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Bisognerebbe vederlo anche solo per la scena della rapina, che per realismo mi ha molto ricordato "Il buco" di Becker: una scena girata in modo magistrale, in assoluto silenzio rotto solo dai rumori attutiti degli attrezzi, la tensione contagiosa nei volti dei protagonisti che sembra quasi di sudare con loro.
Il resto onestamente mi ha parecchio deluso, visti anche i voti del sito mi aspettavo molto di più, scena della rapina a parte non mi ha coinvolto molto, specialmente dopo la rapina.
Eccellente noir Francese diretto in maniera magtistrale, in avanti con i tempi. La lunga sequenza "muta" della rapina è da antologia per tensione ed emotivita', cosi come il bellissimo finale dove il protagonista cerca una redenzione a tutti i costi dopo una vita di furti e rapine. Non ci sono buoni in questo film ma solo disperati e violenti...ma tutti hanno affetti, hanno un cuore. Imperdibile!
Un Noir di gran classe, stupendo sia negli interni che negli esterni. Sfiora la perfezione nella realizzazione, in particolare nella lunga e grandiosa scena della rapina. Altre scene degne di nota il brano cantato del "Rififi" (che spiega un po' tutto) ed il meraviglioso finale. Farà da scuola a film successivi.
Ci sono registi che darebbero l'intera carriera per girare almeno un film della qualità di RIfifi, La città nuda, La forza bruta o I trafficanti della notte. Dassin, nella sua carriera, li ha girati tutti nell'arco di pochi anni, e per tutta ricompensa è stato quasi dimenticato (anche a causa della caccia alle streghe di cui fu vittima durante il maccartismo, uscendone peraltro a schiena dritta al contrario del suo delatore Dmytryk).
Venendo al merito, Rififi è semplicemente un capolavoro: crudo, inaspettatamente violento e girato benissimo: la scena del furto e quella della fuga finale sono da antologia del cinema, quanto a suspense e montaggio, ma il senso di pericolo persiste tutto il film.
Un vero film irrinunciabile per un appassionato di cinema.
Una delle vette del noir francese, heist movie per eccellenza, ispirazione per una marea di film del genere successivi. La scena "muta" di mezz'ora è un capolavoro assoluto (verrà ripresa/citata meravigliosamente da Melville ne "i senza nome", un altro filmone del genere).
Un masterpiece del noir e dell'heist movie costruito sulla figura quasi spettrale del manigoldo Tony detto "il laureato", ladro deluso dalla vita intorno al quale ruotano i destini di personaggi miserabili e senza morale. Cupo e pessimista, più violento della media del genere, vanta almeno un paio di scene di assoluta maestria tecnica ed emozionale: la vertiginosa sequenza del colpo alla gioielleria, profondamente immersa nei silenzi dei protagonisti ( pur non raggiungendone le vette Dassin ci riproverà a suo modo anche dieci anni dopo in Topkapi ) e la disperata corsa finale in automobile, successiva alla resa dei conti. Per il senso di amicizia descritto e la rappresentazione di una malavita priva di codici morali regge e anzi supera il confronto con l'altrettanto celebre "Grisbi" di Becker, altro capolavoro francese del periodo.
film splendido, ricco di un fascino del tutto particolare, tipico delle pellicole d'eccellenza del passato, che evocano una nostalgia incredibile per un qualcosa di meraviglioso che ai giorni nostri non è più possibile assaporare. letteralmente sublime la sequenza del furto, probabilmente la più bella in assoluto mai girata sul tema. riscopriamo questo Cinema.
Jules Dassin ... regista di cui non si parla praticamente mai. Ringrazio quel momento di svariati anni fa in cui il professore di cinema, come film da analizzare, per me tirò fuori a caso "La città nuda". E non per quel film in particolare, ma perché mentre cose come "L'anno scorso a Marienbad", "Tre colori: film rosso" ecc. sono film che chiunque mastichi cinema impara presto conoscere, Dassin invece avrei potuto perdermelo.
