racconti da stoccolma (2006)

Ottimo film dove si intersecano e coinfluiscono tre storie in una Stoccolma che vuole sembrare perfetta ma che nasconde come ogni luogo tensioni e violenze domestiche , sul lavoro e in generale in una società multietnica.
Ottimamente girato , senza un attimo di calo di tensione , ben recitato e dalla bella fotografia .
Buone le interpretazioni dei protagonisti , il film non ha nulla da invidiare e per certi aspetti è anche migliore di alcuni prodotti americane dello stesso genere e decisamente più di richiamo vedi "Traffic", "Babel" o "Crash - contatto fisico".

Molto interessante, ben fatto, le storie sono molto crude ma realistiche, belle locations, trame avvincenti.

Buonissimo film svedese incentrato sulla violenza e sulla paura in famiglia e suddiviso in tre episodi intrecciati in una Stoccolma appena visibile, essendo quasi tutte le scene girate in interno, ma che mostra il lato oscuro di una società estremamente civile come quella scandinava. Alla fine tutta l'opera si traduce in voglia di libertà e di evasione, affrontando la paura della verità.

RDS fa luce (o meglio getta un'ombra...) sulla società scandinava apparentemente perfetta e lontana dagli stereotipi più malsani che ci appartengono. Attraverso tre storie distinte che finiscono solo per sfiorarsi involandosi ognuna verso il proprio destino il regista ci racconta in maniera asettica di soprusi quotidiani, di misoginia, omofobia e quant'altro.... comunque vicende che nascono e si alimentano dal tessuto familiare trascinandosi dietro il retaggio culturale di cui le vittime sono carnefici (quasi sempre inconsapevoli) di se stesse...La violenza spesso ci circonda, la respiriamo eppure non ce ne accorgiamo....violenza germe non dell'uomo ma della societa' fatta dagli uomini...

Era da tempo che un film non mi coinvolgeva così tanto, sia in quanto a trama (l'intreccio non lascia un attimo di respiro) che anche emotivamente, dato che il tema trattato, la violenza (di cui in due casi su tre del film deriva proprio da un ambiente familiare) è veramente un problema reale nella società attuale, e anzi è proprio più che mai attuale al giorno d'oggi.
Devo dire che delle tre storie, quella che senza dubbio ho preferito di più è quella di Leila, per cui ho avuto un blocco allo stomaco

SPOILER, mentre le altre due storie, quella del marito violento e quella sulla gang gli ho preferiti leggermente meno, seppur siano molto coinvolgenti anch'essi.
Decisamente un pugno allo stomaco nel suo complesso, il cinema scandinavo sforna un altro piccolo capolavoro, purtroppo semisconosciuto, e alla fine i suoi protagonisti

SPOILER
Consigliatissimo!!

...e bravi gli Svedesi!

Ottimo intreccio...

duro,coinvolgente,nonostante la durata non molla mai la presa. assolutamente da vedere

Bel film e non ho notato tutti questi temi "pesanti"a parte quello della ragazza.
CI STà....

intenso e avvincente. crudo, ma con una porta sempre aperta alla speranza.

Bel film, che si sviluppa con tre storie intrecciate...molto molto violento, ma altrettanto ben fatto, tratta bene del tema della violenza e della paura-terrore in cui viene a trovarsi la vittima di turno. Storie davvero tristi,

SPOILER

ottimo, tirato, scomodo. da vedere

Nilsson si impegna a sviluppare temi molto forti e lo fa attraverso tre storie indipendenti tra loro, ma che sono legate all'ambiente in cui si svolgono e sono tristemente accomunate da un unico filo conduttore, quello della violenza.Viene quindi trattata quella più ordinaria, rappresentata da un gruppo di delinquenti, viene tratta quella più squallida, che si sviluppa in ambito coniugale, ed in fine quella più assurda, alimentata da una sottocultura prepotente e dittatoriale.
Malgrado la sua durata il film scorre comunque bene, grazie ad un montaggio che mantiene sempre viva l'attenzione dello spettatore, nonostante i temi trattati non siano propriamente originali.
Soddisfacenti le interpretazioni degli attori, decisamente buone quelle di Oldoz Javidi e Lia Boysen; anche la colonna sonora, in alcuni momenti la trovo veramente azzeccata.Voto pienamente sufficiente quindi, ad un film che offre diversi spunti di riflessione e che soffre di un'unica pecca, (a mio parere inevitabile quando si affrontano temi così delicati e di ampio sviluppo) che è quella di apparire a tratti superficiale, sfuggendo così di mano al regista, che ne uscirà un pò schiacciato dal peso degli argomenti trattati.

