ricomincia da oggi regia di Bertrand Tavernier Francia 1999
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ricomincia da oggi (1999)

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locandina del film RICOMINCIA DA OGGI

Titolo Originale: CA COMMENCE AUJOURD'HUI

RegiaBertrand Tavernier

InterpretiPhilippe Torreton, Maria Pitarresi, Nadia Kaci, Véronique Ataly, Nathalie Bécue, Emmanuelle Bercot, Christine Citti

Durata: h 1.57
NazionalitàFrancia 1999
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1999

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Trama del film Ricomincia da oggi

Daniel insegna all'asilo della cittadina francese Hernaing, dove il trenta per cento della popolazione, a causa della recente chiusura delle miniere, è disoccupata. Daniel è un uomo sensibile e colto e si rende immediatamente conto che i suoi alunni hanno bisogno di mangiare e di trovare dei vestiti ancor prima di imparare a leggere e a scrivere. Perciò Daniel decide di occuparsi,pur tra mille difficoltà, dei bambini e degli abitanti della città.

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Voto Visitatori:   6,75 / 10 (2 voti)6,75Grafico
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Voti e commenti su Ricomincia da oggi, 2 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento diderot  @  04/12/2013 13:30:30
   6 / 10
Come nella maggior parte dei film francesi anche in questo traspare una certa lentezza nel racconto della storia, i molti silenzi contrapposti a scene in cui i personaggi esplodono emotivamente rendono questa pellicola poco lineare e non molto piacevole da seguire. Tuttavia la storia è davvero toccante e infondo il cinema francese ci ha mostrato di peggio.

Crimson  @  14/02/2013 14:30:09
   7½ / 10
Il tema della trasmissione della conoscenza: l'eredità dei padri, fin dagli albori uno dei temi più cari al regista, si combina alla descrizione della condizione di lavoro quotidiana di insegnanti di una scuola materna, in Francia, alla fine degli anni '90.
Tavernier per giungere al valore più intimo dell'educazione ne penetra l'accezione dell'universo di elementi che la esercitano. Non è un caso dunque che il focus sia rivestito da insegnanti che operano dall'infanzia, e per contro la sovrastruttura, la macchina burocratica. Problemi di rapporto numerico tra figure professionali e cittadinanza più attuali che mai. Un sistema transalpino che viene descritto impunemente, in cui la sola qualità che emerge è il valore delle persone.
Camera quasi rigorosamente in spalla, "sul campo", tra i problemi autentici di queste figure professionali cariche di responsabilità e spesso lasciate allo sbando; della loro vita intima, della loro coscienza.
L'immagine dei film di Tavernier, quella che entra negli occhi e nelle ossa di chi le riceve. Un frammento di vita trasformato in emozione da una camera camaleontica, sempre vigile. Ed ecco Daniel, attonito, che vive in presa diretta la scissione di dover perpetuare una professione che insegna a comunicare assistendo da fuori alla finestra al passaggio dei carri funebri che trasportano le vittime di chi avrebbe dovuto tutelare e non nascondere.
"Se ne sono sbattuti, prima li hanno lasciati soli e poi gli fanno il funerale", come non dar credito a tali parole indici di una contraddizione palese di un sistema che vende fumo per celare le proprie inadempienze.
Tavernier è straordinariamente equilibrato pur essendo di parte, e si scaglia con ambivalenza (ma mai ambiguità) pro e contro la figura degli assistenti sociali. Questo cinema, pur superficialmente vicino a quello di Loach, è lontano da quello acido e incazzato dei film dei primi anni '90 del cineasta inglese (si pensi a Ladybird Ladybird, a tal proposito).
"Cosa ci manda avanti? L'amore? L'infanzia?". Alla domanda iniziale scaturisce una risposta finale che permea attraverso il riconoscimento della fatica di un padre, indipendentemente dall'educazione che ci ha trasmesso, e alla constatazione che c'è un bisogno intimo di dare sempre un seguito alla propria necessità individuale, umana e professionale, pur se le responsabilità sono rese ancor più scoperte dalla mancanza del loro riconoscimento.

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