Dopo la fine della guerra di secessione americana le sorelle March dovranno affrontare problemi economici, sentimentali e sociali. Tra tutte spicca la figura di Jo, determinata a trovare la propria libertà e indipendenza, spronando anche le sorelle a dare spazio al proprio talento, nonostante le rigide imposizioni della società di quel periodo.
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Non capisco il motivo per cui ogni tot di anni si debba per forza rispolverare il classico di May Alcott soprattutto quando decidi di non aggiungere nulla ne' al romanzo ne' tantomeno alle versioni cinematografiche precedenti. Ne viene fuori un film piacevole si, non noioso, tecnicamente valido, coralmente ben interpretato ma...vuoto. Non riesco ad andare oltre la sufficienza.
Settimo adattamento cinematografico dell'amato romanzo di Louisa May Alcott diretto da Greta Gerwig alla sua seconda regia dopo l'acclamato "Lady Bird". Non eccessivamente sdolcinato ma neanche particolarmente entusiasmante e toccante. Ricordo di aver visto almeno due versioni precedenti di "Piccole Donne", quello con Liz Taylor del 1949 e il più recente del 1994 con Winona Ryder, la trama è oramai arcinota ed è difficile migliorare un prodotto così tanto sfruttato in passato. Una storia familiare condita da buoni sentimenti che racconta le vicissitudini domestiche ed amorose delle quattro sorelle March nel Massachusetts degli anni 1860, Jo la ribelle, Meg la giudiziosa, Amy la viziata e Beth la fragile. Nel cast menzione particolare alle interpretazioni di Saoirse Ronan (Jo) e Laura Dern (la mamma). Se non si è letto il romanzo ho visto le precedenti versioni magari può essere più emozionante...