quinto potere regia di Sidney Lumet USA 1976
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quinto potere (1976)

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locandina del film QUINTO POTERE

Titolo Originale: NETWORK

RegiaSidney Lumet

InterpretiPeter Finch, Faye Dunaway, William Holden, Robert Duvall, Beatrice Straight, Wesley Addy, Ned Beatty, Arthur Burghardt, Bill Burrows, John Carpenter, Jordan Charney, Kathy Cronkite, Ed Crowley, Jerome Dempsey, Conchata Ferrell, Gene Gross, Stanley Grover, Cindy Grover, Darryl Hickman, Mitchell Jason, Paul Jenkins, Ken Kercheval, Kenneth Kimmins, Lynn Klugman, Carolyn Krigbaum, Zane Lasky, Michael Lipton, Michael Lombard, Pirie MacDonald, Russ Petranto, Bernard Pollock, Roy Poole, William Prince

Durata: h 2.01
NazionalitàUSA 1976
Generedrammatico
Tratto dal libro "Network" di Paddy Chayefsky
Al cinema nel Gennaio 1976

•  Altri film di Sidney Lumet

Trama del film Quinto potere

Il commentatore televisivo di una grossa rete nazionale di Los Angeles, Howard Beale, stanco e sfiduciato, viene condannato all'eliminazione poichè l'indice di gradimento è sceso di troppo. Tuttavia, prima di congedarsi, senza preavviso ai colleghi e ai superiori, Beale annuncia il proprio suicidio davanti alla telecamera.

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Voto Visitatori:   8,17 / 10 (81 voti)8,17Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
Miglior attore protagonista (Peter Finch)Miglior attrice protagonista (Faye Dunaway)Miglior attrice non protagonista (Beatrice Straight)Migliore sceneggiatura originale
VINCITORE DI 4 PREMI OSCAR:
Miglior attore protagonista (Peter Finch), Miglior attrice protagonista (Faye Dunaway), Miglior attrice non protagonista (Beatrice Straight), Migliore sceneggiatura originale
Miglior attrice straniera (Faye Dunaway)
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior attrice straniera (Faye Dunaway)
Miglior regista (Sidney Lumet)Miglior sceneggiatura (Paddy Chayefsky)Miglior attore in un film drammatico (Peter Finch)Miglior attrice in un film drammatico (Faye Dunaway)
VINCITORE DI 4 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior regista (Sidney Lumet), Miglior sceneggiatura (Paddy Chayefsky), Miglior attore in un film drammatico (Peter Finch), Miglior attrice in un film drammatico (Faye Dunaway)
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Voti e commenti su Quinto potere, 81 opinioni inserite

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cort  @  27/01/2023 20:11:20
   8½ / 10
oggi come ieri il quinto potere(titolo "italianizzato" migliore dell'originale) muove e istruisce gli spettatori usando dei valori matematici, populisti, volti al guadagno sopra ogni cosa(e c'è un monologo illuminante). Un film cult ottimamente diretto, interpretato e che andrebbe solo aggiornato con una versione social(network) gia presente in modo profetico con la scena della gente alla finestra(andra tutto bene cit.)

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  31/01/2022 19:32:06
   8 / 10
Questo film di Lumet è meritevole della fama di cui gode, e vale decisamente la visione, anche se personalmente quando l'ho visto mi ha lasciato meno di quanto sperassi (forse dovrei rivederlo). Nonostante ciò, comunque, ribadisco che l'ho decisamente apprezzato e i commenti qui sotto sono per lo più decisamente sensati.

Filman  @  22/10/2021 15:18:08
   10 / 10
Tracciare l'epica nel mondo contemporaneo quasi si può, considerando l'esistenza di divinità non solo più reali ma anche più potenti di quelle antiche. Sidney Lumet solo in parte analizza in maniera quasi documentaristica la funzione algoritmica di una casa di produzione televisiva, nei suoi incastri politici e nella rete filosofico-statistica, che la tessono. Il resto è un divagare con la fantasia sulle terribili potenzialità dei canali di informazione ed intrattenimento, un continuo innescare teorico e distopico di ordigni ad orologeria.
NETWORK è un capolavoro incredibile anche nel vero senso della parola, poiché riesce a toccare il surrealismo in più di un'occasione, con dei personaggi di una potenza inaudita. Tanta è la perfezione artistica del regista da bucare la realtà.

VincVega  @  24/01/2019 18:42:34
   9 / 10
Capolavoro indiscusso di Lumet sul potere della televisione, in un periodo in cui ancora non si sapeva tutta la potenza di questo mezzo sulla psicologia della massa. Senza contare coloro che muovono i fili, in base agli ascolti e le pubblicità che portano i soldi. E' cambiato qualcosa? Sarà un caso che un capolavoro come "Quinto Potere", ancora attualissimo dopo quarant'anni, in TV viene trasmesso in una rete, diciamo non proprio primaria come "7 Gold"? Paura che la gente si svegli?
Ma gli attori? Oltre ad un Finch mostruoso, il resto del cast fa un lavoro eccellente. Ma uno dei meriti principali è la sceneggiatura, impeccabile e brillante, difficilmente replicabile oggi.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  13/09/2017 19:36:22
   6 / 10
Film drammatico ancora d'attualità che guardi, ti fa riflettere ma non emoziona e non è continuo nel suo svolgimento.

Dottor Fener  @  18/06/2017 14:29:20
   8½ / 10
Il lato scuro della televisione e dei mass media descritto in maniera acuta e visionaria con uno sguardo critico e al tempo stesso descrittivo del mondo che viene rappresentato.
Un cast da urlo per l'ennesimo film in cui Sidney Lumet esplora senza tentennamenti i vizi e le tragedie che affliggono la società odierna.

KitaVerde  @  09/07/2016 23:23:17
   9 / 10
Attuale come non mai. Filmone.

Thorondir  @  29/06/2016 11:28:03
   9 / 10
Se si va oltre una verbosità a volte troppo esibita, Quinto potere è l'ennesimo straordinario capolavoro di uno dei più grandi registi americani di ogni tempo. Oggi, a 40 anni di distanza, tutte le profezie sulla capacità manipolativa della televisione si sono realizzate, per non parlare delle grandi corporazioni che si sono sostituite agli stati, cosa puntualmente poi verificatasi nel corso degli ultimi 15 anni. Il popolo non si arrabbia più, guarda la televisione e si lascia abbindolare da questa realtà fittizia dietro cui ci sono spietati uomini mossi da egoismo assoluto che vogliono soltanto scalare la gerarchia della scala sociale ed arrivare più in alto possibile. Un film talmente vero, profetico e grottescamente reale da far più male di un horror. Poi Holden, Finch e la Dunaway sono assolutamente mostruosi, da antologia del cinema.

Matteoxr6  @  04/02/2016 18:20:58
   10 / 10
Giudico questa pellicola del 1975, senza farmi trascinare da isterismi e perversioni erronee della mente, un capolavoro, un film totale che miscela le proprie tematiche in una maniera così sapiente che mi ha davvero sorpreso.

1 risposta al commento
Ultima risposta 04/02/2016 22.33.34
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DogDayAfternoon  @  14/06/2015 18:12:36
   7 / 10
'Quinto potere' è il film più premiato di Lumet, ma non è certo il migliore nella sua invidiabile filmografia. E' un film molto altalenante, che alterna momenti di grande interesse ad altri troppo verbosi e piatti: l'incipit è dei migliori, ma già dopo pochi minuti lo svolgimento dei fatti si intorpidisce sempre di più, e viene meno l'interesse che era sorto nei primi minuti (anche perché sembra inspiegabilmente sparire via via la preoccupazione che Howard si possa suicidare in diretta).
Come detto però ci sono momenti di grande cinema, e tutta la parte del "sono incazzàto nero e tutto questo non lo accetterò più!" è di grande maestria.

