reality regia di Matteo Garrone Italia 2012
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reality (2012)

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locandina del film REALITY

Titolo Originale: REALITY

RegiaMatteo Garrone

InterpretiAniello Arena, Loredana Simioli, Claudia Gerini, Ciro Petrone, Nunzia Schiano, Nando Paone, Graziella Marina, Paola Minaccioni, Rosaria D'Urso, Giuseppina Cervizzi, Vincenzo Riccio, Salvatore Misticone

Durata: h 1.55
NazionalitàItalia 2012
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2012

•  Altri film di Matteo Garrone

Trama del film Reality

Luciano è un pescivendolo napoletano che per integrare i suoi scarsi guadagni si arrangia facendo piccole truffe insieme alla moglie Maria. Grazie a una naturale simpatia, Luciano non perde occasione per esibirsi davanti ai clienti della pescheria e ai numerosi parenti. Un giorno, spinto dai familiari, partecipa a un provino per entrare nel "Grande Fratello". Da quel momento la sua percezione della realtà non sarà più la stessa.

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Voto Visitatori:   7,30 / 10 (104 voti)7,30Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Migliore direttore della fotografia (Marco Onorato)Migliore truccatore (Dalia Colli)Migliore acconciatore (Daniela Tartari)
VINCITORE DI 3 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Migliore direttore della fotografia (Marco Onorato), Migliore truccatore (Dalia Colli), Migliore acconciatore (Daniela Tartari)
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Voti e commenti su Reality, 104 opinioni inserite

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Filman  @  29/08/2022 10:49:40
   10 / 10
La pulsione di vivere una realtà alternativa, fuori dal mondo, fiabesca, forse inevitabile dato il contesto di vita di per sé anti-moderno all'interno di un mondo che teletrasmette e promuove uno stile di vita post-moderno. L'assenza di realtà diventa così l'essenza di realtà per una versione del "neorealismo" talmente nuova e originale che mette in discussione lo stesso termine in partenza. Il mondo carnevalesco di REALITY è uno squarcio nella realtà profonda, che ci racconta un modo di vedere la vita, la ricchezza, la povertà e lo status sociale unicamente appartenente al microcosmo di Napoli e che solo un po' alla volta siamo stati capaci di riconoscerlo solo perché Matteo Garrone ha regalato al cinema italiano questo capolavoro.

Wilding  @  24/01/2021 15:48:02
   7 / 10
Avrei collegato meglio la storia che a tratti sembra rattoppata, aggiunto i sottotitoli perchè in onestà si fa fatica a seguire bene tutti i dialoghi, ma "Reality" è un film estremamente interessante e bello.

Beefheart  @  12/10/2020 11:50:31
   8 / 10
L'ho sempre ritenuto un ottimo film e dopo l'ultima visione (ieri sera) ne sono assolutamente ancora convinto.
Trovo che nella sua acida, triste e sincera rappresentazione (di uno spaccato nemmeno troppo piccolo) della nostra società di perdenti, falliti e disperati, sia di un'efficacia disarmante. Si ondeggia regolarmente tra l'ironico, il surreale, il drammatico ed il raccapricciante, sempre però alla deriva nel mare della mediocrità.
Tecnicamente ben fatto. Grande recitazione. Ineccepibile.

Burdie  @  21/06/2020 08:21:12
   6½ / 10
Goldust  @  21/05/2018 11:59:49
   7½ / 10
Una parabola amarissima sulla sete di successo facile e sull'alienazione di un uomo che perde piano piano le certezze della vita per inseguire un sogno che sa già sarà effimero. Travestita da commedia è una cavalcata di grande intelligenza dentro le debolezze e le scorciatoie della vita comune, aperta e chiusa concentricamente con uno zoom dall'alto ( magistrale la sequenza iniziale del matrimonio kitsch ) proprio come farebbe la telecamera del Grande Fratello. Cast più che funzionale alla vicenda con i peggiori istinti della vita sociale dei protagonisti messi alla berlina grazie anche ad efficaci interpretazioni dialettali; l'ultima parte cala però di ritmo ed interesse, con un finale interlocutorio nel quale si doveva fare meglio.

VincVega  @  18/02/2017 14:21:06
   7½ / 10
Il sogno della popolarità per l'italiano comune secondo Matteo Garrone.
Iniziato come un gioco, poi l'entrata al Grande Fratello per Luciano diventa un'ossessione, un incubo che coinvolgerà la sua famiglia e chi gli sta vicino. Una progressiva perdita di lucidità e conseguente paranoia.
Uno dei classici esempi di film come si facevano una volta, quando eravamo grandi nel fotografare la realtà italiana e le sue nevrosi. Garrone nel cinema nostrano di oggi è uno dei pochi che ci riesce, mescolando ottimamente dramma e commedia, con emozioni diametralmente opposte ma funzionali all'opera.
La regia ha il classico respiro internazionale con i piani sequenza, primi piani sui protagonisti, la camera a mano, ma soprattutto la direzione degli attori, molti dei quali non professionisti, una scelta questa, molto azzeccata.
Forse la parte finale non è allo stesso livello del resto del film, però "Reality" rappresenta in modo eccezionale la società italiana degli ultimi anni, con questa ricerca della celebrità quasi ossessiva.

ZanoDenis  @  05/10/2016 12:57:32
   7½ / 10
Buonissimo film di Garrone, inizialmente confusionario, poi si riprende alla grande con una seconda parte magistrale, piena di significato e grottescamente amara, il ritratto della società in cui viviamo è spietato, ironico, beffardo, con i dovuti rimandi a grandi opere del passato.
Promossissimo.

Light-Alex  @  01/07/2016 20:31:29
   7 / 10
Un affresco di quella che definirei la povertà intellettuale, ovvero la miseria, la povertà economica, la ghettizzazione sociale, l'analfabetismo funzionale, un insieme di concause che abbrutiscono la gente, la rendono goffa e incapace di uno spirito critico verso il mondo esterno.
In particolar modo sono i mass media, e la televisione in questo film, che esercitano su queste persone un fascino magnetico, contribuendo a farli restare invischiati nella loro stessa miseria, senza possibilità di venirne mai fuori.

Il tono del film è da commedia grottesca, ma in realtà la critica sociale è fortissima. Un film molto intelligente e vero, dove la recitazione in dialetto, i colori forti e la coralità della rappresentazione donano grande dinamismo ad un film dove in realtà di fatto, oltre al messaggio di fondo, succede poco.
Ecco le uniche critiche mi vengono da porre su una trama un filino povera (ho avuto la netta impressione che il film finisse a metà e nella restante parte si ribadisse qualcosa di già compreso) ed anche la forzatura di qualche passaggio.
Però un'ottima prova di Garrone, autore anche del soggetto del film.

7219415  @  07/06/2016 18:04:57
   7 / 10
Come dice il buongustaio oskar la partenza è lenta e noiosa (ci sono inoltre evidenti problemi senza sottotitoli) ma poi diventa una commedia drammatica molto piacevole.

Oskarsson88  @  07/06/2016 01:59:26
   7½ / 10
Parte in maniera faticosissima, ma si ripiglia sempre meglio fino a diventare piacevole, ironico e sarcastico. Mezzo voto in piu per l'idea che c'e' dietro.

-Uskebasi-  @  04/05/2016 13:00:38
   8 / 10
C'era un uomo che ripeteva spesso che quelle cose chiamate "reality" non avevano senso proprio per la loro denominazione.
"Perchè reality? Cosa cè di realtà? Qualsiasi cosa fanno quelli là non è reale, qualsiasi. Anche la più insignificante, non è reale, perché seppur inconsciamente tutto è in funzione delle telecamere. Sanno che sono ripresi. Anche se la differenza è minima, quasi inesistente, non c'è un solo secondo che sarebbe uguale se solo non ci fossero le telecamere. Forse quando dormono..."

Ed ecco Reality di Garrone. Parla di un uomo che perde la cognizione di realtà dopo aver partecipato a un reality.
No, questo è quello che credevo. C'è un piccolo particolare differente, che poi piccolo non è. L'uomo cambia dopo aver partecipato SOLO a un provino, non al programma. Geniale.
Luciano annusa il suo sogno (nemmeno da vicino) e perde la testa, con lui la famiglia e l'intero paese, in un contesto di ignoranza che fa paura perché sembra più vera che esasperata. In attesa della chiamata divina inizia per lui un effettivo reality, l'insensata illusione di una verifica condiziona ogni suo gesto e lo trascina in una parabola discendente dove non si riesce a scorgere il punto più basso. La sua ossessione lo rende cieco, anche quando tutti gli altri intorno a lui iniziano a svegliarsi. C'è solo un modo per uscirne, entrare nella casa, in un modo o nell'altro, entrare.
Garrone ci mostra un mondo solo apparentemente esagerato che purtroppo ci appartiene. La volontà di essere qualcuno e la presunzione di poterlo essere, sfrontati e senza vergogna, perché effettivamente la televisione dimostra questo. Eppure cosa cambia nei Luciano di turno? Un soggiorno in una casa può veramente essere nel mezzo tra una vita da pescivendolo sconosciuto e notti da idiota penzolante in discoteca inneggiato dalla folla? Può veramente cambiare come gli altri ci osservano?
Si.
Siamo alla frutta.

enigmista  @  14/02/2016 11:54:39
   9 / 10
Un grandissimo film di Garrone, da vedere assolutamente. Un film amaro ma profondo, quasi filosofico. Non una semplice critica ai reality, come qualcuno potrebbe immaginare, ma un'attenta riflessione su una società dove, per dirla alla Debord, solo ciò che appare è buono. Mi è piaciuto tantissimo. Mi ha emozionato, divertito (a tratti, ovvio), fatto pensare. Un vero capolavoro, ma del resto Garrone difficilmente delude.

