requiem for a dream regia di Darren Aronofsky USA 2000
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requiem for a dream (2000)

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locandina del film REQUIEM FOR A DREAM

Titolo Originale: REQUIEM FOR A DREAM

RegiaDarren Aronofsky

InterpretiEllen Burstyn, Jared Leto, Jennifer Connelly, Marlon Wayans, Christopher McDonald

Durata: h 1.40
NazionalitàUSA 2000
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 2000

•  Altri film di Darren Aronofsky

Trama del film Requiem for a dream

Una moderna favola ambientata in una decadente via di Brooklin. Quattro persone Sara (Ellen Burstyn), suo figlio Harry (Jared Leto), la sua bellissima ragazza Marion (Jennifer Connelly) e il suo migliore amico Tyrone (Marlon Wayans) decidono di mettersi in affari nella speranza di migliorare le loro vite, ma ben presto si scontreranno con la realtà del fallimento...

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Voto Visitatori:   7,94 / 10 (289 voti)7,94Grafico
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Voti e commenti su Requiem for a dream, 289 opinioni inserite

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Signor Wolf  @  31/10/2023 22:22:33
   7 / 10
ad un certo punto sul finale sono scoppiato a ridere: "maddai esagerato"!

e se in un film vuoi scioccare non è proprio la reazione che vorresti dal pubblico.

eccessi a parte, gia nel 2000 si vedeva la buona mano di Aronowsky: un sacco di ottime scene, (anche quelle non rubate a Satoshi kon) quindi gli si può perdonare l'esagerazione, e senza esagerazione non sarebbe diventato quel cult che è.

Boromir  @  10/10/2022 14:43:03
   10 / 10
L'adattamento del romanzo di Hubert Selby Jr, curato dal regista Darren Aronofsky insieme allo stesso autore, è una delle più elevate espressioni di cinema d'inizio millennio. Requiem for a Dream è molto più che una delle migliori prove offerte da un cast corale (su cui svetta, manco farlo apposta, Ellen Burstyn), o un resoconto di quanto poco basti per far scivolare nel cesso il "sogno americano": più che la trama in senso stretto, conta il viaggio nella mente distorta dalle sostanze stupefacenti, il trionfo dell'invenzione registica atta al raggiungimento degli effetti disturbanti ricercati dal regista. Non vi è trucchetto visivo ed elettronico che non funzioni, non una sequenza che non sappia disturbare; e quello che sostanzialmente potrebbe essere bollato come artificioso esperimento realizzato per "fare il figo", le varie componenti filmiche esaltano un racconto dal forte impatto emotivo.
Aronofsky fa leva sul lavoro di un ottimo comparto di collaboratori: l'ossessiva colonna sonora di Clint Mansell, divenuta cult indipendente dal film, nonché sinonimo musicale del concetto di apocalisse; il taglio videoclipparo del montaggo di Jay Rabinowitz; i grandangoli e le sgranature da J Horror della fotografia di Matthew Libatique. Tutto questo, coadiuvato da un'inclinazione a certo surrealismo lynchano, conferisce a Requiem for a Dream un'efficacia che pochi avrebbero replicato. Veramente straordinario.

Lucio 1982  @  28/09/2021 12:27:54
   7 / 10
Film difficilissimo da recensire e votare
Fosse solo per la Ellen ,sarebbe da 9 pieno
Grande la sua interpretazione,da premio Oscar
Ottima pure l interpretazione del resto del cast...molto carina la Connelly..
Parlando del film,beh ci sarebbe troppo da dire,la sceneggiatura ha pregi e difetti....i personaggi non sono molto approfonditi...però il regista ottiene quello che vuole ,pure troppo
Film molto crudo e cattivo..in alcune scene fin troppo direi!!!
La storia parte bene e finisce con un crescendo di crudeltà visiva da film horror ,il regista riesce nell'intento di darti un pugno nello stomaco e il film ti rimane dentro per molto tempo!!!
I aspetto da videoclip nn mi e piaciuto molto sinceramente ma il resto e di buon spessore ..
Finale un po' troppo crudele e calca la mano contro i personaggi
La musica,scelta ottimamente ,fa la sua parte eccome!
Tirando le somme,direi che il film e più che buono e fa il suo ,però sembra un po' troppo esagerato e cattivo
Mezzo voto in più per la Ellen che viene derubata dall' Oscar..
Ti rimangono dentro le scene della psichiatria e delle allucinazioni televisive...peggio di un horror,la cosa non so se sia del tutto positiva o no....insieme a the wrestler il film che mi e piaciuto di più,buono anche il cigno nero(in alcune cose meglio di questo )....questo però e un film esagerato volutamente nel bene e nel male...mezzo voto in più perciò grazie alla protagonista principale...il regista deve essere fuori di melone secondo me per dirla tutta

Invia una mail all'autore del commento eddiguff  @  09/08/2020 18:05:57
   6½ / 10
Dipendenze, allucinazioni, vite buttate... il tutto proposto attraverso una regia fatta di convulsioni e frenesia forse eccessive. Buone le prove degli attori, film discreto ma che non decolla.

Noodles71  @  18/06/2020 13:28:43
   7 / 10
Trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di H. Selby che ha anche partecipato alla sceneggiatura, "Requiem For A Dream" racconta la storia di quattro personaggi che interagiscono tra di loro senza mai unirsi realmente descrivendo l'ascesa, il declino ed il loro inevitabile destino attraverso la suddivisione in tre sottosezioni (estate, autunno ed inverno). Utilizzo esasperato dello split-screen insieme a primi piani molto stretti per rappresentare in maniera più realistica e cruda possibile l'abisso psicologico e morale in cui può sprofondare un individuo causa le droghe e le dipendenze. Ellen Burstyn la forza trainante del film insieme a Jennifer Connelly bella e dannata, Jared Leto estemo e Marlon Wayans lontanissimo dai ruoli Scary Movie... Stupenda la colonna sonora trainata dalla conturbante "Lux Aeterna" di Clint Mansell.

Budojo Jocan  @  24/02/2020 18:10:44
   6 / 10
Gli do la sufficienza giusto perché molti dicono che sia un capolavoro, ma a me sinceramente non ha detto molto, poi con quello stile videoclipparo tanto per far vedere che sono un regista figo me lo poteva risparmiare Aronofsky (che amo comunque). Un film con una storia abbastanza banale insomma, soliti 3 tossici che tirano a campare e una casalinga sola e triste.

StIwY  @  22/02/2020 16:26:36
   9 / 10
Ellen Burstyn. Qualcuno dia un Oscar per questa interpretazione PERFETTA. Ma no nel 2000 diedero l'Oscar a Julia Roberts e alle sue bocce. Un Oscar RUBATO a mio avviso.

Detto questo, il film è un pugno nello stomaco, di quelli che avverti anche dopo visione terminata. Una storia di degrado progressivo fino all'epilogo, durante il quale lo spettatore viene bombardato dalla regia incalzante e talvolta allucinata che rende perfettamente. Attori talentuosi tutti calati perfettamente nella loro parte. Capolavoro.

Jokerizzo  @  28/01/2020 10:41:49
   10 / 10
Crudo, reale...un capolavoro!

topsecret  @  05/01/2020 20:06:14
   7 / 10
Un film dal forte impatto visivo e, soprattutto, emozionale, ben costruito da una regia quasi allucinata, caratterizzato da interpretazioni intense e convincenti, non a caso 3 dei 4 interpreti principali vantano un oscar in carriera, dotato di un ritmo narrativo dinamico e una musica che ti entra in testa quasi come a incidere un solco profondo, come la dipendenza descritta che porta alla pazzia, a perdere il proprio spirito, a piegare la propria volontà, finendo in una sorta di sogno malato dove tutto è niente.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  16/10/2019 22:29:46
   9 / 10
Grande film. Ho molto apprezzato la regia e l'intelligenza con cui è sviluppato il pur semplice soggetto. Bene bene.

libero1975  @  21/09/2019 20:24:53
   10 / 10
Un film che lascia il segno! Tra i miei preferiti di sempre...

LaCalamita  @  29/09/2018 06:15:36
   6½ / 10
Videoclipparo senza limiti.
Concordo con chi ha trovato volutamente eccessiva la sequenza finale. Il regista è migliorato di molto col tempo, basti pensare a The Wrestler.
Tecnicamente il film è ottimo, anche se vengono scelti degli effetti visivi che a me non entusiasmano. Gioca con le possibilità offerte dalla regia in quasi ogni scena, cercando ad esempio di simulare a livello audio-visivo gli effetti di una droga.
Ma Aronofsky punta platealmente a scioccare lo spettatore con appunto una sequenza finale che mi ha infastidito non poco:



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Sembra chiaro che il film voglia parlare della follia di gettare via la vita per colpa della droga o, ancora meglio, del dimenticarsi di cosa è davvero importante per un essere umano. Ma lo stile che altre volte ho trovato funzionale stavolta era fastidioso e comunque non è mai stato così videoclipparo...altro che Danny Boyle!