Sicuramente il cast contribuisce al successo del film, Oscar meritato per Finch capace di un paio di monologhi molto elettrizzanti, un po' meno quello della Dunaway che risulta abbastanza altalenante come il film, molto intensa soprattutto nelle scene di litigio con l'amante ma meno convincente in altri frangenti: a conti fatti comunque una grande interpretazione anche la sua.

Ad oggi forse il tema perde un po' di appeal, certamente ancora molto attuale ma ormai poco scottante in quanto ci si è abituati a vedere di tutto in tv e nulla fa più scalpore.

Parte del successo è meritata, ma non tutta.

Neurotico  @  09/04/2015 16:15:07
   9½ / 10
"Tu sei la televisione incarnata Diana: indifferente alla sofferenza, insensibile alla gioia.(...) Sei la pazzia furiosa."


Network è uno dei film cardine del cinema americano anni 70 e senz'altro uno dei capolavori del cinema di Lumet, che di quel cinema è stato uno dei maggiori artefici.
La sceneggiatura di Paddy Chayefsky è perfettamente in equilibrio tra i dialoghi cinici dei personaggi (in primis la spietata Diana/Dunaway) e i monologhi infuocati e inalberati del pazzo Howard Beale/Peter Finch, il grande protagonista e mattatore del film, nonostante non sia sempre in scena, in una delle più esaltanti permormance recitative di tutti i tempi.

Accanto alla trama principale che ha il suo centro nelle esibizioni del "pazzo profeta dell'etere" c'è lo snodo delle vicende sentimentali dell'ex direttore del canale Schumacher/William Holden con l'avvenente capo del management Diana Christensen, con tutti i rimorsi e le crisi di coscienza del primo che cozzano contro l'arroganza e l'arrivismo della seconda.
Quinto potere è un disarmante atto di denuncia nei confronti dei meccanismi perversi e mistificanti della televisione, denudata nel suo essere essenzialmente uno strumento in mano dei potenti e utile ai loro scopi di arricchimento e successo.

L'invito a inc.azzarsi che ci giunge da Howard, il suo aizzarci contro il potere della televisione per conquistare l'emancipazione, ribellandoci alla nostra disumanizzazzione, e denunciando il carattere illusorio della democrazia, sarà destinato all'insuccesso perchè permesso da leggi televisive che, così come hanno determinato un fenomeno, lo possono condannare in quanto non più efficace per i loro scopi, in nome di una volubilità mediatica che è specchio di un'umanità meschina, opportunista e senza valori. E il finale giunge spietato, in una sorta di perversa realizzazione degli iniziali propositi suicidari di Howard Beale. Il sistema schiaccia gli individui.

"Ho esaurito le *******, e ******* sono tutte le ragioni che troviamo per vivere, e se non riusciamo ad avere ragioni nostre, ricorriamo alla ******* di Dio."



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_Hollow_  @  01/02/2015 22:07:42
   10 / 10
Che gran film. Uno dei più belli che mi sia mai capitato di vedere, sicuramente. Sidney Lumet è un grande. Qui è coadiuvato da un cast di signori attori decisamente in forma, tanto che mi risulta difficile preferirne uno (forse la prova di Faye Dunaway ... forse). I dialoghi sono magnifici, tutti, sia nelle scene tendenti al grottesco che in quelle più "normali". Alcune sono veramente memorabili e da storia del cinema, che siano monologhi di Howard Beale o dialoghi tra Max Schumacher e moglie/amante o il monologo spettacolare (visivamente ma non solo) di Jensen.
Veramente bello il finale.

Un film praticamente perfetto.

Goldust  @  03/09/2014 11:38:26
   7½ / 10
Le logiche redazionali, le brame politiche e gli eccessi di un sistema in perenne conflitto tra realtà e finzione in un'opera serrata e aggressiva firmata da uno dei più ispirati cineasti degli anni '70. Un film che ha fatto epoca, perfetto nel perseguire l'esplicito intento di sbattere in faccia all'uomo comune ( o spettatore, mi verrebbe da dire ) le micidiali regole che il business mediatico impone(va), facendole andare oltre al limite dell'umana decenza con una dose di cinismo da fare accapponare la pelle. Le divagazioni amorose della coppia d'argilla Diana Christensen / Max Shumacher rendono bene l'alienazione di lei per il lavoro, ma sono tante, ed infatti il racconto ne risente.
Impeccabile la direzione degli attori, da sempre uno dei punti di forza di Lumet, con l'istrionico Peter Finch e l'iperattiva Faye Dunaway sugli scudi.

RDN92  @  21/03/2014 13:25:27
   9 / 10
Un assolutamente film visionario, oggi terribilmente attuale. La scena che più di ogni altra spiega cinicamente come funziona il mondo odierno è quella tra Beale e il capo del Network, Jenkins. "Il mondo è un business, un'insieme di corporazioni da quando l'uomo è uscito dal magma". Parole, purtroppo, sante. Parole perfettamente incarnate nella figura della Dunaway, fredda, robotica manager di successo che cerca la scalata sociale attraverso programmi di facili ratings, che attiri il pubblico con discorsi fomentati dal contenuto profondo, ma chiaramente illusorio. La sua vita non è che questo. Lei è della "generazione della televisione" come spiega Holden. E cos'è Beale? Beale non è altro che la marionetta in mano ai potenti, crede di poter cambiare il mondo con i suoi monologhi, di poter essere realmente la voce di un profeta che parla ai suoi discepoli, ma è solo l'incosciente fruitore di una filosofia sballata manovrata dai grandi capitalisti per incrementare gli introiti. Perché? perché lui parla alla televisione. La televisione è il mezzo più diretto per parlare al grande pubblico, fornire news, una panoramica sul mondo, ma soprattutto condizionare le emozioni e le opinioni degli ascoltatori a proprio piacimento. Ma che succede quando le tue opinioni non vengono più ascoltate, quando diventi noioso e ridondante, quando non rispecchi il format del tuo Network? vieni spietatamente eliminato. Diventi un peso e uno spreco di denaro. Puoi esprimere la tua rabbia quanto vuoi per attirare l'attenzione, ma arriva decisamente il momento in cui nulla si può contro chi ha i mezzi giusti per poterti cancellare. Da questo punto di vista trovo molto brutale il finale, i capi che decidono di uccidere Beale pur di toglierselo davanti e risolvere la questione degli ascolti in calo. Verosimile? inverosimile? Chi può dirlo. Si è capaci di tutto quando girano grandi somme. Lumet arriva al punto in queste scene, mostrare la poca umanità di questo business. Niente emozioni, solo affari. Spietato consumo. Un'altra scena che voglio sottolineare è il monologo di Beale all'interno del suo nuovo spazio televisivo, in cui sbatte in faccia alla gente la dura verità: "Noi siamo l'illusione, voi la realtà". Ma non è così. Come proseguirà, è la televisione a dirci come dobbiamo vivere.

TheShadow91  @  22/11/2013 21:55:43
   9 / 10
Geniale è dir poco.Un film di 40 anni fa,che potrebbe essere stato benissimo girato oggi.Satira del potere dei mass media,unito alla perfezione con recitazione e monologhi indimenticabili, una spanna su tutti la grandissima Dunaway.Il film diventa un pò logorroico in alcuni frangenti purtroppo,ma sono piccoli buchetti di una delle sceneggiature più geniali della storia!!