E se già "La città nuda" merita per diversi motivi, "Rififi" invece è un vero e proprio capolavoro. Guardate quella copertina, già quella merita. Ma poi la regia; la sequenza del furto; i personaggi, la loro caratterizzazione e la recitazione dei rispettivi attori; le relazioni tra loro e i "cattivi", insomma il mondo terribilmente crudele e senza via d'uscita (da vivi) della delinquenza ... tutto contribuisce a renderlo un capolavoro.
Rififi è uno di quei film che, una volta visto, ti fa rendere conto di cosa sia il Cinema, di quanti grandi pesci nuotino nel suo oceano e del fatto che ancora non li hai visti tutti. È uno di quei film che ti spinge a continuare la ricerca. È uno di quei film da salvare, come una specie in via d'estinzione, e da far conoscere a chi si interessi di Cinema e fin'ora non ne abbia mai sentito parlare. Si merita, insomma, il trattamento riservato a pochi altri suoi simili, come Ikiru di Kurosawa.
Questo film è un classico, sarebbe sufficiente citare la lunga sequenza della rapina per ritenerlo tale. Un silenzio che poche volte nella storia del cinema è riuscito a suscitare vera tensione. Il silenzio nei movimenti e nelle azioni con l'obiettivo di un bottino milionario per poter cambiare vita, magari fuggendo da una città che con i suoi rumori minacciosi cercano di rompere quell'equilibrio all'interno di un edificio dove si svolge l'esecuzione perfetta di una rapina. Jean Servais con quel suo viso sofferente ("hai un aspetto da beccamorto!") è sicuramente uno dei migliori personaggi del genere noir/polar. Offre una vasta gamma di sfaccettature che sorprendono continuamente: tanto amorevole e leale, quanto spietato e crudele. E' un film che ha quasi sessantanni, ma non li dimostra affatto.
Somiglia molto a Lo spione per la scena finale e a Grisbì per i malviventi nemici che vogliono sopraffare il protagonista. Film che ha ispirato il primo capolavoro della commedia all'italiana, vanta la solita pochezza di colonna sonora, la trama linearissima priva dei consueti colpi di scena dei noir americani e regole d'onore ben radicate.......i finali sono sempre quelli ma poco importa, so solo che i film di mellville, grisbì rififi e tutti questi caper movie/noir francesi sono tutti stupendi crudi, reali e antispettacolari, veramente una sicurezza del cinema
Eccellente noir, con regia e montaggio perfetti. Pochi registi sarebbero disposti ad azzerare la colonna sonora in una prolungata fase di tensione. In questo caso, Jules Dassin non si fece scrupoli e optò per la scelta più coraggiosa: eliminare quel grado di sopraffazione sull'immagine che inevitabilmente si crea con la "droga" della musica, girando un'intera sequenza di circa mezz'ora in completo, terrificante silenzio. Il risultato è immediato. Come nella famosa rissa nel bar di "Rapina a mano armata", lo spettatore è attratto solamente dalle immagini e dai rumori in presa diretta, trovandosi magicamente inserito in scena. Il finale può rientrare tranquillamente nella storia del cinema.
Gran bel noir ambientato a Parigi.. Film che si poggia sulla semplicità di una storia che si sviluppa in un crescendo di tensione - non ci sono quei particolari colpi di scena più tipici dei noir usa.. Si passa da una prima parte che vede la preparazione del colpo studiata nei suoi particolari e dalla sua successiva esecuzione - 30 minuti memorabili senza dialoghi.. La seconda parte del film è più violenta e spietata che và a concludersi con la sequenza finale che secondo me è un piccolo gioiello.
Sottoscrivo il comment qui in basso. Davvero un triplo filotto reale di Dassin, oggi ho visto "La città nuda" (dal quale probabilmente prende il nome l'omonimo gruppo)...buona ma niente a che fare con questo. 9, lo voto sulla memoria
Strano che uno dei più grandi gialli francesi di sempre non sia ancora stato recensito. Si tratta infatti di un capolavoro: un film girato in modo magistrale e recitato alla grande. La scena della rapina (mezz'ora di film senza alcun dialogo) è geniale. La suspence è tesissima dall'inizio alla fine, le atmosfere noir fotografate e riprese in modo eccellente. Un film da vedere senza indugio; uno dei capolavori di Dassin.