rabbit hole regia di John Cameron Mitchell USA 2010
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rabbit hole (2010)

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locandina del film RABBIT HOLE

Titolo Originale: RABBIT HOLE

RegiaJohn Cameron Mitchell

InterpretiNicole Kidman, Aaron Eckhart, Sandra Oh, Dianne Wiest, Jon Tenney, Giancarlo Esposito, Tammy Blanchard, Patricia Kalember, Mike Doyle

Durata: h 1.30
NazionalitàUSA 2010
Generedrammatico
Al cinema nel Febbraio 2011

•  Altri film di John Cameron Mitchell

Trama del film Rabbit hole

Becca (Nicole Kidman) e Howie Corbett (Aaron Eckhart) sono una coppia felicemente sposata il cui mondo perfetto cambia per sempre quando il figlio Danny (Phoenix List) rimane vittima in un incidente. Lei, ex donna in carriera trasformatasi in casalinga, cerca di ridefinire la propria esistenza in un paesaggio surreale di amici e famigliari carichi di buone intenzioni, fino a trovare conforto in una misteriosa relazione con un giovane e inquieto artista di fumetti, Jason (Miles Teller).

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Voto Visitatori:   7,07 / 10 (49 voti)7,07Grafico
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Voti e commenti su Rabbit hole, 49 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

StIwY  @  23/05/2016 22:40:01
   5 / 10
Se si può riassumere questo film, si potrebbe dire che si tratta per sommi capi, di un piagnisteo senza fine di un'ora e mezza sul lutto di un figlio, e della coppia che non riesce ad elaborarlo. Un bel mattone, fine a se stesso.

Il film è ben confezionato e curato, purtroppo la sceneggiatura è molto povera, e non certo originale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  30/03/2016 19:24:04
   7½ / 10
Film che elabora un gravissimo lutto nella psicolgia e nelle azioni di un marito e della moglie.
Molto bella la sceneggiatura che non scende troppo nel patietico,nel banale e nell'auto commiserazione.Altresì propone le diverse vie di fuga o di guarigione a tale triste evento sottilineandone le ripercussioni positive o negative che siano .
Ottima Kidman , finalmente dopo diverse prove opache ,oscura anche il tuttavia bravo Eckhart,bene anche un Teller agli esordi ..

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  09/10/2015 10:56:33
   7 / 10
Il più terribile dei lutti viene elaborato con gran senso della misura seguendo un approccio ideale onde evitare melensaggini lacrimevoli o azioni ricattatorie nei confronti dello spettatore.
La morte di Denny, figlio di Rebecca e Howie, esponenti dell'upper class interpretati dagli intensi Kidman ed Eckhart, non è mai mostrata direttamente. E' un fantasma terrificante presente in ogni ricordo dei due coniugi, attratti da un baratro di disperazione da cui è impossibile risalire.
Il loro rapporto è in crisi, non fanno più sesso né quasi si parlano, è il loro modo contrastante di metabolizzare la tragedia ad allontanarli. Negano il conforto della religione, affrontano con imbarazzo parenti e amici, lei fugge addirittura dai gruppi di supporto. Rebecca si isola nel suo dolore provando ad annullare i ricordi tramite l'eleminazione di abiti, giocattoli, disegni; il marito, al contrario, cerca di continuo contatti con ciò che fu, vivendo in negazione perenne e rivivendo il figlio attraverso oggetti e video.
La tana del bianconiglio è spalancata, offre la possibilità di viaggiare verso universi paralleli – come ipotizzato dall'incolpevole protagonista della tragedia, giovane autore di un fumetto proprio sull'argomento- due le destinazioni poste ad un bivio: da una parte disperazione totale e autocommiserazione, dall'altra la convivenza dolorosa ma costruttiva e quindi accettabile.
"Rabbit Hole" colpisce per la delicatezza con cui viene trattato un tema così spinoso, modulato su intrecci interpersonali sempre ben calibrati tra cui svetta quello tra la madre del piccolo e il suo involontario carnefice.
John Cameron Mitchell, autore di punta del cinema queer, lavora sorprendentemente in sottrazione su emotività e dialoghi prendendo spunto autobiografico (la perdita del fratello) ma soprattutto dall'omonima piece teatrale di David Lindsay-Abaire.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  11/12/2014 21:56:20
   7½ / 10
Materia tosta, non la più indicata per scrollarsi l'aria da circuito indipendente che si porta orgogliosamente dietro Mitchell e passare ad un prodotto per il grande pubblico, il patetismo giocoforza incluso nella tematica dell'elaborazione del dolore è un trappolone in cui molti ci son cascati, recentemente la femminista Sharon Maguire, anch'essa alla terza opera, ha mandato allo sbando McGregor e la Williams; Mitchell non racconta nulla di diverso ma lo fa con grazia, l'incidente evita di mostrarlo, per buona parte del film allude ad una perdita senza precisarla, procede non svelando i fatti e i protagonisti della tragedia, incuriosendo il pubblico, stigmatizzando i momenti di pianto ad alta carica drammatica che prima o poi colgono i sopravvissuti, si divincola da questi cliché ricorre anche ad un uso centellinato dei rallenty, la fotografia nitida abbastanza per essere d'impatto nei vari momenti, i più forti sono quelli miti tra la Kidman e il ragazzo responsabile dell'incidente. Insomma è un Mitchell che non inventa nulla ma dirige con consapevolezza un buonissimo cast (forse troppo), e sia la Kidman che Eckhart (e temevo davvero per lui) infondono ai loro personaggi il buon gusto di non eccedere, recitazione moderata per due personaggi che in modi opposti affrontano - l'uno evade, l'altro assorbe - il lutto.