Ch.Chaplin  @  04/10/2013 13:12:36
   10 / 10
Capolavoro. All'epoca probabilmente in Italia nessuno lo capì. Era di una portata di veggenza straordinaria. Un monito inascoltato. E' più attuale oggi di quanto non lo fosse nel 1976.

7219415  @  26/09/2013 00:06:24
   7 / 10
Molto attuale seppur abbia quasi 40 anni!!!

MonkeyIsland  @  25/06/2013 03:01:47
   9 / 10
Poco da aggiungere siamo di fronte a un capolavoro.
Recitato divinamente e film che nonostante abbia quasi 40 anni risulta estremamente attuale.
Imperdibile e profetico.

vehuel  @  01/04/2013 10:04:04
   9 / 10
Film superlativo, e nonostante risalga al 1976, il film rimane attualissimo oltre che profetico. Dopo averlo guardato la televisione non vi sembrerá più la stessa..
A mio parere il migliore lavoro di Lumet

BrundleFly  @  16/03/2013 11:07:50
   7 / 10
Un film che racconta, in anticipo sui tempi, una realtà ormai ben nota a tutti: il potere dei mass amedia e soprattutto di una televisione senza scrupoli.
Visto 30 anni fa avrà di certo fatto il suo effetto, ma è, a mio parere, invecchiato male.

Clint Eastwood  @  24/01/2013 20:46:03
   9 / 10
Distorto apologo di ciò che rappresenta la televisione con trent'anni di anticipo, del potere, delle influenze che ha sulle masse, sullo spettatore ignorante che continua a credere alla scatola tv del salotto.

Un Lumet lungimirante più che mai in uno dei suoi lavori migliori. Cast e recitazione perfetti.

Gruppo COLLABORATORI peter-ray  @  15/11/2012 13:00:44
   10 / 10
Dopo averlo visto per ben 5 volte posso dire ora senza indugio che questo film è un autentico capolavoro di sceneggiatura. Recitato benissimo e diretto magnificamente.

Oscar meritatissimi, e forse anche riduttivi.

Inutile soffermarmi sui contenuti perché ci si potrebbero scrivere saggi per i prossimi 50 anni.

Da vedere, rivedere e rivedere ancora... forever :)

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

The BluBus  @  07/09/2012 00:28:25
   9 / 10
E io che aspettato così tanto a vederlo... capolavoro sotto tutti i punti di vista.

I C***I MIEI1  @  24/08/2012 00:35:57
   7½ / 10
Network è un film che denuncia chiaramente il sistema che c'è dietro la televisione, sia in tono sentimentale che in tono aspro e concreto. Qui Lumet ci mostra l'intreccesarsi di due generazioni completamente opposte: gli "anziani", moralisti (diciamo così...) e conservatori, rappresentati da Max Schumacher(uomo di famiglia) e la nuova, capitanata dalla determinata Diana(single e concentrata solo sul lavoro) disposta a tutto pur di arrivare in cima. La critica più forte attuata dal film è quella dello sfruttamento delle persone che lavorando nel mondo della televisione si riducono a oggetti che finchè portano soldi alla rete vengono usati in tutte le salse possibili, quando invece perdono appeal col pubblico di massa, si cerca in tutti i modi di farle fuori (Howard Beale). Nonostante sia un film del 1976 "Quinto Potere"(oppure, come dal titolo originale che sicuramente rende di più rispetto la traduzione italiana, Network) dimostra di essere incredibilmente ancora attuale in quanto il sistema televisivo degli anni 70 corrisponde molto a quello in vigore ancora oggi.

-SAGGIO-

Naitsirk  @  02/08/2012 10:02:00
   8½ / 10
Lumet, in quest' opera satirica e involontariamente profetica , troviamo una delle più incredibili critiche rivolte alla TV, basti pensare solo alla data di uscita del film ..dialoghi storici, cast stellare ( Peter Finch incredibile) siglano una pellicola speciale.

e 82  @  20/05/2012 22:45:59
   8½ / 10
Mi stupisce l'attualità di questa pellicola. Nei "profetici sermoni" di Howard Beale rivedo le denunce di Grillo. Il panorama televisivo non sembra cambiato di una virgola. Si aggiunge solo un nuovo elemento di global* comunication: la rete, internet.
(*notare che il termine Globale non era ancora stato trovato, ma il concetto sì)

topsecret  @  19/04/2012 18:18:51
   7½ / 10
Un ottimo film, sempre di attualità, che tratteggia in maniera asciutta e profonda il cinico e spietato mondo della televisione. Un mondo in cui i sentimenti sono banditi e dove la vita di una persona si misura e si tiene in considerazione in base agli indici di ascolto.
Un grande cast, giustamente premiato dalla critica, una regia attenta e calibrata, una storia fredda e spietata, dotata di fascino e perversione, adeguatamente assistita da un ritmo che non permette distrazioni, regala una interessante ed intensa visione lasciando spazio anche alla riflessione.
Pellicola da consigliare.

vieste84  @  09/03/2012 16:39:23
   7 / 10
Film che si lascia vedere, con un tema che a me non entusiasma molto, che è una parodia sul mondo della tv e su come essa può essere influente su tutti noi e su chi ci lavora. Perfetta come sempre la Dunaway che ci consegna un' "umanoide" incapace di amare

Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  21/02/2012 23:25:36
   9 / 10
Non nascondo un certo stupore di fronte ai tanti commenti poco convinti di fronte a "Quinto potere": Lumet dirige, a mio parere, un film potentissimo, la cui apparente freddezza è solo il naturale viatico per schiaffeggiare lo spettatore con l'ordinaria devianza del mondo televisivo. Messaggio tra l'altro molto, molto attuale, in un mondo in cui il network si sostituisce sempre di più alla realtà, creandone le prerogative.
Strepitoso il cast, tutto.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  07/02/2012 12:01:22
   8 / 10
Un film che fece epoca, inutile anche ribadirlo. L'asprezza dei toni e la concitazione generale ben descrivono un mondo di squali spietati e anaffettivi che creano e disfano la realtà a loro piacimento e soprattutto interesse. Lumet era un maestro straordinario della denuncia sociale, qui si lascia prendere la mano e qualche volta scivola in un effettismo francamente improbabile (la sequenza degli spettatori che si mettono ad urlare dalla finestra è liberatoria ma anche ridicola). Si sente la mano di Chayefsky nella descrizione ambientale sanguigna, cruda, ed anche nei dialoghi fiume. Eppure la veemenza della critica televisiva regge ancora oggi e la frase d'addio di Holden alla virago Dunaway è di quelle memorabili.
Grande film-contro, con uno spettacolare parterre di protagonisti di imbarazzante talento.
"Sono incazzato nero e tutto questo non lo sopporto più" è uno slogan sempre valido.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  20/01/2012 13:48:56
   7½ / 10
Network è una disamina impietosa dei mass media all'interno del loro mondo: si parla non con tutti i torti di parodia, ma non sono completamente d'accordo. A me pare che nel film sia mostrata, pur con i dovuti distinguo iperbolici, una realtà inquietante e profetica sugli effetti che la tv può avere sulla società, e il suo comando di quest'ultima su di essa, plasmandola a suo volere: e non è un caso che il titolo italiano per una volta sia azzeccato quanto (se non più) l'originale nel suo rimando al capolavoro di Welles dove si parlava di carta stampata.
Quindi più che una parodia come genere, è la parodia di un essere umano ad essere sfruttata, ovvero Howard Beale che pur essendo ridicolo agli occhi dello spettatore del film di Lumet diviene invece il nuovo messia per le masse televisive. I dirigenti sempre più spregiudicati lo amano e lo sfruttano a loro favore per i punti d'ascolto, i suoi vecchi amici si ribellano rendendosi conto dello sfruttamento che si compie nei confronti di una persona psicologicamente fragile e ai limiti della pazzia. E il finale è l'apoteosi dell'esagerazione verosimile, con il Network che ordina una misura finale drastica e inquietante.