BenRichard  @  03/04/2018 20:39:11
   9 / 10
Questo regista (Darren Aronofsky) è veramente capace di conturbarmi, e mica poco. Avevo già avuto modo di guardare "Il cigno nero" nel passato angosciandomi parecchio. Finalmente ho trovato il tempo di recuperare questo secondo lavoro di Aronofsky, e che dire...è una vera scalata di angoscia e turbamento...si sente sempre di più una sensazione di claustrofobia fortissima, il film diventa soffocante, allucinante, si arriva alle scene finali veramente al limite della sopportabilità mentale...le immagini del film assieme alle musiche azzeccatissime di Clint Mansell si insinuano poco alla volta e sempre di più nello spettatore (proprio come una droga) coinvolgendolo mi verrebbe da dire quasi a propria insaputa rendendosi sempre più visionario, giungendo ad un finale che rimanendo in tema sembra quasi che quelle scariche elettriche al cervello le stiamo subendo noi stessi.
Secondo me un film a dir poco geniale.
Ottimo il cast e ottime le interpretazioni di tutti gli attori, Jared Leto, Jennifer Connelly, Marlon Wayans ma soprattutto lei, Ellen Burstyn, avrebbe meritato il premio Oscar.

jek93  @  10/03/2018 17:36:13
   8 / 10
Per carità, tecnicamente è il film è fatto BENISSIMO, un capolavoro, però ho trovato alcune scene eccessivamente disturbanti e probabilmente non necessarie.
Evidentemente visti i film di questo regista, ha qualche problema in testa

C_0_  @  19/11/2017 12:30:12
   10 / 10
Per me qua siamo di fronte ad un capolavoro senza se e senza ma. C'è chi a questo film contesta il fatto di dare un messaggio scontatissimo. Be, può darsi ma dire che la droga è una brutta cosa, secondo la mia opinione, non è mai così tanto scontato altrimenti non ci sarebbero nel mondo milioni e milioni di persone che ne rimangono "affascinate". C'è chi contesta il fatto che si poteva dare questo messaggio in maniera più sobria. Può darsi ma, sempre secondo me, qua c'è una maestria infinita nella regia. Un film durissimo, spietato e senza possibilità di redenzione. La primavera in cui la vita rinasce e ha la meglio sulla morte non esiste per questi protagonisti. Nessuna via di scampo per chi si infila in questo tunnel.

76mm  @  14/09/2017 15:44:14
   6½ / 10
Sadico, effettistico e ricattatorio in definitiva, ma girato con indubbia perizia da un regista (allora) emergente.
Aronofsky ha la mano pesante… in seguito affinerà il suo stile, qui pericolosamente tendente all'estetica da videoclip, mantenendo però uno spiccato gusto per l'eccesso, visivo e non.
Bravissima la Burstyn, bene Leto e la Connelly (entrambi trentenni all'epoca ma che riescono facilmente a farsi passare per ragazzetti), anche Wayans non sfigura nel primo (e unico?) ruolo non demenziale in cui lo vedo impegnato.
L'ultima parte è visivamente ed emotivamente frastornante, studiata a tavolino per impressionare le anime sensibili…non che tutti debbano girare come Bresson o Dreyer ma un po' di sobrietà in più non avrebbe guastato a mio avviso.
Pura pornografia del dolore, approfondimento assente, ma cinematograficamente funziona bene.

yeah1980  @  04/07/2017 13:39:43
   7 / 10
Un po' troppo delirante per i miei gusti... ma innegabilmente di impatto.

antoeboli  @  30/05/2017 23:51:50
   9 / 10
Un film di quelli che ti distrugge internamente e ti fa sentire male tanto quanto i protagonisti del film .
Darren Aronofsky in quello che è uno dei suoi più grandi successi , perchè requiem for a dream , vuoi per le atmosfere disturbanti e le scene fuori da ogni concetto umano , per il cast stellare , o solo per le musiche ancora oggi che vengono inserite nei vari contesti ....rimane un emblema della cinematografia mondiale .
Un film che vuole affrontare la droga in maniera subdola dalla concorrenza . perchè la droga non è solo quella che tutti conosciamo , ma anche il sentirsi o doversi sentire belli , la televisione è droga , lo stare attaccati sempre di fronte a uno schermo come la madre di Harry , o l aspettare in maniera quasi esasperata quell invito per quei 10 minuti di successo.
Tutto questo , mentre dall altra faccia della medaglia troviamo un J.Leto e una Connelly strepitosi , in quello che è una gioventu perduta che pensa non ci sia altro modo per andare avanti che l eroina.
Detto così può sembrare banale ma la regia e la fotografia , e le inquadrature molto malate , con primi piani schiacciati e tremarella fanno sentire un disagio interiore . Oltre ad alcune scene dove l inquadratura letteralmente ruota nei 360 , facendomi sentire male .

Juza21  @  14/01/2017 13:57:02
   6 / 10
Film che probabilmente, per un giudizio migliore, andrebbe valutato per il periodo in cui è uscito, si parla (già !!) di 17 anni fa ... A mio avviso non è un granchè, non mi ha trasmesso quella particolarità e grandiosità che molti utenti ( visto i voti..) hanno espresso. Si ok, particolare l'analogia della storia suddivisa in due/tre fasi accostate alle stagioni estate e inverno ( ok, si capisce..) e la tipologia di alcune riprese...però..sostanzialmente è la storia di 3 tossici e la madre di uno di loro che si intuisce sin dall' inizio. Insomma, una sufficienza ma non di più.

Filman  @  18/12/2016 15:32:22
   7 / 10
In uno stile moderno precedentemente esposto, Darren Aronofsky insegna, colpendo in maniera scalare lo stomaco dello spettatore, come si può fare della retorica di ottima tecnica e dai sentimenti non buoni. Il pessimismo e l'asprezza dirompenti di REQUIEM FOR A DREAM, oggettivamente privi di ogni efficiente funzionalità cinematografica diversa dalla resa perniciosa della visione stessa, vanno caratterizzando un didascalismo di immagini che scivola nell'impressionismo audio-visivo completo, e mentre parallelamente si riesce descrivere e trasmettere determinate condizioni psicofisiche, con facilità, la stessa che mostra il lato vacuo e provocatore del regista, viene inoltrata la sconfitta che si subisce una volta raggiunto il punto di non ritorno dalle proprie ossessioni e la conseguente caduta in un esistenza involontaria sempre più triste ed opprimente.

Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  21/06/2016 19:37:56
   7½ / 10
Odissea lisergica con amari risvolti ed epilogo negativo. Messa in scena allucinogena, forse anche troppo, troppe ripetizioni tutte uguali degli atti di assunzione delle sostanze..... rimane cmq un bel saggio sulle conseguenze della dipendenza estrema..... La Burstyn da oscar...

Nic90  @  04/06/2016 17:20:26
   7 / 10
Una pellicola molto amara e disturbante divisa in 3 parti(estate,autunno,inverno),la parte finale e' fatta in modo perfetto...
Le altre 2 non le ho trovate al livello dell'ultima.
Gli attori fanno la loro parte tranne una straordiaria interpretazione del personaggio Sara,fantastica.
Un altro neo e' il poco approfondimento dei personaggi,infatti a sopperire cio c'e' il personaggio di Sara che risolleva tutto...

Jolly Roger  @  04/06/2016 10:53:25
   9 / 10
Requiem for a Dream può avere un doppio significato. Da una parte, è la morte dei propri sogni, che si scontrano con una realtà diversa, il fallimento. Dall'altra parte, è l'evocazione di una condizione di sonnambulismo, in cui le persone si cullano nei propri sogni provandone godimento, senza però poterli o volerli realizzare per davvero, finendo quindi per restare intrappolati in una condizione di sospensione: bimbi in posizione fetale che galleggiano in una melmosa placenta fatta di illusioni e bugie, mentre il mondo reale, anziché avvicinarsi come la luce alla nascita, si spegne come un ricordo alle spalle.
Bimbi si nasce, sognando. Ma bimbi, in un certo senso, si muore anche, e sempre sognando. Sognando quel che è stato, quel che purtroppo non è stato, quello che avrebbe dovuto essere, quello che non potrà mai più essere.
Tra nascita e morte, un'infinità che passa in un soffio, vissuta annaspando alla ricerca delle redini dei nostri sogni per tirarli dentro nella vita reale, mentre le Parche tirano dalla parte opposta le fila della vita, togliendoci il tempo.
"Tanto c'è ancora tempo", pensiamo, ogniqualvolta compiamo uno di quei tanti gesti quotidiani e rituali che, singolarmente, sono piccoli ed insignificanti, ma che, ripetuti tutti i giorni, migliaia di volte, ci sospendono in una condizione di cadaveri immersi nella formaldeide. Accendiamo un'altra sigaretta, o peggio ancora ci droghiamo, cambiamo canale su un altro programma di cui non ci frega un ca.zzo, apriamo il frigo e ingurgitiamo cibo di mer.da, beviamo un altro bicchiere, buttiamo il tempo nel cesso sorridendo a persone che, sotto il velo dell'ipocrisia, odiamo profondamente. Ma c'è ancora tempo, pensiamo. Siamo come amebe in un limbo, crediamo di essere ad un passo dai nostri sogni soltanto a causa dello stordimento provocatoci dalle schifezze che consumiamo. Quelle stesse schifezze che, invece di aiutarci a conquistare i sogni, ce li stanno bruciando. L'eroina, la cocaina, l'alcol, la tivù, il cibo, il fumo, il sesso a pagamento…sono tutte droghe, non c'è differenza. Persino le passioni possono diventare una droga, quando si esagera.

L'aspetto geniale di questo film è che riesce a trasmettere tutto questo in maniera eccellente, sorretto da una colonna sonora fantastica, da personaggi la cui tragicità è profonda ma anche comune (il monologo dell'anziana signora è qualcosa che spacca il cuore).
Un film amaro.
Tuttavia, non ritengo che il film voglia rappresentare un quadro generale, ma solo uno spaccato. Non è la fine del sogno americano in senso lato (che è finito, ma per altri versi). E' sempre infatti evidente che le persone, nel film, possono scegliere il loro destino. Le responsabilità di quel che accade sono sempre e comunque dei protagonisti (a parte, forse, la signora anziana) e non dell'ambiente che li circonda. Non ho visto qui una critica alla società che divora i suoi cuccioli, ma la rappresentazione cruda di come la natura umana possa rivelarsi debole ed autodistruttiva, votandosi ai bassifondi del degrado più sordido anziché all'altezza dei propri sogni. La critica sociale, semmai, risiede nel mostrare che non vi è alcun salvagente, che vi sono tanti virus ma pochi anticorpi.
Quando ci sei dentro, sei dentro da solo. Che quel "dentro" sia la droga, la solitudine o altro, sono solo caz.zi tuoi, la gente farà vuoto intorno intorno a te, si sposteranno e ti guarderanno cadere.

