rapito regia di Marco Bellocchio Italia 2023
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rapito (2023)

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locandina del film RAPITO

Titolo Originale: RAPITO

RegiaMarco Bellocchio

InterpretiPaolo Pierobon, Fausto Russo Alesi, Barbara Ronchi, Filippo Timi, Fabrizio Gifuni, Andrea Gherpelli, Samuele Teneggi, Corrado Invernizzi, Leonardo Maltese, Enea Sala

Durata: h 2.05
NazionalitàItalia 2023
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2023

•  Altri film di Marco Bellocchio

Trama del film Rapito

Storia di Edgardo Mortara, bambino ebreo che nel 1858 fu allontanato dalla sua famiglia di origine per essere allevato da cattolico sotto la custodia di papa Pio IX.

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Voto Visitatori:   7,34 / 10 (16 voti)7,34Grafico
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Voti e commenti su Rapito, 16 opinioni inserite

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Cinder  @  10/03/2024 20:54:53
   10 / 10
Bellocchio da oscar.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  19/12/2023 23:00:02
   7½ / 10
Bellissimo film di Bellocchio, non ci sarebbe altro da dire. Si rimane affascinati dalla tecnica, la cura dei dettagli ma nache il lavoro complessivo sul cast.
E stiamo parlando di un regista abbastanza vecchietto, il Clint Eastwood Italiano direi.

Si prende come soggetto un fatto vero, drammatico e Italiano di un epoca non poi cosi lontana. Del potere pontificio ne fanno le spese una famiglia Ebrea benestante e ricca anche di figli che per un cavillo "cattolico" perde uno dei loro figli.

Oltre al racconto storico curato e fedele, da quello che ho letto in giro, ci sono spunti molto interessanti e onirici come la discesa di Gesu' dalla croce.

Un film che offre molte riflessioni sul potere della chiesa di quei tempi, forse volendo paragonare il tutto ai giorni nostri.

Da vedere!

Wilding  @  17/11/2023 19:52:05
   8 / 10
Gran bel film!! Narrazione asciutta, magistralmente diretta e interpretata, di un fatto vero. Ambientazione, costumi, fotografia... tutto partecipa egregiamente all'ottimo risultato finale.

AMERICANFREE  @  12/11/2023 19:11:29
   8 / 10
Uno dei migliori film italiani del 2023 e degli ultimi anni. Non conoscevo la storia di questo bambino rapito dalla Chiesa. Bellissima la fotografia, ottima regia e ottima la recitazione. Mi è davvero piaciuto tanto. Sicuramente da vedere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  17/10/2023 21:21:24
   8 / 10
Battezzare un bambino ebreo perchè credendolo in punto di morte lo voleva salvare dall'inferno, condannato per l'eternità al limbo. Questo atto magari lo avrà salvato da tale pena nell'aldilà, per chi ci crede, ma lo ha condannato ad una vita vissuta in un limbo tra una famiglia d'origine ebraica ed una putativa votata al cattolicesimo e primeggiata dal Papa Re (un bravissimo Pierobon). Ad Edgardo Mortara è stato negato il diritto di avere una scelta, di crearsi una propria identità, iniziando un percorso obbligato che non porta a nulla e che non implica una reversibilità. Non si può tornare indietro.
E' uno dei migliori film di Bellocchio, perchè può sembrare anticlericale, ma lo vedo come una provocazione alla religione in genere che vive di dogmi e sottomissione a delle parole a cui bisogna credere senza fare domande, come insegna il papa re. Magnifiche alcune sequenze come il Cristo liberato dai chiodi, quasi a togliere quella colpa millenaria di deicidio che il popolo ebraico si porta dietro. Il bel finale con un figlio che cerca disperatamente una riconciliazione con la sua famiglia e con la madre in particolare. Una buona ricostruzione storica che evidenzia un contesto storico dell'Italia dove un nuovo Potere prende il posto di quel Potere temporale ormai avulso dalla realtà e talmente datato da non rendersene conto. Veramente un bel film di un regista che è come il vino. Invecchiando migliora.

BigHatLogan91  @  07/10/2023 16:14:24
   7 / 10
L'ultima opera di Bellocchio soffre di qualche problema di ritmo e di retorica. Complessivamente, un buon risultato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  03/08/2023 01:05:53
   8½ / 10
Uno dei punti più alti della filmografia di Bellocchio (che ultraottantenne dà una lezione di Cinema che molti giovani cineasti si scordano!) ma anche uno dei suoi film più ambigui e contraddittori. Analizzando il film per la sua grandissima ricostruzione Storica cfr. dagli anni dell' Oratorio Vaticanista a Porta Pia al capezzale della madre (una Barbara Ronchi esordiente di ottime premesse, che ricorda una giovane Alida Valli nonostante non ne abbia la stessa umiltà) posso ben dire che si tratta di uno dei più grandi film Italiani degli anni Duemila. Le perplessità riguardano l'approccio Laico di Bellocchio alla Religione, aspro ma mai abbastanza oltraggioso v. Il Cristo che scende dalla croce come Metafora umana (chiedo inutile fastidiosa o necessaria?) o i rituali delle Preghiere in ebraico o cattoliche messe in discussione da un certo (pretestuoso?qualunquista?) abnego Anti-Clericale. Anche la stessa figura del Pontefice è ora laida ora commovente. superare questo dissidio interno per un film che - ripeto - è di una bellezza, di un pathos visivo, di un'attualità sconcertante (immagino a quale figura di questi decenni farebbe riferimento suo malgrado, visto che se ne parla tuttora!) gli interpreti, la capacità di raccontare i Nuclei famiglia+famiglia, l'Appartenenza, la Decontestualizzazione degli Eventi, in nome di un D.io Imposto al quale il protagonista deve Odio Amore Rispetto e Rinnegazione, tutto.