Se la sceneggiatura è quindi ottima, allo stesso tempo non si possono sorvolare i difetti presenti: Quinto Potere è infatti troppo freddo ed analitico, magari volutamente, ma chi lo guarda si indispettisce e fa fatica ad entrare nel meccanismo potente e mostruoso della televisione. Certo però i personaggi non sono privi di un loro fascino, inversamente proporzionale alla negatività che vanno rappresentando: in primis una bravissima Dunaway è una spregiudicata che perfino negli amplessi pensa solo al lavoro e sciorina cifre e avvenimenti avvenuti nel Network in maniera grottesca; è disumana, incarna perfettamente lo spirito di un Network rampante e disumano, appunto.
Howard Beale è la voce della verità, ma non può essere visto come un "eroe" neanche lui, dopotutto; è dopotutto un uomo con problemi mentali evidenti, che dice sì la verità ma in maniera qualunquista e retorica("Sono incazzato nero") e senza dimenticare che anche lui è lo Strumento per eccellenza della rete televisiva, che non esita a liberarsene quando dirà cose davvero scomode nei suoi deliri da profeta del tubo catodico.

E allora Quinto Potere è molto bello e significativo, Lumet come al solito dirige con eleganza e misura; ma manca qualcosa, forse proprio ciò che lo rende tanto originale decreta in un certo qual modo il lato non riuscito dell'opera: freddo, analitico, distante. Come i suoi personaggi spietati.

Levarg  @  09/01/2012 23:50:22
   7½ / 10
Film che forse non riesce a coinvolgere emotivamente, ma che cattura l'attenzione grazie a degli stupendi dialoghi. Anzi, la vera forza sono i monologhi del protagonista, che mettono in risalto ciò che può fare il mostro-tv nei nostri confronti, e come può trasformarci e schiavizzarci. E questo lo rende totalmente attuale a distanza di 26 anni!
Non ha un ritmo incalzante, ma tutto viene raccontato bene, con dettaglio: sembra quasi che il regista non voglia far perdere alcun passaggio allo spettatore.
Interpretazioni di altissimo livello.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  23/08/2011 11:30:48
   5 / 10
Uno dei pochi Lumet che mi mancava. Per anni ho voluto vederlo, ma tra un motivo e l'altro ho sempre continuato a rimandare. Con la recente scomparsa del grande regista, mi sono finalmente deciso a visionarlo. Ebbene, ne sono rimasto ampiamente deluso. Forse mi aspettavo un'altro "Quel Pomeriggio di un Giorno da Cani" ambientato tra le mura di uno studio televisivo... ma in fondo credo che la verità sia un'altra; è semplicemente un film con un buon spunto iniziale ma sviluppato in maniera piatta, stranziantemente verbosa, con una marea di situazioni forzate, e senza il minimo coinvolgimento emotivo. La critica implicita alla tv e ai mass media comandati da squali manipolatori e senz'anima si vede e si sente eccome (vedi finale), ma tutto quello che ci gira dentro e attorno, molto ma molto meno. E questo a causa degli sviluppi sopracitati, e per la presenza di dialoghi infiniti, freddi e del tutto incomprensibili.
Si salva in corner solo grazie alle ottime prove della Dunaway e di Finch (entrambi vincitori di un Oscar che il sottoscritto avrebbe comunque consegnato in ginocchio a Sylvester Stallone - o Robert De Niro - e Talia Shire). Per il resto, malgrado si affronti un tema importante ed estremamente attuale, mi sono ritrovato a combattere con sbadigli, apatia e il tasto stop in più di un'occasione (e non solo io).
Noioso e fiacco. Gran delusione.

Nota: tra i terroristi presenti in studio si può facilmente riconoscere un giovanissimo Tim Robbins.

Guy Picciotto  @  09/06/2011 16:31:00
   8 / 10
gran bel film, rivisto a distanza di anni mantiene inalterato il suo messaggio, nonostante parli di cose abbastanza sconfortanti e fondamentali su dove risieda il vero potere e la capacità manipolatrice (le tv) che ormai questo scaltro potere ha nelle proprie mani è un film che fa anche molto ridere, grazie anche alla prova della Dunaway. Un passaggio del film è molto suadente secondo me, quando Howard viene convocato dal potente deux ex machina , e questi gli spiega come stanno le cose "oggi giorno". Le parole del grande manovratore all'apostolo dei media Howard : " vedi Howard oggi le nazioni non si chiamano pià stati uniti, URSS, regno unito, francia, giappone ecc , oggi si chiamano coca-cola, apple, microsoft corporation, jp morgan chase, deutch bank, royal dutch shell, novartis, american express, at&t, ibm, pfizer, walt disney, general electric, exxon mobil, citigroup, dupont, goldman sachs, alcoa, johnson&johnson, mcdonalds, british petroleum, ecc".

Le tv sono forse lo strumento più importante affinchè la Societa' dei Consumi continui a dominare sulla terra, ma infondo perche'? perche', chi ha il controllo e guadagno dalla Societa'dei Consumi, sono le famiglie che da sempre dominano la terra, almeno dall'alba della rivoluzione industriale ad oggi chi controlla le TV(che sono la ragion di vita dei consumi ci dice anche Lumet con molto disincanto),non sono altro che le stesse Banche,e le Multinazionali,che a loro volta sono controllate dalle stesse famiglie, sono le famiglie imperiali che hanno evoluto la propria tirannia rendendola invisibile e per cio'piu'pericolosa e istallandosi in usa,inghilterra,israele, e ora tentano anche in asia grazie alla loro globalizzazione.
La tv ha rafforzato il loro potere , più di quanto hanno fatto gli eserciti in tanti secoli d' imperialismo e di colonialismo.
Grande film, da far vedere nelle scuole, RIP Lumet

guidox  @  05/06/2011 22:20:15
   9 / 10
sorretto da un cast magnifico, questo film di Lumet sfiora il capolavoro.
ci sono alcune ingenuità e qualcosina sembra un po' forzato (i terroristi e tutto ciò che li riguarda ad esempio), ma c'è anche genialità, sia in senso profetico per quel che riguarda il contenuto vero e proprio del film, sia in campo realizzativo, primo fra tutti il momento in cui tutti urlano affacciati alla finestra sotto richiesta del "pazzo profeta" Howard Beale.
dialoghi spettacolari, specie quelli di William Holden con Faye Dunaway; monologo sulla TV spettacolare da parte di Finch.
da non dimenticare.

Lory_noir  @  10/05/2011 23:14:12
   7 / 10
Violenta critica al mondo della tv, buon film e buoni attori. Emotivamente non mi ha coinvolto tanto, anche se riconosco che è un film da vedere e che da spunti di riflessione validi.