Invia una mail all'autore del commento Totius  @  30/11/2015 23:45:50
   8 / 10
Un piccolo gioiellino su cui aleggia il fantasma della paranoia già esperita nel capolavoro "Requem for a dream". Cast eccezionale come negli altri film del nostro Garrone. La fotografia di una società in cui i Reality purtroppo sono uno specchio che riflette perpetuamente una triste verità: assenza totale di valori ed allontanamento irreversibile da qualsiasi concetto di Estetica.

clint 85  @  18/10/2015 01:28:36
   8 / 10
Prodotto ed interpretato ottimamente.

Uno dei migliori film italiani degli ultimi decenni.

adrmb  @  22/08/2015 23:13:27
   8½ / 10
Siamo dalle parti del capolavoro con quest'amarissima riflessione sulla degenerazione mentale del protagonista, e più ampiamente specchio della miseria di questa fetta del popolo italiano, così lobotomizzata da un programma così demente come il Grande Fratello.
Le esultazioni, i pianti, le reazioni entusiastiche: tutte reazioni che a loro modo sortiscono un effetto involontariamente comico e grottesco, se si riflette nella logica di un entusiasmo verso un presunto "idolo", che niente ha combinato se non oziare su un divano per diversi mesi. Una miseria, appunto, che fuoriesce alla perfezione, pur da persone delineate veramente bene, umane e a tuttotondo, con piccole sfumature di pensiero e parlato veramente curate.
Un lavoro encomiabile da questo punto di vista, ecco.

Purtroppo nella seconda parte, laddove la riflessione continua ad essere gestita bene, la sceneggiatura soffre di un passaggio repentino (

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER) e di un finale la cui inverosimiglianza mi sento di giustificare a favore della poesia che sprigiona.

Registicamente curatoi, e bella la fotografia. Davvero un ottimo lavoro, nel complesso.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  29/03/2015 19:56:06
   8 / 10
Ottima pellicola di Garrone. Da "Gomorra" a "Reality" il passo è breve anche se può non sembrare. Se la Camorra uccide le persone e appesta l'ambiente, la sub-cultura massmediatica dei reality uccide i cervelli, opera una mutazione antropologica, stravolge qualsiasi valore e interesse particolare della massa.
Se da un lato può sembrare una commedia, "Reality" è un dramma, mette in scena l'idiozia teleguidata degli italiani. Nonostante strappi più di qualche risata, è un film amarissimo.

DarkRareMirko  @  27/02/2015 01:13:37
   8½ / 10
Più che buon ritratto sociale, vero e realistico ad opera di Garrone.

Mette addosso un certo disagio e, tra qualche incongruenza, ben trasmette la brama, la solitudine e l'ossessione di apparire delle persone ritratte.

Bravissimi tutti gli attori (Arena fenomenale), maschere e visi perfetti in un mondo sempre più assurdo, degradato e senza valori.

Mi ha colpito anche il finale, checchè altri dicano, surreale e triste, come la musica (o come certe scene, tipo il vedere Luciano dietro la grata del bagno).

Vicenda semiKafkiana (ma non troppo inverosimile, si badi bene) che non sarebbe dispiaciuta a Ferreri.

Vale senza dubbio al visione.

Cameo della Gerini.

chem84  @  26/01/2015 22:54:17
   7 / 10
Il sogno "italiano" raccontato molto bene ed interpretato ancor meglio.
Un po' fiacco in alcuni punti, ma in fondo resta pur sempre un film piacevole.

calso  @  06/01/2015 20:26:53
   7 / 10
Film molto carino su una realtà napoletana ben descritta e divertente...tanto dialetto, che però serve per calarsi ancora di più in questo ambiente

InvictuSteele  @  24/11/2014 16:37:56
   7 / 10
Buon film di Garrone, regista che sa che come girare e, soprattutto, sa come mostrare al pubblico la realtà. Infatti la sua regia è molto documentaristica, drammatica, spesso movimentata ma attenta nell'inquadrare spazi e ambienti in cui si muovono i personaggi e la bellissima fotografia aiuta non poco nell'immedesimazione. I film di Garrone ritraggono uno spaccato della realtà e lo fanno con cura e freddezza, purtroppo non riesco ad apprezzare pienamente tale stile ma riconosco la bellezza di questa opera. La trama è semplice e sfocia nel surreale (o sarebbe meglio dire nell'inverosimile) nella parte finale, che ha il pregio di sorprendere lo spettatore e lasciargli degli interrogativi, anche se mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca. Comunque una pellicola che fa bene al cinema italiano.

Sestri Potente  @  29/07/2014 21:41:53
   9 / 10
Palese dimostrazione di come il cinema nostrano sia vivo nonostante manchino le grosse produzioni.
Reality è una commedia o un film drammatico? Forse un po' uno un po' l'altro, fatto sta che il mondo è pieno di cose così... La splendida cornice di Napoli, però, crea un'atmosfera tutta particolare.

uito  @  06/06/2014 19:51:21
   6½ / 10
Il confine tra realtà ed immaginazione è solo una linea sottile...e molto spesso non ci accorgiamo se ne siamo al di qua o al di là.....Questa commedia tragicomica ci suggerisce proprio questo...il mondo fittizio, quello giocato dietro una cinepresa, finisce per contaminare il mondo reale e infettarlo inesorabilmente. Il contrasto con la realtà "vera" (la Napoli vissuta nei vicoli, nelle piccole truffe, nel sapore di una sana abbuffata in famiglia....)contrasta con quella dei seni corposi e delle pose orgasmiche dei partecipanti al reality che così viene dat0 in pasto all'ignaro spettatore che finisce per cibarsene senza poterne più fare a meno....un mondo che niente vuole dire se non quello di disseminare falsi valori ideologici fino a portare all'alienazione vera dentro un'abisso di disperazione. Quello che importa è che il tutto è diretto con mano registica sapiente, dialoghi veri e contrasti forti...tuttavia la storia finisce per accartocciarsi su se stessa con un balzo all'indietro attraverso una luna piena ma spenta dai sogni e dalle illusioni ...Ma ciascuno di noi ha un suo grande fratello nascosto, una sorta di ego sdoppiato....ed è questo il nemico più oscuro....

Tuonato  @  30/04/2014 18:33:13
   7½ / 10
Un sogno che si trasforma in incubo, all'occhio chirurgico di Garrone nulla sfugge e ce lo racconta nei minimi dettagli.
Molteplici i temi toccati e mostrati, mi sono rimasti impressi quello della sindrome da GF naturalmente e quello dell'eccesso di fiducia in sé stessi (generato anche a causa dell'ambiente che ti circonda, che ti carica di alte aspettative in realtà per niente giustificate).
Bello il contrasto tra questo neorealismo rigoroso e le vispe musiche di Desplat.

kaiser souse  @  09/11/2013 19:21:32
   6 / 10
Film poco credibile e mal sviluppato nella seconda meta'.
L'inizio invece e' magnetico e magistralmente creato dal regista, e rimane credibile solo perche' ambientato a Napoli e dintorni...
Nella seconda parte perde la presa sullo spettatore progressivamente fino a farlo rimanere con la bocca amara per una storia che si poteva sviluppare decisamente meglio.

Febrisio  @  03/11/2013 10:30:57
   8½ / 10
Gli occhi di Garrone portano lo spettatore ad una visione parallela alla realtà. La telecamera non s'invirtuosisce, esaltando le buone interpretazioni. Eppure attorno a questa concreta realtà, c'è una fiaba da vivere, c'è qualcosa che assomiglia ad un sogno. È magnifico come da fuori, lo spettatore possa vedere sia il sogno, che il suo squallore. Ti lascia il sogno intatto, non ti mostra i suoi tentacoli, ma un attrazione e tante speranze, e per finire una risata finale, beffarda.

topsecret  @  29/10/2013 17:32:29
   7½ / 10
Ogni anno la nuova edizione del GRANDE FRATELLO richiama migliaia di persone che si presentano ai casting, speranzosi di varcare la soglia della casa più spiata d'Italia. Ed è su quella speranza che Matteo Garrone realizza un film quasi grottesco, dai risvolti drammatici, che fotografa alla perfezione uno spaccato di vita di una persona che tenta la via della notorietà per garantirsi, forse ingenuamente, un futuro per sè e per la sua famiglia.
E' un grande Aniello Arena a ricoprire quel ruolo, mostrando una capacità ed una espressività fuori dal comune, con una performance davvero convincente ed apprezzabilissima.
Un film attuale, carico di emozioni, diretto ed interpretato magnificamente e senza sbavature, capace di coinvolgere e far riflettere tenendo incollati al video con interesse e un sorriso amaro stampato sul viso.