Overfilm  @  13/03/2016 12:35:59
   7½ / 10
Settimana dove ho visto parecchi film (forse troppi e questo magari alterera' un po' i voti).
Non l'ho trovato il capolavoro dipinto da alcuni, ma certo racconta in maniera visivamente forte quelle che sono le conseguenze della tossidipendenza (da psicofarmaci e non solo).
Eccellente la prova di Ellen Burstyn. Meno quella di Leto.
Sceneggiatura non memorabile, ottime musiche, effetti visivi che colpiscono ma che si ripetono anche fin troppo in alcuni casi.

Musica  @  28/12/2015 16:11:48
   8½ / 10
Amaro e bellissimo. Mi ha fatto riflettere su diverse cose. Da vedere, Musiche bellissime

SaimonGira  @  16/11/2015 14:28:01
   7½ / 10
Decisamente migliore di quanto mi aspettassi. Film malato e perverso alle volte, ma crudo e reale in altre. Si sviluppa attorno alla storia parallela di un figlio, non proprio modello, e di una madre (non proprio un'esempio di integrità psicologica) i quali rincorrono degli obbiettivi, ma nel modo più squinternato e sregolato possibile. Il figlio (Jared Leto) si incarterà in una spirale tossicomane andando pian piano a distruggere la propria vita, mentre la madre perderà completamente il nume della ragione alla rincorsa di una dieta miracolosa volta ad una presenza in TV nel proprio show preferito. La regia mi ha proprio entusiasmato, queste piccole sequenze di immagini velocizzate ad evidenziare alcune azioni dei protagonisti hanno una carica comunicativa molto maggiore di quello che sembra. Lo metterei davanti a Trainspotting e Noi i ragazzi dello zoo di Berlino nella piccola sottoclassifica di Film drogati, seppur dietro all'incredibile "Enter the void" del grandissimo Gaspar Noè.

1 risposta al commento
Ultima risposta 16/11/2015 14.58.20
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maxwin  @  27/10/2015 13:42:48
   9½ / 10
Bellissimo, travolgente, ipocondriaco, angosciante, passionale, drammtico, sputa in faccia quello che è uno scorcio di vita solitaria e degradante dell' America oggi.

ferzbox  @  30/05/2015 15:21:25
   8 / 10
"Requiem for a dream" è un illusione; quella di riuscire a risolvere un problema adottando una soluzione apparentemente efficace ma,dall'altro lato,assai più distruttiva; l'incoscienza dell'azzardare senza pensare,commettendo errori analoghi a quelli che hanno originato il male iniziale.
Se un palloncino sgonfio è sgradevole alla vista si può eliminare il problema gonfiandolo.....ma se si inserisce troppa aria al suo interno questo esploderà subendo una sorte ancora più beffarda.
Ognuno dei quattro personaggi vive un esistenza difficile,piena di difficoltà a cui porre rimedio; ognuno di loro conserva un sogno nel cassetto,una speranza di vita migliore,serena,nonostante il degrado che li circonda è logorante e difficile da affrontare.
Entrerà in gioco quell'illusione che avrà la capacità di aprire un piccolo spiraglio nelle loro vite frastagliate,innescando in realtà un processo ancora più degenerativo che trasporterà lo spettatore per mano; un viaggio verso l'abisso vissuto tramite una finestra che si affaccia in quella che potrebbe essere una possibile e triste realtà.
Il film di Darren Aronofsky è una forma di degrado e depressione che aumenta in modo esponenziale,intrecciando i quattro destini dei personaggi in un turbine di esperienze negative sempre più difficili da sbrogliare.
L'epilogo delle quattro storie è agghiacciante,sopratutto quella del personaggio interpretato da Jennifer Connelly....
Il titolo del film è azzeccatissimo....

Dal punto di vista tecnico non ho grosse critiche da fare,la pellicola è discreta sotto tutti i punti di vista,presentando pure qualche prova di stile con la MDP,però non mi sento nemmeno di elogiarlo eccessivamente,considerando che molte prerogative tecniche(come le scene velocizzate con tanto di dettagli) sono cose già usate da altri in passato e quindi abbastanza riciclate e non così originali....
Personalmente lo considero un film da consigliare; ha uno stile interessante ed il percorso emotivo che fa intraprendere allo spettatore presenta una certa forza,ma a conti fatti Aronofsky ha dato di più con "Il cigno nero" secondo me(almeno per quanto riguarda le sperimentazioni registiche)...."The wrestler" e "L'albero della vita" non li ho visti,quindi non posso giudicare; "Pi greco" invece e fin troppo sperimentale,bellissimo ma fuori dalle righe.....per quanto riguarda "Noah",bhè....credo che sia stato pagato molto bene...talmente bene che si sarà finanziato il suo prossimo lavoro....

Matteoxr6  @  26/02/2015 17:19:12
   7 / 10
Tipico, anzi, atipico film in cui della trama, in sé e per sé, non ce ne deve fregare nulla, è inutile. L'asse portante è la madre, la cui storia parallela del figlio è solo in secondo piano, a mio avviso. La vicenda della dipendenza da droga è solo una parallegoria di una dipendenza più grande, o meglio, di un dramma più grande, che porta alla ricerca sempre più neubosa di un "dream", cioè una serenità, un appagante riequilibrio: vendiamo questa droga, faremo i soldi e così poi saremo a posto; seguo le istruzioni del televenditore, dimagrisco, rimetto il vestito rosso, sarà tutto come prima, quando c'era mio marito, quando avevo ancora mi figlio a casa, uno scopo, un principio e fine di serenità. Nella vicenda del figlio, lo scopo e il principio sono la droga, ciò che essa comporta, comporterebbe in tutti i risvolti (i risvolti nella storia di Sara sono anche la "benevolenza" delle "amiche", per esempio. Da qui anche la componente sociologica che viene messa in evidenza), che invece si rivela un "requiem", un periplo infausto, meccanico e fatiscente.

Per questi motivi ho trovato il film interessante, ma ovviamente non mancano le critiche: regia troppo autocompiaciuta dove a volte sarebbe servito altro; recitazione di Leto scarsina (tralasciamo il doppiaggio milanese che abolirei per legge: la doppiatrice di Marion è da ergastolo) e dipendenza dei ragazzi molto da rivedere (avrebbe aiutato lo svolgimento e la riuscita della pellicola senz'altro); sviluppo della trama che a metà film, se non fosse per l'azzeccatissima madre, avrebbe fatto un secco salto nel vuoto, prima di poter sperare di riprendere decentemente quota.
Insomma, il sette che do mi fa rimanere comunque perplesso.

Light-Alex  @  05/12/2014 23:51:38
   8½ / 10
Probabilmente la trama di questo film è la parte più debole, perché al livello di svolgimento narrativo non succede poi chissà cosa.
Ma lo sviluppo dei personaggi e del loro stato psico-fisico è qualcosa che ti avvolge lentamente e ti trasporta addosso l'infinita sofferenza delle loro vite.
Uno stillicidio, una lenta tortura. Un lavoro da maestro, raramente alla fine di un film mi sono sentito così male, con un tale senso di disagio e di dolore addosso.
Probabilmente questo è uno dei film che maggiormente mi ha mostrato il lato negativo del mondo della droga, facendomi immergere nell'insensatezza e nel dolore delle persone che finiscono nella sua spirale.
La solitudine, è uno dei più grandi mali dell'uomo. L'essere privati della sfera sociale toglie significato alla nostra esistenza. Se non siamo più utili per nessuno il mondo non ha bisogno di noi, la vita non ha senso: è ciò che succede alla signora Sarah. La scena del dialogo col figlio, quando lui le compra il televisore, è da incorniciare per quanto è struggente.

La regia da una marcia in più a questo film. L'iterazione di gesti meccanici e sintetici (pillole ingoiate, strisce di droga, pupille che si dilatano) trasmette bene il senso di disagio, e la tecnica aveva già funzionato nel precedente lavoro di Aronofski "Pi greco, Teorema del delirio".
Drammatica anche la colonna sonora.
Del cast spiccano Jared Leto e Ellen Burstyn (lei in un ruolo molto difficile ma recitato alla grande).

Ora mi devo depurare un po' e questo film non lo rivedrò per un bel pezzo perché mi ha messo addosso una tristezza infinita. E' stato un pugno in pancia. Ma proprio per questo un gran film.

Strix  @  08/10/2014 02:28:33
   7½ / 10
Aronofsky ormai è nella top3 dei miei registi preferiti.
Dirige con maestria questo film e rende perfettamente l'idea del degrado (sia fisico che mentale) causato dagli effetti della droga.
L'unica pecca è che è un po' lento, si risolleva alla grande nell'ultima mezz'ora.
Il cast è bravissimo ma Ellen Burstyn sta una spanna sopra agli altri.

Dompi  @  24/09/2014 15:57:15
   9½ / 10
Devastante.

C'è gente che si lamenta dell'eccessiva violenza il che è preoccupante. Come diamine vuoi far trasmettere allo spettatore il degrado fisico e morale causato dalla droga?

Qui Aronofsky si è spinto al limite ma non ha mostrato tutto.

Davvero un grandissimo film che sfiora il capolavoro.

darkscrol  @  31/07/2014 04:47:03
   6 / 10
la mia parola a fine film è stata: FINALMENTE. non ce la facevo più. sono uno a cui piacciono moltissimo i film di aronofsky infatti ho apprezzato tantissimo il cigno nero e noah, ma questo proprio non sono riuscito ad apprezzarlo. sarà anche un capolavoro ma a fine film i miei occhi stavano delirando...troppe immagini veloci, luci fortissime esaurimento e ansia al massimo. la colonna sonora è strepitosa, qualcosa di magnifico e gli attori favolosi ma resta sempre un po' troppo pesante e soprattutto sopravvalutato. concludendo credo solo che non sia il mio genere, anche se tratta di un problema ormai diffusissimo in tutto il mondo.

