McLeod, ispettore intransigente, finisce sotto inchiesta per maltrattamenti ai danni del dottor Schneider, in carcere per procurati aborti. Si scopre che la stessa moglie di McLeod, a sua insaputa, era ricorsa ai servizi di Schneider. McLeod rompe con la moglie, ma inizia ad avere qualche dubbio sul proprio spietato rigore.
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Una solida impostazione teatrale, un unico o quasi luogo di azione: un distretto di polizia con le sue storia in cui Kirk Douglas padroneggia la scena in maniera sublime nei panni di un detective dai principi inamovibili, ma al tempo stesso la sua apparente forza è anche la fonte delle sue fragilità. Teatrale ma non per questo povero di ritmo, molto serrato e dialoghi molto curati ingrado di valorizzare le molte figure comprimarie presenti. Un film di tutto rispetto.
Basato su uno spettacolo teatrale di Sidney Kingsley, ancora un'altra bellissima pagina di grande cinema per Wyler, che evita con intelligenza le secche del teatro filmato attraverso un uso della regia vibrante e febbrile, sempre accorta nel sottolineare le sfumature psicologiche dei tanti personaggi. Così il commissariato di polizia diventa un microcosmo di varia umanità e vari orrori sociali, colmo di ipocrisie, segreti laceranti e decisioni troppo grandi. Ogni certezza sembra svanire nell'abile sceneggiatura che tiene conto delle tre unità aristoteliche di tempo, luogo e azione: come diceva Manzoni, c'è sempre il rischio che fatti e passioni vengano esasperati (come un pò succede nel finale). Tuttavia come apologo della disumana intransigenza degli eventi resta ancora di grande effetto, anche per merito di un cast letteralmente straordinario. Impossibile dimenticare la furia di Douglas e gli occhi della Parker, così come la fragile cleptomane di Lee Grant, premiata a Cannes ma subito inserita nella lista nera di McCarthy. Da ritrovare.
Un'intera giornata passata insieme u un ispettore di polizia...Piu' va avanti la storia e piu' la sua vita privata si mischia con il suo lavoro! Il risultato è un dramma che pian piano ci porta negli oscuri meandri della psiche.Ma il film convince solo in parte soprattutto negli ultimi minuti.Il proagonista,infatti,solo alla fine mostra le influenze della sua infanzia o del rapporto con il padre.Argomento che poteva essere ampliato e non ridotto in poche sequenze...
Robusto dramma di chiara origine teatrale che si svolge (quasi) interamente in un distretto di polizia e in un'unica giornata, con una ricca galleria di personaggi che entrano ed escono dalla scena e che, più o meno indirettamente, incrociano le loro storie con quella personale e sentimentale del protagonista. Il film è incentrato sulla vicenda di un duro ispettore di polizia che scopre la reale natura (negativa) della sua intransigenza morale quando si trova a dover fare i conti con il passato difficile e doloroso della donna che ama. Il film ha innazitutto il merito di toccare un tema importante come l'aborto (parola mai pronunciata) e considerando l'anno non è cosa da poco, inoltre non annoia, per quanto sia un film molto parlato. In questo molto si deve secondo me a Wyler, il quale con la sua regia riesce a non far pesare più di tanto la teatralità del testo e a cogliere la ricchezza di sfumature dei vari personaggi, soprattutto delle donne. Se proprio devo trovare un difetto al film, ho trovato l'ultima mezz'ora del film un pò troppo retrò nel melodramma: i dialoghi tra McLeod e sua moglie, e il modo di riprenderli, mi sono sembrati ancora troppo vicini al tipico cinema anni '40 e quindi un pò in contrasto con la prima ora e più di film che reputo molto bella. Inoltre, apprezzo Kirk Douglas ma non è che m'abbia fatto mai impazzire. Comunque si tratta di un film che ha tutte la carte in regola per essere apprezzato da chi, come me, ama il vecchio cinema.