TonyStark  @  10/10/2013 00:40:54
   6½ / 10
un buon film, ho apprezzato molto l recitazione, cosa rara in una produzione italiana. tuttavia ho trovato questo film tragicomico, a volte addirittura grottesco, e la storia narrata un pò inverosimile

JOKER1926  @  07/10/2013 01:44:24
   6 / 10
Matteo Garrone è il regista diventato celebre per la produzione di "Gomorra", film ripreso da un libro. L'intenzione del regista comunque rimane ancorata al fatto di voler girare le sostanze della pellicola nuovamente a Napoli.

Ecco quindi un nuovo prodotto, "Reality".
L'introduzione della scena è colma di impersonalismo verghiano, insomma la tattica adoperata dalla regia infatti è quella di dare al prodotto cinematografico quella sorta di trasparenza totale che, però, alle volte si trasforma in un qualcosa di veramente eccessivo. Se la trama almanaccata dal regista era indubbiamente buona essa viene meno nella sua proiezione successiva. I toni del film si dilatano lungo l'asse di una bizzarria cosmica, si scivola troppo nella teatralità, quella di bassa lega, e le sitazioni si etichettano tutte sotto le vesti di una sguaiatezza palese e anche ricercata (sempre, in modo costante) da un regista con dei limiti di megalomania e di personalismi rischiosi, avventati.
"Reality"ha dalla parte sua la godibilità e il ritmo, è pur sempre qualcosa.

pinhead88  @  31/08/2013 15:59:54
   8 / 10
UN PO' DI SPOILER

Questo film racchiude in sè l'essenza pura dello squallore, almeno quello squallore che caratterizza una certa fetta d'italia. Lo considero in tutto e per tutto un film violento, crudo, malinconico, uno di quei film che molesta l'anima dello spettatore deprimendolo nel farlo assistere ad una realtà triste e sconfortante.
Carrozze dorate che vagano in mezzo a palazzoni abusivi della camorra, si entra in una megavilla lussuosa piena di personaggi che incutono timore, grassone, panzoni luridi, personaggi usciti dal grande fratello, camorristi, bambini obesi acchittati e profumati, sfarzo, elicotteri, colori appariscenti e caciara napoletana dappertutto. Questo è solo il meraviglioso incipit che introdurrà ad una storia ancor più piena di mestizia.
La storia di Luciano, pescivendolo di Napoli che oltre a vendere il pesce arrotonda anche con qualche piccola truffa a danni di anziani.
Un giorno la figlioletta lo chiama perchè in un centro commerciale stanno facendo i provini per il grande fratello e vuole che il padre sia insieme a lei e ai suoi familiari, Luciano dopo tre ore si scapicolla dalla famiglia e per far contenti i figli decide di fare lui stesso il provino. Dopo una telefonata che lo porterà a Cinecittà in Roma, la sua vita diventerà un incubo.
Garrone alterna e mischia con sapienza realtà e reality in una Napoli vera, popolana, dove l'ignoranza, il sudiciume di canottiere lerce, vecchiette senza denti e la genuinità dei personaggi spaccano lo schermo.
L'unica via di salvezza che l'onesto lavoratore Luciano intravede è la televisione, dove fare un balletto, non fare un càzzo dalla mattina alla sera e mostrare il proprio cùlo significa diventare ''importanti'', rinunciando a tutti i sacrifici fatti in precedenza.
Non è un film sul grande fratello, ma sui suoi effetti deleteri in una società ingenua e ignorante ma genuina e onesta. Un grande lavoratore come Luciano, costretto a puzzare di pesce ogni giorno, che dopo tutti i sacrifici di una vita finisce per regalare tutto a dei poveri morti di fame sotto casa sua, ''me l'hanno mandati loro Marì, se entro nella casa ce facimm' 10, 100, 1000 peshcherie!''
Inutile dire che la regia di Garrone è fantastica, vorticosa e la fotografia ottima.
Un film post-neo/realista che colpisce e riempie l'animo di vuoto e grigia malinconia. Di Garrone però ho preferito di più Gomorra.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  18/08/2013 13:39:02
   8½ / 10
presenti spoiler

La panoramica dall'alto non finisce più, un piano sequenza che parte dalla Luna e che va avanti minuti e minuti avvicinandosi sempre più alla tamarrissima carrozza dorata.
Poi gli sposi scendono e parte un altro di piano sequenza, questa volta ad altezza d'uomo, in mezzo ai vorticosi corpi, un tamarro là, una balenottera vestita a festa qua, un bambino reduce da troppi babà lì e magari un camorrista travestito da guappo qua e là.
Poi, poi c'è la festa, travolgente e ipocrita, come quelle di Jep Gambardella.
E c'è l'ex gieffino per cui ogni sposa è la più bella del mondo, non trovate gente? Yeahhhh!
E poi si torna a casa e si sfida la perfezione cinematografica in una panoramica circolare in cui tutti tolgono lustrini, trucco e parrucco e sotto ci sono solo canottiere bisunte e malinconia, case sgarruppate e desolazione, visi stanchi e paura di tornare alla vita.
E poi c'è una bimba che vuole che suo padre divenga il suo eroe, basta pesce per strada, basta truffe con robot da cucina di antropomorfa pacchianeria, basta vestirsi da strega o transessuale per divertire la gente.
Fai il provino papà?
Certo che fa o provino papà!
C'era un uomo che, lecitamente o illecitamente, nella vita ci sapeva stare, sguazzava nel suo pesce e si muoveva tra i vicoli bui del paese ad arrotondare la paga.
Quell'uomo non c'è più.
Quell'uomo è già dentro un'altra Casa, sempre lì sullo zerbino del welcome pronto ad entrare.
Ma la porta non si apre mai.
E quella porta diventa un'ossessione.
Ma il reality in realtà è partito lo stesso. Tu sei l'unico concorrente, tutti ti guardano e ti osservano, la Casa è la tua vita, il Confessionale quello che dici per strada, il Gradimento fare tutte le cose giuste.
Prendete gente, casa mia è casa vostra, prendete tutto (ora andrò bene, non credete?)
Mangia ragazzo, tutto quello che vuoi (mi state vedendo vero?)
Poi però succede che ci si ritrova soli e che le risatine che senti di notte non sono più quelle dei tuoi tre figli ma di qualche baldracca dentro la Casa.
Poi succede che il tempo passa e le luci della ribalta iniziano a non accecarti più, forse Luciano ti eri sbagliato.
Invece no, in modo magari non convenzionale ma tu nella Casa ci entri davvero.
Nessuno ti vede ma tu vedi tutti.
Guarda quello che fa il tuo balletto, te l'avrà mica fregato?
Guarda tutti questi ragazzi convinti di diventar persone notevoli stando sdraiati su un divano e mostrando il ****.
Guarda quanto è grande la Casa Lucià!
Ce l'hai fatta, ridi Luciano ridi e sdraiati nel tuo letto immaginario.
E non smettere mai di ridere.
Intanto noi torniamo su, sulla Luna, dove eravamo partiti.
Ti vediamo ancora, sei laggiù in fondo, in mezzo a tutte quelle luci.
In mezzo a tutte quelle ombre.

1 risposta al commento
Ultima risposta 11/03/2015 21.47.01
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Gruppo COLLABORATORI julian  @  01/08/2013 21:47:59
   8½ / 10
"Reality", una parola che sembra scontato, per questo film, associare a "show"; e in realtà Garrone di show ce ne mostra ben poco, prendendo alla sprovvista tutti gli spettatori che si aspettavano di vedere un film girato dentro la casa del grande fratello. Reality, invece, fa riferimento proprio alla realtà, autentica e senza patine retoriche o filtri televisivi.
E' più che indicativa la metaforica carrellata iniziale sulla tenuta fiabesca immersa in Napoli, subito prima di mostrarci uno scorcio autentico, quello si, della vera Napoli; così come l'apertura un pò horror sul ghigno malvagio del marabù in L'imbalsamatore, anche qui Garrone prova a darci un indizio, fin dalle prime scene, di quel che sarà il film.
E cos'è il film ? La realtà di un umile pescivendolo napoletano che si lascia inquinare la mente, complici anche amici e parenti, dal pensiero, dal solo pensiero, del successo. Una visione che lascia l'amaro in bocca: è lecito giustificare il povero Luciano quando guarda con speranza l'elicottero di Enzo che se ne va, compatire lo stesso Enzo per il fatto che è vittima di un gioco più grande di lui che presto finirà lasciandolo in miseria o immedesimarsi in ogni singolo personaggio del film, dai poveri mendicanti ai piccoli truffatori di borgata. Questa è reality, ed è una triste storia.
Aniello Arena nella parte di Luciano fa la sua porca figura, anche se recitare nel proprio dialetto è comprensibilmente più facile. La sua invece, ex camorrista ed ergastolano, vincitore del Nastro d'Argento per migliore attore, è una bella storia.

