pather panchali - il lamento sul sentiero regia di Satyajit Ray India 1955
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pather panchali - il lamento sul sentiero (1955)

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locandina del film PATHER PANCHALI - IL LAMENTO SUL SENTIERO

Titolo Originale: PATHER PANCHALI

RegiaSatyajit Ray

InterpretiRunki Bannerjee, Subir Bannerjee, Karuna Bannerjee, Kanu Bannerjee

Durata: h 1.55
NazionalitàIndia 1955
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 1955

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Trama del film Pather panchali - il lamento sul sentiero

Harihar Roy si guadagna miseramente da vivere come pujari (sacerdote) in una zona rurale del Bengala Occidentale, Nischindipur, e sogna di perseguire una carriera migliore come poeta e drammaturgo. Sua moglie, Sarbajaya (Karuna Banerjee), si prende cura dei loro due bambini, Durga e Apu (Subir Banerjee), nonché dell'anziana zia, Indir Thakrun. A causa delle loro limitate risorse finanziarie, Sarbajaya malvolentieri sopporta di dover condividere la sua casa con la vecchia e invalida Indir. Molte volte infatti, Sarbajaya diventa offensiva nei suoi confronti, e costringe Indir a cercare rifugio nella casa di un altro parente. Al contrario Durga č molto legata all'anziana donna, tanto che le regala sovente alcuni frutti che ruba dalle piante di alcuni ricchi vicini. Un giorno, la moglie del vicino, attacca Durga dicendole di aver rubato una collana di perline (accusa che Durga respinge) e critica Sarbajaya poiché, a suo dire, incoraggia la figlia a rubare.

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Voto Visitatori:   9,00 / 10 (8 voti)9,00Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
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Voti e commenti su Pather panchali - il lamento sul sentiero, 8 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  07/09/2020 23:24:26
   10 / 10
Anche il cinema Indiano possiede le sue perle, in questo caso Satyajit Ray, probabilmente il piu' grande regista di questa nazione.
Impressionato dal neorealismo Italiano gira esattamente un film neorealista Indiano.
In primo piano vediamo i denti storti, la magrezza e il sudiciume che comporta l'essere povero, nel fisico di un anziana "zia", non sembra esserci speranza ne' redenzione. Ma del resto nessuno si lamenta, malgrado il titolo Italiano, si vuole solo sopravvivere.

Una storia semplice si, ma raccontata in modo poetico e coinvolgente. Una regia impeccabile che non si lascia sfuggire nessun particolare sulla scena e che mai si lascia andare a facili sentimentalismi malgrado tutto il film sia ricoperto di sofferenza e morte.
Basterebbe la sequenza della "tempesta" finale per annoverare Satyajit Ray tra i migliori registi di sempre!
Cinema puro!

Ciaby  @  12/03/2016 10:34:02
   7½ / 10
Neorealismo alla bengalese. Gli ho preferito "The Music Room", ma gran bel film!

Dick  @  27/07/2014 17:17:42
   9 / 10
Un toccante spaccato di vita di una famiglia indiana lontano dalle grandi metropoli della nazione cui siamo abituati che mostra momenti a volte belli a volte tristi con un finale anch' esso toccante.
Seguito da "Aparajito" e "Il mondo di Apu".

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  16/04/2011 18:19:42
   10 / 10
Uno dei più bei film che abbia mai visto. Grande capolavoro.

Vedi recensione

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  17/12/2010 21:51:02
   9½ / 10
Basato su un classico dello scrittore bengalese Bibhutibhusan Bandyopadhyay, "Il lamento sul sentiero", primo film di Satyajit Ray, divenne poi parte di una trilogia insieme a "Aparajito" (1957) e a "Il mondo di Apu" (1959). Ray, che lavorava a Calcutta in un'agenzia pubblicitaria, ebbe gravi difficoltà nel reperire i finanziamenti. Alla fine accumulò il denaro necessario per iniziare le riprese, con la speranza che i primi "giornalieri" avrebbero convinto i finanziatori a portare a termime il film. Le riprese iniziarono nell'ottobre del 1952, ma si dovette aspettare il 1995 perché "Il lamento sul sentiero" venisse ultimato. I momemti di dramma minore sono intercalati anche da tragedie più grandi dove si celano significati molto forti. Una delle scene più famose giunge quando i bambimi litigano e Durga viene di nuovo rimproverata dalla madre. La piccola corre via tra i campi, mentre Apu la segue. Si vede del fumo nero che sale e poi un treno. Apu e Durga vi si precipitano, esaltati dalla visione di qualcosa che proviene dal grande mondo oltre il villaggio. Sulla strada del ritorno, risolvono il loro bisticcio e incontrano la zia seduta tra i bambù. Quando Durga la tocca, lei si accascia, in fin di vita. Oppure quello del ritrovamento da parte di Apu della collana famosa. La regia di Ray é delicatissima, capace di esprimere sia forte emozione che piacere lirico. Pochi dimenticheranno la sequenza in cui Apu e Durga sentono il suono di un venditore ambulante di dolciumi. Pur senza un soldo lo rincorrono, seguiti da un cane curioso, mentre la piccola processione si riflette in una pozzanghera. Aiutato dalla meravigliosa musica di Ravi Shankar, "Il lamento sul sentiero" ebbe successo in tutto il mondo.

Invia una mail all'autore del commento wega  @  25/02/2010 12:35:31
   8 / 10
Credo vada riconosciuto a Satyajit Ray il merito di aver fatto conoscere il Cinema indiano in occidente. Concordo con il buon Ciumi, quello di Apu è il lamento di tutti noi, suggestivamente evocato anche dalle musiche di Ravi Shankar (non che lo conosca), e, per render giustizia al commento che mi precede mi fermo qui.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  07/09/2009 07:33:36
   9 / 10
Ricorda un pavimento blu, cosparso di giocattoli rotti, quello su cui vissi gran parte della mia infanzia, a casa dei miei nonni. Quella di Apu, seppure geograficamente lontana, e per quasi tutti gli aspetti diversissima, è stata per un paio d'ore anche la mia d’infanzia, forse quella di tutti, adagiata teneramente accanto alla sua.
I monsoni scuotono per diversi istanti i miei ricordi. Zia Indir, è una terza nonna che s’aggira col suo scialle come strega. Durga, mia sorella, muore davanti a noi.

Intimo e neorealista, è uno degli esordi più gradevoli della storia del cinema, primo d’una toccante e meravigliosa trilogia. L’indigenza dell’India di quegli anni è raccontata attraverso l’onestà e il pudore. La semplicità d’una famiglia, costretta all’accettazione e a lottare contro l’ombra della sorte - anche la mia di famiglia, per due orette almeno - è presentata con la discrezione e la modestia proprie dei grandi artisti.
Lamentato, il sentiero del titolo, è quello difficile di tutti noi; che reca a Benares e ai futuri luoghi della nostra vita.

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  17/01/2009 23:24:22
   9 / 10
Primo capitolo della trilogia di Apu... Ray ci porto con semplicità e senso lirico dritti nell'india più squallida e povera...

1 risposta al commento
Ultima risposta 07/09/2009 07.36.25
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