Veronika e Boris sono due giovani moscoviti che si innamorano l'uno dell'altro appena prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Boris deve partire per il fronte e Veronika, rimasta sola, per far fronte alle difficoltà economiche della sua famiglia, accetta di sposare il ricco cugino, pur non amandolo. Alla fine della guerra, lei attenderà il ritorno di Boris dal fronte, nella speranza vana di poterlo riabbracciare.
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Molto struggente, la vera protagonista è, in parte sorprendentemente, Veronika, elemento femminile che vive varie sofferenze dall'inizio della guerra, vero elemento tragico e centrale attorno a cui ruota tutta la vicenda. Stile particolare per essere un film russo, a tratti ricorda un classico americano pur con le dovute differenze registiche, che raggiunge il suo apice nel finale con un misto di tristezza e commozione ma anche speranza e fiducia per un futuro migliore. Non eccessivamente patriottico come mi sarei aspettato, ci sono scene in cui viene pure preso in giro l'aspetto comunista (il momento dei regali per la partenza di Boris, con il padre che deride bonariamente le ragazzine) e comunque per quanto la guerra sia presente, i risvolti più importanti sono quelli sentimentali, vissuti da Veronika. Mi è piaciuto anche se l'ho trovato molto meno innovativo e speciale rispetto a Soy Cuba dello stesso regista.