prega il morto e ammazza il vivo (1971)

Western molto apprezzato all'estero e maltrattato nel nostro paese ( ti pareva) tanto che Tarantino lo cita tra i suoi preferiti. E guarda caso la struttura narrativa ricorda molto "The Hateful Eight".
Ottimo come sempre Kinski, anche se la sua performance non e' ai livelli de "Il Grande Silenzio".
Assolutamente non un film insufficiente, ma molti oggi come allora quando usci' cadono in errore.

So che questa pellicola vanta diversi estimatori tra gli amanti degli Spaghetti Western . Io però non sono tra questi .... Cominciamo con un comparto attoriale molto modesto se non sconosciuto ( il protagonista è tale Paolo Casella , alias Paul Sullivan ! ) dove l'unico nome noto ( e l'unico motivo per vedere il film ) è Klaus Kinski , autore certo di una bella prova anche se meno allucinata del solito e senza il suo doppiatore abituale . Passiamo alle location " desertiche " ma con sabbie mobili alla periferia di Roma , ad un' esasperante lentezza nella prima parte nella stazione telegrafica , alla sceneggiatura che cerca malamente di introdurre qualche elemento di " giallo " in una trama piuttosto inspiegabile , in cui il capo banda diffida di tutti i suoi uomini ( e viceversa ! ) ma si fida ciecamente di uno sconosciuto pistolero che si offre di guidarlo in Messico .... Tanti personaggi , ma già dall' inizio si può scommettere su chi morirà e chi arriverà alla fine del film ... Anche le musiche non restano in testa , per fortuna , direi ...

Western abbastanza particolare che presenta, almeno nella prima parte un'impostazione abbastanza teatrale e piuttosto atipica rispetto al genere. Il budget è ridotto veramente ai minimi termini, ma possiede comunque una buona atmosfera tesa. Peccato che, Kinski a parte, il comparto attoriale non è propriamente all'altezza del compito. Facce note nei western all'italiana, ma non in grado di dare sufficiente sfumature ai personaggi.