Guinea Pork  @  10/05/2011 19:43:20
   8 / 10
Probabilmente la più famosa critica cinematografica alla fasullità del mondo televisivo, descritta con una narrazione estremamente realistica che va alternandosi al grottesco più greggio. Volutamente sgradevole nel trattare il mondo dei network, il cui dietro le quinte è popolato da avvoltoi in giacca e cravatta, disumanizzati e pronti a tutto pur di arrotondare i guadagni: sfiora la misantropia e intende mettere in chiaro che la televisione, invece che una finestra affacciata sul mondo, è un mezzo utilizzato per lobotomizzare e addomesticare il normale cittadino rendendolo inoffensivo al cospetto dei porci comodi di chi amministra il potere. Forse troppo macchinoso e avvinghiato su sè stesso, resta un dignitoso lavoro di Lumet (che gira quasi tutto in interni, complice una sceneggiatura teatrale) che dirige con estro un manipolo di attori (Finch, Duvall, Dunaway, Holden) vincitori di 3 premi oscar - 4 se aggiungiamo quello alla sceneggiatura.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  26/04/2011 11:03:38
   7½ / 10
Uno degli aspetti migliori del film, sta probabilmente nella scelta narrativa di non entrare mai nel privato del suo profeta: della sua vita non sapremo nulla, nulla delle vere ragioni della sua malattia illuminata - osserviamo invece i meccanismi mediatici intorno, politici, del business, gli affari, una vasta energia sembra propagarsi dalla vertigine obliqua dei palazzi eretti nell'introduzione, compravendita d'onde elettromagnetiche. Mentre il rapporto dell'uomo con la televisione, ch'è nella relazione tra la manager Diana e il funzionario Max, vede l'uomo annichilito, la tv sovraeccitata.

Forse qualche caduta il film l'accusa, come nella scena in cui il popolo grida dalle finestre; ma conta, anche, ottime sequenze.

Nel corridoio delle verdi lampade sopra la scrivania il profeta dell’etere, un volto nel buio, con negli occhi un'espressione indecifrabile, assiste spettatore al discorso del direttore: è oratore più istrionico, più ispirato, più potente di lui. Non può rivaleggiare. Finirà in una sala, tra facce inespressive davanti al freddo di un quadro rosso, in sbrigative parole tra le quali, uguale per tono alle altre, "omicidio". Finirà con la testa per terra, folle senza vita, tra il mercato d'immagini e il traffico di voci.

camifilm  @  14/04/2011 23:44:49
   8 / 10
Ottimo. Personaggi, attori, tutto bene. Purtroppo credo che non sia stato recepito nel suo totale messaggio, visto che oggi siamo dentro a quello che il film racconta.
L'informazione, il potere dell'informazione.. che se fatta per costruire è cosa assai positiva, ma se fatta per "mantenere in stato di coma" lo spettatore.. allore è negativo per lo spettatore e non per chi gestisce il flusso delle notizie che devono essere date e non date.
OTTIMO FILM... in tutto. Peccato il messaggio sia rimasto solo un film, vista la situazione di mala informazione generale e mondiale in cui viviamo tutti.

Oskarsson88  @  14/04/2011 23:33:14
   7½ / 10
Satira feroce e pungente del mondo televisivo e delle dinamiche annesse. Fa pensare e riflettere, sicuramente un film di spessore. A me però è mancato qualcosa per considerarlo un vero e proprio capolavoro. Comunque validissimo...

-Keivan-  @  14/03/2011 15:04:24
   8 / 10
Una disamina attualissima sulla marcescenza e l'inutilità degli organi d'informazione di massa.
Sidney Lumet concentra, in un film bellissimo, l'intera essenza del mondo dell'apparenza, dello share, della menzogna e dell'inganno; un mondo inumano fatto di manipolazioni, mezze verità e distorsioni di tipo sensazionalistico per plasmare le menti degli individui, facendo loro il torto di far passare per reale situazioni, notizie, realtà varie che NON sono.

Peter Finch è una cima, e insieme a lui tutto il resto del cast.

MidnightMikko  @  26/05/2010 17:03:29
   9 / 10
Una sarcastica e spietata analisi del mondo del media televisione.
Un capolavoro, un film ironico ma anche cattivo, senza buonismi, amarissimo.
Un Lumet ispiratissimo dirige ottimamente un cast di attori al loro meglio (la petulante Dunaway bravissima, Holden sempre immenso, Finch sensazionale e Duvall cattivissimo). Ottimo!

apellegrini  @  20/04/2010 16:36:43
   5 / 10
Innanzitutto non è un bel film: cattivo,frenetico,isterico,violento.
Poteva essere una storia interessante (il suicidio in diretta)ma finisce per diventare una chiassosa denuncia i cui elementi denunciati si trovano in tutta la pellicola e questo dovrebbe disturbare lo spettatore

JOKER1926  @  05/04/2010 19:33:24
   4 / 10
Dal regista (Sidney Lumet) di splendidi film (quasi sempre a sfondo giudiziario) è un po' una sorpresa imbattersi con una pellicola davvero opaca e stracolma di difetti, insomma "Quinto potere" è un disastro cinematografico sotto tutti i possibili ed immaginabili aspetti.
Anzitutto la primissima e pesante pecca alberga proprio nella trama principale ove si narra il suicidio di un commentatore televisivo, infatti la regia, partendo da ciò si dilunga pietosamente in altri passaggi, diramando il tutto e quindi spingendo le sorti della pellicola in tutta altra direzione "allungando" miseramente e forzatamente una narrazione infima ricolma di incongruenze e di paradossi; in pratica è proprio il "succo" della pellicola che non regge, film troppo "improbabile", con un finale balordo.
Ma i guai sono riscontrabili anche sul piano tecnico, "Quinto potere" è un prodotto cinematografico difficile da seguire per via di un ritmo estremamente lento, piatto; piano tecnico a parte Denoto una regia catastrofica nella composizione dei dialoghi lunghissimi e a lunghi tratti involontaria rappresentazione del patetico.
Da salvare in questo pastrocchio c'è ben poco, forse gli attori, l'idea di base doveva essere sviluppata in modo completamente diverso, invece nasce un film senza mordente, asfissiante nella sua staticità narrativa e di azione, molto ripetitivo e indubbiamente, poco esaltante.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  16/02/2010 12:12:25
   8 / 10
Film antesignano sul potere della televisione con uno straordinario Peter Finch. Indimenticabile la scena finale.
Cult

chry2403  @  16/02/2010 11:24:59
   3 / 10
Film molto furbo che cerca cinicamente di sfruttare la morte della giornalista americana Christine Chubbuck suicidatasi in diretta televisiva solo un anno prima dell'uscita del film. Il regista Lumet critica un sistema televisivo che in quei tempi non aveva ancora il potere di adesso con il clamoroso annuncio della morte dell’achorman, gesto che viene subito accantonato ma utile come specchietto delle allodole per attirare il pubblico.

La visione è molto incostante, si passa da una tranquillità apatica ad un turbinio di parole da parte dell’anchorman e della responsabile dei programmi, irritanti in entrambi i casi per il modo in cui vengono espresse, anche se spesso corrispondono alla realtà dei fatti di tutti i giorni. Totalmente fuori dalla realtà invece l’accordo con i terroristi: le forse dell’ordine non dicono nulla? Nessuna indagine? Nessun provvedimento?

Ho trovato lodevole l’idea che la televisione potesse essere pericolosa influenzatrice delle masse, ma è stato mostrato in modo troppo pesante ed estremamente chiassoso ottenendo il risultato di far calare l’attenzione dello spettatore invece d’incrementarlo come suppongo fosse l’obiettivo del regista. Trovo molto azzeccato il titolo italiano, decisamente migliore dell’originale che non dice proprio nulla.

Il finale è incomprensibile, le motivazioni del suo svolgimento possono anche essere chiare, seppur ciniche, ma il modo è fuori da ogni logica: Lumet ha preferito chiudere il film col botto confondendo ancor di più la visione.