Boromir  @  28/06/2023 13:52:22
   8 / 10
La ricostruzione della vicenda Mortara è l'ennesimo tassello di un percorso critico dell'oscurantismo clericale che ottenebra il senso d'appartenenza nel bel mezzo dei tumulti storici, uno sguardo registico equidistante e psicanalitico sulla contrapposizione ambigua tra laicità e dogma. A ottant'anni suonati, Marco Bellocchio si muove in uno spazio d'immagini e luci di grande potenza visiva (altissima la citazione a Michele Cammarano) con il vigore creativo della seconda giovinezza. La brusca accelerata di ritmo dell'ultimo atto è l'unica vera debolezza di un'opera figurativamente d'alto livello (funzionalissimi e invisibili gli inserti CGI), filologica nell'uso dei dialetti (c'è davvero stata, infine, l'Unità d'Italia?), magistralmente eseguita da un'ensemble diretta in punta di penna.

Sentire il pubblico in sala ridere di gusto alle innocenti uscite di Christian Mudu non ha avuto prezzo ("Io ho pregato tanto, ma qualche volta mi sono addormentato").

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  23/06/2023 08:11:15
   7½ / 10
Un Bellocchio in particolare stato di grazia , realizza un film ben fatto, su un avvenimento storico che al tempo fece scalpore e non conosciuto sebbene sarebbe più corretto dire dimenticato.
Ennesimo sfoggio di interpretazioni maestrali di davvero tutti gli attori, ripresi poi dal bellissimo Effetto notte.

Non è facile trovare difetti in presenza di un film prezioso e stilisticamente impeccabile.

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  15/06/2023 17:25:22
   8 / 10
Ennesimo grande film di Bellocchio. Che lui fosse bravissimo già si sapeva, ma qua salta all'occhio anche un comparto tecnico di altissimo livello: scenografie meravigliose, fotografia a livelli incredibili, montaggio efficace. Buone le prove attoriali, mi dispiace davvero che sia tornato da Cannes a mani vuote.

statididiso  @  15/06/2023 00:34:16
   7½ / 10
Rapito per metà... La prima parte mi ha preso davvero tanto, molto cupa, noir, con dei momenti davvero potenti mentre la seconda (il protagonista da grande) mi è sembrata molto più sbrigativa, probabilmente per il lasso temporale che doveva coprire, il processo, etc. Comunque un buon film...

neverhood  @  09/06/2023 09:30:45
   8 / 10
Bel film, profondo e provocatorio.

Vegetable man  @  09/06/2023 00:36:58
   7½ / 10
Il caso Mortara, storicamente accaduto in modo molto vicino a quanto raccontato (vedi

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Thorondir  @  07/06/2023 11:54:12
   8 / 10
Questo di Bellocchio è un film che si situa in un lungo solco in cui il regista ha trattato la storia d'Italia: fascismo ("Vincere"), seconda repubblica (senza che li cito tutti, e c'è anche la serie tv "Esterno notte") e ora le origini dell'Italia unita. Fascismo-mafia-cattolicesimo come elementi costitutivi dell'identità nazionale e della ribellione alla stessa. Nel cinema di Bellocchio c'è sempre la tensione tra adesione al potere e suo rifiuto e/o messa in discussione (lo fa Mortara in questo film, lo fa Buscetta in "Il traditore"). "Rapito" è quindi una nuova analisi sul potere italiano e sulle radici stesse del nostro paese e punta molto su una potenza delle immagini che ha momenti tra i migliori del Bellocchio degli ultimi anni (personalmente ho apprezzato tantissimo la potenza della scena del Cristo "liberato"). Un atto d'accusa di Bellocchio al potere, costretto a strisciare (il figlio di Dio scende dalla croce, il rappresentante degli ebrei di Roma striscia davanti al papa, lo stesso pontefice striscia sulle scale, il giovane Mortata è costretto a prostrarsi e leccare a terra). Di fronte ad un potere intriso di volontà di supremazia e che vorrebbe subordinazione, di fronte ad un potere divino e umano tutto materiale e legato alla terra piuttosto che alla trascendenza restano i tumulti interiori degli esseri umani e le lacerazioni identitarie e sentimentali. Un'opera cupa, oscura, iconoclasta, visivamente (e anche musicalmente) potentissima. Uno sguardo quasi antropologico sulla radici della nostra contraddittoria Italia.

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