Alex22g  @  30/06/2014 20:37:56
   10 / 10
Capolavoro senza se e senza ma . Aronofsky ai massimi livelli. Bellissimo e disturbante come solo questo regista sa fare cosi'bene .

massapucci  @  25/04/2014 14:02:01
   8 / 10
Film molto forte, secondo me riuscito.
Connelly donna favolosa.

GianniArshavin  @  31/01/2014 20:27:07
   8½ / 10
Requiem for a dream è la seconda opera del regista Darren Aronofsky,da molti amata ma allo stesso tempo da molti odiata.
La trama è abbastanza semplice,con la classica discesa nel degrado più totale che i personaggi affronteranno dopo un iniziale fase di "successi". Dove Requiem si distingue dagli altri film sulla droga e sulle cadute rovinose è nella messa in scesa della storia e nel suo messaggio. Lo stile del regista,ormai diventato un marchio di fabbrica,è qui esasperato all'ennesima potenza,quasi a sottolineare continuamente la condizione di instabilità e turbamento dei protagonisti;il montaggio frenetico,le scene martellanti e oppressive,la ripetizioni quasi maniacale di alcune fasi della vita dei personaggi rendono disturbante l'opera,cosi come era già successo col precedente lavoro di Darren Aronofsky. Questa scelta registica è qui appropriata e consona alla situazione,visto che viene esaltato lo scombussolamento percettivo dei protagonisti.
L'altro fattore che differenzia Requiem e a mio parere lo eleva rispetto alle altre pellicola di genere è il suo concentrarsi esclusivamente sul messaggio,sul fine...tralasciando quasi alcuni componenti del mezzo. Infatti molti prima di me hanno criticato la piattezza dei personaggi,cosa in parte vera (dico in parte perché i punti focali delle varie personalità sono comunque chiare allo spettatore) ,ma tutto ciò è dovuto non ad una superficialità nella sceneggiatura ma bensì ad una scelta voluta:il regista ha ovviamente posto l'accento non sugli individui,ma sulle conseguenze a cui ha portato la loro dipendenza! Il punto principale quindi è la caduta,la degradazione,la dipendenza appunto...i protagonisti in questo caso sono Harry e Marrion,ma potevano essere tranquillamente chiunque altro,la sostanza del film non sarebbe cambiata (ad esclusione ovviamente di sarah,personaggio che esula da ogni contesto di cui parlerò dopo). Quindi Requiem è una storia sulla fine dei sogni e sul crollo di qualsiasi fiducia nell'umanità;non ci sono motivi per sorridere,c'è pessimismo e rassegnazione ,cosa che non succedeva ad esempio in film come "Trainspotting" dove la componente drammatica si alternava a quella ironica miscelata anche ad un approfondimento dei personaggi che qui non c'è perché non è quello il punto.
Prima ho citato Sarah,interpretata da una sontuosa Ellen Burstyn,che è l'elemento impazzito che sancisce definitivamente la grandezza di Requeim rispetto ad altri prodotti smili. Le critiche al film sono rivolte a trama e personaggi,ma il fattore-Sarah è quella variabile che cancella ogni critica possibile! La donna tele-dipendente,che scivola inconsapevolmente nel vortice della distruzione è di quanto più straziante e impensabile si sia mai visto in pellicole dedicate alla dipendenza;sfido chiunque ad immaginarsi ad inizio visione l'epilogo che attenderà Sarah,soprattutto per come è inscenato e per cosa ci vuole dire.
Ellen Burstyn ci offre una prestazione spaventosa,da Oscar senza dubbio,e il suo ruolo rappresenta appieno l'essenza del film e la sua critica alla dipendenza,ai mass media e a chi dovrebbe aiutare questa donna ma invece non lo fa. Il monologo con il figlio a tavola è davvero memorabile e inquadra in pieno la situazione che al giorno d'oggi molte persone similmente vivono.
Proprio i messaggi,i sottotesti,sono un altro punto forte del prodotto;è chiarissima la condanna al sogno americano ormai infranto,ma maggiormente mi ha colpito la critica a chi dovrebbe aiutare o incoraggiare persone deboli o in difficoltà:vediamo che tutte le comparse sono spesso complici del malessere dei protagonisti,come il viscido psicologo,le amiche di Sarah che la notano solo dopo il suo iniziale successo e gli inservienti\dottori che inveiscono contro i ragazzi pieni dei loro pregiudizi.
Molti hanno accusato la pellicola di essere un prodotto ruffiano che strizza l'occhio ai giovani d'oggi con una trama volutamente forte e con uno stile registico da videoclip. Credo che tutto queste affermazioni siano state fatte valutando la pellicola solo in superficie,non scavando nel profondo andando oltre i pregiudizi.
Sicuramente Requiem non è un lavoro perfetto,e diciamo che i difetti principali li ho riscontrati in un eccessivo auto-compiacimento del regista,che a volte purtroppo eccede nel suo manierismo e alla lunga questo può risultare stucchevole. Un'altra pecca è quella del trucco,con i 3 ragazzi principali che potevano essere "devastati" meglio nei loro momenti di crisi.
Straordinaria invece la colonna sonora diventata famosa in tutto il mondo,anche forse più del film.
Fra gli attori come detto spicca Ellen Burstyn,ma merita anche Jennifer Connelly che riesce a coprire la mancanza di spessore di Leto e Waynas.
In conclusione Requiem for a dream mi e piaciuto e mi ha emozionato,non annoiando nemmeno per un secondo nonostante alcuni eccessi nello stile registico. Darren Aronofsky si conferma un ottimo talento ,con un modo di fare cinema tutto suo che può anche non piacere ma che sicuramente non lascia indifferenti.
Secondo me se Requiem fosse uscito una decina d'anni prima sarebbe stato considerato un cult intoccabile,invece purtroppo la "carta di identità" dice anno 2000 e molti l'hanno stroncato solamente per la colpa di piacere e appartenere alle nuove generazioni.

fiesta  @  17/12/2013 11:27:25
   6½ / 10
Un moderno Salo' solo completamente spogliato di quella poesia cruda che ha reso il film di Pasolini un'opera d'arte. L'assenza quindi di poesia lascia questo film in un limbo sospeso tra moralismo e realismo, entrambi dunque concetti assolutamente soggettivabili. Certo ti trasporta , ma le utilizza proprio tutte per trasportarti in questo dirupo fintissimo. Aronofsky crede che puo' prenderci in giro modificando (solo apparentemente) cio' che e' il concetto tipico del cinema americano (o almeno cio' che largamente e'), ossia il cinema inteso come sogno,finzione totale, dove lo spettatore deve scivolare in questa catalessi temporanea, in incubo. Dunque la realta' continua ad essere argomento altro da quello che e' il cinema. Per non parlare poi della narrazione dove tutto ma proprio tutto ha un costrutto semiologico,io oserei dire quasi matematico, alle spalle (a partire dai due split-screen dove da una parte ci anticipa la separazione della coppia eroinomane e dall'altra cibo-Sara). So bene che questa e' la prassi ma in questo caso ci tengo a sottolinearlo perche' questo viene spacciato per cinema d'autore, io credo che sia puro intrattenimento, solo che vengono somministrate pillole diverse ossia quelle che creano angoscia e sconforto piuttosto che quelle che creano allegria o estasi o felicita'. In definitiva mostrare di conoscere tecniche poco utilizzate (non possiamo parlare qua di avanguardia manco un po': utilizzo di lenti, inquadrature iperrealistiche, montaggio discontinuo, sono tecniche largamente utilizzate ma non tutte insieme magari) per puro sfoggio credo sia il grande limite del film. Non possiamo parlare di esercizio di stile perche' non c'e' un unico stile, al massimo possiamo parlare di esposizione di stili...sei e mezzo perche' mi ha messo un tale sconforto che mi ha fatto piangere, ovviamente questo e' un suo limite dal punto di vista prettamente critico, ma non piangevo da anni e ne avevo proprio bisogno.

mastrogabriel  @  03/10/2013 13:59:54
   9 / 10
Pellicola che non lascia spazio alla speranza, si presenta triste, toccante, di una crudezza sconcertante ma non forzata, con un finale raccapricciante che fa venire i brividi solo a pensarlo. Ma in fondo è in questo che sta il fascino di questa moderna favola newyorkese, nella quale i protagonisti cercano invano di trovare un senso alla propria esistenza. Miglior film in assoluto sul tema della droga. Bello bello bello.

Woodman  @  22/08/2013 10:32:27
   7 / 10
Il film di Aronofsky non è affatto il capolavoro che a molti è sembrato.