Indubbiamente Finch non è stato affatto malvagio nell’interpretazione dell’anchorman pazzoide ed anche la Dunaway ha mostrato una buona grinta: due Oscar meritati. Gli altri si sono adagiati troppo nei loro ruoli più tranquilli e nessuno ha dato sfoggio di qualche lampo di classe tranne un Duvall in buona forma. Incomprensibile l’Oscar alla moglie tradita.

Film molto pesante, mi sento di sconsigliarlo a meno che non si abbia voglia d'avere una serata molto irrequieta.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  10/02/2010 17:15:52
   7½ / 10
Buon film, non un capolavoro. Ha il pregio di essere ancora attuale ma forse, più che un merito del regista è un demerito collettivo.
Come disse Tullio Kezich: "È un film rude, impietoso, a tratti sensazionalistico come le trasmissioni che condanna. "
Una visione è giusto concedergliela.

9 risposte al commento
Ultima risposta 10/02/2010 21.00.20
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TopoXL  @  01/10/2009 12:46:11
   7 / 10
bel film.
l'ho visto a 30 anni dopo averne sentito parlare per tanto tempo!
sinceramente pensavo meglio....

Orwell1989  @  27/07/2009 15:02:04
   8 / 10
Questo film ha il grande pregio di essere pieno di battute e frasi sconvolgenti e terribilmente realistici e attuali. La storia in sè sorprende e suscita riflessioni sul rapporto sistema-antisistema: il sistema che ingoia l'antisistema e ci guadagna sopra, dando però all'antisistema la possibilità di esprimersi e, magari, di sconfiggerlo, ben sapendo che non lo potrà mai fare in quanto da quel momento l'antisistema avrà bisogno del sistema per poter svolgere le sue funzioni. Per non parlare delle acute riflessioni sulla società, mutilata e plasmata sui format televisivi, sempre più osceni e ridicoli, che a loro volta sono succubi delle logiche di profitto e di mero guadagno e speculazione finanziaria, che annullano e svuotano di significato nazione, democrazia e ideologia. Il film in sè in alcuni punti può risultare noioso, ma il senso, le battute ed il significato sono tra i più profondi ed attuali per quel che riguarda la società contemporanea.

Invia una mail all'autore del commento RadicalGrinder  @  27/07/2009 02:04:16
   9 / 10
Salve. Sono Diana Christensen, un lacché razzista delle sfere dominanti imperialistiche.
Sono Lory Nobbs, una sporca comunista negra.
Mi sembra la base per una forte amicizia.

crimal9436  @  13/07/2009 09:29:23
   8½ / 10
Tema trattato magnificamente

The Legend  @  11/07/2009 22:54:44
   4 / 10
E' un film che sente molto, sulle spalle, il peso degli anni che porta.

Nel 1975, nello svelare i meccanismi perversi di un mezzo in fondo ancora molto giovane e a cui nessuno pensava come 'mostro', Quinto Potere poteva sembrare un pellicola geniale, visionaria, persino credibile nella sua lucida follia.

Oggi quel che rimane è un film lento, didascalico, e (difetto grave) totalmente privo di senso dello spettacolo. L'ho seguito davvero a fatica, lo ammetto. Colpa anche di attori di scarsissimo appeal (a parte la Dunaway).

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  18/05/2009 23:19:18
   8 / 10
"Ascoltatemi! La televisione non è la verità! La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni, giocatori di calcio! Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere."

Film di un'attualità sconcertante. Un film moderno nonostante i suoi 34 anni suonati. La potenza dei media e la loro capacità di plasmare le masse. Il fastidio e il disappunto che dona allo show-business, e al magma politico che opera subtraccia, un soggetto che cerca di dire la verità su un canale televisivo. Ricorda a tratti le vicende nostrane di un famoso comico/satiro.
Tutto è fatto in funzione dell'ascolto: da qui la spazzatura televisiva.
Film che anticipa i temi che oggi affiorano in modo devastante.
Grandi attori, veramente grandi soprattutto Peter Finch (oscar e che colpevolmente non conoscevo) e ottima regia con sequenze veramente splendide. Grande sceneggiatura, veramente interessante e profonda.
Opera magnifica, peccato per il titolo italiano infimo e orribile. Una delle pellicole migliori di Lumet peccato che è misconosciuto.

"Non esiste l'America, non esiste la democrazia"

clayman  @  05/03/2009 14:11:19
   9½ / 10
FIlm dall'attualità sconvolgente .... lascia basiti per quante verità dica !!!
Sembra un estratto della nostra realtà quotidiana ... Lumet ha dimostrato una visionaria lungimiranza .....
E' proprio vero che la tv ha annientato e continua ad annientare la soggettività dell'uomo. Ormai viviamo seguendo pedissequamente quello che ci dice qualcun altro senza dar sfogo alla nostra unicità sia razionale che sentimentale e piano piano ci stiamo trasformando in robot senza personalità. La maggior parte degli uomini ormai vive solo in funzione di denaro, successo e potere ! Strepitosa e contemporaneamente spaventosa la scena del colloquio tra il sig. Jensen e Howard Beale, una tra le scene più memorabili del mondo del cinema

Grandissimo il cast che da ritmo al film senza mai banalizzarlo Duvall, odiosissimo ma grandissimo anche nel ruolo del "cattivo", Finch , un trascinatore i cui discorsi sono di una modernità imbarazzante , la Dunaway, spietata arrivista e perfetto esempio di una vita completamente in mano al mondo dell'etere ed infine Holden anche lui strepitoso !!!!
Da vedere assolutamente !!! Una pietra miliare del cinema !!!!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  28/02/2009 13:13:01
   7½ / 10
Film curioso che ci parla del potere dei media attraverso dei personaggi grotteschi e con sete di potere...chi è il piu' ragionevole?Il pazzo che urla attraverso la televisione le verita' al pubblico o la regina dei palinsesti disposta a eliminare fisicamente la sua creatura perche cominciava ad abbassare l'audience?
Anche se tutto viene girato in interni l'ottima sceneggiatura e la bravura dei protagonisti impediscono allo spettatore di annoiarsi,ogni frase è calibrata alla perfezione e ci sono dei duetti fantastici che ci fanno sembrare i Media dei perfetti mostri!
Finale perfetto e indovinato..."spegnete la tv adesso"!

lordsynclair  @  11/01/2009 00:31:58
   10 / 10
"Lei ha osato interferire con le primordiali forze della Natura, signor Beale, E io non lo ammetto!"...WOW!!! che film spettacolare,attuale oltre i limiti è la terza volta che lo vedo dopo tanti anni,sono quei film visionari che la memoria non cancella.Una felice intuizione stilistica della regia di Lumet è quella di aver imprigionato i suoi personaggi in una messa in scena claustrofobica e soffocante, incentrata su interni stretti, scarsamente illuminati dalla luce artificiale o dal debole fluido luminescente del video, avvolti nella penombra, a significare il loro isolamento dal mondo esterno, il venir meno di vie di comunicazione con la realtà.Ma meglio di tutto è vederlo e rivederlo più volte,giustamente premiato con vari oscar non parliamo dell'interpretazione di Peter Finch ,sublime arte allo stato puro non dimenticherò mai le sue magiche parole ..

