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Chuck Jones è un regista dallo stile facilmente riconoscibile in alcune gag affloscianti, in sguardi critici e forti suoni nefasti, uno stile che si è fatto le ossa coi Wile Coyote, i Tom e Jerry e indipendentemente con opere quali il Grinch di Seuss che compariva in Mamma ho perso l'aereo. Come quest'ultimo Rikki tavi rappresenta un'opera letteraria che gli ha permesso un lavoro più indipendente, ed in entrambi risaltano maggiormente alcune sue trovate altrove contenute. Ad esempio, sia il Grinch animato che la mangusta condividono uno sguardo capace di colorarsi nettamente e di brillare a seconda dello stato d'animo. Rikki Tavi però è ancora più singolare come direzione, non so se ciò rispetti il libro, ma l'autore ha cercato di fondere sia la dimensione cartonesca dell'animale intelligente sia quella realistica dell'animale selvaggio, sotto due punti di vista ben resi singolarmente, ma che si legano male tra loro. Si notano poi molti ricicli di corse e strani saltelli mordicchiosi convulsivi, che fanno capire come la qualità visiva avvia avuto i suoi sacrifici. Il raccondo in se, pur ben narrato, non è molto interessante e il finale ancora meno coinvolgente, però va dato atto che è stato fatto un buon lavoro d'animazione.