TheLegend  @  23/07/2013 02:07:30
   6½ / 10
Me lo aspettavo un pò più incisivo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  10/07/2013 12:58:05
   8 / 10
Ecco la società dell'apparire a tutti i costi offerta da un Matteo Garrone felicemente ispirato; grande regia per lui, abile nel mettere a nudo la candida dabbenaggine di una famiglia napoletana.
Nessuna paternale o critica feroce, solo uno sguardo posato in modo indulgente su chi alla fine è vittima dell'impianto sociale in cui si trova a vivere.
Ignoranza e sete di denaro facile per soddisfare ogni sfizio consumistico fanno dell'estroverso pescivendolo Luciano un ossessionato cronico, una macchietta da fiaba tragica in cui il riscatto sociale rincorre le vie della fama accordate per un attimo, o poco più, dall'entrata nella casa del Grande Fratello.
Basta un provino di pochi secondi davanti la telecamera, quattro chiacchere con una "commissione" (che probabilmente si prende gioco del poveraccio) e l' illusione si gonfia, il voler diventare qualcun'altro, esporre se stessi nel magico mondo fatto di feste, lustrini e corpi scolpiti diventa imperativo. L'assuefazione è inoculata nell' organismo negativamente ricettivo dell'uomo ed il bravissimo Aniello Arena si cala magistralmente nei panni dell'intossicato da grande schermo, addirittura disposto a mortificare quella misera ma felice ed amorevole isola che lo attornia nel nome di un riscatto sociale tragicamente caduco.
Garrone mostra grande sensibilità nel modo di porsi, accompagna lo spettatore davanti uno specchio e lo induce a riflettersi nel suo alter ego estremizzato, nella metafora pacchiana di ciò che è diventato. La realtà narrata è distante anni luce da quella di "Gomorra" nonostante un habitat similare qui modulato in versione tragicomica, sempre e comunque fecondo per le menzognere avvenenze catodiche.
Magnifica la sequenza finale preannunciata da qualche momento di stanca, unica nota stonata di una pellicola zeppa di scene "madri" e di piani sequenza da applausi. Piace poi lo spirito leggero e compassionevole, soprattutto mai saccente, mentre la repulsione verso l'involuzione incessante di un paese monta a dismisura.

peppe87  @  28/06/2013 02:14:29
   6 / 10
grande luciano, almeno nella sua testa ce l'ha fatta..
ma ora è da buttare..

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Egobrain  @  26/06/2013 16:32:56
   7 / 10
"Reality" è il frutto di un Garrone pirandelliano e spietato.
Il regista lavora in maniera ammirevole dietro la macchina da presa, ma lo scandalo che il regista mette in scena appare piuttosto inattuale.

Mi aspettavo qualcosa in più da Matteo Garrone. Nonostante ciò il regista romano riesce sempre a far aprire gli occhi su temi comunque scottanti per la destabilizzata società italiana.

Crazymo  @  24/06/2013 01:46:43
   8½ / 10
Magnifico film di Garrone che ci immerge col primo fantastico piano-sequenza nella realtà di oggigiorno, vista attraverso la maschera napoletana, la vita di borgata, l'essenza di un tempo messa a confronto con la freddezza della televisione, analizzando il rapporto finzione-realtà inquadrando la televisione solo un paio di volte ma facendoci capire quanto stia cambiandoci nel profondo, quanto stia deformando la nostra vita di ogni giorno, si sarebbe potuto fare anche con i computer, visto che la televisione non è più un argomento così attuale; ma come dice l'autore della bellissima recensione su questo sito, non è mai abbastanza, sempre meglio prevenire piuttosto che curare, anche se questo film non è servito certamente a far riflettere il belpaese (Con un messaggio comunque per tutto il mondo). Ultra-realistico e assolutamente spontaneo, con delle interpretazioni esemplari e perfette, un'analisi che a primo impatto può non sembrarci shockante, tutto quello che avviene nel film e che ci viene mostrato può non sembrarci così fuori dal normale... semplicemente perchè è diventata la nostra realtà, vuota di ogni valore, falsa e piena solo di apparenze. E proprio ora, in questo periodo di grande crisi, la grigia realtà di ogni giorno si fa sempre più oppressiva, e i colori sgargianti e i sorrisi delle vallette in TV sembrano sempre di più come una deriva nella quale immergersi scordandosi della realtà. Insomma un film dal messaggio fortissimo, coronato da interpretazioni con la A maiuscola (Grande Aniello Arena, rinchiuso a vita in carcere per degli omicidi commessi per la camorra ma una volta pentito diventato un grande attore, seppure lo odi da un lato provo stima nei suoi confronti) e una regia di Garrone che... boh, è così tecnica ma al tempo stesso così spontanea che è praticamente perfetta, un signor regista, insieme a Sorrentino il migliore dei giorni nostri, anche se Sorrentino forse a volte è fin troppo macchinoso, mentre Garrone lo trovo davvero molto realistico e al tempo stesso virtuoso senza mai strafare, beh, due miti alla pari oserei dire. E poi ovviamente grande supporto al tutto è la fotografia, con grandi sbalzi dal realismo della vita di ogni giorno fino alla freddezza della televisione che contamina (a partire dalla scena iniziale) col suo kitsch sempre di più la "grigia" (e così poco colorata) realtà. Ottima anche la colonna sonora, mi sta rimbombando in testa da quando è finito il film.

Insomma magnifico, una grande analisi non solo dell'Italia ma di tutto il mondo vista attraverso una comune famiglia napoletana che si trova inghiottita dalla follia dell'apparire e dell'essere "belli" e fighi a tutti i costi, ritrovandosi però vuoti dentro (e nemmeno tanto belli). Un film da non perdere, fra i migliori del 2012!

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento stefano76  @  31/05/2013 13:45:46
   7 / 10
Abbastanza deludente, da Garrone lecito aspettarsi di più. Banale e scontato nei contenuti e nello sviluppo narrativo. Messa in scena e tecnica da applausi. Se fosse uscito 5 o 6 anni fa magari... Queste "grandi" riflessioni ora come ora sono un po' anacronistiche.

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Ultima risposta 31/05/2013 15.21.51
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Lory_noir  @  30/05/2013 16:37:16
   6 / 10
Ne riconosco l'originalità ma non ne sentivo assolutamente il bisogno.

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  23/05/2013 12:02:04
   8½ / 10
Splendido racconto di un'ossessione, uno sprofondare incessante verso un miraggio di vita idilliaca in quanto futile, una ricerca asfissiante di un'esistenza di plastica, vista come più rassicurante di quella vera. Un "Truman Show" al contrario, a ben vedere.

Bravissimo Aniello Arena e strepitosa la regia di Garrone, che si inoltra in piani sequenza infiniti con una padronanza che lascia senza fiato. Il migliore oggi, insieme a Sorrentino.

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Ultima risposta 10/06/2013 19.33.25
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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  02/05/2013 11:35:18
   9 / 10
In assoluto il miglior film di Garrone, il suo capolavoro, ben più potente del savianico Gomorra.

Qui c'è un continuo passaggio dalla realtà alla finzione, viene tracciata quella linea impercettibile che distingue il palpabile dall'etereo, una linea impressa nella mente di ciascuno di noi. Basta soltanto sapere da che parte stare.

Luciano si allontana sempre di più dai colori spenti della sua pescheria e delle truffe, preferisce quelli sgargianti delle feste e della televisione, e il suo allontanarsi dalla realtà lo porta alla pazzia, alle risate isteriche, al sogno irrealizzabile. E' così che rifiuta quei corpi brutti, tracotanti e flaccidi dei suoi parenti, e desidera i corpi lussuriosi di quelle ragazze e quei ragazzi protagonisti della televisione pornografica.

L'argomento che tratta Reality non è innovativo, ma al contrario sono la sua realizzazione e la sua poetica ad esserlo. Un film magnifico, diretto magistralmente e privo di pecche nella recitazione, un neo-neo realismo ben più diretto e comune di quello già descritto con Gomorra. Chapeau.