" Questa non è più una nazione di individui indipendenti, oramai. È una nazione composta da duecento e oltre milioni di esseri transistorizzati, deodorizzati, più bianchi del bianco, tutti profumati al limone: dei tutto inutili come esseri umani, e rimpiazzabili come pezzi di un'auto"



Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bellin1  @  06/01/2009 12:47:03
   6 / 10
Tema molto interessante e realistico che si contrappone ad una composizione tecnica troppo lenta. In piu' francamente non capisco tutti questi oscar agli attori.Addirittura tre...muah.
Comunque la trama e' interessante, suscita interesse ed e' profondamente attuale, purtroppo.
Simpatica la scena dello "strillo" colettivo..:)

Sufficiente pieno. 6+

Invia una mail all'autore del commento King Of Pop  @  27/09/2008 01:22:44
   7 / 10
La televisione è forse la peggiore "epidemia" che sia mai capitata all'uomo.Milioni di persone che si lasciano controllare mentalmente,si lasciano intrattenere da programmi spazzatura che li distraggono da quello che veramente accade nel mondo.Quinto potere,titolo italiano molto azzeccato che si ricollega a quarto potere,film che descriveva la potenza della stampa dell'epoca (e anche oggi),capace di influenzare le opinioni della gente,è una pellicola basata su temi molto progrediti per quegli anni
quell'epoca : forse perchè negli States la schiavitù (mentale) è arrivata molto prima o forse perchè è semplicemente una previsione di quello che sarebbe accaduto negli anni a venire.Peccato però che ha anche i suoi difetti : fa molta fatica a "decollare",infatti rischia di annoiare lo spettatore.Spettacolari i monologhi di Howard Beale (Peter Finch),che fungono da vere e proprie "calamite" per attirare la massa e risvegliarla.Verso la parte finale la pellicola si riesce a risollevare.Nel complesso film epocale,da non perdere assolutamente.

1 risposta al commento
Ultima risposta 27/09/2008 01.23.57
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hartigan85  @  22/07/2008 20:36:52
   9 / 10
"Esiste soltanto un unico, un solo sistema di sistemi. Uno, vasto e immane, interdipendente, intrecciato, multivariato, multinazionale dominio dei dollari"

Attenzione: ciò che avviene in Italia è un pericoloso tentativo d renderci inoffensivi davanti allo skifoche ormai ci circonda.
Il calcio,il grande fratello,amici,uomini e zozze,etc... sono tutti tentativi di distrarci...
Questo film era troppo avanti...forse perchè avanti erano già purtroppo gli states con questo strisciante e pericoloso "quinto potere"

Simmetria84  @  17/07/2008 15:11:40
   8½ / 10
Un gran bel film, non tanto tecnicamente (non che pecchi in questo ma reputo che non abbia bisogno di particolari fronzoli tecnici) quanto per l'ottima riflessione sul mondo televisivo e sui suoi meccanismi, in anticipo sui tempi.
Non voglio ripetere quanto scritto da altri che hanno commentato prima di me, credo solo che il film vada visto, il resto verrà da se..

Invia una mail all'autore del commento malocchio  @  15/06/2008 21:12:56
   10 / 10
capolavoro assoluto e soprattutto incredibilmente attuale

Invia una mail all'autore del commento wega  @  03/06/2008 13:25:08
   7½ / 10
Allora, questo film è, in sè, bellissimo, Lumet riuscirebbe a render avvincente pure una storia di un cane nella sua cuccetta, ma santo cielo, ha sul serio "tutti i difetti che vorrebbe denunciare".
Attuale più che mai, in una tv che fagocita l'inverosimile, purtroppo in questo caso ha usato gli stessi mezzi -spesso improbabili- per strutturare la sceneggiatura stessa della pellicola: metamorfosi psicologica di Howard Bill principalmente, ma anche agganci giusti per recuperare rapine filmate amatorialmente (dubito fortemente sia possibile), e tutta una serie di ostentati isterismi.
Ho visto il film ahimè già con questa pulce nell'orecchio, non potrei scrivere altrimenti, essendo effettivamente daccordo.
Gran prova d'attori, Duvall e Finch su tutti, e gran senso dell'umorismo, la sequenza delle "*******" mi fa esilarare ogni volta come fosse la prima.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  28/05/2008 21:26:17
   10 / 10
Nel ’74 la conduttrice di un talk-show americano, Christine Chubbock si suicidò in diretta con una .38 estratta dalla sua borsetta dicendo: “Ed ora, seguendo la politica di Channel 40 di offrirvi sempre le ultime notizie su fatti di sangue e massacri, con colori vivi, state per vedere un'altra esclusiva - un tentato suicidio”.
È lo spettacolo. Nulla di più, nulla di meno. Lumet analizza, con un’intelligenza e una sapienza cinematografica e tecnica degne del miglior Altman, le relazioni fra masse e tv (la quale è inscindibile dal concetto di spettacolo).
E come non si può pensare a una degenerazione del “grillismo” italiano? Nel personaggio di Howard Bills, vero e proprio ispirato e ispiratore, vero guru inascoltato dal potente (accecato dalla brama di potere = Faye Dunaway), ma ascoltato dal popolo, il popolo-pecora che ha bisogno però di risposte e le cerca in un pagliaccio (e continuo a parlare di “degenerazione” del fenomeno-Grillo) che sta semplicemente facendo il mestiere di giornalista con un pizzico in più di populismo. Tutti questi sono cardini fondamentali del problema legato alla tv-spettacolo-spazzatura; la cosa geniale è il movente dell’atto incredibile del finale (semispoiler: da legarsi all’episodio che ho riportato all’inizio), ossia non tanto nell’aver detto la Verità, bensì nell’aver “un basso indice di ascolti”…e viene avvalorata la tesi del boss che facendo quell’apocalittico (e fino a quanto vero??) discorso sulle logiche del mondo, annacqua col qualunquismo e la spettacolarizzazione del logos (ricordarsi della fotografia e della teatralità della scena nei gesti del dirigente e nel girato) il concetto di Informazione.

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Ultima risposta 30/05/2008 14.02.24
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denny86  @  13/05/2008 23:03:04
   8½ / 10
Veramente un buon film con una trama ben sviluppata che affronta una tematica di grande interesse anche per quei tempi. Da vedere.

serrano  @  08/05/2008 10:40:03
   10 / 10
visto ke nessun impavido ha dato 10....

è genialE e sconvolgente, comunque!
e soprattutto, di estrema attualità!
in particolar modo, ci dovrebbe far rendere conto della differenza tra un paese, che avrà si tutti i mali del mondo, ma ha anche un pò di democrazia (gli USA) ed uno, dove, oltre ad aver ancor più mali, non ha nemmeno uno straccio di quella (Italia).
Infatti, nella seconda metà del film, come i dirigenti del canale si accorgono che il protagonista, da miniera d'oro si stava convertendo in una bomba ad orologeria, si rendon conto che non potevano licenziarlo (tentanto quindi di censurarlo), perché se lo avessero fatto, qualsiasi altra televisione lo avrebbe subito contrattato e dunque, come si suol dire, "oltre al danno, anche la beffa".
Ecco...vedete com'è difficile censurare in un paese dove c'è un pò di democrazia e libera concorrenza ?!
Perché in Italia invece sembra una cosa così allucinante questa ?!
Perché se uno viene censurato in RAI non verrai mai contrattato da MEDIASET o altre tv minori o viceversa ?!
Forse xké il nostro paese è in mano ad un nanetto che, quando gli va di s**** controlla 4 televisioni e quando gli va bene invece (come ora) ne può controllare anche 6 o 7!
Pensateci bene....attualizzandolo alla nostra realtà....a chi può assomigliare il nostro protagonista "profeta incazzato" ?!?!?!?!!?

"Noi crediamo solo alla televisione, perché meno del 3 % di noi legge libri e meno del 15% di noi legge giornali..." (quest'ultima affermazione non è valida in Italia)
"Spegnete i televisori....voglio che li spegniate subito!"

