rango (2011)

Film notevole e davvero egregio, il problema è che coinvolge relativamente molto poco.

Motivi di pregio:
- è intelligente e possiede una struttura narrativa classica e robusta (cose che mancavano agli ultimi 2 episodi della saga dei "Pirati");
- è visivamente strepitoso, la Ind. Light and Magic applicata all'animazione è un'ulteriore nuova frontiera;
- è un wester animato (probabilmente il primo) e rispetto a "Il grinta" ha una marcia in più (l'originalità);
- è un festival di citazioni e nonostante questo è - appunto - originale: vederlo per studiare l'uso creativo della citazione nel cinema contemporaneo. Le citazioni debbono essere (e in questo caso sono) circostanziate, pertinenti, e debbono funzionare per rendere espressiva l'opera.

Le citazioni però allo stesso tempo sono anche un punto di debolezza. Esattamente come accade per un film come "Il cigno nero" (che emotivamente coinvolge, mentre "Rango" no), qui le citazioni per quanto siano ben sfruttate finiscono per comprimere il film, pervadendolo di una sensazione di "deja-vu", lasciando la sensazione che non ci fosse veramente nulla da dire, tranne fare un bell'esercizio di stile.

Citazioni: quali? Naturalmente Sergio Leone a iosa (Tarantino dunque sta a monte anche di "Rango", è un fatto). E ovviamente almeno il Polanski di "Chinatown", di cui "Rango" è una sorta di remake surrealista.