raging fire (2021)

Donnie Yen da maestro di Wing chun mi è diventato poliziotto mister muscolo. La trama fa l'occhiolino a "New Police Story" di Jackie Chan per incipit e sviluppo. Purtroppo il nostro Ip Man di quartiere qui non ha lo stesso carisma e anzi finisce per crollare sotto i colpi di una sceneggiatura pessima e dai risvolti scontati.

Un poliziesco da vedere dall'inizio alla fine che sembra rinverdire i fasti del cinema action di Hong Kong degli anni 90 e primi duemila, quelli di John Woo e Johnnie To, ma che strizza l'occhio anche a Heat di Mann. Volendo semplificare è la lotta senza tregua tra due uomini che erano nella stessa parte della barricata, ma mentre il primo è rimasto sulla via della rettitudine, il secondo è rimasto accecato dal desiderio di vendetta e passato dall'altra parte, quello della criminalità nel segno, appunto della vendetta. Un peccato che il regista Benny Chan sia morto poco dopo le riprese, però il suo lascito è un film intensissimo, che non dà respiro e con sequenze action di eccellente livello. Sicuramente qualcuna con un certo livello di sospensione di incredulità, ma con un lavoro sul montaggio che ti fa passare sopra anche questo. Finale molto bello con un combattimento corpo a corpo tra i due ottimi protagonisti/antagonisti da applausi. Intrattenimento di primissimo livello e non solo. Promosso a pieni voti.

Un aspirante Michael Mann, però l'Honk Kong action movie è diventato prevedibile, ripetitivo, baratta lo spessore caratteriale con la cinetica di corpi e oggetti, i duelli psicologici con quelli fisici, e alcune scelte registiche, score, inseguimenti automobilistici, scene al ralenti, sono datate.