Charlie Firpo  @  05/06/2013 09:12:17
   5 / 10
Sara perchè ero assonnato... mah? , comunque in questo film tolta l'interpretazione della Kidman sempre grande, anche se qui la ritroviamo gonfia di botox, la storia è di una pallosità non idifferente e la noia regna dall' inizio alla fine, ad un certo punto non vedevo l'ora che finisse, più e più volte ho rischiato di addormentarmi durante la visione.

Qualcuno potrà anche dire che l'argomento trattato è delicato ed esige uno svolgimento apposito della trama, ... Sì certo, ma resta sempre il fatto che questo film rimane un mattone.

Se non era per la Kidman avrei dato 4,5

krypton  @  20/04/2013 10:20:37
   7 / 10
The Rabbit hole racconta la storia toccante e tragica di una famiglia che attraversa un momento difficile in seguito alla scomparsa del proprio figlio. Una tematica molto delicata che è stata trattata in modo molto equilibrato; senza mai eccedere nell'auto-commiserazione dei protagonisti.

Sono stato particolarmente sorpreso dalla Kidman, che di solito trovo troppo "gelida", ma che in questa circostanza trasmette ottimamente tutto il dolore e lo sconvolgimento di una madre in seguito a questo tragico evento.

Un bel film, a tratti molto toccante! Consigliato!

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  19/04/2013 20:08:12
   6 / 10
Discreto film drammatico, sempre brava la Kidman, per il resto niente di speciale, trascurabile.

gemellino86  @  19/04/2013 13:27:07
   7½ / 10
Buon film con una brava Kidman. Dura troppo poco però. Un dramma asciutto e ben fatto. Certi dialoghi sono un po' tristi.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  21/03/2013 13:32:58
   6 / 10
Film drammatico che faccio fatica a collocare. Non posso dire che non è riuscito ma nemmeno che mi ha coinvolto, quindi voto 6.

markos  @  20/02/2013 16:22:15
   7½ / 10
Appena visto. Molto toccante. Mi sono piaciute molto le interpretazioni dei 2 attori principali. Bravissimi.
Sicuramente tratta un tema molto particolare e triste!
Ad essere sincero non so se lo rivedrei..causa la sua lentezza..ma una visione la consiglio!

beppe.fadda  @  26/10/2012 14:56:31
   8½ / 10
Molto bello, davvero!!! Un film molto drammatico ed emozionante. Non mi ha affatto annoiato, anche perchè è davvero breve, e a film finito non poteva che scapparmi un applauso. Splendida la colonna sonora. Aaron Eckhart è davvero molto bravo, la Kidman è fantastica, si merita appieno la candidatura all'Oscar (la sua fronte si muove!!) e spero che ne seguiranno altre. Brava anche la Wiest.

LoSpaccone  @  26/03/2012 16:41:43
   6½ / 10
Coinvolgente ma in fondo anche poco sincero: troppa attenzione ai sentimenti e agli umori dalla più facile presa emotiva e troppo poca a quelle piccole sfumature che invece arricchiscono il racconto del dolore. I personaggi secondari sembrano messì lì ad enfatizzare lo strazio del tema principale e situazioni ambientali delineate in maniera grossolana. Alla fine l'eleganza dello stile e qualche buon dialogo riescono a farne un film dignitoso e non proprio inutile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  16/03/2012 00:29:10
   7 / 10
Dopo lo scandaloso "Shortbus" il regista Mitchell porta al cinema un racconto di estrema drammaticita' dove una giovane coppia perde il loro unico figlio in un tragico incidente...
Storia e sviluppo che non brilla di originalita' ma il tutto è confezionato molto bene a cominciare dalla bravura degli interpreti...Nicole Kidman forse mai cosi antipatica!
Caratterizzati al meglio i due coniugi dove Eckart cerca altre distrazioni per affrontare la vita mentre la Kidman cerca di cancellare ogni traccia del figlio prima di iniziare(?) una nuova esistenza...