Una regia compiaciuta ed eccessivamente frenetica, carica di tutti quei gerghi, situazioni, grafie che continuano a far impazzire le nuove generazioni sballose e ipocritamente trasgressive, formate ormai da gente prestatasi alla superficialità più conformista.
"Requiem for a dream" è in questo senso ottimo pane per i dentacci marci di skateari che si esaltano nel vedere sequenze riprese col fish-eye, la loro tecnica fotografica prediletta, usata spessissimo in maniera tronfia ed esasperante se non gratuita ed indecente, di presunti fattoni o reali fattoni che si infuocano nel sentire gerghi ricalcati dai loro colleghi preesistiti e vedere attori rigorosamente belli, supercool, che scopano facilmente e dan giù di strippi smascellando con una gran scimmia.
E' un film bugiardo per gente sciocca e bugiarda.
Bugiardo perchè il montaggio fin troppo furbo, di una furbizia proprio urlata e palpabile, scavalca e sotterra la sceneggiatura poco incisiva, ed è ad esso affidato il compito di narrare le vicende degradanti dei protagonisti. Il risultato, attraverso una serie di forsennate immagini da carica pazzesca accompagnate da musiche in crescendo appositamente costruite per loro, potrà mai anche solo sembrare veritiero, verosimile, serio?
Plastifica i personaggi, gli sguardi non sono profondi, la credibilità della distruzione involontaria della madre Sara va a put.tane per colpa di un'inutile e superficiale meticolosità, incredibilmente futile e estetizzante, nella narrazione.
La profondità è azzerata, le situazioni risultano schematiche, Leto è insopportabile.
Ma se c'è una cosa veramente grande in questa furbissima operazione è la performance (pastrocchiata dal montaggio ma non a livelli estremi) di Ellen Burstyn, che si è vista portare via l'Oscar da un'immeritevole Julia Roberts.
Storie semplicissime che potevano far breccia nei nostri cuori attraverso una rivoluzione registica di tutt'altro stampo, attraverso metafore un pelo più "alte", magari levando puntate di onirismo fuori luogo o di imbarazzante piattezza, attraverso un uso più genuino e meno visivo dei mezzi, approfondendo i legami fra i personaggi, gli sguardi, mostrando di più i corpi che si toccano, il dolore, la rabbia, non ridurli a sprazzi, a penellate confuse o opacizzate dall'ormai celeberrimo, giovanile, iperbolico, psichedelico montaggio.
Aronofsky trae godimento nel mostrare cose che, magari a sua insaputa, sono già state mostrate, e meglio. Ma lui si sente ai massimi standard di provocazione e rivoluzione, confezionando una torta assai povera e mal riuscita, ma ricoperta di uno strato decorosissimo che la fa sembrare accettabile.
Il colpo però arriva una volta finito di mangiarla, e cioè quando si assiste ad un finale assolutamente poco ragionato, più frettoloso che dolente, un finale un po' scemo che doveva a tutti i costi esserci, e che regolarmente ha fatto crollare la parte appena precedente, quella sì, bisogna nonostante tutto ammetterlo, davvero capace di un coinvolgimento emotivo potentissimo e destabilizzante nel più autentico senso del termine.
Lì il ritmo forsennato ha ragion d'esserci, le situazioni sono amalgamate sempre più indistintamente e sempre più follemente, in un delirio che sembrava dovesse esplodere in un finale mozzafiato. Ma, sì, ok.

In sostanza "Requiem for a dream" ha da dire/aggiungere ben poco, così come a livello di struttura (l'alternanza e la coralità già riprese in quegli anni da Paul Thomas Anderson), mentre offre sul piano visivo una gamma di eccitazioni varie e variopinte, con un minuzioso e certosino senso grafico che, discutibile quanto si vuole, non è certo trascurabile.
In più è presente un crescendo di ansia a partire dal delirio da pastiglia della Burstyn con la televisione sino all'attimo prima della calma e malfatta parte finale, davvero angoscioso e, suo malgrado, efficace. Tiene letteralmente incollati allo schermo.
Le prestazioni degli attori, Leto escluso, sono di altissimo livello e la fotografia è lucida e brillante.
La musica poi, incalzante sulla falsariga di "Magnolia", è diventata un tema cult, meritatamente.
Non è un film brutto, assolutamente. Ma non è niente di ciò che ci si può, anzi, deve aspettare in positivo da un film del genere. Non ha un grammo in più del necessario in quanto a profondità e tantomeno veridicità. L'esaltazione è puramente grafica, è sul piatto, sottile formato della pellicola, scarabocchiata da convulsioni e sbalzi visivi.

Si può guardare, opportunamente. Senza troppo impegno. E' buon intrattenimento.
Soprattutto per le ultime, patetiche generazioni.

david briar  @  03/07/2013 18:04:31
   6½ / 10
Trovo molto difficile mettere un voto a questo film,tant'è che devo ancora deciderlo,e spero mi arrivi l'illuminazione mentre ne scrivo il commento.
La ragione sono i dubbi sulla sincerità dell'opera,fattore assolutamente fondamentale soprattutto in un film del genere,e in qualunque film che voglia andare oltre il comune intrattenimento.

La verità è che ci troviamo di fronte ad un film dallo stile esageratissimo e esasperato all'infinito,tendente alla ripetitività e con alcune scelte stucchevoli(tipo il montaggio frenetico di quando si bucano)che in realtà racconta una storia vista un sacco di volte,perlomeno per quanto riguarda la coppia di protagonisti,che è assolutamente prevedibile nello svolgimento.

Le parti con la madre del protagonista sono decisamente le migliori,non solo perché si tratta di una discesa nella dipendenza ingenua e volta solo a rincorrere i suoi sogni,ma soprattutto perché viene lasciata senza speranza e nessuno cerca davvero di aiutarla,nonostante non abbia colpe e nessuna idea di quello che sta facendo.Le sue visioni ad un certo punto fanno veramente paura,ed Aronofski da il meglio di se provocando ansia ed empatia per il personaggio in maniera quasi insopportabile.Se poi si può contare su un Ellen Burstyn sconvolgente,ben abituata a vestire i panni della madre,capace in questo film di affrontare cambiamenti devastanti,ci troviamo di certo di fronte all'unico personaggio che valga davvero il film,che si regge tutto sulle spalle e vale la visione.

Perché,a parte lei,gli altri personaggi si fa fatica a conoscerli.Quello di Jared Leto forse è il più approfondito,anche se è una parola grossa,visto che sappiamo pochissimo di lui,e i dialoghi fra lui e lei non dicono niente,capiamo solo che sono dei tossico dipendenti che cercano una strada per la speranza.Il rapporto fra i due funziona poco,e non si capisce quale sarebbe il legame forte che li spinge a stare insieme.

E' più facile affezionarsi al personaggio di lei,solo perché la Connelly è stupenda,oltre che bravissima con il suo modo di recitare molto naturale,tant'è che ruba in continuazione la scena al poco carismatico Leto.

In tutto questo,abbiamo una trama scarnissima riassumibile in pochissimo tempo e uno stile vistosissimo che rende il film pesante.

"Requiem for a dream" è un film fatto apposta per destabilizzare,e ci riesce pure,ma l'effetto dura poco.Di certo fa pensare che qualunque dipendenza sia deleteria,e il messaggio arriva con forza,visto anche Il finale emblematico separato fra tragica realtà e sogni irrealizzabili di gloria.Il tutto,evidentemente per far capire quanto si possa cadere in basso,e in effetti è difficile trovare speranza per qualcuno dei personaggi.

In generale,però,l'idea è che si abbia poco da dire e si colmi la mancanza di contenuti con una regia e una colonna sonora invasive che rendono tutto urlato.Il talento del regista è indiscutibile e quel poco da dire che c'è viene espresso molto bene,ma mi sembra poco per parlare di capolavoro del cinema sulle dipendenze.Mi sarebbe piaciuto,infatti,visti gli elogi ricevuti,vedere una coppia di personaggi coinvolgenti e ben approfonditi,cosa che purtroppo non ho trovato.

A questo punto,preferisco di gran lunga "Paradiso+Inferno",film decisamente più pacato e con uno stile più trasparente,ma capace di costruire personaggi appassionanti che fanno emozionare per tutto il film,grazie anche ai due attori protagonisti,che funzionano benissimo assieme.

In conclusione,un film che mette in mostra il talento di Aronofski,con due attrici straordinarie e qualche scena che non lascia impassibili,ma con una sceneggiatura esilissima.Probabilmente è anche un'operazione furba fatta per impressionare, e molto sopravvalutata,ed è facile capirne le ragioni.Non un capolavoro e neanche un film brutto,personalmente una parziale delusione, di livello discreto e non di più..

MonkeyIsland  @  17/06/2013 16:41:51
   8 / 10
Bellissimo il miglior film sul tema della droga che mai visto l'ho trovato superiore pure ai vari Trainspotting e Noi ragazzi dello zoo di Berlino.
Un film potente non lascia spazio alla speranza, Connelly troppo brava.
Anche Leto dimostra che anche se è un cantante è egregio anche come attore.
Impossibile non affezionarsi alla vecchina.
Il finale è tristissimo ma non è affatto forzato.

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/06/2013 16.57.27
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Spera  @  14/06/2013 17:35:45
   8½ / 10
Con un violentissimo pugno nello stomaco è entrato nella mia lista di film contemporanei preferiti.
Quasi inorridisco quando vedo degli 1 come voto o addirittura insulti per questo regista o questa pellicola, lasciatevelo dire: se mettete 1 a questo film non capite un ***** di cinema. Inoltre stimo molto Aronofsky che nonostante il suo essere americano continua a fare il SUO cinema.
Come dice il titolo questo film non è solo un film sulla droga, la dipendenza e la solitudine ma prima di tutto sulla morte dei sogni e di quanto, prima di qualsiasi altra cosa, sia questa che ci ammazza e ci distrugge. Per continuare a vivere bisogna sognare, finiti i sogni, finita la vita.
I temi trattati sono tra i miei preferiti: la droga e la sua dipendenza che porta alla distruzione totale, la televisione e la sua dipendenza flagello e corruzione della società odierna, la solitudine demone indiscusso dell'infelicità umana.
Il profondo pessimismo espresso attraverso musica, immagini e storie conduce nel buio senza uscita di un tunnel che porta inesorabile verso la fine.
Attori tutti bravi, Elllen Burstyn monumentale e Jennifer Connelly adorabile nella sua incosciente e acerba adolescenza. Musiche incredibilmente introspettive, azzeccate e di grande qualità sottolineano per tutto il film lo stato di degrado dello spirito e del corpo dei personaggi caratterizzati molto bene.
Quando lo vidi la prima volta, di norma alla prima visione non leggo mai niente sul film per non essere condizionato o farmi idee sbagliate, in vacanza dopo pranzo ne rimasi quasi scioccato. Non solo le storie ma anche il modo di raccontarle è incredibilmente violento attraverso un montaggio che spesso non lascia respiro, come un pugno nello stomaco appunto.
Finito il film ho sentito una profonda solitudine, una grande angoscia, un vuoto enorme che riesco a riempire soltanto guardando dentro di me...la mia famiglia e i miei sogni.

