qualcosa nell'aria regia di Olivier Assayas Francia 2012
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qualcosa nell'aria (2012)

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locandina del film QUALCOSA NELL'ARIA

Titolo Originale: APRÈS MAI

RegiaOlivier Assayas

InterpretiClement Metayer, Felix Armand, Lola Creton, Dolores Chaplin, Nathanjohn Carter, India Menuez, Victoria Ley, Carole Combes, Mathias Renou

Durata: h 2.02
NazionalitàFrancia 2012
Generedrammatico
Al cinema nel Gennaio 2013

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Trama del film Qualcosa nell'aria

Nella Parigi degli anni Settanta, il 17enne Gilles cerca di trovare la sua strada tra i fermenti politici che lo circondano e le aspirazioni a diventare un regista. Contrario all'idea dominante di un impegno totale nella politica, cerca nell'arte la via per realizzare sogni e aspirazioni.

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Voto Visitatori:   6,92 / 10 (6 voti)6,92Grafico
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Voti e commenti su Qualcosa nell'aria, 6 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

uito  @  27/07/2014 13:17:15
   5½ / 10
Pellicola allusoria dove si vuol dire tutto (e troppo...) finendo per cadere rovinosamente dietro la solita retorica abulica. troppi vuoti di sceneggiatura rendono ancor più confusionario il prodotto finale.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

charles  @  07/05/2014 21:32:23
   7 / 10
Devo ammettere che durante la visione mi sono un po' perso e qualche piccolo momento di noia non è mancato. Eppure... i film talvolta ci piacciono perché ci lasciano qualcosa, una sensazione, un ricordo... e questa fotografia dei primi anni settanta mi è rimasta dentro, forse perché il regista, che ha voluto dipingere un quadro più di quanto non abbia voluto narrare una storia, ha saputo rappresentare con una grande sensibilità e senza pregiudizi, i comportamenti, i sentimenti e gli smarrimenti di una generazione, sognatrice, ingenua ma non innocente, solo un po' più anziana della mia.
Peccato per il doppiaggio italiano che non mi è sembrato all'altezza. Per una volta, invece, la traduzione infedele del titolo è indovinata: quel "qualcosa" Assayas ce l'ha saputo raccontare.

TheLegend  @  19/05/2013 22:28:08
   6½ / 10
Lo storia raccontata è interessante e il film è girato senza sbavature.
Peccato che gli manchi qualcosa per arrivare pienamente all'anima dello spettatore.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  21/09/2012 00:07:33
   7 / 10
Il film di Assayas è uno spaccato generazionale chiaramente in debito verso un certo cinema-contro da nouvelle Vogue che trova soprattutto in Godard la sua principale fonte d'ispirazione. Sogni e speranze di questo manipolo di ragazzi vengono esposti con appassionata partecipazione, sia nella lotta per raggiungerli, sia nella disfatta finale, quando tutti si ritroveranno con un pugno di mosche in mano e, paradossalmente, asserviti a quelle costrizioni dalle quali avevano sempre preso le distanze.
Sebbene la pellicola abbia i suoi momenti di grande pathos (degno di ogni lode il finale metacinematografico), resta la sensazione che il regista, dopo una serie di opere poco felici, abbia voluto giocare facile con un tema fortemente empatico, cucendoci attorno tutta una serie di status symbol dell'epoca (gli Lp e i libri su Mao, le droghe e i raduni, gli sperimentalismi e le nuove avanguardie artistiche e tanto altro) per creare la giusta atmosfera. E il risultato, alla fine, appare sin troppo freddo e calcolato, oltre che anacronistico.
Un film assolutamente godibile,che nulla toglie né aggiunge alla gioia rivoluzionaria di quel periodo.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  19/09/2012 10:52:57
   7½ / 10
Colpisce positivamente questo romanzo di formazione, in parte autobiografico, ambientato in quell'epoca turbolenta e vitale post '68. Gli stimoli non mancano come le tante scelte cui si trova di fronte il giovane protagonista, diviso tra l'impegno politico dei collettivi, la pericolosa deriva verso la lotta armata con il proprio individualismo artistico. Questo suo bisogno di esprimersi artisticamente lo allontanerà gradualmente dall'esperienza movimentista, aprendo a quella disillusione simile ad un Pentothal francese. Quella disillusione di chi voleva cambiare il mondo e si troverà cambiato.
Un fuoco fatuo raccontato senza andare mai sopra le righe, quello da Assayas, tuttavia con un eccesso di freddezza da non farmi entrare con molta empatia nei personaggi. Di ottima scelta la colonna sonora, ascoltare Terrapin di Syd Barrett mi ha offerto un tuffo al cuore inaspettato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  17/09/2012 22:56:54
   8 / 10
Combinare slogan, letture filosofiche, sentimenti, musica, rappresaglie e psicologia non è esattamente la cosa più facile del mondo, e se si pensa al post-68" e al tema che fu affresco di tanti film rigorosi di Garrel, di Godard, di Bertolucci ("The dreamers" in part.), davvero sfruttato al massimo. Invece l'operazione di Assayas, leone d'oro "morale" alla mostra del cinema di Venezia (ha avuto il plauso più alto della critica, più di Kim-Ki duk è si è dovuto accontentare di un premio minore alla sceneggiatura) diverge da quella di molte altre su temi simili. Plastificando il discorso ideologico (come invece faceva fino all'insopportabile La cinese di Godard), con la rarefazione di una scelta a doppio taglio, come quella artistica o (pericolosamente) "combattente", prossima a sfociare nel terrorismo. Un film notevolissimo, proprio per questo, che merita di essere (ri)visto, e si conclude nel segno di una Poesia visiva che l'ultimo Malick nemmeno si sogna, fra l'altro superbamente imprevista.
Ricercatissima anche la colonna sonora, che annovera brani di culto di Incredible String Band e Tangerine Dream anzichè il solìto inno alla Barry Mcguire ("Eve of destruction"), fortunatamente assente

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