selvatiçax  @  08/01/2012 09:42:53
   10 / 10
Film che si regge sull'interpretazione della Kidman, molto convincente e intensa! Adesso che ha smesso di farsi punture di Botulino è tornata la Nicole originale: una grandissima attrice drammatica. Un film nel complesso molto delicato e triste, senza picchi, ma con una costante tensione che dura fino alla fine. Un film che merita, e che io ho davvero apprezzato molto oltre ad essermi commossa! Per chi ama il genere, è da non perdere!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  30/12/2011 19:18:43
   5½ / 10
Non discuto la qualità del lavoro, tuttavia lo ritengo un polpettone difficile a digerirsi, troppo pesante per i miei gusti. Tra l'altro non mi piaceva nemmeno il tema trattato. Perché l'ho visto? Non lo so nemmeno io!

Gruppo COLLABORATORI julian  @  08/11/2011 00:20:52
   7 / 10
Il dolore post lutto, affrontato da una regia scarna e delicata, un film fatto di interpretazioni struggenti che non cade mai in banali semplificazioni hollywoodiane; Rabbit Hole fa pensare in qualche modo al realismo e alla durezza di John Cassavetes.
Grandissima, secondo me, l'interpretazione di Aaron Eckhart, ancor più della sofferenza silente della Kidman.
In tempi in cui i film che più aspetti riservano solo delusioni, le soddisfacenti visioni arrivano da quelli che non avevi in programma di guardare.

paride_86  @  28/09/2011 02:23:27
   6½ / 10
Il dolore e la perdita sono i temi di "Rabbit Hole", che li affronta con minuziosa perizia, avvalendosi di ottimi attori e di una sceneggiatura ben scritta.
Il difetto del film - e non è poco - sta nel coinvolgimento dello spettatore: il meccanismo di "Rabbit Hole" è talmente realistico e perfetto nella sua analisi psicologica da risultare "freddo", se proporzionato all'intensità emotiva del soggetto. Se da un lato è lodevole che la storia non scada nello stucchevole o nel lacrimoso, d'altra parte la componente emozionale non può certo essere sottovalutata in una storia del genere.
Senza infamia e senza lode.

halb  @  25/08/2011 09:40:07
   10 / 10
Complimenti a tutto il cast, un gran bel film. Emozionante e angosciante recitato intensamente e davvero bene, da Oscar direi.
Ritmo lentissimo, ma coinvolgente, in questo modo si entra in sintonia con il dolore dei protagonisti e il film diventa ancora più angosciante.
Per gli amanti del genere è una vera chicca ... !

laconico  @  10/07/2011 16:09:14
   6 / 10
Una trama essenziale, due psicologie complesse. Due modi diversi (opposti) di elaborare un lutto grave, come la perdita del proprio figlio. L'intensità della recitazione e dei sentimenti in gioco regge un film altrimenti dimenticabile. A mio avviso non merita insufficienze... ma neanche esaltazioni.

Leonhearth87  @  15/06/2011 14:31:01
   7½ / 10
Un film non semplice: drammatico, triste, questo Rabbit Hole parla della storia di una coppia che deve affrontare la perdita del proprio figlio, e di come questo evento cambierà per sempre la loro esistenza, i loro rapporti. Non serviranno le sedute e gli incontri per ricucire una ferita troppo grande. Tutta la pellicola, girata pressochè in ambienti chiusi e in strada, fa traspirare tutto il dolore dei due protagonisti, magistralmente interpretati da Nicole Kidman e dal sempre più grande Aaron Eckhart, qui veramente in forma.
Non c'è molto altro da dire: sicuramente un film difficile e pesante, un drammatico emozionante con due grandissimi attori. Consiglio di vederlo, perchè è veramente ben fatto.

davmus  @  21/05/2011 15:49:47
   8½ / 10
Sarà che abbiamo una bimba piccola e un'altra in arrivo, quindi mi sento molto "sensibile"...ma mi ha colpito tanto!

xtrinix  @  11/05/2011 16:54:31
   8 / 10
Questo film mi ha decisamente colpito. Nonostante la tematica trattata, non risulta mai troppo pesante o insostenibile. Affronta il dolore, un dolore che mai se ne andrà, in maniera profonda, toccante, a tratti struggente ma reale e soprattutto differente da persona a persona.

stella88  @  14/04/2011 08:54:37
   9 / 10
Davvero emozionante, profondo e intenso.. La morte di un figlio deve essere qualcosa di davvero devastante, e il film mostra la angosce e le conseguenze del dopo. La Kidman è sbalorditiva..
Emozionante fino all'angoscia e alla commozione...

