ma secondo me lo troveranno noioso anche i piccoli perché di base è un film malinconico e triste). Il finale dove si potrebbe sciogliere la morale del film in realtà scorre via senza nessun sussulto.
Aggiungo che purtroppo ho ricordato perché non mi piace il mondo di Winnie... i personaggi non mi hanno mai trasmesso gioia ma solo un senso di alienazione (il topino super pauroso da far cadere il latte alle ginocchie, la tigre iperattiva fino all'isterismo, l'asinello pessimista vero e proprio buco nero delle emozioni, Winnie perennemente pigro).
Parere mio, Disney tenta di fare qualche soldo da un brand molto amato nel mondo, creando un prodotto molto scadente. Azione purtroppo non nuova alla Disney nel recente passato.
Da bambino guardavo i cartoni di Winnie the Pooh e rivederlo ora in un film mi ha riportato alla mia infanzia. La trama è molto semplice, la pellicola è destinata ad un pubblico molto giovane, comunque è ottimamente realizzato. I fans dell'orsetto non rimarranno delusi.