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Ultima risposta 02/05/2013 12.47.50
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dagon  @  05/04/2013 00:03:56
   7 / 10
Satira abbastanza forte della società dell'apparenza, improntata alla ricerca di una fugace "gloria" (i famosi 15 minuti), il film di Garrone sceglie un registro grottesco che in qualche momento è efficacissimo, in altri meno. Intelligente e talvolta anche graffiante, farcito dei virtuosismi di ripresa cari al regista, mi ha lasciato un po' insoddisfatto perchè mi è sembrato non affondare veramente il colpo di grazia. L'aria che si respira è vagamente simile a quella di "e' stato il figlio". Comunque una pellicola che, nel solito panorama italiano, si distingue per il suo cercare di essere originale sia per temi che per stile. Riuscendoci, almeno in parte.

guidox  @  03/04/2013 00:01:38
   6 / 10
Garrone è bravo, gli attori pure e il film vive di ottimi momenti.
però dopo una parte iniziale che funziona alla grande, per me si perde molto man mano che si va avanti.
troppo macchiettistico da un certo punto in poi, mi è sembrato che si calcasse molto, troppo la mano sul comportamento del protagonista passando da una satira amara su uno sfondo comunque reale ad un ridicolo che finisce per stonare e sfocia nell'inverosimile ben prima del finale, che comunque non mi è piaciuto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  01/04/2013 12:42:13
   8½ / 10
Dopo quella che considero una parentesi felice per il pubblico, il riuscito Gomorra, torna il Garrone più vicino ai deliri personalistici e non "impegnati" socialmente de L'imbalsamatore o Primo amore, un autore ormai navigato e capace di non essere mai banale pur raccontando in fondo il quotidiano.
Reality però può anche essere visto come cinema di denuncia verso un certo sistema però si libera di qualsiasi etichetta moralizzatrice: Garrone ritrae una realtà napoletana già di per sé esagerata che rappresenta l'Italia intera, un orgia kitsch di narcisismo e tamarraggine contro cui non punta facilmente il dito condannandola, anzi. I personaggi sono si grotteschi ma veri, hanno le loro manie, la loro ignoranza, sono brutti e sporchi ma non cattivi. Sono vittime di loro stessi, come nel caso del protagonista, che scende i gradini di una follia egocentrica immaginandosi (e desiderando fortemente) un complotto dolce ai suoi danni, le telecamere che lo inquadrano, esaminatori esterni, paranoia incontrollata; eppure viene anche aiutato dopo essere stato un pò spinto in questa condizione, quindi non si può certo parlare di caratteri stupidi, ritratti con cinismo ma anzi Garrone partecipa al loro dramma, c'è molta partecipazione sua (e del pubblico) verso il pescivendolo Luciano fino allo struggente finale.
Diventa perfino difficile parlare in modo dettagliato di Reality, è una costola dell'italiano medio e dell'essere umano in generale: partendo da un microcosmo e senza pretese sociologiche, Garrone parla di tutti noi e degli umiliati ed offesi dalla ricerca di una fama, dettata dai miti di regresso a cui ormai siamo abituati con un clic del telecomando, o del mouse.


Quindi la regia di Garrone è impeccabile e stupisce ancora una volta la sua bravura nello scegliere i volti e le scelte anticonvenzionali che recitano: tantissimi caratteristi a volte presi in mezzo alla strada e più veri del vero, altri che invece lavorano al cinema e teatro da una vita ricevendo meno onori di quel meritano presso il grande pubblico (il grande Nando Paone); e poi la sorpresa di Aniello Arena, maschera tra le maschere, indimenticabile e credibile.


Forse è vero che questo film arriva un pò fuori tempo massimo, che fosse arrivato anche tre-quattro anni fa in molti ne avrebbero parlato come del lavoro migliore di Garrone (per me, con L'imbalsamatore, di fatto lo è); però è comunque confortante ritrovarsi rapiti dalla prima lunga scena che parte dal cielo per arrivare ad una carrozza, poi del quasi documentario di una famiglia qualunque e infine la malattia di Luciano, la sua "sindrome da Grande Fratello" (esiste davvero?). E mai, mai guardare in modo sprezzante questi sfortunati ma partecipare del loro dolore ritrovandosi spiazzati da un sentimento di commozione, non di condanna. Questa è certo la parte più disturbante di Reality, di una commedia drammatica e amara.
Come diceva De André? "Se non sono gigli son pur sempre figli, vittime di questo mondo". Ecco.

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Ultima risposta 05/04/2013 17.50.14
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antoeboli  @  27/03/2013 05:00:11
   9 / 10
Uno dei migliori se non il miglior film che ho visto negli ultimi anni , ovviamente di produzione italiana.
Garrone dimostra di saper migliorare , e dopo il suo acclamato Gomorra torna nella città di Napoli per parlarci di uno dei ''cancri'' che affligge la società moderna italiana : i reality show .
Questa pellicola è un j'accuse verso il sistema indotto dalla tv, che crea fenomeni da circo , pagliacci che un giorno prima erano semplici commercianti ma che il giorno dopo si ritrovano coperti d 'oro con gente che per battesimi e matrimoni paga fiori di quattrini per poter avere la loro presenza al loro evento .
Questo voler essere famoso a tutti i costi , utilizzando l'unico metodo a disposizione , può arrivare a creare una dipendenza , ed è proprio questo che Garrone tenta di captarci , riuscendoci in pieno , trasformando il personaggio di Luciano in una marionetta pilotata dalla sua mente malata e trovando l esagerazione estrema in ogni momento della sua vita quotidiana .
Sulla recitazione devo dire che è tutto cosi bello e naturale ,come se stessimo vedendo non un film , ma proprio un reality show, trasportati da questa musica azzeccatissima, quasi fiabesca .
Gli attori , molti sono riciclati da altri film o dallo stesso Gomorra sono tutti molto credibili , e il voler caricare la pellicola di tanti personaggi non è un difetto .
L'unico difetto che ho potuto trovare è che quando in una sceneggiatura ci sta troppa esagerazione , finisce che ci troviamo di fronte a un finale parecchio sopra le righe e che non esisterebbe (vedi spoiler).

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Ultima risposta 18/08/2013 13.43.19
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il ciakkatore  @  20/03/2013 08:42:00
   6½ / 10
Forse avrei potuto dargli anche un sette,ma il fatto che certi passaggi del film se non capisci il dialetto napoletano non li comprendi,mi hanno lasciato un pò deluso.Per il resto è sicuramente un bel film che descrive bene l'andamento della nostra società,bella anche la colonna sonora che fa da sfondo

davmus  @  18/03/2013 09:17:27
   7 / 10
Gradevole, passa in fretta, e mette in evidenzia alcuni aspetti di noi italiani.

Azrharn  @  24/02/2013 12:55:50
   8½ / 10
E una volta ogni tanto un film ITALIANO magnifico. Uno dei drammi sociali dei nostri tempi dove veniamo abbagliati ed ingannati con porcherie di ogni tipo. E' facile cadere quando i problemi della vita quotidiana ti affossano ed è proprio quello che succedere al superlativo protagonista che riesce a trasportare tutta la forza del teatro in questo film.

drobny85  @  23/02/2013 14:20:23
   8 / 10
Sublime nella sua drammaticità.
Una pellicola che va capita e analizzata nel corso della visione, Garrone si migliora e si conferma un regista davvero interessante.

the saint  @  21/02/2013 23:03:02
   7 / 10
Bravo Luciano Never give up!!! ( ma che ca....o vorrà dire!?) ahaha

mitico( e bravissimo nell'interpretazione Aniello Arena) il personaggio di Luciano che a malincuore lo si deve ammettere, ma rappresenta veramente almeno il 30% degli italiani.. se non di più!!

Garrone non si smentisce, certo non ai livelli di Gomorra, ma non male assolutamente com film!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  12/02/2013 12:10:09
   8½ / 10
L'ultima fatica di Garrone rasenta il capolavoro.
I primi 15 minuti offrono una sequenza da brivido, veramente a livelli di altissimo cinema.
La storia poi si sviluppa in maniera decisa e convincente.
La vita popolare napoletana in questa epoca di reality e di apparenza è raccontata con realismo e senza cattiveria. Il film colpisce perchè punta su ciò che quotidianamente viviamo: la cultura popolare è stata ingoiata e digerita ma non assimilata dalla società dell'apparire. Ci sono i centri commerciali come ritrovo e non più i quartieri, la televisione al posto dei giochi e i parchi acquatici rispetto al mare e alle scampagnate.
Ottima prova dell'intero cast.
Consigliato.

piripippi  @  05/02/2013 15:39:04
   6½ / 10
artisticamente parlando è una gran bella opera, personalmente non mi ha entusiasmato. una storia anomala con un finale anomalo. gli attori sono bravissimi e il film va sottotitolato , a volte dificile da capire anche per noi napoletani. non aspettatevi la grandezza di gomorra. mi sa che il film sarà dimenticato presto. la colonna sonora mi è piaciuta

jannakis  @  03/11/2012 10:09:44
   7 / 10
se questo film l'avessero girato i fratelli Taviani avrei gridato al miracolo. Ma è di Garrone, anzi, un Garrone alle prese con una sceneggiatura adattata al grande pubblico. Il messaggio arriva, forte e diretto, ciò che manca però è la cura dei dettagli tipica dello stile a cui ero abituato. Il personaggio di Luciano è distante anni luce da quello di Peppino dell'imbalsamatore tanto per fare un esempio, c'è poca spontaneità, manca quell'iper-realismo presenti nei lavori antecedenti. Insomma un Garrone annaquatello, ammorbidito. Glielo permettiamo per una volta. Del resto è un bel film, si lascia vedere con estrema facilità e strappa spesso risate sincere.