Ricky91  @  14/04/2011 00:23:00
   8 / 10
Profondo e coinvolgente "Rabbit Hole" parla del "dopo", del "dopo" di una tragedia terribile. Questa tragedia per i protagonisti della storia è la morte del loro figlio piccolo che ha distrutto le loro vite.
Noi li vediamo otto mesi dopo in quanto il film non lascia spazio all'evento in sè ma solo alla lunga sofferenza seguente.
E' l'agonia del cercare di andare avanti,di non soffrire più, del dare nuovo senso alla vita il tema del film.
Quest'ultimo è egregiamente sviluppato con una sceneggiatura solida e potentemente drammatica fautrice, all'interno del film, di discorsi veramente toccanti.
Eckart e la Kidman ad alti livelli.

lupostorto  @  06/04/2011 01:06:15
   5 / 10
Film troppo lento..a tratti pesante..bravi gli attori

fabrix  @  09/03/2011 16:28:46
   5½ / 10
No..... Non mi ha convinto. Tra alti e bassi, alla fine bocciato!
Troppa falsità intrinseca, troppa superficialità.
Perfino dei banali errori di montatura.
Forse la recita più banale di Nicole Kidman.

Invia una mail all'autore del commento Living Dead  @  06/03/2011 16:02:15
   7½ / 10
Un cambio di rotta totale per Mitchell che passa dai toni scanzonati di Shortbus ad un film totalmente opposto, sia per temi che per stile.
L'evento che muove il film, ovvero la morte del figlio della coppia, non viene quasi mai nominato e il tutto è concentrato sul "dopo", sull'elaborazione della perdita, su come la vita vada avanti e questo permette di evitare patetismi e scene strappalacrime.
Un film glaciale, come il personaggio della Kidman, cinica e apparentemente indistruttibile ma divorata all'interno dal dolore. Un prova da lode come quella di Eckhart. Un film molto intimo, realistico e per questo lontano dai canoni hollywoodiani. Consigliato.

vitocortesi  @  01/03/2011 12:34:33
   7½ / 10
Il film è molto ben fatto ed i due protagonisti recitano alla perfezione come se il figlio lo avessero perso davvero.

Invia una mail all'autore del commento viewer  @  25/02/2011 14:12:20
   8 / 10
L'argomento, l'elaborazione del lutto per la morte del figlioletto da parte di una coppia dell'upper class americana, non è mai facile da trattare: il figlio si sa è spesso il collante che tiene unite le coppie sposate da anni e venendo a mancare tragicamente, la crisi è in agguato. E tanto meno è facile ricomporre i pezzi e ridare senso al presente. Non si vuole dare la colpa a nessuno ma nello stesso tempo è insopportabile accettare ciò che il destino

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ha riservato. Il film tratta tutto questo con delicatezza e realismo, facendoci conoscere le diverse strade percorse dai protagonisti per cercare di vincere il senso di vuoto (o di colpa) evidenziandone anche le differenze caratteriali tra uomo e donna. E' un bel film semplice ma ben girato a mio parere. Ed il protagonista Eckart è una bella rivelazione per me: in questa parte, recita all'altezza se non meglio della Kidman. Questo è cinema.

Invia una mail all'autore del commento albatros70  @  24/02/2011 21:17:37
   7 / 10
Triste davvero, ma risulta un film gradevole vista anche l'ottima recitazione della Kidman e di Eckhart. Vale il prezzo del biglietto.

debaser  @  23/02/2011 16:09:47
   5 / 10
Non mi è piaciuto, primo per la lentezza, secondo per la pochezza della trama che poteva essere sviluppato meglio specialmente nella figura del ragazzo responsabile dell'incidente poi per la banalità delle scelte della coppia già viste e riviste in altri film che parlano della perdità dei figli piccoli, regge il tutto soltando la grande prova si Aaron Eckhard che sostiene con la sua presenza scenica anche la solita anonima Nicole Kidman.

forzalube  @  19/02/2011 13:28:30
   8 / 10
Rabbit Hole è un film struggente sull'accettazione del lutto. Avendo visto recentemente Hereafter mi viene spontaneo un parallelismo col film di Eastwood.
Laddove in Hereafter si intrecciano 3 storie estreme in maniera improbabile, in Rabbit Hole ci si concentra su una sola vicenda "normale" attraverso piccoli avvenimenti quotidiani; laddove Eastwood pare usare metodi ricattori (musica a palla, primi piani di bimbi tristi, ecc...) per commuovere lo spettatore, nel film di Mitchell il dolore sembra esplodere in maniera naturale anche perché la qualità dei dialoghi è nettamente superiore;

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In sintesi Rabbit Hole batte Hereafter 3-0 e 3 voti in più ci stanno tutti.

