quiller memorandum (1966)

La risposta più morigerata e meno spettacolare - quasi da "colletti bianchi" - al genere spionistico alla 007 che stava prendendo piede in quegli anni. Opera anomala senza dubbio, con poca verve ma con più di una sequenza ben impaginata, non farà battere il cuore dello spettatore ma neanche potrà essere catalogata come una buffonata improbabile. Certo oggi di film sui neonazisti e compagnia cantante ne abbiamo fin sopra i capelli, tuttavia in epoca di guerra fredda il filone non era ben lontano dall'essere saturo. Cast nella media.

Un thriller spionistico veramente anomalo tutt'altro che ricco di azione, lontano dal glamour di James Bond e dall'Harry Palmer di Ipcress. Semmai possiede già gli elementi che verranno messi in luce dal recente La Talpa di Alfredson. la sceneggiatura di Pinter si concentra maggiormente sul protagonista da cui traspare un certo grigiore e soprattutto un profondo senso di solitudine e disillusione. Un uomo che non fida di nessuno, nemmeno dei suoi alleati, ma che in fondo vorrebbe fidarsi di qualcuno. Sotto questa luce è molto bello il finale, magnifico nella sua ambiguità.