marimito  @  24/10/2012 22:15:10
   7 / 10
Uno spaccato di vita contemporanea in cui si è ormai superato il limite tra ciò che è reale e ciò che non lo è.
Abbastanza triste il tutto e gli attori bravi nel rendere il senso di quel tutto; ottima la regia di Garrone, anche se il voto è condizionato dalla mia idea della pochezza di certi argomenti.

suzuki71  @  23/10/2012 12:55:27
   9 / 10
Reality, ovvero la ripresa quasi documentaristica di una tipica allargata famiglia napoletana, con una sceneggiatura creata d'istinto a rappresentare le dinamiche tipiche di quei luoghi, magnifici e decadenti, proprio come la dimora stupefacente della famiglia di Luciano (i contrasti fra le tenebre e la luce nell'ambito di una giravolta di cinepresa sono semplicemente sublimi). Attori straordinari si direbbe, semplicemente spontanei aggiungerei, con un plauso meritatissimo al protagonista - quello sì - che riesce perfettamente a creare un personaggio che rimane dentro nella sua stralunata voglia di "normalità". Penso che non si sia riflettuto abbastanza sul fatto che, in fondo, questo non è un film "contro": il GF non viene demonizzato nè ridicolizzato, se non marginalmente. Piuttosto è un film sul riscatto, sulla sete di cultura (paradossale, fuorviata, ma lo è), sul desiderio di essere ciò che non si è, di evadere dalla propria pelle e dalla propria storia - scegliendo un mezzo sbagliato, la Tv piuttosto che delle buone letture. In fin dei conti, Luciano non vuole partecipare al GF, vuole soltanto "APPARTENERE". In tal senso si veda il suo stordimento in discoteca nella scena forse più bella del film, dove la sete di essere "altro" lo fa gridare mille volte il nome dell'icaro di turno. E alla fine, la vista della casa (proprio quella che dovrebbe essere la realtà !) finisce per far l'effetto di chi vede la Tv o un cinema qualunque, un divertimento finzione come davanti a un film di Totò. E la risata finale, liberatrice, forse salvifica, avrà probabilmente rimesso ordine nella mente sognante e buona, indimenticabile di Luciano. Vorrei mettere 8 1/2, ma il cuore propende per 9.

Kitiara31  @  22/10/2012 12:23:20
   7½ / 10
Ottimo film, buona prova di Garrone, che riesce ad emozionare, divertire e far riflettere. Davvero bravo il protagonista, l'ergastolano Aniello Arena, che recita la parte di un uomo che vuole andare in un luogo da cui non può uscire , mentre nella vita reale vive in un luogo come quello: la prigione.

Doctor Feelings  @  19/10/2012 12:07:22
   9 / 10
Garrone filma una commedia a carattere drammatico con perfetto stile, grazie all'interpretzione magistrale degli attori e a una sceneggiatura impeccabile.

Luciano è un pescivendolo napoletano che arrotonda le entrate di casa con qualche truffa insieme alla moglie. Un giorno, spinto dai famigliari, partecipa al provino del Grande Fratello. Da questo momento in poi la sua vita cambierà. Luciano perde letteralmene la testa, quest'ultima finita nella casa del grande fratello, in tutti i sensi. Inizierà a dubitare delle persone che ha al proprio fianco, a credere di essere "spiato" dall'occhio della casa. Ma in realtà Garrone non vuole assolutamente criticare il GF, quanto sorprenderci con la struggente realtà del talent show, quella di creare un mondo di speranza e di apparenza per moltissime persone. E' il caso di Luciano, fortemente convinto di essere stato preso, nell'interminabile attesa di una chiamata che non arriverà. E nel finale struggente, speranzoso e allucinato Garrone ci libera da ogni presentimento, restituendoci la libertà del sogno e la fatalità del talent show nei nostri giorni.

rospo10  @  18/10/2012 21:57:03
   6 / 10
come diceva pierino in un suo film mentre era seduto al cinema dietro una signora con un enorme cappello: a signo' o se leva il cappello o se leva le mutande io al cinema mi voglio divertire! . Garrone o fai un documentario o fai un film, io al cinema mi voglio divertire! non puoi girare un film in tempo reale! con dei piani sequenza lunghissimi! annoiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!bravissimi gli attori!sopratutto il protagonista!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  18/10/2012 19:20:34
   7½ / 10
Reality è un film che andrebbe proiettato nei salotti di tutte quelle persone che almeno una volta nella vita hanno fantasticato sulla possibilità di "apparire" in cerca di soldi e fama a buon mercato. O magari andrebbe fatto vedere più di una volta a chi, invece di fantasticare, questo sogno lo insegue con la follia di Luciano, ossessionato dalla "casa" più - tristemente - famosa d'Italia, dopo un provino a cinecittà. La regia di Garrone è pazzesca, la sequenza iniziale del matrimonio è da incorniciare, i colori e il floclore di un borgo allontanano fin da subito le tematiche drammatiche i luoghi cupi della Napoli descritta da Saviano. Reality è una commedia amara dove il sogno collettivo, la degenerazione della tv, il vuoto esistenziale - il provino al centro commerciale è una fotografia semplice ma diretta di tale condizione - e la follia di arrivare in cima senza sforzo alcuno, la fanno da padrone. Il ritmo rallenta parecchio nella parte finale, ma è un prodotto di assoluto valore. Splendido il cast.

patt  @  17/10/2012 13:28:02
   7½ / 10
Ho visto prima questo nuovo lavoro di Garrone e dopo qualche giorno quello di Ciprì " E' stato il figlio" e devo dire che quest'ultimo ha in qualche modo messo in luce delle carenze in Reality. Mi son rimasti in testa entrambi come una duplice faccia della stessa medaglia, entrambi raccontano dove può condurre la propria percezione e interpretazione della realtà. In reality ho apprezzato molto l'interpretazione del protagonista che rende appieno quello scivolare in una dimensione immaginifica fino a confonderla completamente, ho trovato però meno efficace il contesto, anche se accattivante nello sfruttare certe scene-macchiette tipiche del napoletano, non convince pienamente. In questa riconosco una componente di pregiudizio da parte mia, la questione grande fratello è scomoda perchè ci siamo immersi e si fatica ad accettarla come una realtà sociale, una conclusione altrettanto surreale, ma non così senza scampo per la mente umana mi avrebbe forse in parte "risanata", ma è indubbiamente una mia debolezza.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  15/10/2012 12:25:46
   7½ / 10
Garrone torna nuovamente a Napoli per raccontarci la storia di un'altro gruppo di persone semplici che stavolta non cercano di realizzare i propri sogni con la delinquenza ma con la televisione, visto come il mezzo per risollevarsi da una vita di stenti perche "i soldi non fanno la felicita' ma per una volta vorrei stare nei panni di chi ha questi problemi"!
Sostenuto da un intero quartiere e dall'opprimente famiglia che sembra uscita dal film "Brutti,sporchi e cattivi", il protagonista avra' come unica ragione di vita la partecipazione al reality piu' famoso d'Italia...diventera' un ossessione.
Splendido lo stile registico di Garrone che monta un piano-sequenza dopo l'altro.
Il cast di non-professionisti fa ottimamente il suo lavoro e sorprende anche l'ergastolano Aniello Arena!
Toccante la sua storia sia all'interno del film che fuori...

charles  @  14/10/2012 20:51:28
   6½ / 10
Mezzo punto in più per la buona prova degli attori, non è scontato per una produzione italiana.
Per il resto, è un film appena sufficiente; come capita sempre più spesso nelle pellicole italiane (vedere ad esempio Ozpetek ecc.), si sceglie un tema d'attualità e interessante, c'è per dire l'idea di un film, ma poi ci si perde un po' per strada... il punto debole sta spesso nel copione o nella sceneggiatura, come in "Reality", dove una lunga sequenza di scene anche belle, significative, in un'ambientazione suggestiva e nonostante, come detto, la buona recitazione, alla fine non fa una trama e il messaggio finisce per perdersi.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  14/10/2012 15:30:40
   8½ / 10
Io dico che questo è un gran bel film.
E dico di più, dico anche che mi sarebbe piaciuto vederlo negli anno '50 (no che non ero nata all'epoca, cosa siete andati a pensare!) perchè avrei commentato con "ma che gran film di fantascienza! che immaginazione quell'autore, altro che Orwell ...".
Sì, lo considero alla stregua di un film di fantascienza distopica e invece è Reality.
Non voglio però fargli il torto di appiattirlo, leggendolo semplicemente come denuncia ormai sorpassata di un già instaurato totalitarismo televiso, perchè Reality ne esplora gli anfratti nascosti, le sue diramazioni, i luoghi in cui si insinua sia platelamente che segretamente nella mente del protagonista e lo fa con molta finezza e finanche tenerezza.
Un uomo minato nella sua sanità mentale che rappresenta la malattia di tutta una società.

