quattro notti di un sognatore regia di Robert Bresson Francia, Italia 1971
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quattro notti di un sognatore (1971)

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locandina del film QUATTRO NOTTI DI UN SOGNATORE

Titolo Originale: QUATRE NUITS D'UN RÊVEUR

RegiaRobert Bresson

InterpretiIsabelle Weingarten, Guillame Des Forets

Durata: h 1.15
NazionalitàFrancia, Italia 1971
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 1971

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Trama del film Quattro notti di un sognatore

Un pittore parigino salva dal suicidio una ragazza disperata che gli racconta l'amore per un uomo. La sua vita ne è sconvolta e cerca di aiutarla.

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Voto Visitatori:   7,70 / 10 (5 voti)7,70Grafico
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Voti e commenti su Quattro notti di un sognatore, 5 opinioni inserite

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Italo Disco  @  21/02/2024 16:16:02
   5 / 10
Film romantico ma estremamente troppo freddo. Salverei un paio di canzoni messe là a intervallare i complessi dei due ragazzi e l'oscurità ben mostrata che li circonda.

Thorondir  @  04/04/2023 11:18:15
   8 / 10
Solitudini che si incontrano nel classico rigorismo assoluto di Bresson. Poetico, doloroso, umano.

Guy Picciotto  @  24/10/2021 20:16:53
   8½ / 10
Sicuramente il mio film di Bresson preferito, ma di certo non il migliore, ma io sono allergico ai best of.
Un oceano di torpore che annienta l'effettismo parvenu e spiega il dispiegarsi illusorio sensoriale del notturno.
Bresson continua la sua personale scalata all'equivoco della vita, e non è facile concludere con l'ultima scena con un mezzo sorrisetto da ebete quando in realtà è un finale da figura di m.e.r.d.a tale che non resterebbe altro che buttarsi da un ponte.

MidnightMikko  @  29/02/2012 09:17:55
   7 / 10
"Quattro Notti di un Sognatore" è un buon film, ma secondo me non completamente riuscito. Tratto dal bello ma immaturo romanzo di Dostoevskij "Le Notti Bianche", Bresson dirige quest'opera gradevole ma un po' lacunosa. La regia è buona, Bresson non vuole fare il virtuoso, le inquadrature vogliono sondare l'animo dei personaggi, le loro espressioni sono l'enfasi della scena, non servono movimenti di macchina eccessivi. Ma tra la bellezza delle inquadrature, del montaggio e dei silenzi ci sono una fotografia veramente molto insipida, una sceneggiatura a volte meravigliosa a volte completamente adagiata sulle parole dell'opera a cui si ispira e una interpretazione degli attori veramente rigida e fredda. Penso che complessivamente il punto più basso del film sia proprio la recitazione: i volti svampiti, i personaggi freddi, incompresi, esistenze silenziose nella caotica Parigi notturna, fanno tenerezza nella prima mezz'ora, per poi diventare irritanti e noiosi per tutto il resto del film. Non si sente l'amore, la passione che comporta, ma c'è freddezza assoluta. Forse è una caratteristica che Bresson ha voluto mettere esplicitamente per descrivere qualcosa che evidentemente io non ho capito. Tuttavia rimane un buon film, scorrevolissimo ma purtroppo a tratti veramente pesante.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  05/09/2009 21:44:15
   10 / 10
"Quattro Notti di un Sognatore" è uno dei miei Bresson preferiti, per il semplice fatto che il protagonista - Jacques, un giovane pittore - sono io, quello lì, molto simile anche fisicamente, incline a gesticolare, a parlare poco, un ragazzo "innamoratosi un numero imprecisato di volte ma di nessuno, di un ideale". "La mia storia? Ma io non ho una storia, non vedo nessuno, non parlo con nessuno". Il film è raccontato in quattro notti, dove l' ossessiva narrazione per monologo interiore già usata dall' autore, qui può diventare una registrazione da ascoltare, ancora più ossessivamente, anche in un tram affollato. Il protagonista una sera salva la bella Marta da un tentativo di suicidio (film successivo a "Una Femme Douce" tra l' altro) da un ponte di Parigi; il "peccato" e la salvezza sono ridotti a simboli: un paio di scarpe riposte simmetricamente sul cornicione del Pont-Neuf, e una mano che afferra il braccio. Marta è una ragazza che ha perso la speranza di rivedere il suo amato, e della quale Jacques si innamora subito, e realizza che forse, a qualcuno, vale la pena raccontare se stessi; d' altro canto, pure Marta scopre di essersi innamorata di Jacques. Dalla particolare teoria di un amico, pittore accademico pure lui, che mostra un paio di foto con delle piccole macchie "più sono piccole, più è grande il mondo che definiscono suggerendo, quello che conta non sono le macchie, ma tutto ciò che non si vede" emerge forse il pensiero dell' ultimo Bresson, di un mondo astratto, popolato da uomini piccoli in balìa di un Male metafisico (in "Lancillotto e Ginevra" le armature contengono il vuoto dell' anima, nell' "Argent" le persone e le cose sembrano mosse per mezzo di fili). E' comunque un Bresson diverso, nessuna tragedia, c' è spazio per qualche inserimento blues. Solo una storia come tante altre, e quando lei, dopo quattro notti rivede il suo amato in mezzo alla folla, lascia Jacques con un bacio sulla guancia e un vuoto dentro marcato dalla solitudine.

15 risposte al commento
Ultima risposta 13/02/2011 22.05.55
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