Tre storie quotidiane di violenza e sopraffazione che testimoniano l'universalità di un male che ha radici negli istinti primordiali dell'essere umano. Il film ha senza dubbio il merito di non fermarsi alla violenza più visibile, quella della strada, ma di guardare oltre le mura domestiche; peccato però che le tre storie benchè siano raccontate con la giusta tensione, siano troppo prevedibili ed esplicite, non tanto per l'evolversi delle vicende quanto per i sentimenti che stimolano. Il regista si preoccupa troppo di distinguere i buoni dai cattivi e troppo poco di comprendere le cause del male, quanto questo sia da addebitare alla coscienze personale e quanto invece a quella collettiva.

Regista ed attori sconosciuti per questo thriller che tiene con il fiato sospeso per buona parte del film.
Sì, le tre storie in una strizzano l'occhio ad Iñárritu, ma a differenza di quelle del messicano dove si sfiorano e si attraversano qui le tre storie rimangono distinte l'una dall'altra e hanno in comune solo lo scenario, Stoccolma.
Il film è davvero ben fatto, ne ho apprezzato soprattutto i contenuti e i tempi fuori standard di rimpallo tra una storia e l'altra.
Se avete apprezzato i vari Magnolia, Amores perros e Babel, Racconti da Stoccolma merita d'esser visto.

mi è davvero piaciuto questo film. racconta perfettamente una realtà che moltissime persone vivono tutti i giorni ma che nessuno relamente sa e si immagina. lo consiglio a tutti, davvero un ottimo film :)

Che dire mi ha colpito in positivo, lo definirei ottimo, con tre storie che ti prendono fin dall'inizio e ti appassionano per tutto lo svolgimento dl film, molto agghiaccianti alcune scene, insomma da vedere e gustare anche per l'ottimo montaggio.

SPOILER

Davvero una piacevole sorpresa, non me lo aspettavo così. Tre storie mai banali, che ti prendono fino alla fine e che rendono bene delle tristi realtà che ci circondano giornalmente. Sicuramente una buona scelta in dvd!

Gran Bel film! Le tre storie prendono tutte e nessuna risulta noiosa, la migliore secondo me è quella della ragazza con la famiglia violenta, bravi gli attori e bravo il regista ;). Un bell'8 se lo merita

SPOILER

Il lato oscuro della tollerante e liberale Svezia è spiattellato duramente attraverso tre storie,spaccati quotidinani di paura,soprusi e morte.
Leyla è una giovane studentessa di origine mediorientale costretta a vivere il dramma della sorella, condannata a morte dalla famiglia per una presunta tresca con un ragazzo,in un racconto che ricorda molto la tragica fine della giovane pakistana Hina,massacrata dai parenti in provincia di Brescia qualche tempo fa.Carina è invece una giornalista di successo vessata e umiliata sia fisicamente che psicologicamente da un marito violento.Infine Aram è il proprietario di un locale,segretamente innamorato di uno dei buttafuori verrà coinvolto in una sparatoria dal movente omofobo.
La capacità di rompere il silenzio e ribellarsi a delle situazioni di sopruso,ancor più temibili perché nate in un ambito dall’apparenza sereno come quello famigliare stanno alla base delle intenzioni di Anders Nilsson, promettente e poliedrico regista svedese desideroso di dipingere delle storie estreme e le conseguenze che queste provocano.
Il risultato finale è alterno,con alcuni spunti molto tesi e coinvolgenti,su tutti il segmento di Leyla, altri che si perdono in schematismi evidenti o in dialoghi piuttosto accessori.Anche la notevole durata non aiuta,mettendo troppa carne al fuoco e finendo con il proporre un rendiconto a tratti prolisso.
Anche i finali paiono un po’ troppo stiracchiati e Nilsson non sempre chiude in maniera convincente pur trovando un discreto spunto nell’epilogo generale,quello che coinvolge i tre personaggi nell’unica sequenza che vede intersecarsi le loro storie seppur non direttamente.
“Racconti da Stoccolma” non è un brutto film ma non riesce ad esprimere il proprio potenziale sino in fondo,in grado di promettere molto all’inizio ma di scadere in pecche più o meno evidenti con il dipanarsi della trama.Buono il livello recitativo,da segnalare in un piccolo ruolo l’indimenticabile Bibi Andersson,bella la fotografia piuttosto cupa.

Un pugno nello stomaco, forte e deciso.
Storie di violenza negli ambienti dove ci si dovrebbe sentire più sicuri.
Guardatelo e consiglialtelo

Anche in un paese con un welfare invidiabile come la Svezia ci sono delle sacche di intolleranza, soprusi domestici e rituali di tipo tribale come in ogni altro paese europeo e la Notte di Halloween è l'inizio di tre storie che si sviluppano in maniera parallela senza mai intersecarsi fra di loro, se non nel finale. Tre storie dal tasso emotivo piuttosto diseguale con picchi altissimi in quella di Leyla, capace di suscitare sincera rabbia nella sequenza della morte della sorella Nina. Non mi ha convinto del tutto comunque: un po' troppo artificioso nello sviluppo delle storie ma meritevole di essere visto.