Il suo finale a me ha riportato alla mente il finale di Brasil.


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Ultima risposta 18/10/2012 09.25.49
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  13/10/2012 00:32:23
   9 / 10
Cambiando in parte registro rispetto al capolavoro "Gomorra", Garrone fa un film comunque memorabile. Meno d'impatto, più tendente al classicismo, attenua gli estremismi del proprio stile mantenendosi altamente espressivo. Prossimo sempre ad una realtà sgradevole, ma vista qui con maggiore affetto che in passato, Garrone si cala e ci cala in essa dall'alto di una panoramica sulla conurbazione alle pendici del Vesuvio, per uscirne, infine, prendendo le distanze dal suo protagonista, con un vertiginoso dolly in odore di "Solaris".
Qual è diventata la Realtà?

Vedi recensione

weareblind  @  12/10/2012 22:20:21
   9½ / 10
Davvero un caposaldo

Invia una mail all'autore del commento Sgabroz  @  12/10/2012 17:47:48
   8 / 10
Una delle, se non la, migliore fotografia della metamorfosi popolare che la tv commerciale ha prodotto. Il più grave caso di corruzione italiano è questo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  11/10/2012 17:23:37
   8½ / 10
L'anima popolare di Luciano, semplice ed ingenua, viene corrotta e svenduta dalle sirene e dai colori di un'apparenza che vuol dire avere tutto e subito. Via la pescheria, via le piccole truffe per sbarcare il lunario quotidiano ed inseguire un incubo mascherato da sogno in un mondo di gratta e vinci dove si gratta tanto e si vince poco, ma l'illusione di potercela fare quella c'è sempre. Never give up.
In Luciano avviene la graduale sostituzione della propria realtà quotidiana con l'ossessione di un sogno paranoico. La casa, la famiglia, amici ed affetti sono diventati inutili orpelli, se non ostacoli per entrare in una nuova casa, nuovi amici e nuovi affetti. Nessun surrogato (fede o religione) può essere più penetrante o persuasivo del tubo catodico.
Garrone alterna lo sfarzo con il grigiore, l'ingenua illusione e la paranoia del protagonista fino a portarlo in quello stesso luogo, Cinecittà, dove sessantanni prima Visconti sfaldava i sogni di una madre e la sua bambina. Adesso è ancora peggio, più volgare e gretto, segno di un paese che invece di progredire, regredisce sempre di più e quello che è peggio viene sottolineato in quella bellissima immagine finale. Ci si sdraia dentro un miraggio ingannevole. Non si vuole più uscire. Intorno il buio totale.

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Ultima risposta 13/10/2012 12.12.01
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FABRIT  @  11/10/2012 16:27:34
   7 / 10
Una dannosa illusione!
Da vedere.

Supercecco  @  11/10/2012 11:54:03
   7 / 10
Inizialmente piuttosto leggero ma sempre grottesco, il film raggiunge livelli notevoli di tensione psicologica. A parte il tema della realtà-finzione, si pone un confronto serio fra l'apparire di fronte a "dio" e l'apparire di fronte alla "telecamera". Nella follia del protagonista i due enti diventeranno un tutt'uno. Grande prova recitativa da parte dell'attore ergastolano. La visuale finale da notevole altitudine lascia intendere che forse può esistere qualcosa a cui si deve rendere conto che non è l'occhio della telecamera...

outsider  @  09/10/2012 10:00:26
   6 / 10
mi perdoneranno i fan di garrone che son riusciti a spingermi al cinema in seconda serata. praticMente un film che deprime, scoraggia chi vuol credere che realta' arretrate come quella rappresentata, nell'era post 2000, non esistano piu'.
Diro' che per carita', garrone ha ragione, queste realta' esistono e le dinamiche sono probabilmente raffigurbili perfettamente nel film che ritrae tutto, anche se spesso con inquadrature migliorabili ma tali forse appositamente sono a sottolineare stati d'animo e vita per altri luoghi inconcepibile. CAratterismi a iosa, dalle donne grasse al parente obeso che ingurgita l'anguria.
una parentesi troppo breve quella riservata all'apparizione della gerini. i protagonisti reggono bene il gioco, molto bene. insomma, il film e' realistico, troppo, infatti stAnca, non decolla mai, anzi, si avvita su se stesso e cade in questo noioso iper realismo scenico e dinamico. il palcoscenico diviene compulsivo, intrinseco a quella realta' di naufragio interiore del protagonista. il finale e' degno di nota, certamente accontenta, ma la pellicola e' cosi' pesante, con poca ironia, povera, scarna, da togliere energie e sorriso allo spettatore che esce dalla sala schifato. insomma, personalmente sono imbarazzato se devo commentare questo prodotto per la resa cinematografica. forse in forma di spettacolo teatrale, circoscritto ascenografia e coreografia da palco, visti anche i numerosi momenti del matrimonio, delle scene riservate al gramde fratello e della mimica del protagonista, avrebbe, senza forse anzi, certamente, reso di piu'. e poi la gente rischia di pensare che la campania sia solo quella e non e' vero, la campania e' fatta anche di persone meravigliose e molto piu' ricche interiormente, colte, capaci, corrette, oneste. personalmente sono un anti settentrionalista, un anti localista, oggi nel mondo della rete ci troviamo a guardare un film del genere che sembra rimasto fermo agli anni '80. che garrone si sia fatto prendere un po' troppo la mano? non voglio dare un insufficienza, ma se ci fosse un 6-....

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Ultima risposta 05/02/2013 15.39.49
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forzalube  @  09/10/2012 05:53:02
   7 / 10
Nonostante l'atmosfera surreale che pervade il film l'evolversi della vicenda è verosimile ed è una buona rappresentazione dei guasti che può provocare il mix di ignoranza, povertà e pessima tv.
Mi è molto piaciuta la colonna sonora di Desplat, buono il cast.

Invia una mail all'autore del commento Andrea Lade  @  08/10/2012 22:37:46
   6 / 10
Non mi è piaciuto particolarmente perchè a mio avviso manca completamente di ritmo: la storia non c'è e potrebbe essere sintentizzata in una o al massimo più frasi ; inoltre il ritmo lento dell'impostazione documentaristica di tutto il film mi ha fatto fare più di uno sbadiglio. Non si ride,non si piange e non si riflette. Trovo infine il soggetto del film un po' datato e fuori tempo di circa 7-8 anni. Peccato perchè le scenografie e gli attori ( tra tutti Loredana Simioli ) son tutti bravi, anche e soprattutto i corali.

maitton  @  08/10/2012 12:41:49
   6½ / 10
c'e' un cambiamento notevole rispetto a gomorra.
gli eventi si susseguono in modo piu'cinematorgrafico e meno documentaristico, facendo forza soprattutto sulla grande teatralita' dei personaggi e delle ambientazioni.
molto piu'lineare e basato su protagonisti assoluti, reality ha un suo schema ben definito.
ci sono diverse cose buone, ad esempio il pianosequenza iniziale che reputo di alto livello, che riprende nell'occasione una realta'molto diffusa nel napoletano, il matrimonio sfarzoso.
e ancora, le scene con la truffa del "robottino", molto ben fatte e analizzate nei dettagli. ulteriore dimostrazione che e'proprio lo svolgimento realistico delle vicende a rappresentare il punto di forza di questo regista, sempre molto dettagliato, preciso, praticamente impeccabile.
dei suoi film e'quasi sempre questo che resta impresso con maggior forza, un realismo puro e genuino, curato con un'attenzione quasi maniacale.

di contro, il film ha un problema di tempistica non indifferente.

e', a mio giudizio, un film che arriva tardi. forse, fin troppo.
ecco perche'resta un buon film ma nulla di veramente eccezionale o innovativo.
una volta conclusosi, lascia un senso di amarezza quasi inevitabile, ma che passa subito, forse troppo in fretta.
e'un film che merita, che va visto ed apprezzato per diversi motivi.
ma ripeto, arriva tardi. col risultato di togliere molto all'impatto che vorrebbe avere nonche' di escludere quasi del tutto quell' effetto shock sullo spettatore.
non so se in generale sia un motivo valido per non ritenerlo un grande film, ma per la tematica trattata personalmente lo e'stato.
rimane un buon film, di uno dei migliori registi nostrani, fosse stato girato 10 anni fa, questo film sarebbe stato un piccolo capolavoro.

lampard8  @  08/10/2012 01:13:40
   9 / 10
SPOILER PRESENTI

Masterpièce. Garrone gira un film perfetto, duro e diretto con maestria e bravura da regista d'altri tempi.
Memorabile il pianosequenza iniziale e eccellenti i primi 10-15 minuti, veramente da grandissimo.
La storia di Luciano è una storia comune, una storia di un uomo che si crede un Superuomo di Nietzchiana memoria, un deux ex machina, una divinità, un personaggio fortissimo come ama definirsi lui.
La sua stessa spocchia, esuberanza e superbia lo trasporterà in un vortice senza fine, risucchiato come in un tornado e lo porterà, all'inesorabile, inevitabile tracollo annunciato.
E'una storia di un uomo qualunque, un prodotto della generazione reality, in cui non conta più essere, non conta la sostanza, ma conta solo l'apparire.
Garrone ha colto nel segno più profondo, e questo film sarà di monito per molti che nei prossimi anni decideranno di fare le selezioni al reality più fatiscente e finto della tv italiota.