RIVOLUZIONARIO !!!!!!

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  14/04/2008 12:58:49
   8 / 10
Network è uno di quei film che difficilmente si dimenticano: una denuncia al potere della televisione, che è spietata nei confronti dei suoi protagonisti, che sovrappone l'audience alla vita umana, che aliena coloro che stanno dietro alle quinte fino a farli vivere solo per essa!
è un film con protagonisti eccezionali, da holden a finch, dalla dunaway a duvall! tutti perfetti per il proprio ruolo, diversi l'uno dall'altro ma simili nella capacità di bucare lo schermo e rimanere nell'immaginario dello spettatore affascinato!
il finale è veramente scalpitante, con una regia asciutta che sovrappone alla voce del narratore le immagini dell'ultimo spettacolo televisivo del premio oscar peter finch!

mainoz  @  31/03/2008 09:59:35
   9 / 10
Immenso capolavoro di Lumet. Qui c'è tutto. C'è una forte denuncia al potere persuasivo della televisione e al potere delle corporation, c'è una storia d'amore "impossibile", c'è una storia di ordinaria pazzia (Finch memorabile), c'è anche della comicità nella "disumanizzazione" (la Dunaway che parla solo di lavoro anche a letto!). Regia magistrale, attori mostruosi.

Io amo il cinema per questi film

DieHard  @  29/03/2008 13:43:53
   9 / 10
rivisto dopo molti ann.i mi ha colpito per la prova degli attori, 4 attori premi Oscar uno più bravo dell'altro.
film incredibile che ha precorso i tempi se si pensa che è del 1975.
Lumet si conferma uno dei registi più geniali e sopravvalutati

Marenco  @  24/03/2008 17:22:48
   9 / 10
Un film di sconvolgente attualità... I monologhi di Peter Finch e del capo del network sembrano usciti fuori da un'azienda, qualche giorno fa..
Sidney Lumet ha sempre anticipato le cose... Questo film è una delle più realistiche e verosimili illustrazioni della realtà televisiva. In trent'anni le cose ovviamente sono peggiorate.

Il telepredicatore Peter Finch non è poi molto lontano dal nostro Beppe Grillo, i discorsi se vogliamo sono quasi gli stessi. E' questo che spaventa sul serio...

ulisseziu  @  22/03/2008 12:02:49
   9 / 10
Capolavoro.
Ottima la miscela di sarcasmo e surrealismo che poi diviene realtà vera e propria: la televisione.
Bella e azzeccata anche la storia parallela dei due fori dalla schermo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  20/03/2008 23:01:51
   8 / 10
"Il primo uomo ucciso a cuasa dei suoi bassi indici di ascolto". La televisione si misura solo in questo, senza curarsi troppo di cosa trasmette e come lo trasmette: l'indici sono fondamentali. Il monologo finale di Holden mentre sta lasciando definitivamente la Dunaway racchiude l'essenza di tutto il film e ciò che è diventata ed è tuttora la televisione.

alex75  @  05/03/2008 12:01:07
   9 / 10
Magnifico esempio di cinema teorico degli anni Settanta.
Un network televisivo in cui dominano le spietate leggi dell'audience arriva a sfruttare la pazzia di un suo news announcer per aumentare gli indici di gradimento. Regia lucidissima, attori straordinari e sceneggiatura impeccabile in questo inquietante teorema sulla comunicazione di massa. Gli orrori televisivi di oggi presentati in anteprima, molto prima della berlusconiana decadenza televisiva che oggi ci affligge. Imperdibile.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  02/01/2008 21:11:59
   7 / 10
Dopo Orson Welles che nel '41 analizzò i devastanti poteri della stampa, ci pensa Sidney Lumet a focalizzare sul nuovo mezzo di propaganda e condizionamento mondiale: la televisione.
Così nasce Quinto potere, in inglese Network, una storia di anchormen che si tinge di nero.
Non esaltante, ma modernissimo in quanto a tematiche: si pensi solo a quanti uomini di spettacolo si servono della televisione per predicare la loro filosofia o quanti ne vengono fatti fuori perchè non hanno un audience soddisfacente (almeno però non vengono uccisi).
Ed ora aspettiamoci Sesto potere, un film sulla gigantesca ragnatela mondiale: Internet.

castoro79  @  06/12/2007 00:35:21
   9½ / 10
Grande Film! Nel 1975 Lumet dà una delle più lucide previsioni di quello che sarebbe diventato il costume, la società della televisione. Per molti aspetti potrebbe sembrare esagerato ma il messaggio arriva forte e chiaro... e quello che oggi accade intorno a noi, dai ragazzini di 12 anni che passano la vita in casa invece di giocare a nascondino, a tuttti quelli che la sera si spengono davanti alla tv, è esattamente quello che passa nelle parole del "Profeta Pazzo"! Una delle frasi più belle del film è secondo me : "Tu sei la pazzia furiosa... Ma non io. Non finchè potrò provare piacere, sofferenza e amore!"
Grande film, grande la prova degli attori. Buona la fotografia essenziale. Eccezionale la sceneggiatura. Il film è un must! DA VEDERE!!

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  22/09/2007 22:43:13
   7½ / 10
FILM SULLA DEGENERAZIONE DEL MONDO DELLA TELEVISIONE. LUMET AVEVA CAPITO TUTTO.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  06/04/2007 22:29:21
   7½ / 10
E' Peter Finch a detonizzare l'attenzione dello spettatore in questo (comunque) coraggioso pamphlet sulla coercizione del potere medianico.
Memorabile soprattutto quando Howard Beale usa lo strumento del potere televisivo per invitare la gente ad alzarsi e urlare fuori dalle finestre "sono inc.... nero e tutto questo non lo sopporto piu'".
Altrettanto incisivo, e nondimeno inquietante, è il monopolio giornalistico che, dati auditel in mano, capisce che puo' sfruttare la provocazione del protagonista in un successo di ascolti.
Un film, francamente, troppo vibrante e necessario per essere davvero memorabile, ma quel che è certo è che ha lasciato qualcosa a tutti, ed è difficile restarne indifferenti

The Monia 84  @  13/03/2007 17:26:33
   9 / 10
Uno dei massimi esempi del grande cinema d’autore americano degli Anni ’70 e uno dei migliori sul potere oscuro della televisione.
Ironico, caustico, cinico, lucido, “Quinto potere” è un incredibile gioiello a metà strada fra il dramma satirico e la commedia nera, un ritratto feroce e spietato del mondo sociale in cui viviamo: tutto fumo e niente arrosto, solo apparenza e niente sostanza.
Memorabile la Dunaway, in un ruolo che le riserva, giustamente, le scene più esilaranti della pellicola.
Da conservare e rivedere ad ogni occasioni.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  28/12/2006 18:29:09
   9 / 10
Ottimo film sullo spietato mondo della televisione.
"Tutto il mondo è business" è uno dei messaggi di questa pellicola diretta perfettamente da S. Lumet.
Un cast eccellente, una Faye Dunaway acida, arrogante ed ambiziosa fino al midollo; un ottimo Peter Finch, un buon W. Holden e Robert Duvall minaccioso ed insopportabile come pochi.
Una critica sociale lucida e lineare.
Un film da vedere.

franx  @  26/05/2006 14:20:46
   9½ / 10
Sono daccordo con Crimson.
Questo film racconta per filo e per segno la realtà del mondo dell'informazione senza esagerazioni (salvo la scena finale, FORSE).
Un film come pochi.

quaker  @  04/05/2006 23:36:50
   9½ / 10
Profetico. Attori eccezionali. Tutti da Oscar. Da non perdere.

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