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Idea semplice, ma efficacissima. Yoko Ono esprime perfettamente il senso di disagio attraverso lo stupro degli esterni che si intrufolano nella vita della gente. Critica acida come sempre. Forse il suo lavoro più fruibile dal pubblico.
Ha un'idea di base molto buona: prendere una camera e seguire una persona, incrociata casualmente, in maniera persistente ed ossessiva. La persona in questione è una ragazza straniera (austriaca credo) che non parla molto la lingua inglese (magari è anche clandestina) e fuorchè qualche parola di italiano, non riesce a farsi capire. Dapprima incuriosita, forse in fondo anche lusingata, poi infastidita per diventare apertamente ostile quando viene seguita persino in casa, dove attacca la telecamera senza successo e gradualmente si comporta come un animale in cattività. Piuttosto pesante da seguire vista la mancanza di plot e la monotonia esasperante, certo voluta, della scelta stilistica, quasi un instanct movie, ma l'idea è molto stuzzicante e per renderla forse tale la scelta era obbligata.