Ottima anche Nikole Kidman, finalmente in scena in un bel film dopo una serie di scelte poco felici.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  18/02/2011 21:02:54
   7½ / 10
Non dice nulla di nuovo, ma lo dice meglio di tanti polpettoni pietisti e mielosi, ed è uno dei film migliori visti in sala da tanto (troppo) tempo a questa parte.
"Rabbit hole" è la taumaturgia dell'accettazione di una perdita che va coraggiosamente contro i gusti del grosso pubblico (ed infatti l'America l'ha rifiutato) per offrire una rappresentazione degli eventi scarna, de-platealizzata, straziante proprio perché profondamente realista e umana, senza timore di offendere la suscettibilità degli animi più candidi.
Il film segue un iter preciso (già abbondantemente sviluppato in film come "Il figlio" dei Dardenne, cfr. il rapporto tra Becca e l'incolpevole assassino adolescente) affondando il coltello in una piaga che non si rimargina, in un dolore che non si placa, ma che col tempo si riesce a sopportare. E il ricordo sarà l'unico affetto a cui aggrapparsi per far diminuire il senso di un vuoto incolmabile. Poi la tana si trova e la vita continua.
Tratto da un testo premio Pulitzer, il film ha grande tatto, sconvolge per la sua normalità, commuove senza falsi mezzucci e può contare su una meravigliosa Kidman (che per l'occasione rinuncia ad un paio di sedute dal chirurgo) e su un sorprendente Eckhart.
Cinema intimista diretto con pudore senza calcare la mano, niente di originale ma lascia decisamente qualcosa.

TheLegend  @  18/02/2011 16:58:58
   7½ / 10
Film molto profondo e pieno di piccole sfaccettature che lo rendono ancora più bello.
Trattare un argomento del genere non era facile e sarebbe stato molto facile sbagliare.

rob.k  @  18/02/2011 14:40:39
   3½ / 10
Ma che bel film, triste pieno di tristezza, fine a intristire con ancora maggiori quantità di tristezza, forse pensato per vincere facilmente qualche Oscar? A parte l'assoluto vuoto narrativo, la kidman sembra una manichino imbambolato (magari fosse ancora ai livelli di the others...) e anche gli altri attori, marito compreso, non sono da meno. Alla fine sorge spontanea la domanda "e quindi?".

29 risposte al commento
Ultima risposta 06/03/2011 10.53.15
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edo88  @  18/02/2011 13:03:50
   8 / 10
Devo dire di essere sorpreso.
Dopo alcune scelte artistiche pessime e non pochi interventi dal chirurgo, avevo perso molta fiducia nella Kidman. Una fantastica attrice, bellissima, piena di classe e dallo sguardo potentissimo, doveva prima o poi rinascere dalle sue ceneri (ci aveva "lasciato" con le prove in Moulin Rouge e The Hours, mica pippe)! Il motivo per cui ho visto il film è stata appunto la curiosità di vedere se l'attrice fosse tornata ai suoi livelli. Devo dire che il trailer mi aveva fatto pensare al peggio, perché hanno scelto proprio di mostrare le scene in cui sembrava meno naturale, e ancora notavo molto quelle labbra e quel viso tirato (scusate, ma ci faccio molto caso, forse anche troppo).
Detto ciò - e scusate per la praticamente inutile introduzione - il film invece mi ha sorpreso in positivo.
La storia è semplice e lineare, anzi quasi minimalista, e difatti racconta prima di tutto il dolore di due genitori dopo il tragico incidente e lo sforzo che fanno per vivere con meno dolore possibile.
E il film convince proprio perché riesce a descrivere i patimenti dei due protagonisti molto bene, in modo sottile (forse anche un po' calcolato), lasciando alla Kidman e a Eckhart molto spazio: fortunatamente nessuno dei due esagera, anzi è encomiabile come la Kidman riesco a dire moltissimo con piccoli sguardi e gesti. La nomination all'Oscar è meritatissima e, se continuerà così, potrebbe in futuro regalarci altre grandissime prove, perché il potenziale ha dimostrato di non averlo perso affatto.
Ma il film convince anche grazie a una regia misurata, intima, una bella fotografia e un ottimo cast. Lasciano il segno soprattutto alcuni scambi madre-figlia, taglienti, rancorosi, pieni di dolore forse ancora non espresso abbastanza.
Insomma, un film non leggero ma che darà soddisfazioni, soprattutto grazie alla ritornata Nicole.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  15/02/2011 16:45:15
   7½ / 10
Dopo gli approcci percettivi di Eastwood e quelli più tangibili di "Kill me please", ecco ancora una volta la morte al lavoro su un set cinematografico. Quest'anno è iniziato con una serie di pellicole funeree che ci han messo in contatto con quella parte del mondo che, seppure invisibile, cammina accanto a noi, talvolta incomprensibile, talaltra affabile e quasi circoscrivibile.