Meditate gente, meditate.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  07/10/2012 23:50:02
   8 / 10
Il giudizio su di un film di Garrone è quasi sempre un giudizio di gusto. Sì perché i suoi film sono caratterizzati da un determinato stile, tipico della sua produzione, il quale può piacere o non piacere. Soprattutto da questo dipende il giudizio complessivo sui suoi film.
E' uno stile composto più che altro da lunghissimi piani sequenza e dalla presenza ossessiva della macchina da presa a ridosso dei personaggi. Di conseguenza il punto di vista non è quasi mai statico o onnicomprensivo, ma sempre mosso, instabile e decentrato. Le scene non vengono quindi quasi mai viste con agio da un punto fermo di comoda osservazione come in un teatro (lo stile di Garrone è uno dei più anti-teatrali attualmente in circolazione) e per questo lo spettatore può provare disagio e "rifiuto". Inoltre la visuale ingigantente dei particolari può disorientare chi guarda. Si tratta di un modo di vedere e rappresentare le cose piuttosto eccentrico, per questo a molti non piace.
Però sta proprio in questo modo particolare di osservare il reale la forza dei suoi film. Come ci hanno insegnato "I viaggi di Gulliver" di Swift, vedere ingigantiti particolari in genere molto piccoli (come la pelle umana ad esempio) ha un effetto è a dir poco scioccante, da quanto appare rivoltante e brutto il normale, se visto da molto vicino. Lo stesso effetto lo fanno i film di Garrone, i quali non fanno altro che farci vedere in dettaglio molto ravvicinato il reale. L'umanità normale e quotidiana vista da vicinissimo, senza nessun filtro, è qualcosa che può facilmente schifare e impressionare per la sua bruttezza, o almeno per la sua marcata imperfezione.
Garrone quindi non ha paura di entrare nel mondo popolano napoletano, di farcelo vedere in maniera iperreale, ingrandendo a dismisura i suoi particolari altrimenti innosservati, le faccie vecchie o sdentate, i corpi sformati e i modi di fare molto esteriori ed esibizionisti. Il mondo dei bassi di Napoli, a differenza di quello di Scampia, è però visto con un pochino più di affetto e con una tenera ironia di stampo quasi felliniano.
L'oggetto del film è però il fatto che questo mondo popolare non ha più una sua cultura autonoma, viva e produttiva, o almeno questa è stata soppiantata dalla cultura di massa proveniente dal luccicante mondo del consumismo con le sue sirene. Ai quartieri popolari fa da pendant il centro commerciale, alla comunità di persona la televisione, ai giochi di strada l'acquafun. Nella cultura cosiddetta "popolare" adesso fa da padrone il mercato dei sogni da tre soldi, imbonitore e addormentatore di coscienze.
La sua presa è garantita soprattutto da una sottile strategia di contagio, che parte dai bambini (la parte più debole e impressionabile) e su su fino ai grandi. Certo Luciano perde la testa ma in realtà tutti all'inizio lo hanno spinto a cadere nel baratro, tutti sono responsabili, nessuno si salva. Il finale ci fa vedere che la presunta conversione religiosa era solo di facciata, come pure che la carità non serve a niente (vedi Viridiana di Bunuel).
La percezione distorta del reale di Luciano è rappresentata da un'originale soluzione visiva fatta di immagini a sfondo sfocato, i quali mettono in dubbio che quello che è visto sia effettivamente reale. Il finale ci lascia proprio con questo dilemma e forse con la consapevolezza che il recinto chiuso ed eterodiretto in cui vivono i partecipanti al Grande Fratello non è altro che la nostra realtà quotidiana.
"Reality" quindi rovescia i termini in cui vengono normalmente rappresentati gli spettacoli televisivi omonimi. Non è il fittizio che cerca di imitare o rappresentare il reale, ma è nel reale effettivo che si cerca in tutti i modi di riprodurre e imitare ciò che si vede in televisione.

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Ultima risposta 13/10/2012 11.24.52
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Gruppo COLLABORATORI peter-ray  @  07/10/2012 22:39:23
   7½ / 10
Film se non altro interessante.

Nel mostrare l'effimera illusione di un Reality Show mette a nudo la dura realtà della vita quotidiana di una popolazione come fosse lo spettatore in sala l'occhio del GF.

Film amareggiante, ma che merita di essere visto.

Bravo Garrone

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  05/10/2012 11:36:38
   8 / 10
Anche Garrone è rimasto sedotto dal fascino della Napoli popolare, così eccessiva e barocca senza sovrastruttora da poter essere fastidiosa, invadente ma tremendamente vera.

E non è un caso se anche Garrone si inserisce in quel filone di registi non napoletani che si sono innamorati di una realtà a prima vista respingente ma che dietro un'attenta osservazione si rivela essere un laboratorio delle misfatte e delle degenerazioni della nostra società.
E se Nanny Loy ha utilizzato quella napoletanità per giocare sul grottesco così come la Wertmuller, Garrone la utilizza per raccontarci una realtà adottando addirittura uno stile documentaristico.
Se in Gomorra ci veniva raccontata la realtà criminale campana, in Reality di tutto questo non c'è nulla (Deo gratias!) ma ci sono quegli stessi personaggi quasi che il racconto sulla camorra delle vele si fosse spostato in altri appartamenti dove vivono persone "normali" che vivono di espedienti o portando avanti attività commerciali zoppicanti.

Garrone non sbaglia un colpo nel rappresentare questa realtà a cominciare dalla splendida rappresentazione del matrimonio iniziale che è l'apoteosi del sogno del "popolino" che utilizza quell'occasione per ricreare situazioniche viaggiano tra il divismo e la nobiltà in un trionfo chic che è assolutamente reale.

Quella grande comunità umana e promiscua che vede il vivere tutti nello stesso palazzo e l'aiutarsi a vicenda si scontra con l'ingnoranza e il desiderio di apparire a tutti i costi che porta la famiglia e la comunità a non essere d'aiuto nel protagonista ma addirittura ad alimentare la sua ossessione.
Senza esagerazioni di sorta, senza eccessivo manierismo, Garrone crea un film contenutisticamente quasi perfetto che sconta solo alcune cadute di ritmo.

Prova convincente sebbene sia costruito sulla falsariga stilistica di Gomorra e non proponga nulla di nuovo a riguardo.
Altra nota positiva è l'evitare di fare la solita denuncia sulla volgarità televisiva, si evitano inutili didascalismi , bastano le immagini del Grande Fratello per raccontare una realtà, non c'è bisogno di altro.

La visione di Reality è propedeutica a Gomorra poichè si può facilmente intuire per quale ragione la camorra non abbia difficoltà a procurarsi nuove reclute in un contesto cosi facilmente manipolabile.
Infine ottime le prove degli attori presi in prestito dal teatro e dal cabaret napoletano a cui è data molta libertà di improvvisare e questo, unito alla telecamare a mano, aumenta l'effetto documentaristico e la spontanietà-

paride_86  @  04/10/2012 14:15:53
   6½ / 10
Storia di Luciano, pescivendolo vidiota ossessionato dal Grande Fratello.
Il film di Matteo Garrone illustra con ironia e sarcasmo l'influenza di una certa tv sul pubblico meno agiato e più tele-dipendente, disegnando una satira sulla napoletanità che a tratti fa sorridere e in altri momenti evoca fastidio e disgusto.
Il film gira intorno a tutto ciò per quasi due ore e, alla lunga, stanca un po': alcune cose si potevano tranquillamente tagliare.
Nel complesso è un'opera carina, ma certamente sopravvalutata a Cannes.

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Ultima risposta 05/10/2012 09.04.23
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  03/10/2012 14:05:51
   8 / 10
Sezione orizzontale di una Società verticale.

6 risposte al commento
Ultima risposta 10/10/2012 08.46.07
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Invia una mail all'autore del commento cupido78  @  02/10/2012 18:40:02
   8 / 10
di respiro internazionale e per niente televisivo. Il pretesto GF serve per narrare un'esistenza vuota, aggrappata all'illusione che i soldi e la popolarità possano fare di te la persona speciale che hai sempre voluto essere. Noi italiani(e non solo!) messi a nudo, davanti allo specchio.

gandyovo  @  02/10/2012 16:31:50
   7 / 10
film bello, non bellissimo. Fotografia, regia, interpretazioni piu che convincenti. Sceneggiatura che dopo un inizio scoppiettante, si incarta un po'. Speriamo faccia riflettere coloro che stanno in fila per l'aifon, etc.

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