Niegghia92  @  13/03/2013 01:01:27
   8 / 10
Visto per la prima volta dopo tanta attesa recentemente,e non ha deluso le aspettative. Assieme a Trainspotting rappresenta una delle pellicole più da pugni nello stomaco riguardanti il mondo giovanile e il rapporto con la droga. A differenza di Trainspotting è certamente più drammatico,più inquietante,più distruttivo. Darren Aronofsky girando questo film ha centrato il suo obiettivo: Impressionare e inorridire il pubblico di fronte agli effetti devastanti che può portare l'uso delle droghe. Originale anche la scelta di dividere il film in 3 sezioni che in realtà sarebbero le stagioni Estate,Autunno e Inverno. Entrambe rispettivamente dal punto di vista metaforico rappresentano 3 aspetti diversi: l'Estate l'ascesa, l'Autunno la caduta e l'Inverno la distruzione totale. Non è un caso che manchi la stagione della Primavera che vorrebbe simboleggiare la "rinascita",per il semplice fatto che ormai i personaggi sono entrati in balia delle loro dipendenze e mai più potranno uscirne per via delle conseguenze che han contributo alla loro rovina. L'interpretazione magistrale è sicuramente quella di Ellen Burstyn,anche lei come gli altri personaggi in balia delle proprie dipendenze,non necessariamente collegate alla droga vera e propria. Infatti Sara Goldfarb ha l'ossessione della dieta e i farmaci che prenderà la condurranno alla pazzia totale. La cosa che più balza all'occhio comunque è che tutti i personaggi in tutta la storia sono e rimangono soli,vengono trattati con indifferenza e assisteranno da soli alla loro rovina.
Se si vuole trovare una pecca è la poca caratterizzazione del personaggio di Marlon Wayans(almeno in confronto agli altri protagonisti),il miglior amico di Harry. Per il resto a contribuire alla grandezza del film,è la sublime quanto amara colonna sonora,anch'essa diventata un cult. Un film da vedere se si ha voglia di rimanere sbigottiti alla fine.

Max23  @  26/02/2013 01:41:30
   8 / 10
Trainspotting era sì crudo, ma era anche colmo di momenti divertenti e di personaggi "da fanclub su facebook"......
Qui invece non c'è spazio neanche per un sorriso.
I personaggi sono trascinati in un turbine di dipendenza, angoscia, brutalità.
Non c'è luce in fondo al tunnel.
Da certi mali non si torna indietro.

Film bellissimo e penetrante.
Ottima prova per il cantante dei 30 Seconds to Mars.
È la prima volta che lo vedo in un ruolo da protagonista.., davvero bravo!

Invia una mail all'autore del commento RubensB  @  07/01/2013 01:02:01
   9 / 10
una spirale di dipendenza, amore, dolore ed emozioni. Capolavoro.

Invia una mail all'autore del commento Project Pat  @  02/01/2013 20:45:56
   9 / 10
Il film è crudo come deve essere, mostrando gli esiti più pessimisti dell'uso e dello spaccio delle sostanze stupefacenti tra tre giovani. Istruttiva soprattutto la vicenda della madre di uno di loro,

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Struggente e doloroso come non mai , tra i film sulla droga può essere annoverato come capolavoro.

lloydalchemy  @  20/12/2012 02:49:55
   8 / 10
Film che e stato costruito veramente bene, vedere i personaggi che passano in vari stadi emotivi e lentamente guardare la droga che gli distrugge poco alla volta fino ad arrivare alla tragica conclusione.

Consigliato caldamente (visto che siamo a dicembre...) non ve ne pentirete

Gruppo COLLABORATORI julian  @  13/11/2012 22:23:27
   8 / 10
Curioso che alcuni vati del web si scaglino contro Requiem for a dream tacciandolo di banalità, presunzione e moralismo, ritenendo la regia "clippettara" la solita furba esca adescatrice e Aronofsky "uno che si crede David Lynch".
Curioso perché poi David Lynch non esiste in questo film, utilizzato oramai - ahimè per lui, che pure se l'è cercata - come macchietta da associare ad ogni pellicola che presenti una regia, se non autoriale, quantomeno diversa.
Curioso perché nel vedere altri lavori di questo regista - The fountain o il più simile π - si percepisce una linearità di intenti e di stile che dovrebbero riconoscergli una dimensione autonoma nel panorama cinematografico. E invece no: se dividi lo schermo in quattro "ti credi David Lynch".
Il fatto diventa meno curioso quando si costata che Requiem for a dream ha avuto un certo successo tra i giovani, raggiungendo la definizione ambigua di cult e perciò attestandosi in quella massa informe che è il mainstream - e l'essere un film occidentale lo condanna - che risulta scomoda, anzi fastidiosa, ai vati di sopra citati. Concludiamo perciò che la disequazione 'film di cui parlano le ragazzine' < 'film d'autore' è corretta.

Non ci stiamo strappando le vesti per questo film, cercavo solo di fare un pò di pulizia intellettuale. In realtà non mi capitava da un pezzo di trovare una forma veicolo di sostanza, una forma che finalmente si giustifica in relazione al contenuto e non si prostituisce.
Il messaggio arriva chiaro, forte e in maniera lineare - e questa è cosa grave - , la suddivisione in stagioni, tre invece che quattro, lo conferma. Questo ha permesso a Requiem di essere un film di facile fruibilità e facile apprezzamento, il che non esclude che ci sia un livello di attenzione più profondo nei temi trattati.
La droga è l'argomento centrale, nelle sue varie vesti; il time-lapse ne ritrae gli effetti devastanti con maggiore violenza e con ritmo accelerato, mostrando i frame chiave che rievocano anche l'effetto di una droga sugli organi sensoriali.
Ricorda un pò, per esiti, lo stop motion di Svankmajer.
I rapporti umani si sfilacciano quando il collante che li tiene uniti è una cosa sporca come l'eroina, che, dal canto suo, dimostra come essi non si autogiustifichino e hanno sempre bisogno di qualcosa che li tenga insieme e soddisfi la convenienza di ciascuno. Sistemi che collassano al solo venir meno di un vincolo.
Assistiamo ad un'autentica metamorfosi infernale dell'angelica Jennifer Connelly, mai così bella, e di una mostruosa, MOSTRUOSA, Ellen Burstyn, che con un monologo disarmante fa venire le lacrime e costituisce, da sola, una ragione valida per la visione.
Un peccato invece aver sentito la bellissima lux aeterna di Mansell in almeno altri 2000 video fasulli di youtube.
Cmq no, sul serio, 'sto film scopiazza Herzog, e Aronofsky vada a dirigere i videoclip dei 30 second to Mars.

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Ultima risposta 15/11/2012 13.23.48
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Tuonato  @  13/11/2012 12:38:08
   8 / 10
Funerale d'un sogno accelerato, ricorsiva allucinazione d'un successo.

<<È un motivo per alzarmi al mattino. È un motivo per dimagrire, per entrare nel vestito rosso. È un motivo per sorridere, per pensare che il domani sarà bello. Che cos'altro ho, Harry?>>

Tre atti. Il ciclo delle stagioni a rappresentare simbolicamente le fasi della vita. Assente giustificata la primavera, la speranza la rinascita la vittoria non abitano a casa Goldfarb.
Il talentuoso Aronofsky - che proprio grazie a 'Requiem for a dream' ha catturato l'attenzione del pubblico - studia da grande e si diverte con tecniche originali, su tutte lo split screen e il montaggio col time-lapse per velocizzare la pellicola. Film sulla droga che non si dimentica, fisicamente impegnativo per tutto il valido il cast. Cast da cui emerge Ellen Burstyn, la sua Sara è strepitosa.
Cult annunciato.

alepr0  @  04/11/2012 00:45:28
   7½ / 10
A mio parere uno dei migliori film sul tema della droga insieme a "Trainspotting", "I ragazzi dello zoo di Berlino" e "Ritorno dal nulla". Da vedere!

mauro84  @  03/10/2012 01:37:14
   8 / 10
ci son davvero poche parole per sto film.. drammatico.. storia reale.. intrecci di storia di famiglie ed droga pesanti che ti condizionan la vita.. che ti fanno sentire migliore.. che ti fanno far cose che prima non facevi..
maestoso regista si conferma e dà prova di carattere.. un cast semplice che però sà appieno ruolare ed intrecciar vicende narrate e follia pura.. un incubo a ciel sereno...
titolo del film concordo azzeccatissimo.. film che son difficili da dimenticare.

Monco  @  13/09/2012 01:04:52
   8 / 10
Montaggio, scene e attori mixati per trasmettere qualcosa... e il film riesce in pieno nel suo scopo. Molto "malato"!

BlueBlaster  @  02/09/2012 15:59:51
   8½ / 10
Darren Aronofsky è un regista di grandissimo talento, qui ci bombarda si split - screen e svariate trovate tecnico/visive...solo per la regia innovativa e per il montaggio frenetico la pellicola vince per originalità!
Poi aggiungiamo grandissimi attori: Ellen Burstyn ancora da Oscar, Jared Leto che si conferma un buon attore, Jennifer Connelly sempre bellissima e grandiosa nei ruoli drammatici ed infine Marlon Wayans che siamo abituati a vedere in commedie ma che qui fa il suo mestiere!
Concludiamo il tutto con una delle colonne sonore più belle di sempre...e il risultato è un cult assoluto che ovviamente potrà piacere un casino a molti mentre per altri sarà un film difficile o non piacevole.
La storia, sulla tossicodipendenza, è di una tristezza più unica che rara...alcune scene sono di difficile sopportazione sia per l'impatto visivo sia per la rabbia o il senso di disperazione che passano.
Un film indimenticabile e di grande intelligenza che si deve vedere!

marfsime  @  21/08/2012 17:02:14
   8½ / 10
Gran bel film..un pugno nello stomaco come si suol dire. Descrive le vicende di un gruppo di ragazzi sbandati e di una madre vedova e lasciata sola dal figlio che cadono nell'abisso e nella disperazione più totale nel momento in cui le loro vite sembravano essere ad un punto di svolta. Bravi gli attori..regia ottima e colona sonora di Clint Mansell perfetta..da vedere.