In "Rabbit hole", la madre Rebecca/Nicole Kidman ben "sparisce" in un ruolo disadorno, facendoci dimenticare il lato di stella glamour del cinema, e il padre Howie/Aaron Eckhart risulta altrettanto efficace e misurato nel ruolo di secondo volto della sofferenza. A Rebecca non basta aggrapparsi al fato, all'autocommiserazione e a improbabili disegni divini per dare una spiegazione di senso compiuto alla perdita del figlio di quattro anni.
La donna è vittima della metodicità: si chiude in tempi e luoghi conosciuti nei quali sa dove mettere i piedi, rifugge gli inviti a cena dei vicini che si "permettono" di ridere e divertirsi, scappa dal confronto con altri che hanno subìto la sua stessa perdita. Incanala nel modo sbagliato rabbia e frustrazione, assumendo comportamenti contraddittori: prepara festosa la torta di mele, ma non lesina giudizi al vetriolo sulla sorella incinta e la madre, si avvicina a colui che è stato causa dell'incidente stradale che ha ucciso il piccolo Danny e tiene lontani i conoscenti di una vita.

Irriconoscibile lo stile e l'approccio di John Cameron Mitchell: accantonati i ritmi indiavolati del rock transgender di "Hedwig" e l'anticonformismo da spirito ribelle di "Shortbus", qui il regista sembra un affermato autore che sa da sempre come dirigere un film impegnato e altamente drammatico, creando una pellicola commovente senza mai farsi attrarre dai facili schematismi che certe sciagure avrebbero potuto offrirgli.

L'elaborazione del lutto è come un'operazione di giardinaggio: è necessario iniziare da un minuscolo granello di concime per poi poterne pian piano accumularne altri, affinchè il fertilizzante faccia il suo effetto. E poi attendere la pioggia per poter godere della crescita di piante e fiori. Alla fine non è detto che abbiano il colore che tanto abbiamo desiderato, e non importa se i prati erbosi verranno calpestati da cani che avrebbero dovuto rimanere nella cuccia, così come da invitati schiamazzanti voluti per un barbecue riconciliatorio.
O se tutto questo sarà scalzato da fumetti all'apparenza poco interessanti i quali, tra precise e nette linee di ghirigori a forma di cono, scavano in profondità come tane di coniglio e raffigurano tristemente famiglie incomplete, dove ora manca un padre o un figlio. Universi paralleli che forse esistono da un'altra parte e che, in qualche modo, mitigano il dolore.

Lory_noir  @  14/02/2011 23:56:22
   5½ / 10
Mi ha colpito veramente in pochissime scene, per il resto l'ho trovato lento e inconcludente. Mi dispiace perché gli attori sono stati bravi, specialmente Nicole Kidman.