Una Stoccolma dai volti differenti fa da scenario a differenti realtà. L'ho visto senza aspettarmi granchè e debbo dire che il risultato è stato senza dubbio positivo, anche considerando un cast e una regia non "da vip"

da vedere

un buon film,per niente scontato con una regia attenta agli stati d animo dei personaggi.mai banale e mai alla ricerca dell incasso facile al botteghino.

Un film di impegno sociale , di denuncia della violenza , opera del mondo maschile e di cui a volte sono complici le stesse donne; come tutti i i film che cercano di rispecchiare il reale e di denunciare un fenomeno che si considera negativo , rischia di diventare un po' troppo didascalico e rigido nello svolgimento: un po' più di sintesi avrebbe di sicuro giovato ad una maggiore scorrevolezza.
Sul valore degli ideali comunicati e anche sull'efficacia di come siano stati realizzati , non c'è nulla da obbiettare, si tratta di un prodotto ben confezionato, con interpretazioni di buon livello.
Ripeto, l'unico limite è nel genere in sè , nel film dichiaratamente teso a trattare un tema di rilevanza sociale , ed in modo così pregnante.Ciò fa assumere al film i tratti di un'opera documentaristica , riducendo la finzione artistica al rango di un'inchiesta sicuramente benemerita ,ma priva di quel quid che distingue l'arte cinematografica dalla mera descrizione della realtà.

Reale e drammatico come non mai...

SPOILER

non male, con qualche scena davvero efficace. Non completamente riuscito, però ben girato.

Un film da vedere. La violenza sulle donne è un problema globale che investe anche paesi evoluti. Se segui con il cuore le tre storie ti coinvolgono in pieno, in alcuni punti ti fanno incazzare. Dal punto di vista cinematografico ci sono alcune pecche, le iinterpretazioni sono buome. Meglio di quanto pensassi

piacevole sorpresa, ero convinto che dopo pochi minuti avrei mollato xchè palloso, invece + lo guardavo e + mi prendeva. Considerando che non è il mio genere di film preferito niente male davvero

Che film! Una vera sorpresa! Film duro, durissimo, che affronta vari tipi di violenze, da quelle domestiche a quelle puramente delinquenziali, in un modo crudo e realistico. Non c'è un secondo di pausa, le emozioni si susseguno una dietro l'altra e alla fine si essce dal cinema senza fiato. Letterelmente

Attenzione!!!! film da vedere,un film che non dimenticherò tanto in fretta,i temi trattati sono attualissimi e il film e girato alla grande. poca pubblicità per questo (quasi) capolavoro ma se volete un consiglio correte a guardarlo. grandi attori e l'adrenalina non manca! toccante,duro,mai banale. fidatevi di me.

Dietro le pretese letterarie di questo film, si cela (?) un'opera a incastro che sicuramente deve molto (pure troppo) al cinema di Paul Thomas Anderson e soprattutto Inarritu, senza citare "Storie" di Haneke.
Storie di donne (Leyla e Carina) unite, forse approssimativamente, dalle condizioni femminili nel mondo, e a volte dalla scarsa solidarietà che sarebbe necessaria davanti a situazioni del genere (v. il caso di Leyla, che non riesce a salvare la sorella ed è involontariamente responsabile della sua morte).
C'è poi la vicenda di Aram, che sembra uscita dal Frears di "My beautiful Laundrette" e che innesca una castissima vicenda omosessuale in un contesto di rivendicazioni e ricatti fra "minoranze".

La sensazione, davanti a film del genere, è che lo sguardo neutrale del regista rischi di diventare neutralizzante, senza colpire particolarmente come avrebbe dovuto fare. Emotivamente il film è tesissimo, ma restano inquietanti interrogativi sui personaggi e la loro inquieta ambiguità: fino a che punto i loro gesti (spesso assai tardivi) riescono a mettere fine a un dramma e fino a quando servono necessariamente per i propri scopi? Non è dato di sapere.

In ogni caso, un film non certo originale (scatta in effetti la sensazione di deja vu) e troppo costruito ma anche capace di innescare dibattiti e discussioni, come nel Loachiano episodio di leyla.

Che poi il finale stile trilogia dei colori di Kieslowsky appaia conciliante anzichè simbolico, è innegabile.

Con trenta minuti in meno sarebbe stato un film da 8

Vedi recensione