Attila 2  @  07/08/2012 18:44:42
   6½ / 10
Un film "malato" "disturbato" e "disturbante". Comincia anche "normalmente" come molti altri film.Ma fa prestissimo a cominciare la sua "discesa all'inferno" senza fermate e senza freni.Dalla flebile "illusione" iniziale,dei protagonisti,al dramma.Un viaggio in un incubo che non salva nessuno dei protagonisti e nemmeno gli spettatori.Tutti vengono coinvolti in questa catastrofica discesa.Ma mentre per i tre ragazzi te lo potevi anche "aspettare",per quel che riguarda la madre e' stata la cosa piu' scioccante del film.Vederla finire a quel modo non me lo sarei mai aspettato.Gli ultimi dieci minuti con le storie dei tre ragazzi e della madre raccontate parallelalmente,in maniera cruda,senza "censure" e senza possibilita' di redenzione,sono 10 minuti di film allucinante.Piu' volte sono stato tentato di smettere di guardarlo.Quando e' finito mi son detto "ma cosa l'ho guardato a fare" e "non lo guardero' mai piu'".Mi sentivo a disagio,come se il regista,con le sue immagini mi avesse dato un pugno dritto in faccia.Volevo "stroncarlo".Ma poi ho pensato "un attimo,quello che voleva fare Aronofsky era proprio questo.Farti vedere in modo crudo e reale a cosa puo'ì portare la droga.Il regista voleva ottenere questo effetto.voleva farti sentire a disagio" e allora l'obiettivo l'ha raggiunto.Quindi merita piu' della sufficienza.Ma mi ha "disturb ato" davvero troppo,per potergli dare di piu'" Guardatevelo e fatevi un "viaggio all'inferno".

Crazymo  @  19/07/2012 00:13:49
   9½ / 10
Prima di esprimere il mio assoluto stupore per il film permettetemi di esprimere quello per me stesso: da "amante" degli effetti delle droghe (a livello teorico sia ben chiaro) sono arrivato solo ora ad approcciarmi al cinema di Arofonsky e precisamente a questo film, che definire appunto un semplice lungometraggio è eresia... questo "film" è un CAPOLAVORO! Un crescere di angoscia, di intensità, un'esperienza unica realizzata alla perfezione, regia, fotografia, musica ed attori che lavorano al massimo in un crescere di emozioni senza tregua, scendendo nella profondità di tutti noi... non spreco altre inutili parole... un MUST per tutti!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  31/05/2012 10:46:00
   8 / 10
Un film incredibilmente pessimista, anche se qualche scelta è forse un po' forzata



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ma perfettamente riuscito nella sua intenzione di trasmettere sensazioni forti (si assiste ad un vero e proprio funerale dei sogni, titolo davvvero azzeccato, fortunatamente i distributori italiani almeno per una volta non hanno avuto la bislacca idea di modificarlo). La regia di Aronofsky è davvero ottima, soprattutto con quelle sequenze molto brevi. Gli attori recitano alla grande, grandissima prova di Ellen Burstyn ma se la cavano anche Jared Leto (cantante dei 30 Seconds to Mars) e una Jennifer Connely davvero bella. Il tema musicale ("Lux Aeterna" di Clint Mansell) è molto bello ma alla lunga diventa un po' ripetitivo.
Il film è diviso in tre parti con i nomi delle stagioni, da notare che manca la primavera, chiaro l'intento di non voler dare allo spettatore speranze su un'eventuale rinascita.

Rimanendo nel genere secondo me "Trainspotting" è leggermente superiore, ciò non togli che "Requiem for a Dream" sia davvero un ottimo film.

Nudols85  @  24/04/2012 14:45:25
   8½ / 10
Sono giorni che orami l'ho visto...ma questo film mi ha lasciato degli strascichi..emotivamente mi ha fatto collassare, è veramente un Requiem della speranza dei sogni..regala emozioni forti che lasciano anche lo spettatore più preparato attonito!!!...impressionante la storia della Madre

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Il regista è stato veramente bravo da 10...gli attori tranne la Connelly secondo me nn sn stati all'altezza del film !!!!

TheGame  @  13/04/2012 13:35:31
   6 / 10
Le intenzioni di Aronofsky sono ben spiattellate fin dalle primissime sequenze, il contesto è un mero pretesto all'intrattenimento, l'esaltazione deriva dall'effetto angosciante e straniante, dai coinvolgenti virtuosismi tecnici e dalla blasonata colonna sonora, ripetuti allo sfinimento e dominati dall'autocompiacimento di un regista drogato da questi espedienti.

Invia una mail all'autore del commento Phelps  @  02/03/2012 09:38:51
   7½ / 10
Aronofsky è un gran regista c'è poco da fare....Voleva trasmettere angoscia e Requiem ne è un concentrato. Non credo riuscirei a vederlo un'altra volta.

ValeGo  @  21/02/2012 15:19:43
   8 / 10
Particolare, allucinogeno, struggente, un incubo ad occhi aperti!Complimenti ad Afronofsky!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  30/01/2012 23:48:20
   8½ / 10
La caduta libera nel giogo della dipendenza che frantuma i sogni, frantuma le persone, disperde ciò che resta di loro nel vortice più nero.
Un epilogo buio che mette addosso una disperazione difficile da scacciar via.

Magnifica colonna sonora e grandi interpretazioni.

Podo  @  12/01/2012 16:30:18
   8½ / 10
uno dei film più angoscianti mai visti.
colonna sonora azzeccatissima.
un film praticamente perfetto a cominciare dal titolo

gemellino86  @  12/01/2012 13:11:25
   9½ / 10
A mio parere è un film che sfiora la perfezione. Il tema non era certo facile da affrontare e secondo me va premiato il coraggio del regista. Cupo e amaro ma davvero stupendo. Da notare una bravissima Connelly. Colpisce sicuramente. Da vedere per riflettere.

Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  09/01/2012 11:54:04
   8 / 10
La vita è un sogno... e certe volte è un incubo!

Il film sembra un treno fuori controllo e lascia lo spettatore completamente distrutto; incapace di distogliere lo sguardo dallo schermo.
Un film che lascia cicatrici.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  08/01/2012 00:25:37
   6½ / 10
Raramente mi trovo d'accordo con qualcuno sia su voto che su commento. Ma in questo caso, credo che il buon KOMMANDOARDITI abbia già detto tutto quello che c'era da dire. Mi risulta davvero difficile aggiungere altro, visto che il mio pensiero combacia perfettamente con il suo.
Ma mi sembra anche troppo facile attaccarmi al suo commento senza metterci niente di mio. Perciò, mi sforzerò di trovare due paroline da dire.

Di film sulla droga, a mio parere, ne sono stati fatti di molto più belli, sporchi, scioccanti e taglienti ("Panico a Needle Park" o "Ritorno dal Nulla", giusto per citarne alcuni). Questo, a mio parere, non ha nulla in più rispetto a quelle pellicole, niente che lo distingua particolarmente se non uno stile registico singolare (affascinante all'inizio, ripetitivo ed irritante subito dopo, mi riferisco soprattutto alle pesanti sequenze che si susseguono ogni volta che qualcuno si spara una droga nell'organismo) e il fatto che, a fine pellicola, ti rimane addosso una depressione che farebbe impallidire anche un'aspirante suicida.

Ma per il resto, si tratta di intrecci autodistruttivi con i soliti luoghi comuni già triti e ritriti (episodio della Burstyn a parte... quello è proprio un colpo al cuore, specie nel suo epilogo), poco convincenti (tanto quanto i suoi protagonisti, troppo candidi e tirati a lucido per essere credibili, specie il modello emo-looking Leto), approssimativi (tutto succede molto in fretta, non si ha il tempo di soffermarsi su nulla) e racchiusi in una confezione talmente cool e modaiola da togliere quel fascino da cinema-verità che ogni film sulla droga dovrebbe avere (una fotografia lercia e squallida in primis).
Perciò, alla fin fine, con questo film risulta molto difficile rimanere sorpresi. Per carità, molte sequenze colpiscono e lasciano il segno (d'altronde non stiamo parlando di caramelle e zuccherofilato...). E' solo che, come già detto, "Requiem for a Dream" non ha niente di nuovo da offrire sul tema, se non per l'appunto il solito messaggio antidroga e una gran voglia di tagliarsi le vene.

Bellino, ma sopravvalutato.

Bobby Peru  @  29/12/2011 20:06:47
   10 / 10
Finalmente stasera... CINEMA allo stato puro. Bingo di Darren Aronofsky, altro che "the wrestler", in attesa del "Il cigno nero" che non penso possa superare un capolavoro simile. A me sembra tutto perfetto... un tema affrontato mille volte, ma mai così.

Giudizio: non solo tanta regia, interpretazioni magnifiche. Finali degni del significato di "cinema"

James_Ford89  @  09/12/2011 02:04:27
   9½ / 10
E' il terzo film che vedo di questo regista. Dopo lo straordinario "Pi greco" e il meno bello ma comunque valido "The wrestler" mi sono imbattuto, colpelvomente in ritardo in questa sua opera.
Parlare sarebbe superfluo, un affronto alla pellicola stessa.
La potenza delle immagini, le musiche e le interpretazioni (quella della Burstyn su tutte) sono veramente da cineteca.
Quattro storie, quattro inferni.
Una disturbante discesa nel mondo delle dipendenze e delle loro nefaste conseguenze. Ribadisco, mea culpa per aver sempre rimandato la visione di questo film che sfiora il capolavoro.

Fratuck89  @  20/11/2011 22:23:41
   8½ / 10
bello, alla fine della visione si resta piacevolmente intontiti, interpretazioni ben fatte, eccellente ambientazione, potrebbe essere paragonato ad una sorta di documentario sulla debolezza della psiche umana, colonna sonora meravigliosamente angosciante che si sposa alla perfezione con le immagini, è un film molto psicologico, l'azione del film non è incentrata nelle gambe ma nel cervello dei protagonisti, è un film comodamente seduto su una sedia elettrica.
Per gli amanti del genere. Consiglio caldamente la visione.