Clint Eastwood  @  13/02/2011 18:35:47
   7½ / 10
Ero partito molto scettico, ma tanto vale; credo di aver fatto la scelta migliore invece della commedia italiana Immaturi. Ad ogni modo il film è ben confezionato e maturo nel trattare gli argomenti. Unico figlio morto in un incidente, una famiglia distrutta. Rimasti lui e lei con un immenso dolore. Ognuno però la vede a modo suo, Becca confusa ed egoista cancella qualsiasi traccia che possa portare al ricordo del figlio morto e Howie che prova ad andare avanti tenendo però vivo il ricordo del figlio. Quel che è rimasto della loro famiglia sta per sgretolarsi e svanire nel nulla se non con l'aiuto di alcuni personaggi secondari che gli intenti dei due troveranno un punto in comune.
Il cast è un cast coinvolto. Kidman fornisce una buona interpretazione che le porta una nomination, nonostante la faccia da botulino e le poche riserve rimaste della vera Nicole d'un tempo. L'attrice australiana che è la vera e propria protagonista del film secondo me trova una grandissima "spalla" in Eckhart che sembra rubarle la scena, molto calato nel ruolo è sorprendente; mi è rimasto impresso nella mente come il lobbista di Thank You for Smoking invece ci sa fare anche con un ruolo impegnativo come questo.
In definitiva è un bel drammone ma limitato sotto certi aspetti. Ottima la colonna sonora in sintonia con gli stati d'animo dei protagonisti. Lo consiglio, un buon prodotto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  13/02/2011 12:59:01
   7½ / 10
Un film dalla trama molto ben scritta sebbene poco originale. John Cameron Mitchell indaga l'elaborazione del lutto da parte di una coppia benestante americana. Il dolore, la sofferenza, la mancanza di dialogo e l'incomunicabilità dei propri pensieri più intimi sono trattati in maniera profonda e pacata, senza cercare la lacrima ad ogni costo. Attraverso immagini sottili il regista ci fa sentire parte di questi silenzi e di questo dolore.
Molto curati anche i personaggi di contorno. Molto bello il finale e stupenda la coppia Kidman-Eckhart.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  12/02/2011 23:00:47
   7½ / 10
E' un film decisamente riuscito, anche perchè Mitchell è un regista che "osa" penetrare certi territori con una sua personalissima ottica. Non è vero che sia così distante dall'orgiastica ritualità di "Shortbus" e delle sue provocazioni. Se qualche ostinato spettatore si fosse impegnato a capìre meglio quel film, vi avrebbe trovato la stessa demarcazione di ansie e separazioni affettive di questa sua nuova opera.
Si può affrontare qualcosa di nuovo sul tema della perdita? L'hanno già fatto Hereafter e Le fils, La stanza del figlio, In the bedroom e via dicendo. Ognuna di queste opere ha catturato l'immagine attraverso diversi stati d'animo, e ambivalenti al concetto di "speranza o rassegnazione". Certo nel film noi vediamo una coppia di americani belli e benestanti, ma al servizio di un malessere comune a tutti. Si combatte il ricordo attraverso la ricerca di ossessive tracce di presenza/assenza, o al contrario spostando l'asse sulla rimozione visiva, e morale. E' un labile filo che intercorre nella giostra della sofferenza, come allude l'emblematico caso della "stanza", una presenza ingombrante che indispone la gente ad acquistare un'intera dimora.
Solo quando due vite si separano sconfinando nell'inesorabilità di un'altra, reciproca perdìta, si ritrova il contatto con la fonte amara ma conciliante della sopravvivenza.
Perchè in fondo il ricordo, come dice Mitchell, serve a sostituire quel figlio perduto.
Unica pecca, c'è una perfezione formale che sfiora la calligrafia.
Ottima prova della kidman

david briar  @  08/02/2011 20:47:03
   8½ / 10
"Rabbit hole" è un film che conquista, con una delicata regia ammirevole nel non abbandonarsi a facili patetismi e una sceneggiatura abile nel mantenere il mistero inizialmente, con ottimi dialoghi, solo una scena circa a metà film appare fuori posto.
John Cameron Mitchell racconta una storia profondamente drammatica ed emozionante, riesce a far riflettere, supportata da un cast davvero affiatato, con protagonisti una bravissima Nicole Kidman(spero che una divisione fra i voti della Bening e della Portman possa favorirla agli Oscar) ed un intenso Aaron Eckhart, con gli attori non protagonisti anch'essi ottimi, fra cui spicca Dianne Wiest.
Alcune scene sono veramente poetiche ed incisive, ti restano dentro, grazie anche ad una bella colonna sonora, le immagini iniziali e la lavorazione del fumetto ad esempio sono sequenze straordinariamente toccanti.
Infine, la pellicola ha una storia che coinvolge sempre e non annoia mai, lo spettatore si sente vicino ai personaggi, prova empatia per loro.
Meritava più nomination agli Oscar, invece solo Nicole Kidman è stata segnalata, ma questo è fra i migliori prodotti di quest'annata, un grandissimo film indipendente.
Consigliatissimo, fra qualche giorno esce nelle sale, non perdetevelo.

Mik_94  @  02/02/2011 16:00:32
   5 / 10
Mahh,insomma... A me non è piaciuto poi tanto! Credo che sia un film eccessivame sopravvalutato!
Piatto e, a tratti , monotono si lascia vedere per la durata non eccessiva e per l'ottima recitazione dei due protagonisti. La Kidman è sempre bravissima anche se , secondo me, in questo film, la sua non è una prova da Oscar... Sorprendente invece Aaron Eckhar!

nolan87  @  24/01/2011 15:16:10
   8 / 10
Rabbit Hole assolutamente mi ha commosso. Non fanno film emotivamente più così tanto mi ha fatto piacere quando l'ho scoperto. Ero così impressionato con Nicole Kidman e la sua grande capacità da attrice...una donna che non può lasciare la sua casa, cercando di cancellare ogni memoria del suo passato in casa. Aaron Eckhart è stato anche in cima al suo gioco, questo è un lato di lui che non ho mai visto prima in altri suoi film: sensibile ed emotivamente aperto.

laura90  @  10/01/2011 00:12:46
   7½ / 10
Un film davvero intenso e commovente, che alla fine ti rimane dentro in un modo o nell'altro. E' difficile da commentare perchè la tragedia della perdita di un figlio è qualcosa di davvero troppo grande per poter anche solo cercare di capire cosa può significare. Questo film prova a farlo capire al pubblico in modo molto profondo e delicato. Nicole Kidman e Aaron Eckhart come al solito bravissimi.

axel90  @  29/12/2010 17:04:57
   7 / 10
Delicata e introspettiva trasposizione di una piéce teatrale. Ci si affida quindi ad un tema trito e stra-abusato per dare vita ad una pellicola di una deliziosa essenza, sempre giocata sul filo di lana grazie anche alle prove convincenti di Aaron Eckhart e Nicole Kidman. Regia minimalista e una buona atmosfera rendono "Rabbit Hole" un prodotto molto buono in aria di Oscar.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  23/11/2010 00:46:01
   6½ / 10
La recitazione della Kidman è superiore a ogni elogio.
L'attrice australiana ha fortemente voluto il film, e l'ha prodotto (e a mio maligno parere, non si è presentata al festival di Roma 2010 dove è stato presentato in concorso, perché sapeva che non avrebbe vinto nulla né lei né il film, e chissà magari anche stizzita del premio annuale per l'attore conferito a Julienne Moore e non a lei).

Il film è un prodotto hollywoodiano di ottima fattura, IN ODORE DI OSCAR.
Il tema è trito - quello di "La stanza del figlio": l'elaborazione del lutto da parte di una coppia di genitori ancora giovani cui è morto un figlio.
Il titolo allude alla tana del bianconiglio, cioè a una condizione esistenziale sospesa e straniata, resa a tratti molto bene, che deriva da una perdita tanto inaccettabile.

Il film è un buon film, però - scarsa originalità a parte - è "solamente" la fedele trasposizione di una pièce teatrale vincitrice di un Pulitzer, e di grande successo.
Il Cinema non è questo; ma questo è il cinema che potrebbe vincere i premi oscar (anche se adesso è anche parecchio datato, nella forma). Aspettiamo marzo e vediamo...

Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  08/11/2010 12:12:36
   7½ / 10
Una Kidman in splendida forma e uno strepitoso Eckhart in una storia che nonostante non sia originale riesce a dare un taglio pacato e composto dell’elaborazione del lutto.
Osserviamo la trasformazione di una coppia segnata dal dolore della morte del figlio e fa riflettere sui limiti che il dolore impone alla comunicazione. I si vogliono bene ma ognuno di loro affronta il lutto in maniera diversa, affrontano le difficoltà in modo discorde e sofferto.
L’ottima interpretazione e l’alchimia degli attori favoriscono lo spettatore ad entrare nella storia dimenticando che forse la priorità hollywoodiana è quella di far un film e di far soldi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  06/11/2010 13:15:09
   7 / 10
Dramma minimalista intepretato magnificamente dalla coppia Kidman-Eckhart: grande espressività per la prima - in uno dei migliori ruoli interpretati dall'attrice australiana negli ultimi anni - spalla perfetta il secondo, soprattutto nella seconda parte quando il suo personaggio sale prepotentemente di livello.

E'una storia molto semplice, nulla di innovativo, classica rielaborazione del lutto per una coppia borghese chiusa a riccio e incapace di condurre una vita normale, di affronatare un quotidiano fatto di semplici pubbliche relazioni. La cosa interessante è come il dramma ci viene mostrato: niente scene strappalacrime, nessuna sequenza costruita a tavolino per commuovere lo spettatore, zero forzature, tutto scorre in maniera molto delicata, il rapporto tra i due protagonisti evolve in un escalation di scontri e scambi di vedute talvolta azzeccatissimi - e per questo un applauso alla Kidman, personaggio cinico, pessimista e distrutto dal dolore, con almeno un paio di dialoghi da incorniciare per cattiveria e intensità -

Curati a dovere anche i personaggi di contorno, in cui spicca una splendida Dianne West, madre che a sua volta ha imparato a convivere con il dolore per la perdita di un figlio tossicomane. L'unico ruolo poco riuscito è forse quello del ragazzo seguito dalla Kidman nella prima parte del film: un mistero che ovviamente non cattura, basta vedere il trailer della pellicola per comprendere la vera entità di questa figura. Paradossalmente da quando entra in gioco arrivano i momenti peggiori, salvo uno splendido dialogo sulla panchina che eviterò di citare.

Splendido anche il finale, fotografia perfetta di un dolore che non passa mai, ma che con il tempo cambia ed evolve.

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