Gruppo COLLABORATORI martina74  @  09/11/2011 17:38:40
   7½ / 10
Appena terminata la visione avrei dato un 9, che però a mente fredda aggiusto con un voto più onesto e meno "di pancia".
Requiem for a dream è un film agghiacciante, che colpisce davvero come un pugno e, soprattutto nella storia di Sara (una magnifica Ellen Burstyn) raggiunge quasi la perfezione narrativa e visiva.
La dipendenza, la nevrosi, l'astinenza vengono dipinti con grande realismo e con il taglio tipico di Aronofsky, che non è certo un tipo da mezze misure.
Il problema del regista è quello di essere troppo manierista: imprigionato tra la creatività immaginifica e l'ammirazione per la sua perizia tecnica, propende per la seconda con il risultato di essere troppo innamorato di se stesso.

franky83  @  01/11/2011 12:06:13
   8 / 10
Disturbante mi sembra il termine appropriato.Da vedere

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  17/09/2011 19:51:15
   10 / 10
Aronofsky non delude mai!
Questa volta porta sullo schermo la storia di quattro personaggi che concorrono a quello che é il grande "american dream". Arrivato il fallimento e con esso la coclusioe del film Aronofsky caccia un urlo comunicandoci il funerale dei quattro. Metafora che insieme ad uno semi-stile di inquadrature tutto suo e alla facciata senza commenti personali che ci presenta, crea un film che é un'opera d'arte. Le 4 interpretazioni confluiscono in un'apoteosi grandiosa, ringraziando particolarmente la Burstyn nel ruolo più eccellente di tutta la sua carriera e del'annata 2000. Aronofsky riesce magistralmente a integrare immagini di horror puro in un dramma sociale molto forte, tanto da voler chiudere gli occhi e dimenticare il craving di cui i protagonisti sono continuamente bombardati.

movieman  @  09/09/2011 23:57:02
   8½ / 10
Dal emerge un ambiente claustrofobico, straziante, inquietante, che rapisce lo spettatore per poi colpirlo direttamente nello stomaco e lasciarlo con l'amaro in bocca. Il film prevede uno svolgimento a parabola digradante, con una situazione iniziale stazionaria. Arriva poi il punto di svolta per i vari personaggi e la conseguente illusione che tutto andrà meglio. Più raggiungono l'apice, più il rapporto con le droghe si fa intenso. Se prima erano un modo per stare meglio, ora sono un motivo di vita. E ciò è reso espicito con l'autunno e la spirale tenebrosa del fallimento, che cattura tutti i personaggi, che toccano il fondo. Ma ciò non è sufficente: con l'inverno il sogno, già infranto, viene deliberatamente calpestato, umiliato, deriso, fatto a pezzi. Si ottiene così un annientamento psicologico dei personaggi che ormai sono privi di tutto. Il film termina con la ripresa di ogni personaggio nella posizione fetale, quasi alla ricerca di una sicurezza che sembra non arrivare. Un film eccellente, con un ottimo cast, stupenda tecnica di ripresa e colonna sonora davvero intensa. Da vedere (possibilmente non in un periodo di depressione)!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Silly  @  20/08/2011 21:01:33
   9 / 10
"Il nichilismo. Non serve a niente metterlo alla porta, perché ovunque, già da tempo e in modo invisibile, esso si aggira per la casa. Ciò che occorre è accorgersi di quest'ospite e guardarlo bene in faccia." (M. Heidegger)

Fa malissimo questo film, non c'è speranza alcuna, nessuno spiraglio di luce.
Si resta storditi dal dolore che si prova, ogni minuto che passa sempre di più. La musica costante che accompagna questo film è da pelle d'oca, gli attori sono a dir poco straordinari: Ellen Burstyn fa paura da quanto è brava.
Un incubo un po' lynchiano, un po' cronenberghiano, davvero notevole. Mi ha distrutto il cuore, sì.

PignaSystem  @  20/07/2011 16:36:43
   7½ / 10
Dopo aver dimostrato,forse, il teorema del delirio Aronofsky nel suo nuovo progetto ci canta il requiem del sogno americano e non solo.Parabola/apologo sulla droga e sulle varie dipendenze del nuovo millennio,il film si presenta maniacalmente curato sotto il profilo visivo con un campionario vastissimo di effetti visivi e tecniche registiche che stanno a testimoniare le distorsioni psicosomatiche che cercano di descrivere.Non siamo di fronte a virtuosismo sterile ma a un vero e proprio caleidoscopico modo di raccontare la discesa personale di ognuno dei personaggi coinvolti nel loro abisso self made.
Lo stile da videoclip che viene utilizzato è strettamente funzionale al divaricamento tra la realtà e le rispettive aspettative/ambizioni.Prima di essere catapultati nel precipizio vengono scesi tutti i gradini dell'umiliazione fino alla totale devastazione fisica e psichica.Partendo da Warhol passando per Lynch e arrivando alla carne mutata del cinema di Cronenberg Aronofsky arriva all'estremo,ai limiti del non filmabile.

Jack_Burton  @  26/06/2011 12:33:24
   10 / 10
Quando un film è un capolavoro non richiede tanti paroloni per dimostrarlo, anzi ogni parola che viene usata sminuisce il suo reale valore...Requiem for a dream è un CAPOLAVORO sotto tutti i punti di vista, punto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  24/06/2011 04:26:36
   8 / 10
Non l'ho trovato al livello di Pi Greco, ma la seconda opera di Darren Aronofsky rimane comunque un film di pregevolissima fattura. Il regista porta avanti parallelamente due storie: una vede protagonista una signora di mezza età la cui unica compagna è la TV. La sua monotona vita viene sconvolta quando una telefonata le annuncia che potrà partecipare a un programma televisivo: il sogno della sua vita. Per poter apparire bella inizia una dieta coadiuvata da psicofarmaci che la porta all'autodistruzione più totale, fino al letto di un ospedale psichiatrico in preda alla follia. L'altra è incentrata sul figlio, un suo amico e la sua ragazza, accomunati dalla dipendenza per la droga. Anche in questo caso il destino sarà l'autodistruzione, poichè il figlio finisce con un braccio incancrenito, l'amico in cella e la ragazza a venire sfruttata sessualmente per la dose quotidiana.

La parabola che Aronofsky delinea, quindi, è una parabola verso l'abisso: si parte già dal basso e si continua a scavare, giù giù fino al punto di non ritorno. E' il percorso esattamente inverso rispetto a quello di Pi Greco o di Black Swan, dove ci si eleva verso la verità a tal punto da rimanere scottati. La regia ha uno stile decisamente in linea con i temi trattati, e ci fa vivere in maniera allucinata i deliri paranoici della madre (non ho mai trovato così inquietante un frigorifero) e in maniera claustrofobica la routine della droga, l'astinenza e il conseguente disgregamento dei rapporti personali.

Lory_noir  @  17/06/2011 00:12:11
   8 / 10
Molto bello, crudo. Recitato divinamente.

Ale-V-  @  10/06/2011 22:22:59
   7½ / 10
Eccomi davanti al terzo film di Aronofsky. Dopo aver visto il bellissimo "The wrestler" e il deludentissimo "il cigno nero" devo dire che questo "A requiem for a dream" mi è davvero piaciuto. Sicuramente inferiore alla storia del lottatore Randy "the ram" ma decisamente bello, mai noioso e ricco di spunti di riflessione.

1 risposta al commento
Ultima risposta 10/06/2011 22.24.06
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Zazzauser  @  23/05/2011 02:06:33
   10 / 10
"Sono qualcuno adesso, Harry. Tutti mi amano. Presto, milioni di persone mi vedranno e tutti mi ameranno"

Non c'era miglior modo per aprire un nuovo secolo di cinema se non con questo straordinario viaggio di Aronosfky nell'incubo infernale della tossicodipendenza. Non c'è una cosa che non sia perfetta, dall'incredibile resa visiva - il montaggio concitato, le riprese in time-lapse, le inquadrature in steady-cam fissa sui corpi dei personaggi (gustosa citazione della famosa scena di Mean Streets), la fotografia - alla colonna sonora, alla sceneggiatura, ai personaggi, per arrivare alle magistrali interpretazioni. Forse il film definitivo sulle droghe, nel suo porsi sia come finestra sul mondo allucinato degli stupefacenti e dei suoi effetti sul sistema percettivo umano, sia come feroce critica nei confronti del terrorismo mediatico operato dalla televisione, la vera droga della storia moderna. Lo sguardo critico di Aronofsky non giudica i suoi personaggi ma non risparmia nessuno - evidente il parallelismo fra la storia di Harry e di sua madre (in cui lo spettatore si può rispecchiare), accomunati dalla schiavitù dell'assuefazione, il primo per la ricerca del benessere dei sensi, la seconda per il raggiungimento del benessere sociale.
Non ho trovato alcun segno di autocompiacimento nel tanto dileggiato barocchismo stilistico di Aronofsky, che invece è sempre funzionale alla storia e costituisce forse il più grande punto di forza dell'opera.
Solo in parte debitore di Trainspotting (a Boyle interessava più la dimensione sociale del fenomeno della droga, Aronofsky invece analizza il lato psichico/psicologico e quello esistenziale) e a parer mio molto superiore - per quanto giudichi quello di Boyle un gran film - Requiem For a Dream è una pellicola di una durezza e di una crudezza devastante, una di quelle che arriva a farti star male pur di esprimere bene il concetto, una tragedia onirica che cresce di intensità fino a colpire come un pugno a piena forza nello stomaco nel tragico finale.
Le interpretazioni sono tutte da applausi, ma la grandiosità di Ellen Burstyn - che avrebbe meritato l'Oscar ben più della Roberts di Erin Brockovich - fa dimenticare persino le ottime prove di Leto e della sempre bellissima Jennifer Connelly.
La straordinario main theme di Clint Mansell eseguito dal Kronos Quartet - che verrà poi usato e riusato un po' dappertutto, completa il quadro del capolavoro.
A mio parere una delle pellicole migliori del decennio. Una dose di puro genio sparata direttamente in vena.

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